Ah l’amore! Quale sentimento è più universale di questo? Quale altra emozione riesce a coinvolgere gli animi di così tante persone, a ricordare loro attimi di estrema felicità, di condivisione e di speranza, sensazioni meravigliose che scivolano come soavi vibrazioni lungo il corpo. Chi di noi non conosce almeno una delle tante sensazioni che l’essere innamorati produce?
Tutti abbiamo sentito le farfalle nello stomaco, il battito del cuore accelerato, la voglia di vivere per rendere felice la persona amata, il desiderio di fare tutto ciò che è in nostro potere per donarle un sorriso, per privarla di un qualunque motivo di tristezza. Questo lo sanno bene gli artisti, che da persone in carne ed ossa quali sono vivono come noi queste splendide sensazioni, e spesso decidono di inserirle nelle loro creazioni, siano essere figurative o di altro genere.
Noi abbiamo deciso di analizzare lo svilupparsi negli ultimi 10 anni di questa tematica nel mondo della musica. Tra uptempo energiche ma che pullulano amore da tutti i pori e ballad struggenti, questo post analizzerà 10 brani che hanno saputo condire di magia varie sensazioni derivate da un forte amore corrisposto. Partiremo dal 2006 per arrivare fino al 2015 in un viaggio per soli amanti della musica e delle emozioni. Let’s Go.
2006: Christina Aguilera, Ain’t No Other Man
Il 2006 è forse uno degli anni in cui Christina Aguilera è riuscita a sorprendere maggiormente il suo fanbase ed il mondo intero. Dimenticatevi della ragazza acqua e sapone del debutto, ed ancora di più la femme fatale a tratti ribelle e a tratti introspettiva di “Stripped”: in questa annata, Xtina veste infatti i panni di Baby Jane, una donna dal gusto retrò, dallo stile vintage sia dal punto di vista musicale che visivo. E’ ispirandosi alla musica ed allo stile degli anni ’30, ’40 e ’50 che la diva confeziona “Back to Basics”, un progetto in controtendenza con la musica di quegli anni ma che ciononostante fu un successo enorme.
Per aprire questa Era discografica così particolare, l’interprete schierò “Ain’t No Other Man”, una delle up tempo più potenti ed infettive della sua carriera. In questa traccia trombe ed altri strumenti vintage insaporiscono una base grintosa ed energica in cui l’interprete può scatenare a suo piacimento i suoi acuti, concedendoci una performance vocale tanto potente quanto la base proposta. Ovviamente, questa bomba riuscì senza difficoltà alcuna a diventare una hit planetaria, inaugurando un’altra Era di successo per la popstar.
Dietro la grinta e l’energia del pezzo si nascondo delle liriche dedicate a Jordan Bratman, l’allora marito di Xtina. La diva parla di come lui sia riuscito a catturarla col suo fascino, con la sua classe e col suo modo di fare ed avvisa tutti coloro che fanno parte della sua vita di non poter stare più lontana da lui e di aver trovato per davvero il suo uomo ideale. Christina è davvero convinta che nella sua vita non possa esserci altro uomo all’infuori di lui, e vuole che il mondo intero lo sappia. Non siamo davanti ad un brano struggente, ma ad un pezzo da cui trasuda tutta l’energia di una grande e prorompente storia d’amore.
2007: Taylor Swift, Our Song
Nel 2007 Taylor Swift non era certo il colosso di vendite che è oggi, eppure poteva considerarsi già molto fortunata: a soli 18 anni, la ragazza aveva all’attivo già un album ed un successo che, per quanto ancora strettamente vincolato agli USA, risultava già molto forte. Tutto ciò era decisamente sorprendente per una ragazzina spuntata dal nulla da meno di un anno che non aveva neanche una major alle sue spalle. Il suo album di debutto, che di pop aveva ben poco, ha avuto una promozione durata fino al 2008, e fra i singoli fioriti nel 2007 troviamo anche la prima 4xplatinium hit della sua carriera: “Our Song”.
