Sia Kate Isobelle Furler, conosciuta come Sia, è un’autrice, produttrice e cantante australiana, arrivata alla consacrazione mondiale nel 2014 con la hit ‘Chandelier’, singolo da 13 dischi di platino (uno dei quali in Italia), 2 dischi d’oro e 4 nomination ai Grammy Awards. Il video ha raggiunto la stratosferica cifra di oltre un miliardo di visualizzazioni su YouTube, incredibile record conquistato grazie anche all’iconicità del video, che è diventato da subito virale per merito di Maddie Ziegler, ballerina statunitense undicenne, unica protagonista del visual, in cui rappresenta una Sia bambina che interpreta il brano attraverso una singolare coreografia che ha conquistato tutti, diventando uno dei principali motivi del gigantesco successo commerciale del pezzo, insieme alla scelta di Sia di non mostrare mai il suo viso in nessuna occasione pubblica, coprendolo con grosse parrucche, che sono diventate il simbolo dell’artista, costruendo attorno a sé un’aura misteriosa che ha affascinato il pubblico.
‘Chandelier’ ha fatto da traino al singolo successivo, ‘Elastic Heart’, colonna sonora del film Hunger Games – La Ragazza di Fuoco, che, seppur in maniera inferiore, è stato anch’esso un grande successo, conquistando 3 dischi di platino (uno dei quali in Italia), 1 disco d’oro e superando le 500 milioni di visualizzazioni su YouTube. Nel video ritroviamo Maddie Ziegler, che ci propone un’altra singolare coreografia, questa volta rinchiusa in una gabbia in compagnia del popolare attore americano Shia LaBeouf.
L’album dal quale sono estratti entrambi i singoli, ‘1000 Forms of Fear’, oltre ad aver ricevuto ottime critiche dalle principali riviste di settore, si è rivelato anch’esso un considerevole successo, debuttando direttamente alla #1 della Billboard 200 e conquistando poi la certificazione oro in USA, Canada e UK e platino in Australia e Francia, vendendo ad oggi oltre 1 milione di copie mondialmente.
Ciò che molti non sanno è che prima della consacrazione come cantante, Sia era già attiva musicalmente da 17 anni, principalmente in veste di autrice e produttrice per alcuni artisti delle più importanti case discografiche. Nel corso della sua lunga carriera ha infatti composto brani per interpreti del calibro di Ne-Yo, Jessie J, Christina Aguilera, Celine Dion, Britney Spears, Katy Perry, Rita Ora, Rihanna, Beyoncé e del nostro Marco Mengoni (porta la sua firma la traccia ‘Rock Bottom’, contenuta nel suo ultimo album ‘Le cose che non ho’), oltre ad aver prodotto e prestato la voce nelle smash hit ‘Wild Ones’ feat. Flo Rida, ‘Titanium’, ‘She Wolf (Falling to Pieces)’ e ‘Bang My Head’ feat. David Guetta e partecipato alle colonne sonore di blockbuster come Twilight, Burlesque, Il Grande Gatsby e Cinquanta Sfumature di Grigio e delle serie TV Six Feet Under, Gossip Girl, True Blood e The Vampire Diaries.
Fatte queste premesse, oggi vi parliamo del suo ultimo album, fresco di pubblicazione, ‘This is Acting’, che anticipato dal singolo ufficiale ‘Alive’ e dai troppi singoli promozionali ‘Bird Set Free’, ‘One Million Bullets’, ‘Cheap Thrills’, ‘Reaper’ e ‘Unstoppable’, ha l’importante compito di confermare e consolidare il grande successo ottenuto con l’Era precedente.
Il concept del disco è uno dei più originali ed interessanti che siano mai stati proposti: è interamente composto da brani scritti e prodotti da Sia per altri cantanti, ma che sono poi stati scartati dai progetti discografici di quest’ultimi, da qui il titolo ‘This is Acting’ ( “Questo è recitare” ). Sia quindi non è se stessa, ma si cala nei panni di altri artisti, sforzandosi di pensare come penserebbero loro.
