L’ex stella del country ha firmato con la Universal Music Group, ecco le ragioni che l’hanno spinta a tentare una nuova strada nonostante il successo globale
Taylor Swift ha firmato con la Universal Music Group, abbandonando la sua etichetta storica dalla quale era legata fin dal 2006, quando era ancora una sedicenne innamorata della musica country e con un sogno che stava pian piano diventando realtà.
Ebbene, dopo ben dodici anni la cantautrice statunitense ha deciso di voltare pagina e cambiare casa discografica, come annunciato da lei stessa con un post su Instagram:
Ecco cosa ha scritto Taylor Swift al riguardo:
Sono entusiasta di annunciare che le mie case musicali saranno Republic Records e Universal Music Group. Nel corso degli anni, i signori Lucian Grainge e Monte Lipman sono stati dei partner davvero incredibili. È così entusiasmante per me che loro, e l’UGM team, saranno la mia famiglia come etichetta andando avanti. È anche incredibilmente emozionante sapere che io possederò tutte le registrazioni che farò d’ora in avanti. È veramente importante per me vederla allo stesso modo di un’etichetta relativamente al futuro della nostra industria.
L’interprete di Bad blood evidenzia inoltre il punto a cui tiene maggiormente, ovvero che ogni vendita delle azioni derivate dagli streaming su Spotify si traduce in denaro che andrà direttamente agli artisti:
C’è stata una condizione che significava di più per me rispetto ad ogni altro punto dell’accordo. Come parte del mio nuovo contratto con la Universal Music Group, ho chiesto che ogni vendita delle azioni di Spotify risulti in una distribuzione di soldi agli artisti, non recuperabile. Loro hanno generosamente concordato su questo, per quanto li riguarda sono condizioni molto migliori di quelle imposte precedentemente da altre case discografiche.
Infine, Taylor Swift non dimentica di ringraziare la prima persona che ha creduto in lei e che le ha offerto una possibilità a soli quattordici anni, ovvero Scott Borchetta, fondatore della Big Machine:
Voglio esprimere i miei sinceri ringraziamenti a Scott Borchetta per aver creduto in me quando ero una ragazza di quattordici anni e per avermi guidato attraverso oltre un decennio di lavoro di cui io sarò sempre fiera.
La cantante di Look what you made me do dunque dopo oltre dieci anni di carriera e ben 32 milioni di album venduti nel solo territorio statunitense, paese che l’ha apprezzata e sostenuta fin dagli esordi, si prepara ad iniziare una nuovo era, dopo l’ennesimo successo ottenuto con la sua ultima fatica discografica, Reputation.
Ciò che la spinge in particolare a intraprendere questo percorso è il fatto che Spotify condividerà i proventi derivanti dallo streaming con gli artisti stessi, ed è a questo che Taylor Swift tiene maggiormente.
A proposito di ciò Lucian Grainge, presidente e amministratore delegato della Universal Music Group, ha affermato in una dichiarazione:
A causa del suo impegno nei confronti dei suoi colleghi artisti, non solo desiderava collaborare con una società che comprendesse la sua visione creativa e avesse le risorse e le competenze per agire globalmente a suo nome, ma cercava anche un partner il cui approccio nei confronti degli artisti fosse in linea con il suo.
Inoltre Monte Lipman, fondatore e presidente della Republic Records, ha aggiunto:
Taylor non ha solo catturato l’immaginazione di un’intera generazione, ma ha anche ridefinito il paradigma dell’industria musicale moderna.
Voi cosa ne pensate della mossa di Taylor Swift? Credete che la sua fama e i suoi guadagni si amplificheranno ulteriormente grazie al nuovo contratto discografico?