Ci troviamo davanti ad una up tempo country-pop che annienta con una facilità sbalorditiva tutti i pregiudizi e gli stereotipi esistenti sulla Taylor primordiale. “Our Song” è si una canzone d’amore, ma è ben lontana dall’essere una “lagna”, termine che molti hanno scioccamente usato per definire alcune delle canzoni più belle della Swift. “Our Song” è un brano frizzante, spensierato ed orecchiabile, una traccia quasi scanzonante e molto ben interpretata dall’artista, che nel suo primo disco possiede fra l’altro un timbro molto più particolare e riconoscibile rispetto a quello che la sua voce ha assunto maturando.
In questo tripudio incalzante di chitarre e banjo, Taylor canta d’amore rivolgendosi direttamente al suo ragazzo e figurando una scena ben precisa, in cui poco viene lasciato alla nostra immaginazione. Durante un giro in macchina, Taylor chiede al suo ragazzo se loro due hanno una loro canzone, e lui risponde che la “loro canzone” è:
La porta zanzariera che sbatte
Sgattaiolare fuori tardi, bussare sulla tua finestra
Quando sei al telefono e parli piano
Perchè è tardi e tua mamma non lo saLa nostra canzone è il modo in cui ridi
Il ragazzo del primo appuntamento, non l’ho baciata ma dovevo
E quando torno a casa prima che dica amen
Chiedendo a Dio se può trasmetterla ancora
Ci troviamo davanti ad una rappresentazione realistica e meravigliosa di un amore adolescenziale, un testo perfetto per la ragazzina quale lei era e che ha fatto sognare milioni di teenager.
2008: Forever, Chris Brown
Tra gli artisti che hanno davvero regnato nel 2008 troviamo sicuramente Chris Brown. Giusto l’anno precedente, il cantante aveva rilasciato il suo secondo album “Exclusive”, un disco che pur essendo prettamente R&B gli aveva letteralmente spalancato le porte per il mercato internazionale. Entrato in numerose classifiche e certificato quasi ovunque, l’album ha confermato il solido successo del debutto in USA e l’ha ampliato in Europa. E’ forse per questo che, per una re-release rilasciata nell’anno seguente, Chris usò come singolo di lancio “Forever”, una canzone confezionata proprio per il pubblico europeo.
Il brano è infatti una canzone dance pop dai ritmi fortemente influenzati dai collaboratori europei con cui ha lavorato a quei tempi. Il brano non ha assolutamente nulla in comune con la dance truzza che tanti artisti black praticheranno in seguito: ci troviamo davanti ad un brano penetrante e soave, in cui l’aspetto “ballabilità” non prende il sopravvento sulla melodia. Stesso di scorso per le modifiche apportate alla voce, le quali sono limitate a singoli punti e per il resto lasciano fiorire il magnifico timbro di Chris. Ci troviamo al cospetto di una canzone meravigliosa, il cui fascino fece effetto sul pubblico di tutto il mondo, tant’è che fu una grande hit sia in America che in Europa.
Nel brano, Chris immagina di trovarsi in un locale notturno con la sua amata e di passare insieme a lei una notte magica, fatta di passione e sentimento, in cui tutto sembra possibile, in cui ogni elemento sembra quasi obbligato a piegarsi alla prorompente forza dell’amore. La scena descritta rasenta la perfezione, e rispecchia pienamente le sensazioni di una coppia media decisa a divertirsi lasciandosi guidare solo dalla passione.
2009: Beyoncé, Halo
Per Beyoncé il biennio 2008-2009 fu davvero importante: dopo l’enorme successo ottenuto con le Destiny’s Child (tuttora la girlband che ha venduto più dischi nella storia), l’artista aveva già ottenuto risultati incredibilmente forti con i suoi primi due album, e veniva dunque per lei il momento della verità: il terzo album avrebbe potuto consacrarla a diva o affossarla. Come tutti sappiamo, i risultati di “I Am… Sasha Fierce” furono magnifici, e Beyoncé conquistò di diritto il titolo di primadonna della musica pop’n’b. Quest’era, commercialmente, fu perfetta, e fra le varie hit estrapolate del progetto una delle più iconiche fu “Halo”, singolo rilasciato proprio a inizio 2009.
