L’ A Head Full of Dreams tour dei Coldplay ha fatto tappa in Italia. Qui la nostra recensione della data del 4/7
I Coldplay ipnotizzano san Siro a suon di luci e giochi pirotecnici. Noi c’eravamo e vi raccontiamo le nostre emozioni…
Attendi un concerto per una vita e, dopo 9 lunghissimi mesi di ulteriore attesa, con i biglietti tenuti come una reliquia, il grande giorno finalmente arriva.
Le due date dei Coldplay a San Siro per l’ A Head Full of Dreams tour sono state un successo di enormi dimensioni. Dopo la serata del 3 luglio Chris Martin & co hanno recuperato le forze per concedere il bis a 24 ore di distanza, davanti ad uno stadio nuovamente tutto esaurito. Evitare anticipazioni per far sì che fosse tutto una sorpresa è stato pressoché impossibile, ma i Coldplay sanno come rendere unica ogni tappa.
L’area adiacente allo stadio è una bolgia. Venditori ambulanti di fascette, gente troppo fiduciosa che cerca di acquistare un biglietto (come se uno arrivato fin lì decidesse di venderlo), stand di ghiaccioli per allietare l’attesa sotto il cocente sole milanese.
I controlli avvengono in modo abbastanza ordinato, le disposizioni sicurezza sono state rispettate e non si è verificato alcun tipo di problema o disguido, né prima né dopo lo show.
Noi siamo entrati poco dopo le 18.30, avviandoci verso quei posti all’anello verde che Ticketone non ci ha permesso di scegliere (o quelli, o niente).
Gran parte della gente è arrivata dopo, infatti quando è stato il turno della prima opening act, Lyves, San Siro era in parte vuoto.
Per quanto riguarda l’artista italo-australiana (ha parlato molto e molto bene in italiano) c’è da dire che possiede un timbro davvero interessante, se non fosse che il suo impianto acustico non si è dimostrato all’altezza di una location del genere tanto che, a volte, si capivano a stento i versi delle canzoni. Merita di sicuro che la sua discografia venga approfondita.
Come da scaletta è poi la volta di Tove Lo. Che dire, una forza della natura! Personalmente sono una grande estimatrice della svedese e quando mesi fa i Coldplay annunciarono la sua presenza nelle date europee feci letteralmente i salti di gioia.
Una tigre sul palco, con una voce che dal vivo suona in maniera strepitosa. Ha aperto con la potente True Disaster, alternando brani di Lady Wood a singoli di Queen of the Clouds.
Era scontato che il pubblico italiano per la gran parte non la conoscesse, ma ha risposto bene al sound di Tove, partecipando attivamente alla canzone di chiusura, Habits (Stay High), qui conosciuta perché usata come sottofondo in una pubblicità di un noto marchio di gioielli.
La serata non poteva cominciare meglio di così. Tove Lo saluta tutti ed esprime il desiderio di tornare presto ad esibirsi qui (glielo e ce lo auguriamo).
Il palco comincia così a prepararsi per il grande ingresso.
I Coldplay si fanno attendere, parte più e più volte una ola tra i vari anelli, qualche coro e tanta impazienza per quel cielo che non accenna ad imbrunirsi.
Sono le 21.20 passate quando l’intro con O Mio Babbino Caro, interpretazione sublime di Maria Callas, ci dà la conferma che è giunta l’ora.
L’onore di presentare l’ingresso del gruppo va ad alcuni fans filmati all’esterno...ed ecco che si parte.
Con A Head Full of Dreams, pezzo che dà il nome il tour, per la prima volta lo stadio si colora grazie ai geniali wristband (anche loro grandi protagonisti del successo dello show). Giochi pirotecnici a non finire per una partenza che lascia subito senza parole.
Non c’è tempo per riprendersi che partono le note di un pezzo per così dire storico, Yellow. Indovinate di che colore si sono colorati spalti e prato?
Si prosegue come da setlist pronosticata con Every Teardrop Is a Waterfall e The Scientist. Credetemi se vi dico che mentre Chris intonava questa canzone eravamo praticamente tutti il lacrime.
Un po’ a sorpresa tocca a Birds (non l’avevano eseguita la sera prima), che anticipa una canzone durante la quale anche le gradinate dello stadio ballavano (letteralmente).
Paradise è forse la canzone per eccellenza dei “nuovi” Coldplay, e il pubblico più giovane ha sempre avuto un occhio di riguardo per questa hit.
Dopo la versione standard “disco San Siro” apre i battenti con il remix di Tiesto, 60.000 persone i visibilio a saltare e agitare le braccia al cielo. Spettacolo!
Dopo Always in My Head e Magic arriva la sorpresona della serata, grazie alla quale molti diranno “io c’ero al concerto del 4, quando…”…quando i Coldplay hanno eseguito live per la prima volta Miracles (Someone Special), nuovo brano dall’EP in prossima uscita Kaleidoscope. Promette davvero bene.
