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Demi Lovato – Tell Me You Love Me | Recensione Album

Alessandro Buzzella by Alessandro Buzzella
27 Novembre 2020
Reading Time: 8 mins read

Demi Lovato Tell Me You Love Me Recensione AlbumLa fine di Settembre è sicuramente il periodo perfetto per lanciare un album: abbastanza vicino al periodo estivo per poter debuttare in vetta senza eccessive copie e non molto lontano dal periodo natalizio per poter mantenere stabili le vendite in futuro.

Oltre a Miley Cyrus, anche Demi Lovato ha scelto il 29 Settembre per rilasciare “Tell Me You Love Me”, suo sesto album in studio. Il progetto è il seguito del non molto fortunato Confident, dove la Lovato aveva tentato di creare un’immagine più sexy e provocante come aveva fatto la già citata collega in Bangerz (ma senza riuscirsi minimamente e risultando molto goffa e a disagio nelle mise di nasty girl).

Dopo i risultati commerciali al di sotto delle aspettative, Demi dichiarò di aver nuove idee per un album in uscita nel 2018: la cantante promise che avrebbe cambiato genere, spostandosi verso un R&B sporcato dal pop, ideale per la sua voce. Ritiratasi dalle scene per quasi 2 anni, Demi anticipa di alcuni mesi il suo comeback e ritorna a luglio con il lead single Sorry Not Sorry, riuscendo ad ottenere risultati buoni e stabili, non riuscendo comunque ad entrare in top10 in madrepatria (cosa che probabilmente accadrà in questa settimana di release dell’album).

Con Tell Me You Love Me avrà mantenuto la sua promessa o avrà creato ancora una volta un album mediocre?

Scopriamolo con la nostra recensione track-by-track:

Sorry Not Sorry

Partiamo subito con il lead single della nuova era: pubblicato l’11 luglio, SNS è una mid-tempo prettamente pop, con alcuni elementi nel ritornello che la collocano appena vicino all’R&B.

Il brano parla di self-empowerment contro gli haters che soffrono a vederla così forte e piena di sicurezza ed è stato accompagnato da un video ufficiale girato durante una festa a casa della cantante. Nonostante la traccia suoni molto meglio live grazie alle seconde voci del coro, Sorry Not Sorry è un altro tentativo della Lovato di scalare le classifiche (come fece con Cool For The Summer nel 2015) e anche se il brano è stato farcito con elementi pseudo-R&B per dare un sentore di maturità stilistica, rimane comunque mediocre, con un tema ripetitivo (quanti brani della Lovato affrontano lo stesso medesimo topos?) e una produzione abbastanza scadente (il cantato sembra in alcuni punti davvero forzato e fastidioso).

Ancora una volta Demi sbaglia totalmente lead single, oppure, se vogliamo dirla tutta, cede al lato commerciale della musica, più interessata alle vendite che alla qualità dei suoi progetti. Vi rassicuriamo dicendovi che nell’album c’è decisamente di meglio e possiamo affermare con assoluta certezza che Sorry Not Sorry è il brano meno adatto per rappresentare lo stile totale del progetto. 2/5

Tell Me You Love Me

Si cambia decisamente registro con la title track, una delle tracce più valide del progetto. Introdotto da un intro glorioso, il brano si fa abbastanza piatto nelle strofe iniziali per poi riprendersi magistralmente nei ritornelli, arricchiti dal forte gusto R&B e dai bellissimi cori.

In questo caso la vocalità della Lovato si sposa perfettamente con il genere, portando a casa un ottima esecuzione che si intensifica nel bridge finale grazie al coro gospel e alle percussioni.

Al contrario della traccia 1, Tell Me You Love Me esprime a pieno l’idea melodica di base del progetto, vale a dire un mix omogeneo di elementi pop e di R&B, senza che gli uni prevarichino sugli altri. L’unica pecca della traccia è il testo che affronta una relazione al collasso, senza però essere troppo originale nella scelta dei pensieri. 4.5/5

Sexy Dirty Love

La traccia seguente è Sexy Dirty Love, un’altra mid-tempo dal beat martellante che si fa sempre più intrigante nel pre-chorus per poi esplodere letteralmente nei ritornelli (aiutato da una linea di basso che delinea il percorso melodico).