In “Halo” troviamo poco della Beyoncé degli esordi, ma ciononostante si tratta di un insindacabile capolavoro. Curata nei minimi dettagli, grazie anche alla produzione di Ryan Tedder, questa power ballad è assolutamente evocativa, magica, eterea, una di quelle tracce che sono in grado di mettere d’accordo tutti, al cui fascino non può resistere nessuno. Alla bellezza della base va ad aggiungersi un’interpretazione a dir poco divina, in cui Beyoncé riesce a sfruttare al meglio la potenza del suo strumento ed emoziona meglio che mai.
Nelle liriche, Beyoncé parla ad un amato assente fisicamente ma sempre presente nei suoi pensieri, ad un uomo che riesce a fargli percepire la sua “aura” ed il suo calore anche se non è lì con lei. Questa figura riesce a starle nel nel cuore in ogni momento, indipendentemente da quello che sta facendo. Il testo non ci specifica il perché di questa assenza, dunque ognuno può creare una propria versione dei fatti: l’atmosfera felice ci porta tuttavia a vedere in queste liriche un inno all’amore a distanza, non certo una dedica ad un fidanzato defunto.
2010: Miley Cyrus, When I Look at You
Il 2010 è una di quelle annate in cui Miley Cyrus ha brillato di più da tutti i punti di vista, riuscendo a far concentrare le attenzioni delle masse su di sé grazie al proprio talento e non con stupidi scandali. Musicalmente, Miley veniva dall’enorme successo della smash hit “Party in the USA” e dell’EP “The Time of Our Lives”, entrambi risalenti all’anno precedente. Dal punto di vista recitativo, proprio in quell’anno Miley ha dato la sua prova migliore con lo stupendo “The Last Song”. Dall’intersezione dei due progetti viene fuori “When I Look at You”, uno dei brani migliori della sua carriera.
Il pezzo è una grandiosa ballad pop in cui la voce dell’artista fiorisce in tutta la sua bellezza mettendo in campo potenza, timbrica ed interpretazione. Lo strumento di Miley è espressivo, caldo e commovente e viene posto al centro di una canzone incisiva e solenne, di un brano che fonde pianoforte, chitarre, archi ed altri strumenti per creare una produzione struggente e penetrante, la quale fa da terreno ideale per tutta la potenza interpretativa di una Miley più ispirata che mai.
Le liriche di questa traccia dipingono un aspetto dell’amore che ancora non abbiamo incontrato: quello di ancora di salvezza, di appiglio che salva dalla disperazione e permette di vedere del buono anche nei periodi peggiori della propria vita. Questo perché l’amore è il bene supremo, quanto di più bello un essere umano possa mai desiderare, e nessuna negatività avrà mai il potere di trasformarsi in tragedia quando questo sentimento è ben saldo nel nostro cuore. Miley riesce a rendere ad interpretare alla perfezione queste sensazioni… del resto, ci sarà un motivo se è sul set di quel film che ha trovato l’anima gemella.
2011: David Guetta feat Usher, Withou You
Il 2011 può essere definito per eccellenza l’anno del trionfo della dance e dell’electro pop: basta dare un’occhiata alle chart di fine anno per notare lo strapotere che tale genere ha avuto in quel periodo, lasciando spazio a ben poche eccezioni, le quali hanno comunque sbancato commercialmente (vedere Adele e Bruno Mars). Fra le figure emerse in questo contesto c’è sicuramente il DJ francese David Guetta, che con il suo album “Nothing But the Beat” riuscì a dar vita al suo progetto di maggior successo e ad affermarsi come superstar della musica. Copiose furono le superstar che vollero interpretare i brani inclusi in questo disco, e fra loro troviamo anche la leggenda dell’R&B Usher, vocalist in “Without You”.
