Bruno Mars è un gigione. Poco ma sicuro. Ascoltando “Unorthodox Jukebox” questa sensazione è chiarissima, fin dalle prime note. Dopo la prima fatica “Doo-Wops and Hooligans” il cantante hawaiano torna con un secondo disco che, devo ammettere, convince ma non del tutto. Ho deciso di scrivere questa breve recensione dopo essere stato letteralmente incantato dalla magnifica “Locked Out of Heaven”, una canzone intensa, sentita, citazionista come poche in questo triste 2012, dominato da ritmi electro-pop davvero tutti uguali.
I rimandi ad altre epoche del pop (perché, attenzione, è di puro pop che si parla) sono sparsi per tutto il disco in maniera sapiente ma a tratti un po’ confusionaria: primo fra tutti il Michael Jackson della Motown (in Treasure, eccessiva e dal testo banalissimo) a quello anni ottanta, nella splendida Mooshine, canzone che cresce molto ascolto dopo ascolto. Sono proprio gli anni delle cotonature e dei sintetizzatori, incredibilmente, ad essere al centro del disco: oltre al primo già citato singolo, che strizza l’occhio ai Police (non sto dicendo niente di nuovo eh!) ma anche in “Gorilla”, che potrebbe essere benissimo la colonna sonora di una scena d’amore particolarmente appassionata “Ooh I got a bottle full of liquor with a cocaine kicker and I’m feeling like I’m thirty feet tall, So lay it down, lay it down, you got your legs up in the sky with the devil in your eyes”. La qualità migliore di Bruno Mars, in ogni caso, non è la scrittura ma il canto, la capacità di modellare la sua potente voce sia sulle ballad (la struggente “When i was your man”, oppure “If i knew”, perfetta canzone da jukebox e limone duro, e non a caso a conclusione del disco).
Ecco la recensione Track by Track:
01 Young Girls. Appena sentito questo pezzo mi sono detto che se il disco fosse stato tutto sarebbe stato sicuramente nella lista dei migliori dell’anno. Young Girls che è una canzone estremamente carina, fresca e il testo rispecchia l’esperienza di molti uomini che hanno avuto a che fare con wild girls che li hanno fatti impazzire (o più precisamente “Young wild girls you made a mess of me”). Si comincia benissimo. Voto 8
02 Locked Out of Heaven. La canzone più bella del disco, e indubbiamente una delle canzoni pop più belle del 2012. Mi ha letteralmente fulminato al primo ascolto, è un pezzo estremamente intenso e sensuale, e l’occhiolino strizzato agli anni ottanta lo rende molto originale. Amo questa canzone. Voto 9
03 Gorilla. Questa è una canzone dalla produzione certosina che però si perde in un testo a improbabile (you and me baby making love like gorillas). Carina, ma niente di più. 6 e mezzo
04 Treasure. Questa canzone è una delusione. Bruno Mars cerca di tornare per forza alle origini della musica black strizzando l’occhio alla Motown ma in un modo che, a parer mio, suona troppo forzato. Il testo poi è davvero povero; insomma, con una rima come “you are…my shining star”per di più nel ritornello, non si può far altro che storcere il naso. Voto 5 e mezzo
05 Moonshine. Prodotta dal re delle basi rétro, Mark Ronson, è veramente una delle perle del disco. Questo è un pezzo che avrebbe perfettamente potuto stare in uno dei dischi anni ottanta di Michael Jackson, come “Bad”; è quasi straniante la sua presenza negli anni dei beat electro-pop. Voto 7 e mezzo
06 When I Was Your Man. La classica ballatona che in un disco pop ci deve stare. Mi è piaciuta perché nel disco è ben inserita e perché è un pezzo molto toccante, parla chiaramente di un amore disperato. Bruno Mars riesce a modulare la propria voce in modo allo stesso tempo appassionato ma mai sopra le righe. Bella canzone. Voto 7 e mezzo
07 Natalie. Il primo impatto con questa canzone è stato estremamente positivo, ho sentito un beat in stile Timbaland che mi ha colpito da subito: in effetti, la produzione è molto bella, il testo meno, è dedicato alla solita donna fatale. Si poteva fare di meglio, devo dire. 6 e mezzo
08 Money make her smile. L’unica incursione “modern” presente all’interno del disco, soprattutto in termini di base. Una canzone che non mi ha fatto impazzire, ma che si lascia ascoltare e che, grazie al cielo, non scade mai nel tamarro. Voto 6 e mezzo
09 Show me. Anche in questo caso all’inizio sono rimasto un po’ spiazzato, perché un pezzo raggae non me l’aspettavo; subito ho pensato che fosse una mera operazione commerciale, quasi a voler copiare la celebre “Man Down” di Rihanna, ma poi dopo qualche ascolto mi sono ricreduto e mi sono reso conto che è un tipo di pezzo che fa parte anche delle origini hawaiane del cantante e dunque è stato meno “forzato” di quando ci si potrebbe immaginare. Una canzone allegra e piacevole, certo non un capolavoro. Voto 7
10 If I Knew. L’ultimo pezzo del disco chiude in bellezza l’album, la perfetta conclusione di questo moderno jukebox, che nel complesso ci ha riportato un bel po’ di freschezza musicale. If i knew potrebbe essere perfetta per una serata romantica, tutta coccole e baci. La voce di Bruno Mars si adatta perfettamente al giro di chitarra e alle batterie di sottofondo, creando una canzone d’altri tempi. 7 e mezzo
Il disco non si fa mancare nemmeno il momento reggae in “Show me”, che all’inizio mi ha fatto storcere il naso ma poi diciamo che si è lasciata ascoltare, e quello più prettamente popparolo su Money make me smile, in stile Timbalandiano. Un gusto agrodolce lo lascia infine Natalie, pezzo dalla produzione certosina (ricorda vagamente Florence & the Machine) ma che si perde nella classica celebrazione della donna fatale; preferisco di gran lunga la spensierata Young Girls (il prossimo singolo), allegra e zuccherosa. Ecco, se il disco fosse stato davvero tutto come le prime due canzoni lo avrei potuto definire il migliore dell’anno, cosa che non è, lo ammetto.
Bruno Mars ha fatto prodotto un buon disco, non fosse altro che è autore di tutte le canzoni e questo è sempre un punto a favore per quanto mi riguarda: l’album risulta piacevole all’ascolto e molto scorrevole. A chi di voi piacciono le canzoni d’amore come sottofondo per una serata romantica, questo disco sembrerà un capolavoro; andando a scavare un po’ di più, in realtà, ci si rende conto che questo è un lavoro fatto apposta per scalare le classifiche, anche se con un certo stile.
Insomma, ce ne fossero di gigioni come Bruno Mars, ce ne fossero di cultori dei Police, della Motown e di Michael Jackson.
Voto: 7/10 (4/5)
– pubblicato da Alberto aka Director –