Sulla carta il brano sarebbe un ottimo prodotto, molto variegato melodicamente, ma non è per niente adatto all’esecuzione di Demi, che non riesce a renderlo minimamente sensuale o suadente all’orecchio dell’ascoltatore. Una traccia del genere sarebbe stata perfetta per una Christina Aguilera (le influenze di Stripped si sentono forti e chiare) che riuscirebbe a coniugare la potenza vocale al calore e alla sensualità timbrica necessaria per cantare di sesso.

Due cose mancano nell’attitudine di Demi Lovato, nonostante ci provi disperatamente a mimarle, rendendo piatte canzoni come queste: la prima è la voce sensuale e il timbro caldo (aspetti che rendono così ammalianti le esecuzioni di Xtina e di Britney Spears) e la seconda è la sfrontatezza naturale (la stessa che permetteva a Kesha di flirtare in Dirty Love o a Miley Cyrus di ammiccare in #GETITRIGHT);

Demi puo’ provarci in tutti i modi, ma non sono queste le canzoni che fanno risplendere il suo talento. 2.5/5

Demi Lovato 1

You Don’t Do It For Me Anymore

Dopo questa parentesi poco brillante, arriviamo alla perla dell’album: YDDIFMA ricorda l’R&B old school degli anni ’90, perfettamente incorniciato da un beat trascinante (che ricorda Dangerous Woman (leggi recensione qua) di Ariana Grande), ma non invadente, a rendere questa slow-tempo perfetta per la vocalità di Demi che riesce a toccare note alte e basse con la stessa magistrale facilità. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una canzone in cui il sentimento di coppia si è spento ed è stato sostituito da risentimento e rabbia.

Nonostante la ridondanza del ritornello e la poca vivacità delle strofe, il risultato finale è una perfetta traccia in cui finalmente Demi Lovato può cantare liberamente e può mostrare tutto il suo talento vocale ed interpretativo.

QUESTE sono le tracce per Demi e se lo stile del progetto avesse seguito in toto questa via melodica ne sarebbe uscito fuori un capolavoro. 5/5

Daddy Issues

La traccia numero 5 si stacca dall’R&B per ritornare al synthpop/new wave, creando un brano con del grande potenziale, ma che non riesce ad esprimerlo a pieno.

Sicuramente interessantissime le scelte di produzione, soprattutto l’utilizzo dei tastieroni anni ’80 e dello stile “new romantic” che però non ha nulla a che fare con il sound di Tell Me You Love Me: infatti dopo una prima parte dell’album dai toni pop-R&B, una traccia così sfacciatamente synthpop risulta un neo stilistico nel sound generale del progetto. 3.5/5

Ruin The Friendship

L’atmosfera si scalda con la traccia numero 6, cosa che non accade minimamente nel brano Sexy Dirty Love: la voce di Demi si fa suadente quando tenta di flirtare con un ipotetico amico (Nick Jonas?), accompagnata da trombe e sassofoni che rendono il tutto più ammiccante e nasty.

Nonostante non sia un brano da estrarre, Ruin The Friendship risulta coinvolgente e divertente, rimandando ancora una volta alle produzioni di fine anni ’90. Altra nota a favore è sicuramente l’uso delicato della voce: come ben sappiamo Demi ha uno strumento vocale molto potente che, in molte (forse troppe occasioni) sforza all’inverosimile, fino a farlo risultare fastidioso; in questo caso, il brano è cantato con toni gravi e quando nell’ultimo ritornello il tono sale, viene mantenuto comunque stabile e godibile. Ottima produzione e buona esecuzione. 4/5

Demi Lovato Photos April 2017 1

Only Forever

Arriviamo finalmente alla prima vera e propria ballad del progetto: intrisa dallo stesso beat di molte altre tracce dell’album, Only Forever non spicca né in originalità né in produzione (le seconde voci marcatamente modificate rovinano l’atmosfera), rendendo il tutto banale e skippabile.

Sicuramente una traccia filler che sarebbe potuta essere inserita nella deluxe version, ma che qui serve solo come stacco tra il primo blocco dell’album ed il secondo. 2/5

Lonely (feat. Lil Wayne)

L’unica collaborazione della standard edition vede la partecipazione del rapper Lil Wayne che riesce a rialzare leggermente l’attenzione in un’altra traccia evitabilissima, poco interessante, caratterizzata da un beat nel ritornello usato in troppi brani pubblicati nel 2017.