Il brano, definibile come un vero e proprio capolavoro nel suo genere, inizia come una downtempo dance dal sound coinvolgente ma soave, capace di far scaturire un’atmosfera romantica decisamente inaspettata in una canzone dance. Andando avanti, il ritmo si potenzia fino ad esplodere nel ritornello, ma poi tutto ritorna come all’inizio in un ciclo che incanta e meraviglia l’ascoltatore. Magistrale, come sempre, l’interpretazione di Usher, il quale riesce a potenziare le emozioni generate dalla base grazie ad un utilizzo grandioso del suo strumento, sia a voce piena che nel falsetto della seconda strofa e dell’incantevole outro.
A livello testuale, “Without You” non è poi così felice come le altre tracce, in quando parla di un innamorato che si rivolge direttamente all’oggetto del suo sentimento chiedendogli di tornare fra le proprie braccia. Usher si definisce incapace in ogni singolo campo senza il supporto della persona amata, descrive la sua esistenza come vuota ed inutile e la prega di ritornare ad illuminare il suo cammino, a donare un senso al suo tutto. Diciamo la verità: chi non si scioglierebbe davanti ad una dedica del genere?
2012: Demi Lovato, Give Your Heart a Break
Nel 2012 una giovane promessa della musica che si è fatta notare molto fu sicuramente Demi Lovato. Tornata in scena verso la fine dell’anno precedente dopo un periodo di tempo trascorso in rehab, la cantante aveva deciso di sperimentare fra più generi dopo che per i primi anni di carriera si era dedicata al solo pop rock. Da questo venne fuori “Unbroken”, un album che pur non vendendo moltissimo le aveva già dato la sua prima platinium hit, la bellissima ed emozionante “Skyscraper”. Tuttavia, è proprio nel 2012 che quest’Era darà il meglio dal punto di vista commerciale grazie ad una smash hit da ben 3 milioni di copie vendute solo in USA: “Give Your Heart a Break”.
Il brano si presenta come un’allegra e coinvolgente mid tempo la cui produzione presenta su un’armonica e melodiosa combinazione di pianoforte e batteria in mezzo ai quali si incanala presto un violino, il tutto per un risultato potente, capace di conquistare e trascinare con facilità l’ascoltatore. In questo contesto, la bellissima voce della Lovato emerge potente, solida come non mai e capace di interpretare al meglio il testo proposto al fine di emozionare l’ascoltatore. La potenza vocale dell’artista trova tranquillamente sfogo nel bridge e negli ultimi ritornelli. Forse, nel complesso, Demi in questa traccia risulta ancora molto “teen”, ma non c’è nulla di male in questo se consideriamo che quando l’ha registrata aveva solo 19 anni.
Nella traccia, l’artista cerca di far sciogliere il suo ragazzo, il quale non si lascia andare per davvero nella loro storia per paura di una fine non proprio lieta. L’artista gli mostra come questa paura sia solo dannosa e quanto sia bello il sentimento che gli lega, il quale non sarà mai sconfitto da un’immotivata assenza di fiducia. “Baby I’m not like the rest” canta infatti Demi: questa traccia può dunque essere considerata come una descrizione delle primissime fasi della relazione media.
2013: Celine Dion, Loved Me Back to Life
Gli ultimi anni della vita e della carriera di Celine Dion sono stati davvero complicati. In questo periodo, la diva ha dovuto combattere contro un qualcosa di terribile, un male che non auguriamo a nessuno: un tumore, che ha colpito il suo ormai defunto marito. Questo ha allontanato la leggenda canadese dalle scene, ma non ha comunque bloccato al 100% la sua carriera, che fra mille difficoltà è andata avanti con successo sia sul versante francofono che su quello anglofono. Quando, nel 2013, l’interprete stava per schierare il suo undicesimo album in inglese “Loved Me Back to Life”, per il lead single scelse di puntare sulla title track, venuta fuori dalla penna di Sia.
Il brano è una power ballad incredibilmente potente che trascina l’ascoltatore con un sostenuto mix di violini, batterie e pianoforte per poi sfociare in un inaspettato assolo di chitarra finale. La voce di Celine è calda, potente e comunicativa come non mai, sa far percepire le emozioni che vengono fuori da ciascuna parola, il tutto mentre le seconde voci impreziosiscono il tutto e focalizzano l’attenzione dello spettatore.
