Siete soliti indossare i braccialetti che distribuiscono ai festival musicali a cui partecipate? Se la risposta è positiva, probabilmente dopo aver letto ciò che è emerso a riguardo da uno studio condotto da un rinomato dottore, ve ne sbarazzerete. Cosa del tutto normale è portare a casa da un concerto un ricordo, un pezzo da collezione che ci ricorderà per sempre di quell’evento: glowstick colorati, fascette (scopri QUI cosa è successo al concerto di Beyoncé) e, specialmente, braccialetti di ogni tipo.
Proprio i bracciali sono stati oggetto di uno studio condotto da Alison Cottel, dottore e professore di microbiologia all’Università di Surrey (Inghilterra). Il problema sorge nel caso in cui non vi foste mai separati da questi e non li abbiate mai tolti dal momento che li avete ricevuti, perché fa scena e perché vi ricorda a quanti live avete assistito. Giorno dopo giorno, azione dopo azione, quei pezzetti di stoffa si riempiono sempre più di…germi!
Cottel, per portare a termine la sua ricerca, ha analizzato due braccialetti indossati da un ragazzo per due anni quasi ininterrottamente. Risultato? 9mila micrococchi e 2mila stafilococchi, batteri comuni ma presenti in una quantità davvero incredibile. Ecco la spiegazione del professore:
“Solitamente gli stafilococchi sono innocui, anche se possono provocare infezioni ed irritazioni. Se ingeriti, ad esempio, possono causare un’intossicazione. È consigliabile non indossare questi braccialetti se si prepara da mangiare o, ancora peggio, se si lavora in campo medico. C’è il rischio che i batteri si diffondano ad altre persone”
Se lo studio non vi basta provate semplicemente a pensare a questi braccialetti ed a confrontarli con i calzini o con la biancheria intima. Se l’essere umano è solito cambiare i calzini ogni giorno per igiene non è strano indossare un pezzo di stoffa al polso per mesi, o peggio, anni? Forse è meglio collezionarli all’interno di un cassetto, onde evitare la proliferazione di germi. Nel caso in cui questa sia una vostra abitudine, pensateci bene.