Nonostante tutto la voce della Lovato fa il suo lavoro, mostrando ancora una volta la sua versatilità, al contrario di quella metallica del rapper, come al solito fin troppo modificata. 2.5/5

Cry Baby

L’asticella si rialza fortunatamente con Cry Baby, un’altra slow-tempo dal sapore R&B, in cui la cantante può scaricare tutte le sue emozioni più intime, creando un’atmosfera intrisa di energia.

Nonostante il beat ripetitivo, l’uso degli arpeggi di chitarra cadenzati e soprattutto l’assolo di chitarra elettrica nel bridge finale rendono il tutto molto interessante e godibile, rimanendo comunque nel sound del progetto.

Ottima traccia, sicuramente non papabile come singolo, ma comunque l’unica degna di nota in questa seconda parte del progetto. 4/5

Games

La terzultima traccia ricorda nelle produzioni in background il lead single, riuscendo ad essere comunque più interessante della suddetta.

La struttura molto più aggressiva, l’uso di sintetizzatori potenti e suoni martellanti riescono a sorreggere egregiamente la voce della Lovato che si fa altisonante.

Ancora una volta il problema sta nel beat (che ricorda troppi brani precedenti,stancando e diventando monotono) e soprattutto nella produzione che si dissocia completamente dalla visione totale dell’album, come era successo per Daddy Issues.

Vanno apprezzate comunque le ottima esecuzione da parti di Demi e l’utilizzo sempre impeccabile del coro. 3.5/5

 

Demi Lovato Tell Me You Love Me Copertina

Concentrate

Proseguiamo con la dolcissima Concentrate, dalle chitarre suadenti e travolgenti: il brano si muove sinuoso, fluttuando delicato nelle orecchie dell’ascoltatore, diventando più incisivo solamente nei ritornelli.

Ancora un’altra grandiosa performance da parte della Lovato che riesce finalmente a tenere a bada il suo strumento vocale senza sforzarlo eccessivamente e che riesce a connettersi con i cori senza sovrastarli eccessivamente. Perfetta traccia per la parte finale del progetto, nella sua unicità stilistica. 4/5

Hitchhiker

L’ultima traccia di Tell Me You Love Me sembra quasi una continuazione di Concentrate: poco innovativa, molto ridondante, diventa noiosa a metà esecuzione e non invoglia l’ascoltatore a terminare il percorso musicale.

A tratti Hitchhiker sembra quasi uno scimmiottamento di un brano di Mariah Carey, senza però l’unicità interpretativa di quest’ultima. Assolutamente evitabile. 2.5/5

DELUXE EDITION

Instruction

E’ ancora un mistero del perchè questo brano sia contenuto in questo progetto: lontanissimo dal sound di TMYLM, Instruction è una traccia in cui Demi tenta di performare un brano totalmente agli antipodi con il suo stile, fallendo.

Non attinente all’album nonostante il buon sound. 2/5

Sorry Not Sorry (Acoustic Version)

A chiudere la deluxe troviamo la versione acustica di Sorry Not Sorry che, come già detto in precedenza, suona molto meglio dell’originale.

Menzione d’onore va fatta al coro che innalza la qualità. Sorprendentemente buona. 3.5/5

Arrivati alla fine di questo progetto, possiamo analizzarne gli aspetti positivi e negativi: di sicuramente positivo c’è l’utilizzo di uno stile più variegato che si confà perfettamente alla vocalità di Demi, senza però perdere il fulcro centrale intriso di puro pop; un altro punto a favore è l’utilizzo più consapevole del suo strumento vocale, riuscendo a non esagerare per dimostrare le sue doti come era successo in passato.

Di negativo c’è sicuramente la troppa basicità dei beat (praticamente identico in metà delle canzoni presenti nella standard edition), le produzioni troppo discostanti di alcuni brani e i testi basici.

Su questo punto vorrei soffermarmi un attimo: quando è stato rilasciato il titolo dell’album, sono rimasto parecchio deluso dalla banalità del suddetto, pensando che questo non potesse mai racchiudere il vero tema globale del progetto (o almeno me lo auguravo).