Analizziamo l’album traccia per traccia.
1. Bird Set Free Il disco inizia in grande stile con ‘Bird Set Free’, primo buzz single ad essere stato estratto. La melodia dolce, malinconica ed ipnotica di un pianoforte è l’introduzione perfetta a questo brano che, con un accrescersi della solennità del ritmo e del numero di strumenti impiegati, continua in un aumentare di emozioni intime, profonde, cantate a squarciagola, quasi disperatamente, come se ci stesse leggendo una pagina del suo diario che nessuno aveva letto finora, come se ci stesse rivelando alcuni tra i suoi segreti più nascosti.
Si ha l’impressione di addentrarsi pian piano nell’anima dell’artista, arrivando a conoscerne l’aspetto più puro e fragile. Ci troviamo ad ascoltare una dichiarazione a cuore aperto, dove l’interprete si descrive, senza maschere, al pubblico, come un “uccello finalmente libero dalla gabbia”.
La voce di Sia in questo brano è ferma, sicura di sé, quasi “arrabbiata”, come se non volesse mostrare l’emotività che c’è dietro alle parole che sta cantando e si lascia andare solo nei vocalizzi e negli acuti, che suonano invece strazianti, colmi di dolore e rappresentano i picchi più alti del pezzo.
Toccante il testo, nel quale l’artista si paragona ad un uccello che, dopo essere stato per troppo tempo chiuso in gabbia, oppresso e con le ali tarpate, trova la forza per liberarsi, spiccare il volo e tornare a cantare ancora. Nel ritornello recita:
«E non mi importa se sono stonata, ho trovato me stessa nelle mie melodie. Io canto per amore, io canto per me»
ed è in questa frase che troviamo l’essenza della canzone.
Una sublime power-ballad che coinvolge, convince, emoziona e commuove. Indubbiamente uno dei momenti più significativi della sua carriera.
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2. Alive Primo singolo ufficiale estratto, ‘Alive’ ha lanciato la This is Acting Era. Inizialmente il brano era stato scritto e prodotto da Sia per ’25’ di Adele, che ha poi deciso di non inserirlo nel suo album. Sin dalle prime note si intuisce infatti che era stato pensato per la sua vocalità e per il suo genere, sia a livello di sound che di tematiche ed effettivamente sarebbe stato perfetto per Adele.
La voce di Sia suona triste, a tratti rassegnata, per poi esplodere in una meravigliosa ed incontenibile disperazione nel ritornello, quando la parola “alive” viene cantata a pieni polmoni, ripetutamente, sempre più forte, fino a sfociare in quello che sembra un pianto liberatorio, che mette i brividi.
Il ritmo è anche questa volta quello di una power-ballad, ma se in Bird Set Free si passa dal dominio del pianoforte al regno della batteria, qui troviamo l’esatto opposto: le batterie e la chitarra scandiscono il ritmo nelle strofe, mentre il pianoforte sancisce con solennità l’imminente arrivo del ritornello, parte in cui la voce di Sia e le sue capacità interpretative vengono sfruttate in tutta la loro potenza.
Il testo racconta di una sopravvissuta, un’emarginata cresciuta in situazioni difficili, che hanno lasciato ferite profonde, di una persona che dopo aver attraversato molteplici sofferenze, riesce a risorgere da questa oscurità, trovando finalmente un equilibrio, una serenità, urlando in faccia a chi l’ha fatta soffrire che, nonostante tutto “Sto ancora respirando, sono viva”. Consapevolezza, maturità, amor proprio i valori espressi in questa canzone di grandissimo spessore umano.
«Ho visto la mia vita nel viso di uno sconosciuto. Ed era il mio.»
Power-ballad maestosa, imponente, suggestiva e con una fortissima carica emotiva, sia nella base che nel cantato. Unica critica che le si può muovere, risulta troppo simile ad altre canzoni già realizzate da Sia, la struttura è sostanzialmente identica.
