Nuova rubrica dedicata agli Album più venduti degli anni ’90…
Gli anni novanta furono un periodo complesso sotto il profilo musicale. Fu un intervallo di tempo in cui si alternò in cima alle classifiche diversi generi come l’Hip Hop, il Rock, l’R&B, il Country e naturalmente il Pop.
Noi ovviamente ripercorreremo gli anni d’oro della Black Music a 360°, con qualche piccola concessione al Pop, partendo dal Re dell’R&B, R. Kelly.
12 Play – R. Kelly
Il secondo album di R. Kelly “12 Play”, segnò una svolta decisiva per il controverso artista R&B, che oltre a cantare si occupò in prima persona di produzione, mixaggio e arrangiamento oltre a suonare molti degli strumenti.
In questo progetto, Robert si concede spesso ai temi abituali di sesso e violenza. Gli argomenti più salaci di molti singoli contenuti in “12 Play” aiutarono l’album a scalare le classifiche nel 1993-1994. “Sex Me, Pts.1-2” divenne disco d’oro, mentre l’anno seguente l’artista raggiunse il numero uno in quattro diverse classifiche di Billboard con “Bump n’Grind”, compresa una scalata lunga 12 settimane al vertice della hit parade R&B.
https://www.youtube.com/watch?v=uAXxkNaRkp8
“12 Play” aiutò R. Kelly a far emergere le sue nuove radici Jack-Swing, raggiungendo un successo a tutto tondo che lo trasformò in uno degli artisti maschili che più vendettero in questo decennio.
L’album che vendette nel mondo 7.200.000 copie, raggiunse il numero due nella classifica di Billboard 200 e scalò sino al numero 39 in Inghilterra, dove ricomparve alla numero 20 due anni dopo, nel 1995.
Space Jam – Artisti Vari
La colonna sonora di “Space Jam”, il film d’azione e animazione i cui protagonisti furono la star del basket Michael Jordan e una serie di personaggi dei cartoni Looney Tunes, rappresentò la tendenza di quel periodo di ampliare il potere dell’attrazione di un film attraverso un’attento marketing dell’album.
Un bel numero di brani eseguiti nel film non figurarono nell’album, che preferì favorire un mix più commerciale di R&B delicato, Hip Hop leggero e semplice Pop.
Spinta dalla travolgente hit “I Believe I Can Fly” di R. Kelly, la colonna sonora conquistò il numero due negli Stati Uniti e il numero cinque in Inghilterra.
https://www.youtube.com/watch?v=GIQn8pab8Vc
Con oltre 6.500.000 di pezzi smerciati nel mondo, l’album rappresentò solo parte dell’evento “Space Jam”, destinato ad avere da li in poi una risonanza mediatica mondiale, tanto che la Warner ne approfittò per lanciare una nuova divisione giocattoli e fissò l’apertura di un MegaStore a New York in contemporanea all’uscita del film e dell’album.
Usher – My Way
Nel 1994 Usher aveva in realtà fatto un po’ fatica a sedurre il mercato discografico con il suo album di debutto. Le vendite deludenti e la mancanza di un controllo creativo lo spronarono comunque a darsi da fare per il secondo tentativo che arrivò tre anni dopo, nel 1997.
Dopo aver terminato le scuole superiori, il giovane artista fu pronto a cavalcare l’onda del successo a tempo pieno firmando sei dei nove brani contenute in questo disco, avvalendosi dell’esperienza di artisti con la A maiuscola come Babyface, Teddy Riley e Jermaine Dupri in qualità do coautori e produttori.
Il riuscito connubio di ballate e R&B dai toni Funky, gli spalancò la porta d’ingresso che lo decretò da li a poco una delle migliori star della scena Black.
Il primo singolo “You Make Me Wanna” fu numero uno in Inghilterra e rimase al vertice della Hot Parade R&B di Billboard per 11 settimane, fino ad ottenere il doppio disco di platino.
Con l’album “My Way”, Usher scalò la Top 200 di Billboard fino al numero quattro e raggiunse il numero 16 in Inghilterra, oltre a vendere nel mondo quasi 8.000.000 di copie.
Un particolare va evidenziato, che ci fa capire cosa si nasconde dietro un successo discografico… l’impegno di Jermaine Dupri di rendere al meglio in questa occasione la voce di Usher, sfociò in una temporanea convivenza con l’artista!
Per il momento mi fermo qui, dandovi appuntamento alla seconda parte degli album più venduti degli anni ’90.