In realtà, a fine album, posso dichiarare che mai titolo fu più appropriato: purtroppo i temi del progetto sono banali e trattati in maniera basica e ripetitiva. Come avrete potuto notare, nella recensione il fattore lirico è stato quasi totalmente bypassato, questo perché ci sono davvero pochissimi spunti da poter analizzare.

Mi perdonerete il paragone con Younger Now (leggi la recensione qui), essendo due lavori totalmente differenti, ma è d’obbligo essendo usciti lo stesso giorno: così come in Tell Me You Love, anche in Younger Now il tema centrale è l’amore, ma è affrontato con diverse sfaccettature, con un gusto lirico e poetico molto più curato, pur rimanendo molto personali, essendo stati scritti senza la presenza di hitmakers.

E’ questo sicuramente il grande difetto di Tell Me You Love Me: la ripetitività nei testi e nelle produzioni. Se il progetto fosse stato strutturato in maniera organica, seguendo la falsa riga di brani come la title track e soprattutto la splendida You Don’t Do It For Me Anymore, ne sarebbe uscito un lavoro coeso e meno monotono.

Sicuramente le riprese di album come Stripped della Aguilera e FutureSex/LoveSound di Justin Timberlake si sentono e rendono piacevole l’ascolto globale, ma manca il carattere che rendeva questi due lavori così potenti. Inoltre, al contrario dei due album citati, Tell Me You Love Me mostra una grossa stanchezza nella seconda parte del progetto, in cui sono poste tracce evitabili e noiose.

Nonostante un enorme passo in avanti rispetto a Confident, Demi Lovato non riesce ancora ad abbandonarsi completamente al genere, rimanendo ancora ancorata alle hit da radio e ai sapori sintetici che non le si addicono, gettando ancora una volta una grossa opportunità.sporcando ancora una volta un progetto che avrebbe potuta consacrarla a grande artista.

E voi cosa ne pensate? Vi piace Tell Me You Love Me?

Comments 26

  1. classic cars Birmingham says:
    7 anni ago

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  4. DREW. says:
    8 anni ago

    Ero eccitato di sentire questo disco dopo You Don’t Do It Anymore, ma sono rimasto profondamente deluso. Le uniche tre che salvo sono quella sopra citata, Daddy Issues ma solo perché ha un ritmo che mi piace, e Only Forever.
    Dovrebbe tornare al pop-rock, le stava molto bene.

  5. Navy_Kpop_Swift says:
    8 anni ago

    Secondo me lei è più da pop che da R&B, questo album è brutto, così come lo era Confident (che aveva qualcosa che si salvava però)
    Demi a me piaceva molto più in Unbroken e Demi

  6. Andrea Renzulli says:
    8 anni ago

    per me il suo primo e secondo album ma anche il quarto…sono i più riusciti, x me lei nn è da rnb ma da poprock

  7. Bran. says:
    8 anni ago

    Unbroken <3 irraggiungibile!

  8. Bran. says:
    8 anni ago

    bè oddio, non è che ” DEMI” sia un granché !!! Unbroken è una perla.

  9. Bran. says:
    8 anni ago

    da fan di Demi, ti faccio i miei complimenti! sei veramente in gamba, è un piacere leggere le tue recensioni!

  10. MUSIC is the way. says:
    8 anni ago

    mi piace molto tell me you love me! demi mi ha stupito nonostante all’uscita di sns fossi molto scettico. vedo un ENORME passo avanti rispetto a confident, ha capito la lezione ed è rimasta nei luoghi in cui lei sa di star bene. sns è una hit, ed è stata un otima scelta anche quella di aspettare a rilasciare un secondo singolo, così che il team possa vedere il gusto del pubblico sui vari brani. complimenti demi! gran bell’album, e credo che possa fare molto in classifica

  11. Marco says:
    8 anni ago

    Grande! Se vuoi potresti allegare anche i video, sono tutti su Youtube (tranne tension che è stato rimosso) 🙂

  12. Alessandro Buzzella says:
    8 anni ago

    Ci avevo già pensato! Ho avuto una settimana piena d’esami e appena libero ho scritto le due recensioni più urgenti, ma in settimana prometto di scrivere la recensione di DD!