Mentre la sua voce a dir poco divina si snoda fra diverse tonalità, Celine in questo testo sembra immaginare un lieto fine della vicenda di suo marito: le liriche si soffermano infatti sulla storia di una persona malata, o forse sulla vittima di un incidente stradale, che dopo essere stata in fin di vita riesce a recuperare le forze grazie all’intensità dell’amore del suo compagno, sempre pronto a donarle tutto l’affetto di questo mondo. Qui troviamo dunque, in chiave moderna, davanti al classico mito dell’amore che vince su ogni male.
2014: Ed Sheeran, Thinking Out Loud
Fra le tante ciofeche che non si capisce grazie a quale miracolo riescono ad ottenere successo, per fortuna negli ultimi anni qualche mostro di talento è emerso. A partire dal debutto con “Lego House”, Ed Sheeran ha messo su un vero impero commerciale, e tutto ciò non ha certo accennato a calare nel 2014, anno di pubblicazione del suo secondo album “X”. Fra le hit che hanno consacrato l’enorme successo di quest’album, una delle più forti è senza alcun dubbio la trascinante ballad “Thinking Out Loud”: rilasciata negli ultimi mesi del 2014, questo tormentone ci ha infatti accompagnato anche per gran parte dell’anno successivo.
Il brano presenta un ritmo dolce, sensuale e penetrante che si snoda in una produzione che trova il suo elemento portante in una chitarra classica, accostata amabilmente ad altri strumenti che accrescono la dolcezza di questo sound. Per quanto magnifica, la produzione non si discosta molto da altre di questo genere, tuttavia questa traccia trova il suo elemento di unicità nell’interpretazione di Ed, che in queste vesti sa sfoggiare la sua magnifica timbrica come non mai. L’artista ci mostra la parte roca della sua voce, ma lo fa con una dolcezza inaudita. Questi elementi fanno di “Thinking Out Loud” un vero capolavoro.
A livello testuale, “Thinking Out Loud” è una dedica estremamente romantica che Ed rivolge alla sua amata. L’artista le promette di voler restare al suo fianco per tutta la vita, e le chiede dunque di sciogliersi davanti alla sua dedica e di lasciarsi andare dimostrando tutto il suo amore, tanto con il cuore quanto con la mente.
2015: Nathan Sykes, Over and Over Again
Non sempre per chi esce da una boyband è facile affermarsi anche come solista, soprattutto quando il gruppo in questione ha si avuto successo, ma non a livelli esponenziali. Ne sa qualcosa Nathan Sykes, che dopo aver militato nei The Wanted è passato quasi inosservato col suo primo singolo ufficiale da solista, la up tempo “Kiss Me Quick”. Per questo, l’artista si è preso qualche mese di pausa per poi tornare in scena con una canzone molto più di spessore rispetto alla precedente, che infatti ha ottenuto risultati oggettivamente migliori: “Over and Over Again”.
Il brano è una trascinante ballad pop che ci fa immergere immediatamente in un’atmosfera di assoluto romanticismo: questo grazie all’intro costruito esclusivamente da un pianoforte e dai vocalizzi del cantante. La struttura della canzone resta la medesima per tutta la sua durata: voce e piano continuano a costituire gli unici due strumenti impiegati, il tutto per un “duetto” ricco di emozione, in cui la voce di Nathan riesce ad essere espressiva e comunicativa al massimo ed il piano amplifica tutte le sensazioni da essa prodotte. Anche dal punto di vista tecnico l’interpretazione è impeccabile: lo strumento di Nathan è davvero solido.
Il testo è una dedica piena di amore e speranza che il ragazzo dedica alla sua amata: lui le promette di voler restare al suo fianco per sempre, di voler continuare a coltivare il loro amore negli anni, concentrandosi sempre su tutto quello che di positivo c’è in lei. Da questo testo emerge tutta quella speranza, quella voglia di vivere che solo l’amore può dare.
Che ne pensate di questi 10 frammenti di pura emozione?