Lo streaming è il futuro della musica. E’ questo la notizia essenziale che traspare dai dati sul mercato discografico statunitense nel 2015. Rispetto al 2014 il totale di unità “vendute” (compresi singoli e streams convertiti in album) è aumentato del 15%( da 477 mln a 549 ml) segnando un’importantissima svolta rispetto ai cali degli anni precedenti.
Il merito, come detto è solo dello streaming. Nel 2015 ci sono stati 317 miliardi di streams, quasi il doppio rispetto ai 164,5 mln del 2014, quando Spotify ancora iniziava a prendere piede e non era così diffuso, inoltre non esistevano nè TIDAL nè Apple Music. Convertiti in ‘album’ (1500 streams=1 copia) diventano 211 milioni di album equivalenti. In particolare Spotify si conferma il grande protagonista del settore, pochi giorni fa è stato annunciato che gli utenti a pagamento hanno superato quota 30 mln (Apple Music è a 11 mln).
Ma non lasciamoci tanto ingannare da questi numeri: le vendite digitali segnano invece cali, ma non omogenei. Mentre gli album perdono il 3%, assestandosi a 103 mln di dischi digitali venduti, le vendite dei singoli crollano di 12,5% scendendo per la prima volta da anni sotto la soglia del miliardo di downloads (964,8 mln). Gli album fisici perdono l’8% delle copie e scendono così a 137,5 mln. Continua il boom inaspettato dei vinili che guadagnano il 30% e arrivano 11,9 mln di copie vendute,
Veniamo adesso alle case discografiche. La Universal si conferma leader anche se perde qualche decimale a favore delle sue inseguitrici Sony e Warner Music Group. Il mercato indipendente è oltre il 34%. Se si considera il lavoro delle case discografiche nella distribuzione e gestione degli album ( e non nella realizzazione) allora la Universal è al 38,5% mentre la Sony (in crescita) è al 29,5%.
Parliamo adesso dei generi. Il pop e l’RnB sono gli unici ad aumentare (sono sempre aumenti dovuti allo streaming, attenzione!) il pop ha ottenuto un boom con ben +22% delle copie equivalenti (copie vendute + downloads e streams convertiti) mentre l’RnB ha ottenuto un +1,7% (molto positivo visto che il genere viene da anni difficili). Brutta annata per la dance che perde ben il 16% delle copie equivalenti.
Infine rivediamo per l’ennesima volta i brani e gli album più venduti del 2015. Adele, Taylor Swift, Ed Sheeran, The Weeknd dominano. Da notare il distacco tra copie equivalenti e copie effettive.
copie effettive= copie realmente vendute
copie equivalenti= copie vendute+ streams convertiti in album (1 copia ogni 1500 streams)+downloads di brani convertiti in album (10 downloads=1 copia)
Copie equivalenti e copie effettive? Qualcuno può illuminarmi?
prevedibile l’aumento dello streaming. se è a pagamento non c’è nulla di male, come taylor ci insegna
La dance e l’EDM è il mio genere preferito e sta avendo un calo…peccato,si può fare musica dance senza essere “truzzi”,comunque sia felice per le vendite alla #10 per Bad Blood che mi piace molto (assolutamente no per il fatto su Katy Perry eh) Felice vedere Meghan Trainor alla #7 con Title,speriamo che continui ad avere successo
Era prevedibile il boom di Spotify, e infatti è inutile da parte della Swift o di Adele andare contro ad esso. Non è una cosa bella l’aumento dello streaming e il calo dei CD fisici, però almeno è streaming legale. Certo al contrario fa malissimo Kanye West a rendere il suo cd disponibile solo su TIDAL. Quella è la morte della musica.
Interessante il calo della dance, finalmente. Spero si vada verso un musica più matura (anche se penso si troverà solo un genere sostituto altrettanto commerciale).
Il boom dei vinili immagino sia dato da una maggiore distribuzione e dall’atmosfera di vintage che emanano.
La cosa che ancora mi dà noia però è che lo streaming dei singoli venga conteggiato per gli album.
Complimenti all’autore, un articolo bello e molto interessante!