Contenuti dell'articolo
Succedeva sei anni fa. Ecco la nostra recensione di The New Classic di Iggy Azalea
Non è facile per un’artista affermarsi nello musicbiz al giorno d’oggi, lo sa bene Amethyst Amelia Kelly in arte Iggy Azalea, nuova sensazione della musica HipHop commerciale, che ha dovuto fare anni di gavetta prima di raggiungere la tanto agognata notorietà. 23enne, bianca come il latte, nata in Australia, sulla carta non avrebbe mai avuto delle chance di sfondare in una scena HipHop americana quasi esclusivamente maschile e nera, ma grazie soprattutto al singolo “Fancy”, la giovane femcee è riuscita ad imporsi alla grande nel mercato più grande del mondo.
Il suo debut album “The New Classic” è stato rilasciato dopo tanto lavoro lo scorso 21 aprile 2014, ed è riuscito a debuttare con un’impressionante posizione numero 3 negli Stati Uniti con 75mila copie vendute, raccogliendo un successo veramente inaspettato. Tutta la fatica per arrivare al successo viene descritta anche in questo album, che ha certamente dei brani molto forti, e che strizza l’occhio alla musica Pop oltre che al Rap e l’HipHop, senza però cadere nella truzzaggine.
Addentriamoci in questo primo lavoro di Iggy, che qua in Italia pare essere ancora poco conosciuta ai più:
1) Walk The Line
un album di indipendenza, di successo e di autocelebrazione, e proprio così parte la prima canzone “Walk The Line”, un brano midtempo vibrante con un sottofondo di cori ed archi “Non tornerò indietro, non so dove sono ora, ma non tornerò indietro ora, questa è la linea e vi cammino sa sola”. Un inno al proprio coraggio ed alla propria tenacia nel perseguire l’obiettivo, un piacevole pezzo per aprire questo viaggio.
2) Don’t Need Y’All
Ce l’ho fatta da sola, e non ho bisogno di voi, questa l’essenza del secondo brano di questo debut album! Iggy si sente probabilmente ricoperta d’attenzioni dalle persone che prima del successo non credevano assolutamente in una bionda, bianca, capace di conquistare una scena Urban Americana con questo impeto! Lei ha veramente sconfessato tutti, non solo con una hit, ma con un disco ed un debutto veramente notevole. Il ritmo rarefatto della canzone si accompagna ad un testo molto forte
“Mi ricordo quando non ero così grande, ed ora vi comportate tutti come se mi aveste aiutato, ora tutti vogliono amarmi, ma non ho bisogno di voi!”
Un pezzo tanto duro quanto veritiero e pregiato, un altro tassello biografico del nuovo classico di Iggy.
3) 100 feat. Watch The Duck
cambiamo sonorità per questa 100, nella quale Iggy duetta con l’artista Watch The Duck. Si parte con uno string di chitarra acustica mandato in loop, e la voce folk country dell’artista in featuring. La femcee si sente a 100, al 100% del suo potenziale, e tira fuori tutto lo swag nel pezzo, molto auto celebrativo ma forse un po’ anonimo all’interno del progetto. La combinazione tra ritornello e rap non mi convince molto, forse semplicemente le due voci non mi paiono abbastanza compatibili. Chissà se con gli ascolti cambierò idea…
4) Change Your Life feat. T.I.
Potenza assoluta, sicuramente “Change Your Life” è uno dei brani più forti e rappresentativi, non a caso fu scelto come singolo per questa Era, ma non ottenne il successo sperato. In featuring Iggy trova il suo mentore T.I., che pare abbia creduto in questa bionda anche quando gli altri la davano come una sfida persa! La chimica tra i due fa nascere una bella uptempo HipHop, che purtroppo è stata snobbata alla grande dal pubblico di massa! Un vero peccato, ma noi apprezziamo l’inclusione della track nel final cut del disco! Da non perdere…
5) Fancy feat. Charli XCX
produzione innovativa, con richiami al passato, una vocalist sconosciuta come Charli XCX che assomiglia molto a Gwen Stefani, ed ecco la hit pronta per essere mangiata dalle classifiche mondiali! Chi l’ha dura la vince, e con questo quarto estratto c’è stata la tanto attesa esplosione di Iggy!
Il brano è arrivato in top10 di molti paesi, ed una confortante numero 4 nella Billboard Hot100! Un misto tra ritornello contagioso e swaggy-rap, riportando un po’ gli anni ’80, e senza cadere nel dance-pop commerciale come aveva fatto la collega Nicki Minaj per raggiungere le vette! Insomma.. un colpaccio veramente notevole! Impossibile non apprezzare il brano.
6) New Bitch
non tutte le ciambelle escono con il buco, e anche in questo album troviamo dei pezzi deboli, a nostro modo di vedere questa New Bitch è uno di quei brani.
Le sonorità sono già più contaminate da pop e dance, ed anche a livello di lyrics non ci pare un prodotto al livello delle altre canzoni. Skippata facile su questa midtempo…
7) Work
altro singolo “Work” ed altro fiore del disco che purtroppo commercialmente non è riuscito a sbocciare! Anche qua troviamo delle contaminazioni electro, che tuttavia sembrano fondersi alla grande con un ritornello potente ed un flow da vera femcee arrabbiata!
Mi sono data da fare, e sono arrivata dove volevo, anche qua un brano di auto celebrazione che descrive il duro lavoro e la strada in salita di una 16enne che si è ritrovata senza soldi e famiglia a Miami per trovare il successo! Non le si può dire nulla, il pezzo spacca!
8) Impossible Is Nothing
un carrillon ed un’atmosfera cupa ci addentrano in uno dei pezzi più particolari ed emotivamente coinvolgente del disco!