Quando poi tutti sono pronti a ritirare fuori i fazzoletti per l’inizio della ballad Everglow, Chris riesce a smorzare l’emozione con la sua solita simpatia, fermando l’esecuzione al piano dopo qualche secondo perché doveva bere. Unico.
Arriva un’altra pietra miliare della loro discografia, l’indimenticabile Clocks, a cui succede una breve parte di Midnight, prima di giungere ad uno dei picchi massimi della serata.
Cominciano Charlie Brown ma il cantante stoppa tutto ancora una volta e chiede un favore: “Chiudete per un attimo i cellulari e godetevi appieno questa canzone”. Salvo qualche trasgressore che proprio non ce l’ha fatta ad ascoltare la richiesta è andata proprio così, coinvolgimento massimo per un effetto ottico che ha raggiunto l’apice dello splendore. E’ vero che filmando rimane il ricordo, ma partecipare ad un concerto senza immedesimarsi cameramen è tutta un’altra cosa.
Charlie Brown ha dato il via ad un quintetto DA PAURA. Hymn For The Weeknd, Fix You Viva La Vida e Adventure of a Lifetime. Provate voi ad immaginare questi brani live in uno stadio di fronte a 60mila fans adoranti. Un tripudio di emozioni ed energia che difficilmente ci si potrà scordare.
Dopo una breve pausa si cambia per un attimo palco. I 4 si spostano su una piccola piattaforma posizionata sul prato, tra il pubblico del parterre.
Qui è la volta di Trouble, dopodiché viene invitato il consueto ospite a suonare. Ieri sera è toccato a Giacomo, un emozionato bimbo di 9 anni che con la sua armonica ha accompagnato Don’t Panic.
Esatto, 9 anni e uno stadio che ti ascolta e urla il tuo nome dopo che hai suonato assieme ai Coldplay. Ricordo notevole per il piccolo, no?
Sempre nel piccolo palchetto si canta Us Against the World, la canzone scelta tra le varie richieste fatte dal pubblico tramite l’hashtag #milanrequest.
Si torna nel colorato palco principale per il terzetto finale.
Dulcis in fundo non poteva mancare l’amato singolo con i Chainsmokers, Something Just Like This, che ha infiammato la folla.
Con A Sky Full of Stars lo stadio si illumine di migliaia e migliaia di stelle, per quello che può essere considerate un altro momento topico del concerto.
Dopo più di due ore, alle 23.30 passate, Up & Up chiude il sipario ad un live che, parlando con chi altri vi ha assistito, difficilmente verrà sorpassato per quanto riguarda ricordi ed esperienze personali. Chris, Will, Guy e Jonny ringraziano, i fans rispondono intonando i cori di Viva la Vida e Chris se ne va non prima di aver steso e baciato il tricolore, affianco ad un cartello con su scritto “LOVE”.
Aldilà che la musica dei Coldplay piaccia o non piaccia, è innegabile il fatto che questo gruppo, oggettivamente talentuoso, ha segnato e sta segnando più di altri la musica della nostra generazione, avendo mantenuto la capacità e la voglia di evolversi nel tempo, non seguendo le mode ma creandosene una propria.
Lo show è stato speciale per tanti motivi, musicali e non.
Scenografie, giochi di luci e fuochi d’artificio, palloncini e coriandoli colorati hanno certamente messo del loro…della serie “anche l’occhio vuole la sua parte”.
L’effetto dei wristbands coordinati in uno stadio di queste dimensioni è impossibile da descrivere a parole, co’’è altrettanto impossibile da immortalare attraverso l’obiettivo di una foto/videocamera.
Bisogna assistere con i propri occhi per capire realmente cosa significhi e cosa si provi, da brividi davvero.
Uno show nello show, una serata di musica e passione per un gruppo che passione ne ha da vendere, e si percepisce in ogni singola mossa.
Come ho detto all’inizio, è come se aspettassi questo concerto da tutta la vita, e ora che sono passate 24 ore è come se non avessi ancora realizzato del tutto…ed è proprio questa la magia più grande delle lunghe attese.
Mi auguro che i Coldplay continuino a mettere tutta questa passione nei loro prossimi lavori; mi auguro che continueranno a fare musica; mi auguro che torneranno presto a suonare in Italia; mi auguro che i loro fans rimarranno sempre così profondamente appassionati, tanto da piangere all’ascolto di certe canzoni speciali.
Mi auguro infine che tutti coloro che questa volta non sono riusciti ad esserci possano rimediare al prossimo tour, perché un concerto del genere è davvero l’ Adventure of a Lifetime.
However on social media, even when the tales concentrate on atypical individuals, urban legends usually include
pictures, names and places.
Leggendo questa recensione mi mangio le dita di non esserci stato, ma grazie per averci reso partecipi delle emozioni di questo concerto!