No alla violenza contro le donne! Ecco 5 canzoni su questo tema delicato e molto importante.
Il 25 novembre é la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un tema importantissimo, ed una piaga vergognosa ancora radicata e presente nella nostra società.
Donne ferite emotivamente e psicologicamente, messe a tacere o violentate: queste canzoni parlano di loro e non solo, sono veri e propri inni alla rivalsa femminile che trattano un fenomeno che non è così distante o remoto da noi come crediamo
La musica è uno strumento per esprimere emozioni, il più delle volte positive, quali amore e felicità. Ma è anche un importante strumento per farsi ascoltare dalle persone, trasmettere loro un messaggio, magari con un video significativo ad accompagnare la canzone: in questo modo può avere lo stesso impatto raggiunto da un libro o un film particolarmente coinvolgenti.
Numeri in aumento in questo 2020, con la pandemia ed i confinamenti che non hanno aiutato, ma anzi hanno peggiorato la situazione. UN fenomeno con cui molti hanno a che fare prima o poi, ma pochi sanno riconoscere e comprendere. A cui raramente si riesce a reagire.
Molti comportamenti maschilisti difatti spesso vengono accettati e tollerati, perché ormai rappresentano la normalità, ma non deve esserlo. Non deve essere normale.
Di seguito troverete 5 canzoni ad opera di artisti di fama mondiale e cantanti italiani, tutte uscite di recente e che affrontano questo scabroso tema, la violenza sulle donne, nelle sue diverse situazioni e sfumature per far riflettere l’ascoltare e sensibilizzarlo su un argomento spesso non trattato adeguatamente.
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Lady Gaga – Til it happens to you (2015)
Lady Gaga con questa ballad ha sorpreso tutti, sia per il sound da lei adottato, che si discosta dalle sue hit elettropop come Bad Romance, sia per il testo profondo, che tratta degli abusi sessuali e arriva pochi mesi dopo che Lady Germanotta ha ammesso di essere stata lei stessa vittima di uno stupro quando aveva solo 19 anni.
Il testo è molto autobiografico, la cantante scava nel suo passato e riporta a galla vecchi mostri, urlando contro tutti coloro che non hanno vissuto l’inferno in cui è passata lei e che le ha lasciato le cicatrici:
Finché non accade a te, tu non sai come ci si sente / come ci si sente / finché non accade a te, non lo saprai / non sarà reale / no, non sarà reale / non saprai come ci si sente
In particolare nel bridge Lady Gaga fa emergere tutto il dolore interiore che una persona si tiene dentro per anni, che nessuno riuscirà mai a comprendere finché non tocca per mano ciò che lei e milioni di ragazze e di donne in tutto il mondo hanno dovuto affrontare:
Il pezzo non è contenuto in nessun lavoro discografico di Lady Gaga, ma fa parte del documentario The Hunting ground, trattante anch’esso lo spinoso e delicato tema degli abusi sessuali, nello specifico quelli che avvengono nei campus universitari americani.
Il video ufficiale del brano rappresenta la cruenta realtà e mostra quello che succede all’interno di quella che spesso viene descritta come una delle esperienze più formative della propria vita.
La clip è interamente in bianco e nero e illustra tre storie differenti ma accomunate tutte da un’aggressione sessuale.
In una delle tre vicende una ragazza viene dapprima molestata da un suo amico e poi stuprata, in un’altra due ragazze vengono ubriacate da un ragazzo durante una festa e successivamente portate in camera da letto e violentate, mentre nell’ultima un giovane uomo transessuale viene stuprato in seguito ad aver usufruito dei bagni dei maschi.
Segue poi un momento di abbattimento e depressione da parte delle giovani, che le porta a sentirsi sbagliate e ad odiarsi, al punto di scrivere sul proprio corpo “Sometimes I hate myself”.
Alla fine vengono raggiunte dai propri genitori che le confortano ed escono con una nuova luce negli occhi da quel luogo pieno di orrori spesso nascosti. La cantante non compare all’interno del filmato, in modo tale che possa essere incentrato esclusivamente su questo fenomeno.
Il video si conclude con questa sconvolgente frase:
Di seguito trovate la scioccante clip:
Christina Aguilera ft. Demi Lovato – Fall in line (2018)
Uscito nel mese di maggio di quest’anno, il connubio tra la voce di Beautiful e quella di Skyscraper ha prodotto questo inno all’empowerment femminile, secondo singolo estratto dall’ottavo album in studio di Christina Aguilera, Liberation.
Ecco cosa ha dichiarato Christina Aguilera tramite i suoi profili social a proposito del pezzo:
Fall In Line is as much about supporting each other as it is about self-empowerment. I wanted to convey that in this video by visually representing the imprisonment that so many of us have felt, and the freedom we can achieve TOGETHER.
