Tornano in gara i 26 cantanti e Gaudiano vince tra le Nuove Proposte. Il peggiore tra i big Random.

Dopo un inizio un po’ stentato, il Festival sembra essere decollato. I ventisei Campioni hanno proposto nuovamente i loro inediti. Gaudiano è il vincitore delle Nuove Proposte. Sul palco con Amadeus come sempre Fiorello e Achille Lauro che insieme mettono in scena una super esibizione.
Ritorna Zlatan Ibrahimović. Co-conduttrici Barbara Palombelli e Beatrice Venezi. Ospiti Mahmood, Alessandra Amoroso, Emma e Matilde Gioli.
È tempo di classifiche: per la Sala Stampa i migliori sono Colapesce & Dimartino, ma nella generale il primo è sempre Ermal Meta, in testa da quando si è esibito mercoledì. Il traguardo per la vittoria finale sembra vicino.
Ecco le pagelle della quarta serata di Sanremo 2021:
6.5 Annalisa – “Dieci”: lei come sempre molto brava, il ritornello ti gira intorno anche se non sferra il colpo da k.o.
6 Aiello – “Ora”: Meglio oggi rispetto la prima sera, anche se forse la versione migliore del brano e quella in streaming.
7.5 Maneskin – “Zitti e buoni”: questi ragazzi crescono sera dopo sera e il loro brano è un manifesto potente, un segnale di insofferenza ma identitario: “siamo fuori di testa ma diversi da loro”.
7 Noemi – “Glicine”: Elegante, raffinata, empatica. La bellezza del brano aumenta sempre più ad ogni ascolto.
5.5 Orietta Berti – “Quando ti sei innamorato”: la voce è un portento, ma quell’arrangiamento ha più polvere che tradizione.
8.5 Colapesce e Dimartino – “Musica leggerissima”: alla terza esibizione sono finalmente più sciolti. Questa canzone ha tutto per rimanere: malinconia, dolcezza, luce in fondo al tunnel. Fantastici.
6.5 Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band – “Il farmacista”: stasera ha lasciato in magazzino i cartonati e i musicisti in carne e ossa e si presenta come Salvador Dalì. Le sue referenze e citazioni sono sempre estremamente colte. In pieno centro classifica.
8 Willie Peyote – “Mai dire mai (La locura)”: avete ascoltato con attenzione il testo? Una denuncia diretta a un metodo, a un sistema, presentata con la giusta ironia. Un genio.
7 Malika Ayane – “Ti piaci così”: a proposito di eleganza anche Malika non scherza. Il brano è un corso di autostima offerto da una delle più belle voci degli ultimi anni.
8 La Rappresentante di Lista – “Amare”: la voce di Veronica ogni sera è sempre più incantatrice. Diamogli una grande fiducia e un bellissimo piazzamento.
7 Madame – “Voce”: l’autotune non è il male assoluto. Non diciamo quanti anni ha, la maturità di un’artista non dipende dall’anagrafe. La canzone è bellissima.
6.5 Arisa – “Potevi fare di più”: melodia su melodia il brano ha un suo senso e lei sa cantare. Niente di nuovo, ma con merito.
7 Coma_Cose – “Fiamme negli occhi”: hanno trovato una dimensione personale bellissima sul palco dell’Artiston e la loro Fiamme negli occhi ne risente in bene. Bravissimi e intensi.
6 Fasma – “Parlami”: forse un po’ meno autotune, qui è davvero troppo, ma la canzone la interpreta bene e non gli si può dire molto. Bravo Fasma.
7.5 Lo Stato Sociale – “Combat Pop”: Si balla sempre con loro quando salgono sul palco. Finale all’americana, ironia su Trump delicata ma inequivocabile. Direi che ha senso.
6.5 Francesca Michielin e Fedez – “Chiamami per nome”: l’ansietta di Fedez sembra sparita, mentre Francesca è sempre concentrata su quelo che bisogna fare. La canzone avrà tanto successo.
6 Irama – “La genesi del tuo colore”: la canzone meritava più di una registrazione alle prove generali, ma le norme di sicurezza vengono prima di tutto. Alla fine è costantemente nelle zone altissime delle classifiche.
6 Extraliscio feat. Davide Toffolo – “Bianca luce nera”: meno casinisti del solito ma non meno artistici. Lo sfondo psichedelico rende l’atmosfera quasi chimica. Bravi.
7 Ghemon – “Momento perfetto”: un delle canzoni più interessanti del festival e stavolta con la voce ci siamo.
4 Francesco Renga – “Quando trovo te”: poco quadrato Renga, sia nella prima che nella seconda esibizione, pure stasera pare avere un freno, la voce non va.
5 Gio Evan – “Arnica”: Evoluzione del canto a servizio di un testo migliore della musica che viene proposta. Forse un’occasione sprecata.
8 Ermal Meta – “Un milione di cose da dirti”: Canzone e interpretazione da manuale. Potrebbe vincere il Festival. Chapeau.
5.5 Bugo – “E invece sì”: Gli accordi iniziali in stile battistiano ingannano. L’omaggio di Bugo è comunque corretto, la sua voce un po’ meno.
6.5 Fulminacci – “Santa Marinella”: sa scrivere belle canzoni il ragazzo, eccome Ed è bello determinato. Sottovalutato.
5.5 Gaia – “Cuore amaro”: il ritmo latino presentato dalla cantante continua a non affascinare, niente di ché.
5 Random – “Torno a te”: Non ci siamo. Lui ha acquistato confidenza con il palco, ma la canzone è la peggiore.