“Niente è impossibile”, il titolo, ed il messaggio che Iggy vuole lasciare ai suoi fans, lei ce l’ha fatta, ne è la prova vivente, e sostiene che nessun obiettivo nella vita è impossibile. Bisogna sempre crederci, bisogna sempre lavorare, bisogna sempre scalare le montagne, ed affrontare le difficoltà, perché nulla è impossibile!
Cattura assolutamente la produzione di questo brano, veramente molto suggestiva.
9) Goddess
produzione ipnotica e forse un po’ confusionaria! In questo brano si autocelebra come una Dea, invitando gli haters ad inchinarsi alla sua grandezza!
Forse un po’ troppo per un album di debutto? Ma di certo possiamo capire la grande soddisfazione di Iggy nel raggiungimento almeno di questo primo tassello della sua carriera. Non è facile descrivere il brano, sembra quasi di sentire un rito tribale di celebrazione! Non è tra le mie favorite, ma certamente non lascia indifferenti.
10) Black Widow feat. Rita Ora
Dopo Fancy, il duetto con Rita Ora in Black Widow, traccia numero 10, è stato scelto come prossimo singolo per assicurare stabilità e successo continuo al disco!
Il brano funziona, funziona molto molto bene, Rita Ora tira fuori il meglio della sua voce in un ritornello in crescendo accompagnato da clapping, e poi all’esplosione partono i versi taglienti della femcee Iggy!
Buona l’intesa tra le due, buono il sound che sicuramente può fare bene anche su mercati diversi da quello Urban! Scelta azzeccata, attendiamo ora di vedere il video, ed i riscontri nelle classifiche mondiali! Uno tsunami di bionde assetate di successo…
11) Lady Patra feat. Movado
Mischiate il Reagge, l’HipHop, ed il Pop, ne verrà fuori un pezzo rinfrescante come Lady Patra, collaborazione con l’artista caraibico Movado all’interno di “The New Classic”. Un bel pezzo con un vibe solare ed allegro, leggero e piacevole.
12) Fuck Love
se siete dei romanticoni probabilmente non sarete d’accordo con il testo di questa canzone di Iggy. Una produzione potente e decisa, molto sperimentale, che mi ha subito preso e mi ha fatto muovere il sedere dalla sedia!
“Fanculo l’amore… dammi i diamanti, sono già innamorata di me stessa”…! Bella canzone cazzara da ballare in giro per i qualche club HipHop R&B. Mi piace, ma non penso abbia possibilità come singolo.
13) Bounce
e tra i singoli estratti c’è anche sta bomba, sta favola, che è un misto tra sonorità indiane, hiphop, e truzzate commerciali degli anni ’90, sorprendentemente ne esce veramente un pezzo da buttare a tutto volume nella propria autoradio, che ti fa venire voglia di ballare come un attore di bollywood in botta!
Il video è sicuramente il più bello registrato in questa New Classic Era, ed è un vero peccato che il successo di questa track si sia limitato all’Australia e qualche paese europeo sparso qua e la…!
Notevole e coinvolgente, quei pezzi uptempo che seppur un po’ truzzi, hanno quel fascino etnico per il quale ho avuto sempre un debole si dai tempi di Truth Hurts con la sua “Addictive”.
14) Rolex
abbassiamo i toni su “Rolex”, un pezzo decisamente più rilassato, dove però Iggy continua con rime taglienti ad affermare il suo impegno lavorativo, “Rolex non fa tick tock, ma baby, il mio tempo costa”.
Niente di troppo rappresentativo, e per me skippabile, per questo relegata a Bonus Track.
15) Just Askin’
Pezzo pop friendly, anche “Just Askin'” è ben lontana dalle canzoni regine del disco. Pure questa traccia è stata inclusa solo nella versione deluxe del disco.
Della nostra nuova generazione di artisti, per ora solo l’incredibile Nicki Minaj era riuscita ad impressionare a livello commerciale, ritagliandosi una vera fetta di mercato, e segnando il ritorno di moda delle rapper in rosa, ma ora pare proprio che la Minaj non sia più da sola in questo campo!
Nessuno avrebbe scommesso su Iggy, ai tempi di “212” infatti tutte le aspettative erano puntate verso Azelia Banks, che tuttavia ad oggi non è riuscita fare il colpaccio.
Iggy dal canto suo con questo album si colloca bene in quella fascia di HipHop solido ma gradito anche ad un pubblico più Pop e commerciale, proprio come fece la Minaj con le produzioni di RedOne, ma forse addirittura con più classe e tatto.
Una missione veramente ardua per una bianca, non americana, in una scena dominata da afro-americani, ma alla fine con le giuste collaborazioni ed il sostegno di una buona etichetta, questa scommessa pare essere stata vinta da Iggy!
Certo, bisognerà attendere le prossime settimane per capire se si tratta solo di un fenomeno passeggero, o se con “Black Widow” la ragazza riuscirà nuovamente ad imporsi.
A noi se bianca, nera, americana o australiana, importa veramente poco, ci piace sapere che l’HipHop al femminile ha trovato una nuova protagonista in questa generazione oltre alla pur sempre superiore Nicki Minaj, che a livello di flow è veramente ancora su un’altro pianeta rispetto all’Azalea.
Il disco noi lo consigliamo, per essere un debutto è veramente un prodotto solido ed una delle release più sorprendenti di questo 2014! Ci guardiamo bene però dal chiamarlo “un nuovo classico” del genere perché così proprio non è, benché sia veramente di buona qualità.
The Review
Recensione in breve
-
The New Classic