Fall in line parla del supporto che possiamo darci a vicenda e dell’emancipazione individuale. Volevo trasmettervi questo nel video, rappresentando visivamente la reclusione che molti di noi hanno provato, e la libertà che possiamo
Le parole del ritornello risultano particolarmente rilevanti e dimostrano la volontà di farsi valere da parte delle donne:
È solo il modo in cui è / e forse non cambierà mai / ma ho una mente per dimostrare la mia forza / e ho il diritto di dire quello che penso / e pagherò per questo / mi bruceranno sul rogo / ma ho fuoco nelle vene / non sono fatta per mettervi in riga / no, non sono fatta per mettermi in riga, no
Nel bridge e nell’outro si può inoltre ascoltare una voce maschile distorta accennare frasi inquietanti che incitano la sottomissione della donna nei suoi confronti:
Sì, due, tre / giusto – due, tre / chiudi la bocca / tira fuori il tuo sedere per me / marcia – due, tre / due, tre / chi ti ha detto che ti è permesso pensare?
Nel video ufficiale possiamo vedere Christina Aguilera e Demi Lovato da bambine mentre giocano in un prato, quando all’improvviso due inquietanti uomini con tuta nera e casco le rapiscono. Ritroviamo poi le due cresciute e controllate dai loschi individui, che le costringono a cantare e a fare quello che vogliono loro, e successivamente le portano in una cella.
Le due riescono però a liberarsi e a fuggire da quell’inquietante luogo che le ha oppresse per anni, ritornando nel prato in cui quel giorno di tanti anni fa sono state rubate loro l’infanzia e l’adolescenza.
Si può notare inoltre un riferimento alle loro vite e alle loro carriere, in quanto entrambe, fin da bambine, hanno recitato in vari programmi televisivi, che hanno inevitabilmente sottratto loro tempo agli anni più belli e spensierati della loro vita.
Kesha ft. Dap-Kings Horns – Woman (2017)
Kesha è una di quelle donne che, come Lady Gaga, hanno vissuto in prima persona l’orrore e la violenza da parte del sesso maschile. Nel 2014 ha accusato Dr. Luke di averla stuprata e dopo finalmente molti anni di battaglia e varie vicissitudini, sembra finalmente essere rinata ed aver perdonato il suo aggressore, con il quale non lavora più, nonostante non gli sia stata inflitta una pena adeguata al suo reato a causa, a detta del giudice, di elementi sufficienti per confermare le accuse.
Woman è il secondo singolo estratto dal disco che rappresenta l’inizio di un nuovo percorso, Rainbow, uscito ad agosto dell’anno scorso. Il brano presenta sonorità funk e soul e vede il featuring della band dei Dap-Kings Horns.
Kesha ha rivelato di aver voluto comporre un inno in onore di tutte le donne, e ha riflettuto sul fatto che sono loro ad avere il potere, in quanto in grado di creare nuove vite:
Sento solo la forza e la grandiosità e il potere di essere donna. Abbiamo in mano le chiavi dell’umanità. Siamo noi che decidiamo se popolare la Terra, e se sì, con chi farlo. Potremmo semplicemente decidere di non avere più bambini e l’intera razza umana scomparirebbe. Questo è potere. Adoro dannatamente essere una donna e volevo un inno per chiunque altro volesse gridare di essere autosufficiente e forte.
Il brano è inoltre una diretta risposta al commento estremamente misogino e intollerabile fatto nel 2005 dall’attuale presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che disse in riferimento alle donne: “afferratele dalla vagina”. Una frase che incita gli uomini a fare quello che vogliono con le donne, dato che secondo lui se hai un minimo di fama puoi anche permetterti di avere certi comportamenti nei loro confronti. Affermazione assolutamente inammissibile, soprattutto da parte di un personaggio politico, e che ha fatto molto arrabbiare Kesha, convinta femminista.
L’interprete di Praying nel testo afferma l’indipendenza delle donne, che non hanno alcun bisogno della continua presenza di una figura maschile al loro fianco:
Nel video si vede Kesha esibirsi in un bar e scatenarsi, accompagnata dai Dap-Kings Horns:
Francesca Michielin – Femme (2018)
È fresco di pubblicazione il nuovo pezzo di Francesca Michielin, Femme (ovvero donna in francese), uscito il 14 novembre e scritto a quattro mani insieme al celebre autore e cantante indie pop Calcutta e successivamente remixato dal dj italo canadese Bruno Belissimo.
