Dopo Natalie Cole e David Bowie, un’altra leggenda della musica si è spenta in questo 2016, anche in questo caso non per la vecchiaia ma a causa di problemi di salute. A soli 57 anni, l’immenso Prince muore in seguito ad un ricovero ospedaliero durato 4 giorni per quella che era stata definita come una banale influenza.
Stiamo parlando di una personalità artistica fra le più complete e complesse che la storia della musica ci abbia consegnato, l’unico che riuscisse a fare concorrenza in maniera diretta al re del pop Michael Jackson sia in qualità che a livello commerciale. Un uomo eclettico, capace di giocare con il suo stile musicale e la sua immagine, di stupire, di creare immensi capolavori musicali e di offrire performance meravigliose, da vero divo degno di questo titolo.
Prince era sperimentazione musicale per definizione. Mai vincolato da catene, mai costretto in un unico genere, lui è stato uno dei primi a mescolare sapientemente stili musicali opposti cacciando fuori dal cilindro brani dalla qualità immensa. Disco, rock, pop, R&B, funk e jazz sono soltanto i più noti fra i generi musicali con cui Prince ha lavorato, e tutto questo gli ha permesso di arrivare a vette altissime, vendendo oltre 100 milioni di soli album in tutto il mondo e vincendo 7 Grammy in anni in cui questo significava ancora qualcosa.
Dopo l’enorme successo avuto, Prince ormai viveva grazie alla rendita dei suoi brani ed album storici, e così si dedicava alla sua arte nella forma più pura, snobbando gli stili musicali odierni e continuando a seguire la sua scia come artista indipendente, senza mai sembrare obsoleto e proponendo sempre e solo capolavori. Ultimamente, da parte sua avevamo avuto tanto impegno sociale contro il nuovo razzismo della polizia americana contro i neri con tanto di varie canzoni a tema, ed inoltre era entrato a far parte della rosa più stretta di artisti legati a Tidal, piattaforma che ora gestisce in esclusiva parte della sua musica e che probabilmente in futuro sarà l’unica ad avere i permessi per far ascoltare in streaming i suoi album o a poter rilasciare materiale postumo. Del resto, immaginiamo che il contratto con questa piattaforma prevedesse l’uscita di altre esclusive.
Noi siamo tremendamente addolorati per questa perdita. Le nostre lacrime sono un giusto omaggio ad un dio della musica, un uomo immenso che proprio ora non ci aspettavamo di perdere, non dopo che il suo ricovero era stato fatto passare come una cosuccia da niente dovuta ad un’influenza da parte del suo staff. Se ne va con lui uno dei pochi pezzi di storia della musica rimasti ancora in vita. Riposa in pace, Prince.