Nel periodo 2006 – 2007 Hilary Duff decise di dare una piccola scossa alla sua carriera. Il 2007 per la Duff è stato un anno impegnativo, la separazione dei genitori, la rottura con Joel e il fan stalker che minacciava di ucciderla furono alla base della maggior parte delle canzoni presenti nell’album.
Questa voglia di rimettersi in gioco la aiuta a creare il suo album migliore tra i quattro rilasciati. Sto parlando di “Dignity”.
“Dignity” è il quarto album ufficiale della cantante e si tratta di un disco costituito da quattordici canzoni molto personali. E’ un album pieno di rabbia e risentimento, un disco che mette a fuoco quello che la Duff ha provato e sentito in quel periodo.
Hilary Duff scelse questo titolo perché pensava che la dignità fosse un elemento di cui le persone non possono fare a meno, qualcosa indispensabile per chiunque, ma che purtroppo a molti individui manca del tutto.
“Dignity” si distingue dai precedenti dischi sia dal cambio di sound (nei vecchi trovavamo pop – pop/rock, mentre in questo disco prevale l‘elettropop, un campo inesplorato all’epoca per Hilary) che per il look molto punk dell’artista. Precedentemente contraddistinta da una chioma biondissima e da una personalità acqua e sapone, per la “Dignity” Era presenta capelli scuri e personalità elettrizzante, un po’ come tutto l’album.
- Stranger
Stranger è in assoluto una delle canzoni più conosciute della Duff, e una di quelle che piace maggiormente.
Il brano è il terzo singolo estratto da Dignity ed è una mid tempo dance – pop di tutto rispetto e di notevole potenza, che -al contrario di quanto si pensa- racconta la travagliata storia dei genitori Susan e Erhard Duff, che all’epoca erano separati e entrambi uscivano con altre persone.
“There’s no kindness in your eyes, the way you look at me it’s just not right/there’s a stranger in my life”
Stranger è uno di quei brani che si ascoltano con piacere anche dopo un decennio, infatti dopo otto anni io la ascolto ancora molto spesso, perché è una canzone davvero travolgente e particolare. Il brano utilizza un sound arabeggiante ed è molto difficile non lasciarsi trasportare da un tipo di musica, un sound le cui caratteristiche vengono esaltate anche all’interno del videoclip della canzone, dove Hilary danza elegantemente vestita come una donna araba.
Per la produzione di questo brano c’è stato bisogno della collaborazione di moltissimi artisti, tant’è che si tratta della canzone contenuta in “Dignity” alla quale hanno lavorato più persone in assoluto.
2. Dignity
La title track Dignity è una coinvolgente traccia pop-rock incentrata sulla vita tormentata di Hollywood, e di come questa possa influenzare negativamente le persone che ci vivono. Si tratta di una situazione simile a quella che vediamo molto spesso nei film, dove gli abitanti delle Hollywood Hills sono delle persone snob e montate, magari con molti problemi dietro tutta la ricchezza di cui dispongono.
“Where’s your dignity? I think you lost it in the Hollywood Hills” recita la canzone: molte persone preferiscono nascondere ciò che sono pur di apparire come dei modelli stereotipati adatti agli ambienti più altolocati, e questo è per la Duff il modo migliore per distruggere la propria dignità e sottomettersi al Dio denaro..
Il sound di Dignity è caratterizzato per la maggior parte del brano dalla chitarra elettrica, che segue costantemente la voce di Hilary. I pre-chorus della canzone iniziano a dare una forte carica che esploderà nel ritornello, dove Hilary manifesta tutta la sua nausea nei confronti della superficialità di queste persone. Tutto ciò viene amalgamato alla perfezione da una base elettronica potente.
La stessa Duff non è mai stata una ragazza hollywoodiana: l’interprete viene dal Texas, e nonostante il successo non sembra aver mai abbandonato i suoi valori originali.
Pur non essendo un singolo, Dignity è stata acclamata dalla critica, e secondo me poteva essere un potenziale quarto o quinto singolo, magari con un videoclip che mostrasse il “lato oscuro” della Hollywood odierna.