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3. One Million Bullets Il secondo singolo promozionale estratto, ‘One Million Bullets’, ci rilassa per qualche minuto, dopo il sovraccarico emotivo delle prime due tracce. Il sound ci riporta alla mente le power-ballad degli anni 80, sopratutto nella metrica del cantato, ma in questo caso l’esperimento non è completamente riuscito. L’idea generale era buona, ma doveva essere sviluppata meglio: belle le strofe crescenti, ma tutto si perde nel ritornello, che non coinvolge appieno, facendo risultare il brano meno scorrevole e di minor impatto.
Anche la voce di Sia questa volta pare più rilassata, “tranquilla”, quasi come se l’artista stesse interpretando una nenia. Al contrario, il testo è degno di nota. Sia ci racconta di essersi innamorata e paragona questo sentimento ad un pericolo, forse per paura di perderlo, dopo tutta la fatica fatta per trovare la persona giusta con cui condividerlo.
«Un milione di pallottole potrebbero arrivarmi addosso, ma voglio che tu sappia che me le prenderei tutte per te. Quante riusciresti a prenderne tu per me?»
Tutto sommato questo è un buon pezzo, ma un po’ troppo monotono, sottotono, non esplode in nessuna occasione, risultando anonimo, soprattutto dopo due tracce come quelle che abbiamo ascoltato prima. Manca quel valore aggiunto che da sempre contraddistingue positivamente le produzioni di Sia, rendendole uniche.
4. Move Your Body Dopo l’effetto soporifero della traccia precedente, ‘Move Your Body’ (come facilmente intuibile dal titolo) è quello che ci voleva. Si vocifera che questo brano sia stato scritto per Shakira ed in effetti le sue caratteristiche sono perfette per lei.
Energica produzione pop con marcate influenze dance, questo pezzo ricorda le smash hit prodotte con David Guetta e spicca per la sua diversità dal resto dell’album. La base è incalzante, trascinante, allegra, mette voglia di ballare, tanto da non riuscire a stare fermi, neanche volendo. Troviamo le tipiche sonorità dell’eurodance anni 90 ed un’esplosione di tamburi che lo rendono irresistibile. Ci fa strano ascoltare queste sonorità in un album di Sia, ma l’effetto non è male.
Questa volta la vocalità di Sia cambia, tanto da chiederti se è lei a cantare: la voce si fa prepotente, squillante, inusualmente sexy, trasgressiva ed il testo intima all’ascoltatore di muovere il corpo, come fosse un ordine dal quale nessuno può e deve esimersi. Non abbiamo ascoltato nulla di simile da Sia, nemmeno nelle sue up-tempo dance e ne siamo davvero sorpresi.
Sia chiaro, siamo di fronte ad una canzonetta leggera, spensierata e studiata a posta per sfondare le piste da ballo, ma non per questo di qualità inferiore, anzi. Radiofonico, incredibilmente catchy, se venisse estratto, questo pezzo avrebbe vita facilissima nelle classifiche europee. In una parola, una bomba (per ora, è stata già confermata la release nelle radio australiane, quindi chissà…)
5. Unstoppable Dopo esserci scatenati, torniamo alla Sia alla quale siamo abituati con ‘Unstoppable’, quinto singolo promozionale estratto. Così come ‘Alive’ e ‘Bird Set Free’, questo brano ha l’intento di colpire l’ascoltatore facendo leva sull’emozione, ma con una variazione nella ricetta: qui Sia utilizza sentimenti positivi ed autocelebrativi, sfruttando l’onda delle canzoni ricche d’autostima, che tanto fanno presa sul pubblico. Una traccia che sarebbe stata perfetta per “Confident” di Demi Lovato ed infatti era stata pensata proprio per quel disco.
L’intenzione è riuscita molto bene, anche se in maniera inferiore rispetto alle due tracce citate all’inizio, molto probabilmente a causa della base che, fatta eccezione delle trombe che marcano i momenti salienti della canzone, risulta meno coinvolgente, ma tutto sommato più che buona, soprattutto nel connubio fra pianoforte e batteria che troviamo nelle strofe.