Il brano tratta nello specifico di mansplaining, attitudine di alcuni uomini sconosciuta ai più ma che spesso fa parte della quotidianità di molte donne, che lo subiscono magari inconsapevolmente. Si tratta dell’atteggiamento paternalistico di certi uomini che consiste in spiegazioni non richieste di cose ovvie e che le donne sanno già fare, perché pensano di essere più esperti e saperne di più di loro.
Significative le parole della intro in spagnolo, che rispecchiano una realtà ancora fortemente maschilista:
Non so quante denunce ho già fatto quest’anno / per eliminare questo oppressore maschilista che spiega cose che non sappiamo / e non so quante volte mi hanno ignorato / non pensate che mi ignorino perché non ho ragione perché ovviamente ho ragione / mi ignorano perché sono una donna
Sono numerosi i riferimenti al mansplaining così come alla violenza psicologica all’interno del testo:
Ecco cosa ha detto a proposito del pezzo la cantante originaria di Bassano del Grappa nei suoi profili social:
È una canzone che parla di tutte quelle situazioni che noi, donne, accettiamo più o meno inconsciamente, ma che non vanno affatto bene: dai commenti di chi pensa che una ragazza possa solo cantare e ancora si stupisce di vedere una musicista, a tutti quei contesti quotidiani in cui “ci pensa l’uomo” perché la donna è il cosiddetto “sesso debole” e appare poco appropriato che possa avere un ruolo centrale e non subalterno nel mondo lavorativo e anche familiare.
In una parola: mansplaining.
A volte sono le donne stesse che si sottostimano e che pensano di valere nella misura in cui la loro bellezza fisica ed estetica è riconosciuta. E mi chiedo quanta libertà ci sia in questo. Perché una donna può essere ciò che vuole, ma solo SE lo vuole e NON se si sente costretta ad esserlo.
Di seguito trovate l’audio della canzone:
Ermal Meta – Vietato morire (2017)
Unico interprete maschile all’interno di questa lista, Ermal Meta è uno di quei autori che riesce ad immedesimarsi negli altri e a scrivere di loro. In questo caso, la protagonista del pezzo, insieme al cantante stesso da bambino, è sua madre.
Vittima di violenze da parte del padre di Ermal Meta, da lui descritto come un uomo violento, la madre trova il coraggio di reagire e cambiare vita, lontano da quello che è un vero e proprio incubo per lei e i suoi figli. Decide quindi di trasferirsi in Italia insieme ai suoi figli, tre in tutto, tra cui Ermal Meta per l’appunto, che all’epoca aveva tredici anni.
Nel brano, presentato durante il Festival di Sanremo 2017 e piazzatosi al terzo posto, troviamo dunque numerosi riferimenti autobiografici, come ammesso dallo stesso autore ed interprete:
È una storia che aveva urgenza di venire fuori. È autobiografica, ma non è questa la cosa importante.
È importante che diventi una storia di molti, che dia un segnale di speranza.
Vorrei che diventasse un modo per abbracciare le persone che si trovano in situazioni simili, dicendo loro che se ne può uscire ribellandosi a qualcosa che sembra immutabile. Il messaggio è disobbedire per sopravvivere. In quanto alla musica, sarebbe stato troppo facile trasformare questo testo in una ballad. Perciò ho cercato di creare un contrasto con le parole, usando una musica leggera e ritmata.
Nel ritornello il cantante originario dell’Albania evidenzia che non c’è amore se picchi una persona:
Cambia le tue stelle, se ci provi riuscirai / e ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai / figlio mio ricorda / l’uomo che tu diventerai / non sarà mai più grande dell’amore che dai
La madre, rivolta al figlio, lo rassicura però, raccomandandogli di non seguire l’esempio del padre e di disobbedire alla violenza, che non può e non deve mai essere tollerata, e che è vietato morire a causa di essa:
Il video è molto semplice e mostra il cantautore cantare mentre procede dritto per la strada con il volto segnato da delle ferite, mentre pian piano si aggiungono a lui donne vittime di violenza, ragazzi picchiati da dei bulli e molta altra gente, contraria agli atteggiamenti violenti nei confronti del sesso femminile e ai soprusi che spesso i bambini subiscono:
Sono canzoni che portano con sé messaggi forti, piene di ricordi, rabbia e voglia di rinascere ed affermarsi in una società ancora non del tutto estranea al sessismo.
In questa giornata in cui ricordiamo tutte le donne che hanno perso la vita a causa di atteggiamenti violenti di mariti ed ex fidanzati o che hanno subito e che stanno subendo violenza fisica e psicologica, dedichiamo a loro e alla loro rinascita queste perle, nella speranza che questi atteggiamenti cessino.
Voi cosa ne pensate di questi brani, vi hanno colpiti le parole ed i messaggi che vogliono trasmettere? Quale preferite? Vi vengono in mente altre canzoni che espongono il problema della violenza sulle donne?