  13. Yoncé (#Reputation) says:
    8 anni ago

    Mi dispiace, ma Unbroken >>>

  14. Marco says:
    8 anni ago

    So che non c’entra adesso, ma mi piacerebbe una recensione di Double Doutchess!
    Bella recensione comunque, sono d’accordo su molte cose!

  15. Deddy says:
    8 anni ago

    Allora… dopo Tell me You Love Me il mio interesse verso questo album è salito vertiginosamente. Ero veramente eccitato per quest’era che si prospettava la sua migliore di sempre. Dal rilascio di quella canzone tutto poteva essere gestito meglio: You Don’t Do It For Me Anymore non era adatta per il suo scopo (doveva rilasciare prima SDL), Sexy Dirty Love canzone che sinceramente adoro ma rilasciata a caso poco prima del rilascio dell’album, ha del potenziale ma è stata sprecata. L’unica buona notizia è Sorry Not Sorry che è piaciuta molto e che sta per diventare la sua più grande hit in america (previsto peak alla #7 settimana prossima nella Hot 100). L’album in generale non è malaccio, il grande pubblico e la critica hanno apprezzato particolarmente. Io non ho trovato tutta questa qualità, ad esempio trovo veramente superiore in tutti i lati (tranne quello vocale ovviamente) Witness della Perry, che risultava un progetto molto più studiato, coeso e ben prodotto, eppure tutti sappiamo la fine che ha fatto e le critiche che ha ricevuto. Infatti penso che il giudizio delle persone sia proprio imparziale.
    La prima metà dell’album è bella, è quella la parte delle hit e delle canzoni generalmente buone. Dal termine di Ruin The Friendship l’album diventa troppo anonimo, senza personalità. Le tracce dopo quella canzone su Nick Jonas sono così tanto generiche e ”basic” che potrebbero essere cantate da CHIUNQUE, è per questi che secondo me non merita moltissimo. Il timbro della Lovato e le sue note altissime praticamente ovunque (anche quando non servono) non bastano a rendere un album ”suo”, una Games potrebbe cantarla una cantante qualunque minimamente dotata dal punto di vista vocale. A me sembra proprio un insieme di tante unreleased dagli altri album (in fondo non parlatemi di cambiamento perché l’unica canzone che non vedrei bene nei suoi altri album è l’ultima ballad) a cui hanno cercato di dare un minimo di coerenza ordinandole per bene. La cosa che mi fa più arrabbiare è che se volevano fare un album da ”classifica” per salvare Demi dal mondo dei semi flop non ci sono riusciti, perché oltre a Sexy Dirty Love e la title track non vedo nessun’altra canzone come possibile hit! Peccato, veramente, lei ha tutte le capacità di spaccare eppure la sua casa discografica la costringe a fare un album superipermegapop da classifica, senza successo. Il fatto che ha debuttato alla #2 nella BB200 con SOLO 60K copie mi fa pensare. Rivoglio la Demi dei primi anni

  16. Y-H-O says:
    8 anni ago

    Tra le migliori ci sono sicuramente Smoke & Mirrors (soprattutto) e Ready for Ya, incluse nella Target Edition dell’album

  17. Alessandro Buzzella says:
    8 anni ago

    Grazie mille per il feedback! Purtroppo non sono molto bravo a scrivere pensieri lunghi con l’iPhone in treno senza distrarmi!:)

  18. #MadonnaMusic says:
    8 anni ago

    Basta anche solo “Cold Stone” come canzone

  19. #MadonnaMusic says:
    8 anni ago

    Lol

  20. Massimo says:
    8 anni ago

    Oggettivamente, più che ripetitivo lo trovo un disco molto coeso. La voce di Demi è usata a meraviglia, ci sono tracce in cui ne fa ampiamente uso e altre in cui ci “gioca” meno senza mai risultare fastidiosa. A me è piaciuto moltissimo e, personalmente, lo trovo il suo miglior album insieme ad Unbroken. Al contrario di quello che avete scritto, Only Forever è tra le mie preferite, la trovo una traccia senza arte ne parte che però sa il fatto suo e potrebbe ottenere buoni risultati nelle charts.
    (Sorry Not Sorry non sarà un capolavoro ma è azzeccato, rilasciare Tell Me You Love Me in piena estate sarebbe stato una azzardo troppo grande per chiunque.)

