In un periodo in cui gente che ha brani che bazzicano tranquillamente nelle top 5 delle chart dei singoli poi nelle classifiche album non riesce nemmeno a posizionarsi sul podio, Beyoncé si conferma una delle poche dive capaci ancora di vendere davvero con gli album.
Senza dover ricorrere ad alcun sotterfugio come gli sconti record nella first e regali fatti acquistare poi da grandi aziende nel primo giorno, “Lemonade” è stato certificato platino dalla RIAA per aver piazzato oltre 1 milione di copie equivalenti in territorio americano, un risultato che nel suo caso è stato raggiunto principalmente per le copie vendute per davvero, non certo grazie a streaming immensi (o peggio al successo dei singoli) che sopperiscono a vendite bassissime.
Tuttavia, questa bella notizia non è l’unica cosa che ci spinge a parlare di Beyoncé in queste ore! A quanto pare, la diva di “Crazy in Love” dovrà far fronte anche ad una battaglia legale. Il regista Matthew Fulks, artista che svolge il suo lavoro in maniera indipendente lontano dalle grandi case di distribuzione americane, ha infatti denunciato Beyoncé, la Sony, la Columbia e Parkwood Entertainment per via di eccessive similitudini presenti fra il trailer del visual album ed il suo cortometraggio del 2014 “Palinoia”.
Stando a quanto affermato dal regista, Beyoncé ed il suo team hanno copiato numerosi elementi tratti dalla sua opera senza chiedere alcun permesso né tantomeno pagare alcuna royalty. L’artista sostiene che in origine era stato contattato per dirigere uno dei video di Bee in quanto il suo team era rimasto affascinato proprio da Palinoia, tuttavia in seguito non se n’è fatto niente dato che (a suo dire) chi di dovere ha trovato un sotterfugio per ottenere qualcosa di simile spendendo di meno.
Quella del pesce grande che si prende i meriti spettanti al pesce piccolo è una filastrocca che ormai conosciamo bene, e che molto spesso in tribunale viene riconosciuta come realtà. Vedremo se Beyoncé e chi le sta intorno saranno condannati o se la corte riterrà che il reato non sussiste.