«Sono così potente, non ho bisogno di batterie. Sono così sicura di me, sí, sono inarrestabile oggi.»
recita il ritornello di quella che diventerà la nuova “confident song” di tutti i fan di Sia.
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6. Cheap Thrills A quelli che dicono che le canzoni di Sia sono tutte uguali, ora possiamo rispondere con brani come ‘Move Your Body’ e questa ‘Cheap Thrills’, terzo singolo promozionale estratto. Scritta e prodotta da Sia per ‘ANTI’, l’ottava fatica discografica di Rihanna, non è stata poi scelta da quest’ultima ed è stata dunque inserita in ‘This is Acting’.
Coinvolgente produzione pop con decise influenze reggae, si capisce subito che il pezzo fu creato apposta per la Diva delle Barbados, si accosta facilmente infatti ad alcuni suoi vecchi successi come ‘Pon De Replay’, ‘If It’s Lovin’ That You Want’, ‘Rude Boy’ e ‘You Da One’. E’ la classica canzone in stile Rihanna, probabilmente sarebbe stata migliore di 3/4 di ANTI, ma da quello che abbiamo ascoltato, sarebbe stata lontana anni luce dal sound di quel disco.
La voce di Sia si modifica in questo pezzo, plasmandosi al suo genere e diventando quindi più “nera”, sporca, gutturale, adattandosi completamente alla sua spiccata musicalità. Frizzante il brano, ma dobbiamo ammettere che qui Sia non brilla.
Nella base troviamo le sonorità “tropical pop” che vanno per la maggiore in questo periodo. Potrebbe far bene come singolo? Forse, ma è troppo distante dal “personaggio Sia” questa traccia. Magari potrebbe far bene in Europa.
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7. Reaper Un’altra canzone scritta e prodotta da Sia e scartata da ‘ANTI’ di Rihanna, che è poi diventata il quarto singolo promozionale estratto da ‘This is Acting’. Nei credits compare anche Kanye West, che all’epoca venne scritturato dalla popstar barbadiana come produttore esecutivo del suo album, per poi essere silurato anche lui dall’incarico.
La canzone risulta essere più convincente della precedente e più in linea con il singolo FourFiveSeconds, proposto da Riri come lead single di ANTI (e poi non incluso nella tracklist). Quanto sarebbe stato bello trovare pezzi così nell’album, anzichè quelle produzioni inutili, chiassose e cacofoniche?
Tornando a Sia, questo è uno dei brani più belli dell’album. Il ritornello è piacevole, la base e la produzione molto festose. Ci troviamo davanti ad una bella canzone, che riesce a coinvolgere con facilità l’ascoltatore.
La sua voce in questo pezzo è particolarmente notevole, il timbro è graffiato e in alcuni punti somiglia moltissimo a quello meraviglioso ed inconfondibile di Rihanna, effetto molto probabilmente voluto: come abbiamo già sentito, Sia ha la capacità di plasmare la sua vocalità, modificandola a piacimento, apportando ad essa sfumature e contaminazioni differenti.
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8. House On Fire Senza infamia e senza lode, ‘House On Fire’ è un brano semplice, che scorre facilmente, che si ascolta volentieri. La sua caratteristica principale è proprio quella di non avere particolari ambizioni nella produzione, dalla base, al testo, all’utilizzo della voce, è un pezzo accessibile, facile da comprendere e metabolizzare e non in un’accezione negativa, ma anzi, può essere vista come una novità da parte di Sia, che ci ha abituati ad uno stile più impegnato e ricercato, seppur commerciale.
4 minuti di puro pop (sembra di percepire degli accenni a Roar della Perry), dalla melodia orecchiabile che ti entra in testa e che ti ritrovi a canticchiare, a volte anche inconsciamente. Ed è il ritornello, infatti, il suo punto di forza: è molto musicale, lo ricordi fin da subito, mette di buon umore e appunto, ti fa venire voglia di cantare. La produzione si basa su un miscuglio fra pianola e batterie e l’effetto è davvero coinvolgente ed orecchiabile, un qualcosa, ancora una volta, inaspettato da Sia.
