Jay Z ultimamente è sempre più nell’occhio del ciclone per Tidal, a causa delle polemiche che sono scoppiate subito, sin dall’inaugurazione del servizio.
L’ambizioso progetto si sarebbe dimostrato estremamente fallimentare per tutti gli artisti che vi hanno preso parte, facendo floppare nelle classifiche i loro lavori musicali e non riuscendo comunque ad attirare un numero neanche lontanamente decente di iscritti. Si dice che Samsung stia per acquistare il servizio da Jay. (Più dettagli qui).
I più hanno accusato Tidal di essere solo uno sporco meccanismo per far piovere sul bagnato, vale a dire far arricchire ancor più chi già di soldi ne ha. Ora ci si mettono anche delle denunce a peggiorare la situazione.
Proprio Jay-Z undici mesi fa si era riempito la bocca di belle parole, assicurando che il proprio servizio di streaming avrebbe garantito un maggior guadagno per gli interpreti che davano la disponibilità per lo streaming delle proprie canzoni, con un 75% di pagamento di royalties direttamente nelle tasche degli artisti.
Se ci sono 5 persone che pagano per la musica e 10 che l’ascoltano, allora gli artisti partono da -5. Noi vogliamo partire da 1. Non c’è nessun servizio free e noi paghiamo la più alta percentuale per gli artisti. Questo è il modo in cui vogliamo cambiare l’industria musicale. Il servizio free sta deprimendo l’industria discografica ed è una delle cause del declino del settore.
Le persone non rispettano la musica, la stanno svalutando e stanno svalutando anche ciò che rappresenta. Pensano che sia gratis, quando sono disposti a pagare sei dollari per una bottiglia d’acqua”. Qualcuno ha cambiato la nostra mentalità per farci credere che una bottiglia d’acqua valga 6 dollari
Tralasciando l’esempio della bottiglia d’acqua dal valore di sei dollari, su cui è meglio non soffermarsi, pare proprio che Jay-Z sia stata la classica persona che predica bene e razzola male, poiché la band American Dollar ha citato per danni la piattaforma, per un totale di 5 milioni di dollari, per aver messo in streaming 116 canzoni della band dotate di copyright, senza aver mai pagato un centesimo di diritti.
Alla suddetta cifra vanno aggiunti altri 150 mila dollari di multa per aver infranto l’ingiunzione che vietava a Tidal di continuare a riprodurre le canzoni della band.
La libreria di Tidal contiene oltre 25 milioni di tracce, molte delle quali non autorizzate dagli artisti. Tutt’ora comunque sulla piattaforma Tidal sono presenti le 116 canzoni della band American Dollar.
Cosa ne pensate di tutto questo caos mediatico, ma soprattutto legale che ha preso d’assalto Tidal?
Testo