  21. Alessandro Butera says:
    8 anni ago

    Ti consiglio di correggere “l’ho lascio” altrimenti ti rompono le scatole.

  22. terry tsukinochan says:
    8 anni ago

    A me onestamente ha fatto schifo. Le canzoni sono tutte uguali.

  23. Alessandro Buzzella says:
    8 anni ago

    Ciao, sono colui che ha scritto la recensione dell’album di Demi, di Miley, di Lorde, di Lana, di Kesha ecc…! Ti spiego come di solito lavoro così ti tolgo ogni dubbio! Innanzitutto mi dispiace che la recensione non ti sia piaciuta, ma il lavoro che facciamo nei blog musicale è un lavoro tecnico che non deve piacere o meno, ma deve semplicemente analizzare. Quando devo approcciarmi ad un album lo ascolto in genere 3 volte (se un lavoro mi prende oppure non riesco bene a comprenderlo lo ascolto anche 5-6 volte): la prima volta lo ascolto di getto e prendo appunti superficialmente (scrivo cosa c’è di positivo e di negativo, ma molto velocemente); la seconda volta analizzo traccia per traccia, studiandola nella loro unicità, senza prendere in considerazione il lavoro globale (nel caso di Demi tracce come Games e Daddy Issues avevano un punteggio superiore che si è abbassato quando sono state interfacciate al lavoro globale); il terzo ascolto serve appunto a criticare le singole tracce con il tema del progetto, con il sound che ne delinea la guida (nel caso di Demi il pop/R&B che in moltissime tracce non esiste). Come vedi non c’è nessun gusto personale, nessun voler porre il mio gusto sui lettori in stile “a me fa schifo e a voi deve far schifo altrettanto”! Il mio gusto l’ho lascio a me stesso (chi ti dice che io non avrei dato di più se avessi usato il mio gusto personale?) e analizzo la tecnica, la produzione, gli strumenti, i testi, la vocalità usata, i cori, gli arpeggi, gli assoli, il tema e la qualità singola e globale. Ad onor del vero, come gusto personale, preferisco Younger Now e avrei dato anche 4/5, ma serei stato incoerente in quanto pecca troppo nelle produzioni e quindi mi sono attenuto alla mia professionalità, nonostante liricamente YN è un mondo superiore all’album di Demi. Il tuo commento su Lonely lo accetto, ma è comunque un commento personale che deriva dai tuoi gusti, il mio no! Spero di essere stato chiaro, so che il tuo non è un attacco e infatti non lo prendo come tale (si può sempre migliorare), ma ci tenevo a risponderti in modo tale che chiunque legga il mio commento capisca come lavoriamo in redazione! Non siamo qui semplicemente perché non c’era di meglio, ti assicuro che il nostro lavoro lo sappiamo fare in quanto abbiamo un curriculum alle spalle che ci permette di poter recensire senza che il nostro gusto ci scavalchi!

  24. Gianluca (Leave Me Lonely) says:
    8 anni ago

    Sinceramente la recensione non mi è piaciuta per niente!
    Va bene analizzare l’aspetto musicale ma in ogni caso anche i testi nonostante siano molto ripetitivi (comunque in linea con il titolo) meritano un approfondimento
    Una recensione per essere apprezzata deve essere il più oggettiva possibile qui la trovo molto personale un esempio è la parte di Lonely che fra le righe leggo “mi fa schifo quindi deve fare schifo anche a voi”

  25. Alberto Maccariello says:
    8 anni ago

    L’album non mi è piaciuto e credo che le canzoni migliori siano quelle rilasciate prima dell’uscita discografica (pur non amandole tanto) come per l’album di Miley. Tell me you love me secondo me è il punto più alto. Andrò controcorrente ma Instructions io la amo… Avrebbe un enorme potenziale se promossa a dovere

  26. Travis says:
    8 anni ago

    Deluso fortemente. Praticamente non mi piace niente. Solo “Daddy issues” ha meritato un secondo ascolto e non è nulla di eccezionale. Ma visto che si vuole un sound maturo, moderno e bla bla bla, teniamocela così. Io vado ad ascoltarmi “Demi”, anzi ancora più indietro, “Here we go again”.

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