Una di quelle canzoni che in un album servono a “rinfrescare” la tracklist, che si collocano dopo tracce più complesse e strutturate, per “rinvigorire” l’animo dell’ascoltatore che, diciamolo, a volte ne sente il bisogno. Questo avviene anche a livello testuale, in quanto la cantante si “limita” a parlare di un amore così travolgente da farle percepire una sorta di fuoco che la avvolge e che distrugge tutto.
9. Footprints Anche in ‘Footprints’ troviamo quella semplicità nella produzione che abbiamo ascoltato nella traccia precedente. La base sembra qualcosa di già sentito mille volte, al punto di non permetterci di riconoscere lo stile della cantautrice. Un altro difetto è l’eccessiva linearità: nei primi ascolti questo non guasta, in quanto viene percepita dall’ascoltatore semplicemente come una caratteristica del pezzo, tuttavia a lungo andare stanca.
A livello vocale l’artista ci fa ascoltare la parte più dolce e soft del suo strumento, dando vita ad un’interpretazione più morbida e sentimentale, perfetta per un testo che sprizza romanticismo da tutti i pori. Nelle strofe troviamo suoni nella voce di Sia che quasi non ci permettono di riconoscere il suo timbro, siamo davanti ad un lato del suo strumento vocale completamente inedito per il pubblico e questo ci sorprende alla grande.
A questo pezzo però manca qualcosa, pensiamo ci fosse una buona idea di fondo, ma questa volta non è riuscita a svilupparla nel migliore dei modi. Resta comunque una buona traccia, ma stiamo parlando di Sia: lei sa fare molto, molto di meglio!
10. Sweet Design Caotica, confusionaria, casinista, un’esplosione di suoni diversi mixati insieme che generano un’accozzaglia di… rumore (ma non in senso totalmente negativo, anzi). ‘Sweet Design’ è una stramba produzione pop’n’b che si discosta totalmente da tutto il resto dell’album, spiazzando l’ascoltatore, lasciandolo incredulo, stordito, come se avesse ricevuto un pugno in faccia. Sia ci sorprende per la millesima volta!
Tracce come questa si potevano trovare negli album di artisti iconici di quel genere nei primi anni 2000, come Christina Milian e le Destiny’s Child. Come tutte le canzoni appartenenti a quel filone R&B (che a noi piacerebbe fosse ancora quotato nelle charts) la struttura della traccia convince e colpisce, fa venire voglia di ballare e di scatenarsi. Sembra la classica canzone che ascoltereste da una Beyoncé d’annata.
Anche il testo è una grande novità per Sia, in quanto parla di divertimento e del godersi una nottata da leoni! Questa sua “stranezza”, questa sua eccentricità, questa sua pazzia, questo sorprendere l’ascoltatore rappresentano la sua forza e le fanno guadagnare un posto in questo disco. Una canzone difficile da inquadrare. Vocalmente, questo brano non è adatto a Sia. Se con questo album voleva dimostrare di essere in grado di poter fare tutto, dobbiamo ammettere che non è propriamente così. Sia ha un’incredibile talento nel confezionare brani per altri artisti, ma quando si passa poi alla resa del prodotto finale, il discorso è ben diverso e questa non è altro che una demo per Beyoncé. Non è credibile fino in fondo.
Ovviamente è il lavoro di tutti gli artisti che registrano demo e Sia lo fa benissimo, quello di adattarsi alla vocalità di altri interpreti, di “servirli”, ma rapportarmi con una traccia del genere mi lascia solo l’amaro in bocca, per non aver avuto la possibilità di ascoltarla cantata da Beyoncé, che l’avrebbe trasformata in un qualcosa di neanche lontanamente paragonabile a questo.