- With Love
Eccoci arrivati a “With Love”, secondo singolo estratto da Dignity. With Love è stata scritta dalla Duff stessa insieme a Kara DioGuardi (co-scrittrice di quasi tutto l’album), Vada Nobles, Derrick Haruin e Julius Diaz.
Un po’ come “Stranger”, “With Love” è una canzone dance – pop fine e travolgente: è difficile non canticchiarla, soprattutto per quanto riguarda il ritornello.
“With Love” utilizza un elettro pop di qualità, per nulla invasivo, oserei dire addirittura elegante: perfino la chitarra infonde eleganza in queste note, e la voce della Duff è ben miscelata con l’instrumental nonostante la performance vocale non sia certo impegnativa.
Il brano ha un vibe piuttosto ammiccante ed il risultato è certamente per nulla volgare, il tutto unito a un video che riprende la stessa Duff in atteggiamenti provocatori ma non eccessivamente spinti.
“With Love” è incentrata sulle affinità amorose della Duff di quell’epoca, prima che suo marito (e dal 2015 ex marito) Mike Comrie entrasse a far parte della sua vita. Trovo che il pezzo fu un come back single perfetto per la Duff, pur essendo un secondo singolo e non il primo ufficiale.
Criticata positivamente dalla maggior parte dei critici, With Love è riuscita a farsi spazio nelle charts dell’epoca, arrivando nella top 20 della Billboard Hot 100.
- Danger
Ecco una canzone che in un primo momento non mi convinceva. Quando ha ascoltato “Danger” per la prima volta l’ho completamente bocciata, ma con l’avanzare del tempo ho cominciato ad amare questa canzone, comprendendone finalmente la finezza e la particolarità: ora ritengo che sia una delle migliori uscite dalla Duff.
Danger non parla altro che delle relazioni con grande differenza d’età, le quali a volte possono essere un pericolo, specie se una delle due persone è minorenne.
Anche “Danger” presenta un ritmo electropop ipnotico ed a tratti arabeggiante, anche se le influenze asiatiche presenti in questo brano sono di gran lunga inferiori a quelle che caratterizzano “Stranger.
Il messaggio del brano è “attento a cosa fai quando esci con qualcuno molto più grande di te” anche se la maggior parte delle volte frequentare qualcuno più in là con gli anni è un qualcosa di irresistibile: proprio per questo motivo ciò può portare a guai seri.
- Gypsy Woman
Ebbene, eccoci alla canzone che io definisco “la perla luccicante di Dignity”. Fin sa subito vidi in questo brano uno dei potenziali singoli dell’album, ma purtroppo la Hollywood Records non andò oltre il terzo estratto per quest’album. In realt,à Gypsy Woman doveva effettivamente essere il quarto singolo estratto secondi i piani della Duff.
Gypsy Woman è una splendida ed accattivante elettro – pop track che tratta la travagliata storia tra il padre di Hilary e una donna sconosciuta, che voleva entrare nella famiglia Duff per via della loro importaza: “Enjoy the fame, bringing down a family name” ,recita la Duff rabbiosamente.
“Gypsy Woman” presenta un sound di forte ispirazione arabeggiante, molto più di “Stranger”, il che enfatizza ancora di più il significato del titolo, il quale allude ad una donna di origini gitane.
Mi domando a cosa pensassero Hilary e la sorella Haylie quando l’hanno scritta: si sente dall’esecuzione vocale quanto l’interprete sia urtata quanto accaduto, ed è per questo che la canzone doveva assolutamente essere un singolo, perché interpretazioni del genere meritano di essere promosse.
La canzone è stata prodotta niente poco di meno che da Ryan Tedder, che all’epoca produceva esclusivamente brani molto soft e ballad.
Questa è una delle canzoni più autobiografiche dell’intero disco.
- Never Stop
“Never Stop” è a mio avviso uno dei punti più bassi del progetto. La canzone, parla di un amore sul quale si può contare anche dopo una rottura, e ciò può supporre che sia per l’ex compagno Joel Madden. Il brano ha un sound pop ed elettronico in background, un po’ come tutto l’album Dignity.
