Con Rare Selena Gomez, balla e sogna, di nuovo, leggi la nostra recensione!
Il ritorno di Selena Gomez sulla scena della musica internazionale non ha deluso le aspettative dei fan e ha raccolto critiche abbastanza positive.
A cinque anni da “Revival”, un lungo periodo lontana dalla scena pop, le vicissitudini legate ai problemi di salute, finalmente superati, fanno da sfondo ad un album complesso e variegato.
“Rare” è il terzo capitolo della carriera di questa giovane star cresciuta nella fucina di talenti Disney.
Un’opera (13 brani per circa 30 minuti di musica), schietta che strizza l’occhio ai generi attualmente mainstream.
Non brilla certo per originalità, ma ha una coerenza stilistica che di questi tempi difficilmente si ritrova nelle nuove produzioni.
Merito probabilmente del duo di autori Justin Tranter e Julia Michaels e della produzione affidata in gran parte ad alcuni collaboratori del rinomato Max Martin.
Il filo conduttore di “Rare” è una ritmica pronunciata, con percussioni e bassi che tracciano linee ben distinte tra un brano e l’altro, in un continuo ricco e mai scontato.
Ritmica spesso in primo piano ad affiancare la voce di Selena, quasi sempre nel registro medio, a volte sussurrata, elegante e vellutata, naturale e molto “pop” anni ’90.
Un effetto voluto e ricercato in “Vulnerable” brano che mixa atmosfere a la “Sweet harmony”(The Beloved, nota sigla della serie tv Melrose Place), con voce eterea e percussioni afro.
Il racconto di se stessa, oggi nuova, passa da questo brano a “People you know” con un pathos ritmico in crescendo.
La voglia di esibirsi live traspare nella title track, “Rare” guadagnerebbe molto in un’esecuzione dal vivo con band all’altezza.
Dopo il grande successo ottenuto con la ballata voce e pianoforte “Lose You to love me”, il secondo estratto “Look At Her Now” rimette in moto la voglia di muoversi e introduce, l’altra faccia di questo disco, fatta di brillanti perle mid e uptempo.
“Dance Again” è liberatoria, un invito a lasciarsi andare, tra atmosfere vintage e richiami funky ai Daft Punk.
Selena vuole apparire come l’antagonista di un universo pop femminile pieno di slanci esagerati e stravaganti.
“Fun” è divertente e ha personalità, radio friendly quanto basta.
Più vicini alla produzione di Ariana Grande pezzi come “Cut You Off” e “Crowded room” in coppia con il rapper 6lack, non perfettamente a fuoco forse per la Gomez.
Perdonabile l’incursione nelle sonorità caraibiche in “Ring”, troppo abusate di recente.
Ambizioso il brano di chiusura “A Sweeter Place” in featuring e prodotta da Kid Cudi, caratterizzato da sonorità alternative che si sposano bene con il timbro della Gomez.
“Rare” spara nel mucchio, parlando il linguaggio dei millennials
e al tempo stesso guardando a sonorità retrò. Un lavoro raffinato e moderno, non banale, ma scontato in molti momenti.
È uno dei lavori migliori della Gomez, uno step importante, per una carriera ancora tutta da scrivere…