11. Broken Glass Un’introduzione orientale ci accompagna all’interno di ‘Broken Glass’, raffinata produzione pop di qualità, che genera un’atmosfera rilassante, direi mistica, che ci fa viaggiare con la mente in posti lontani ed afrodisiaci. La melodia è intrigante, avvolgente, misteriosa, accompagnata da una meravigliosa interpretazione vocale di Sia, che in alcuni punti ricorda la voce aspra di Shakira e in altri quella decisa di Céline Dion, diventando particolarmente potente ed incisiva sul finale, dove esplode in tutta la sua bellezza, coinvolgendo e conquistando l’ascoltatore. Troviamo anche un leggero e riuscitissimo utilizzo dell’autotune.
La produzione si snoda fra una batteria ed un basso che scandiscono il ritmo e viene resa ancora più particolare e travolgente dall’ottimo utilizzo dei cori, che riescono a fare da controparte perfetta alla voce di Sia.
A livello testuale, l’artista non interpreta più il ruolo della donna combattiva che reagisce ad una vita difficile, ma quello di una persona che arrivata ad un certo punto della sua vita decide di lasciarsi andare fra le braccia del suo amore, di rilassarsi e ricercare la felicità. Una sorta di “continuazione positiva” di Alive, questa traccia riesce a colpirci moltissimo da ogni punto di vista, anche e soprattutto per le liriche.
Destinata ad essere una delle perle rare della sua intera discografia, insieme ad ‘Alive’ e ‘Bird Set Free’, questo è il momento più alto del disco.
12. Space Between Il disco si conclude con ‘Space Between’, una produzione alternative-pop complessa da capire e da assorbire, sicuramente il pezzo più sperimentale di ‘This is Acting’. In questa traccia troviamo il predominio di un basso che scandisce il ritmo in maniera lenta, quasi pedante, per nulla incalzante come nelle tracce precedenti e questo potrebbe scatenare un effetto positivo nell’ascoltatore, che riesce ad avere una controparte anche nelle ritmiche. Di contro, qualcuno ne potrebbe invece risultare annoiato.
Brano dall’andamento forse troppo lento, caratterizzato da una base minimal, fatta di pochissimi strumenti, che continua per tutta la sua durata senza subire cambiamenti importanti, fattore che in un certo senso lo penalizzano, atti ad accompagnare una performance vocale di Sia eterea e particolarmente riuscita, in cui la sua voce è dolce, morbida ed accogliente, anche negli acuti.
La melodia ricorda le sonorità tipiche di Lana Del Rey che, per quanto siano apprezzabili, risultano un po’ troppo soporifere. Una cantilena che potrebbe facilmente essere confusa con una ninna nanna. Questo avviene sicuramente anche per via del testo, in cui troviamo una Sia più che mai arrendevole e poco combattiva. Si tratta di una bella canzone, ma forse sarebbe stato meglio non inserirla nella standard edition del disco. Un finale da tagliarsi le vene.
Analizzate tutte le tracce, non ci resta che fare le considerazioni finali. A parte qualche momento ní, nel complesso questo album ci ha convinto e ci è piaciuto. L’aspetto che più ci ha colpito è la varietà di generi musicali proposti (alcuni proprio non ce li aspettavamo da lei), che confermano, ancora una volta, la versatilità dell’artista ed il suo spiccato talento alla produzione, senza rinunciare alla qualità, che è rimasta quasi sempre alta, fattori che fanno di questo disco un progetto ben variegato e che riesce ad accontentare un po’ tutti i gusti. Sembra che Sia abbia voluto mescolare il proprio stile a sonorità più tipicamente commerciali. L’esperimento è riuscito abbastanza bene, pur non essendo eccellente in alcuni casi. Ma la voce di Sia rende davvero apprezzabile tutto, è inutile prendersi in giro.
Infine, volevamo ricordarvi di ascoltare ‘This is Acting’ tenendo ben presente il concept dell’album: Sia sta recitando, gioca con queste canzoni, che aveva scritto per altri artisti e le interpreta immaginando di essere al loro posto. Questo aspetto è molto divertente, dá al progetto e all’artista stessa un grande valore aggiunto ed è importante tenerne conto quando ci si approccia a questo disco. Tutte le canzoni contenute in questo album sarebbero potute diventare potenziali singoli, se affidate alla giusta hitmaker.