“Never Stop” è un brano dedicato a quelle persone che preferiscono non essere più legati sentimentalmente alla persona amata per paura di soffrire, un pezzo che può invitare molti a riflettere. In questi versi, Hilary si sofferma su come non bisogna mai smettere di amare qualcuno, anche se ciò arreca sofferenza.
Nonostante ciò, a livello di sound si tratta di una canzone che secondo me poteva benissimo essere esclusa dal progetto.
- No Work, All Play
“No Work, All Play” è in assoluto una delle mie canzoni preferite, non solo dall’album Dignity ma di tutta la discografia di Hilary Duff.
Stiamo parlando di una particolare elettro – pop track che esalta la voce fine della Duff, di una canzone dal sound nuovo rispetto agli album precedenti, un pezzo che non avremmo mai potuto ascoltare in un Most Wanted o un Metamorphosis. Se fosse stata un singolo e se ci avessero girato un videoclip musicale io l’avrei visto molto bene in bianco e nero, old style. Il sound non ha troppe pretese. Sinceramente? Io l’avrei estratta come quinto singolo estratto. Lo so, non è potente come una Stranger, With Love o Gypsy Woman, ma avrebbe avuto le carte in regola per essere un ottimo singolo. E’ una canzone che a me non ha mai annoiato.
- Between You And Me
Veniamo a “Between You And Me”, una delle prime canzoni pubblicate (se pur non come singolo ufficiale).
“Between You And Me” ha un sound quasi infantile, molto pop, il tutto però condito comunque da effetti elettronici che lo rendono in linea col resto del progetto . In questa canzone, Hilary Duff esplicita che “il suo amore non può essere negoziato”, il tutto in una canzone dal sound allegro e spensierato.
Personalmente ho sempre trovato questo brano una traccia orecchiabile e senza pretese, uno di quei pezzi che ti impediscono di stare fermo durante l’ascolto. Del resto, qui l’atmosfera è davvero incalzante e movimentata, e questo dà vita ad una canzone frizzante e spensierata, che non potrà non rallegrare l’ascoltatore.
- Dreamer
“Dreamer” è una traccia molto interessante, per il contrasto tra sound e lyrics.
Infatti, per quanto la canzone possa sembrare allegra (specialmente per quei continui “bum bum bum bum” che separano ogni verso da un altro) “Dreamer” parla esplicitamente del fan stalker che voleva uccidere Hilary, il tutto rileggendo questa vicenda in chiave ironica e spassionata, il che è stato ovviamente possibile grazie al lieto fine della vicenda.
“Dreamer” presenta un sound elettronico con un sottofondo di chitarra che infonde serenità e spensieratezza. Dreamer è una di quelle canzoni che fa davvero pensare a cosa devono affrontare le persone celebri ogni giorno, ad i rischi con i quali devono misurarsi, ma non solo loro.
“Dreamer” ha avuto la stessa sorte di Gypsy Woman: doveva essere il quinto o sesto singolo estratto, opzione poi scartata dalla label di Hilary Duff. La canzone aveva tutte le carte in regola per essere una hit.
- Happy
Veniamo ora ad una canzone che esprime felicità già a partire dal titolo, nonostante a livello di sound non sia frizzante e spensierata come alcune canzoni omonime: “Happy”. Il brano è caratterizzato da una performance vocale davvero buona, nel ritornello Hilary Duff tira fuori la grinta urlando al mondo che è felice, è felice anche se a qualcuno (e quel qualcuno potrebbe essere Joel) può far male.
Happy è un brano che parla di libertà, anche se oserei quasi dire che il tono della Duff è troppo serio perché ciò possa trasparire, ma questo non è un difetto in quanto tale elemento produce un’atmosfera quasi mistica, che contribuisce a rendere il disco ancora più interessante.
Anche questa Happy mi fa pensare a una canzone piena di forza e di dignità, il che si sposa perfettamente con il concept del disco.
Happy è una chiara dimostrazione di come la cantante ce la potesse fare da sola, senza il sostegno dell’amore o di qualcuno su cui appoggiarsi, di come potesse vivere benissimo la sua vita.
Stiamo parlando davvero di un’ottima pop track, sprecata solo come album track.
- Burned
“Burned” è una canzone significativa ed accattivante. Il brano parla della paura di innamorarsi di nuovo, il timore di far entrare di nuovo qualcuno nella nostra vita, il terrore -come dice la canzone- di rimanere Bruciati.
Così come “Danger”, anche “Burned” era una delle canzoni contenute nell’album che saltavo di continuo per non non ascoltarla. A sette anni di distanza ,invece, riesco a rispecchiarmi completamente in questi versi.
- Outside Of You
Se in precedenza abbiamo incontrato esclusivamente brani scritti da Hilary stesa, arrivati a questo punto dell’album ci imbattiamo in una composizione di una sua illustre collega: Pink! E direi che si sente benissimo!
“Outside Of You” è una canzone meno elettronica e più pop – rock rispetto alle precedenti, è una di quelle tracce da ascoltare con le cuffie per poter godere elle sensazioni prodotte da ogni singolo strumeto, e per poter ammirare maggiormente la performance vocale della Duff.“Outside Of You” doveva essere contenuta in un album della stessa P!nk, ma non passò il final cut, Hilary se ne innamorò e decise di registrarla.
Personalmente avrei preferito un duetto con Pink in questo brano, ma mi basta sapere che tra le due ci sia comunque stata una collaborazione
- I Wish
“I Wish” non si distingue molto dagli altri brani in quanto a genere (pop-rock). Anche in questo pezzo Hilary Duff canta in modo davvero fine ed elegante, come volesse farsi più ammiccante che mai.
Il bridge è costituito prevalentemente dalla chitarra elettrica.
Il brano sembra essere incentrato sul pentimento, la canzone infatti recita “vorrei tornare a quella che ero prima, per non sentirmi davvero così sola”.
- Play With Fire
Ed eccoci arrivati all’ultima canzone. Sto parlando di “Play With Fire”. Molti non lo sanno, ma questo è il primo singolo estratto da “Dignity”. Si tratta di un singolo per il solo mercato americano, canadese e australiano e lanciato nel 2006, ma è pur sempre il lead single di questa Era.
La canzone è una pop – dance track ammiccante che mostra un nuovo lato sensuale di Hilary Duff, sia nelle lyrics, che nel videoclip che nel sound. Il brano sembra essere dedicato a Joel Madden, ma in parte anche all’allora nuovo compagno Mike Comrie, come recita nella canzone:
“Oh, a proposito, ho trovato qualcuno che mi tiene al sicuro, che mi fa sentire sana e viva, qualcuno che prenderà il tuo posto , qualcuno che mi da spazio”
Sinceramente? Non l’avrei estratta come primo singolo, né come secondo o terzo. L’avrei lasciato come album track o semplicemente usato come singolo di chiusura dell’Era: il brano ha sicuramente un ritmo incalzante e contagioso, ma nell’album c’è di meglio.
Quale è il mio ultimo pensiero su Dignity? Sono sicuro che sia il suo album più bello, più dark e molto più personale rispetto ai predecessori “Metamorphosis”, “Hilary Duff” e “Most Wanted”.
“Dignity” non è solo un disco d’amore: Dignity è un vero diario personale dove la cantante scrive di quanto ha sofferto per quanto sta succedendo nella sua vita. E da questi motivi di sofferenza Hilary trova la forza scrivendo, producendo e incidendo questo favoloso album, davvero sottovalutato dalla critica..
Non so se Hilary Duff ripeterà lo stesso processo creativo pieno di rabbia e risentimento contenuto in Dignity, non so mai se vedrò una Hilary fragile che parla di perdite o di quanto vorrebbe che accadesse una determinata situazione, pur non avendo il potere di farla accadere.
Quello che so è che “Dignity” è un album che sperimenta un nuovo genere per la stessa cantante, un genere in cui pare si sia trovata benissimo e che incastra benissimo le sue doti vocali non troppo potenti, che però trasformano ogni canzone in un tocco di finezza ed eleganza pur parlando di rabbia.
Una Hilary Duff vincitrice, è questa la donna mostrata in questo capolavoro. Ed è questa la Hilary Duff che vorrei vedere nel prossimo album.
– Scritto da Drew, revisione a cura di Umberto Olivo e Davide –