Jennifer Hudson fa parte a pieno titolo del patrimonio vocale della nuova generazione di artisti R&B-Soul! La cantante è una sorta di piccola Aretha Franklin e la sua voce per molti è la più bella dell’attuale scena musicale contemporanea.
Grande voce, al giorno d’oggi, non fa sempre rima con grandi vendite e successo commerciale, ed è proprio il caso di Jennifer, che ha già pubblicato due album nella sua carriera, ma non è mai riuscita a trasformarsi in una grande “seller”.
Per colpa di chi? Forse per colpa dell’intero andamento dell’industria musicale negli ultimi anni, forse per l’immagine troppo poco “provocante”, forse per delle produzioni musicali più alternative e meno commerciali. Fatto sta che secondo noi Jennifer Hudson fosse venuta fuori in un’epoca musicale come quella degli anni ’80 e ’90 non avrebbe avuto problemi ad esplodere e confrontarsi con altre voci leggendarie.
Qualitativamente la discografia di Jennifer è stata fino ad oggi ineccepibile, ed ha ricevuto comunque grande affetto da parte della critica, ed anche dai veri intenditori di musica (come il presidente degli Stati Uniti).
Il terzo disco “JHUD” è chiaramente un rimettersi in gioco con sonorità diverse rispetto ai precedenti dischi, per proporci un’immagine più allegra e delle sonorità più ritmate.
Ma non illudetevi, la Hudson non ha voluto vendersi l’anima, ed ha forgiato un disco sempre di altissima qualità, senza alcun tentativo di trovare una hit facile o arruffianarsi il pubblico con canzoni facili!
1) Dangerous: è subito una dichiarazione d’intenti di Jennifer per questo album! Si tratta di una uptempo ritmata, con dei flavour che richiamano assolutamente al passato. Una canzone da Diva, e scelto come quarto singolo dal progetto, che al momento purtroppo non ha fatto registrare dati di vendita confortanti. Impossibile rimanere impassibili a questo vibe, ed a questo modo di cantare. Il brano è stato prodotto da Ninteen85 e Kozmeniuk, e ritroviamo una Jennifer pericolosa, sensuale e sicura di se. Canzone senza tempo che non stufa mai…
2) It’s Your World feat. R.Kelly: è stato subito amore quando ho sentito questo splendido duetto tra Jennifer ed R.Kelly, “It’s Your World” è una canzone soulful, funky, con delle remiscenze anni ’70 prodotta DJ Terry Hunter. Un ballo vocale splendido tra la potenza di Jennifer Hudson, e la profondità di Kellz. Terzo singolo del disco, che ha ottenuto molta visibilità nelle radio americane Urban AC, ma che purtroppo non è riuscito ad espatriare all’estero o nelle radio Urban più “giovani”. Un pezzo notevole, dove nel minuto 3:30 i due sfoggiano tutta la loro grandiosità. Idillio per gli amanti della musica R&B di un certo spessore!
3) He Ain’t Goin’ Nowhere feat. Iggy Azalea: un duetto con la rapper australiana era del tutto inaspettato, ma a quanto pare ci sarà anche un duetto di “scambio favore” nella re-release di The New Classic nel disco di Iggy. Il brano registrato all’interno di JHUD è stato prodotto da Pharrell, e si tratta di una uptempo di gran classe, ma forse è il brano che lascia meno impressionati in quanto ad originalità. Diciamo che da un duetto di “interessi” di questo tipo, poteva nascere qualcosa di più forte.
4) Walk It Out feat. Timbaland: secondo singolo di questa Era, mal cagato in ogni chart senza ragione! “Walk It Out” è una canzone che cresce con gli ascolti, una midtempo prodotta da Timbaland, che ascolto dopo ascolto mi ha fatto completamente perdere la testa. Troviamo una Jennifer Hudson, conquistatrice, sensuale, senza essere volgare, stupendi gli arrangiamenti, la produzione, i ritornelli, i cori, e la voce grintosa ma controllata e morbida di Jennifer. La gente forse non era pronta per questo twist, ancora troppo legata alla Jennifer in carne che canta ballate malinconiche…! Questo pezzone meritava assolutamente di più…
5) I Can’t Describe (The Way I Feel) feat. T.I.: è stato il primo singolo, prodotta da Pharrell, anche qua una produzione da Diva di altri tempi, grande classe, grande controllo, grande attitudine. Rispetto a “Walk It Out” per gusto personale mi piaceva meno, ma devo ammettere che anche in questo caso avrebbe dovuto ottenere qualche riscontro in più nelle charts. Un vero peccato. Il brano ha un groove pazzesco…
6) I Still Love You: un tuffo al cuore, di fronte ad una uptempo dance, ma non quella dance spicciola degli ultimi anni, ma la musica dance dei remix delle dive anni ’80 e ’90. Un pezzo da vera Diva, vocalmente impeccabile, dove la voce regna sovrana nonostante la potenza della produzione dance. Impossibile non pensare ad alcuni momenti della discografia di Whitney, anche se le due voci sono veramente differenti. Potrei ascoltare questo pezzo da mattina a sera, veramente notevole…
7) Just That Type Of Girl: quanto è donna sto pezzo? Parte la base al piano ed il beat e ti viene in mente una passerella ed un esercito di fotografi, ti viene in mente la Gaynor, ed i magnifici anni del divismo dei seventies. Tra le produzioni di Pharrell in questo disco senza dubbio la mia preferita.
8) Bring Back The Music: è carica di significato questa canzone, è un vero appello verso il pubblico e l’industria musicale, quella di riportare la “vera musica” nel nostro mondo, e con un progetto così coerente a livello musicale e di stile, Jennifer Hudson può permettersi di trasmettere un messaggio simile, a favore della qualità musicale che è andata a scemare, specialmente negli ultimi 10 anni. In fondo tutto il progetto JHUD è costruito intorno a momenti epici della grande musica delle Dive e del passato. Il pezzo ti abbraccia, e ti coccola, e trasmette un messaggio importante, tanto da lasciarti un po’ malinconico alla fine. Anche noi diciamo Bring THE MUSIC Back….
9) Say It: e riprendiamo ritmo, ricominciamo a muovere il piedino sotto la sedia con “Say It”. Inutile dire che anche qua lo facciamo con classe e con richiami al passato, anche qua ci troviamo davanti ad una produzione “senza tempo”, quel tipo di canzone che poteva tranquillamente essere stata rilasciata negli anni ’70. Bel pezzo con contaminazioni rockabilly, funky, e soul, dove la voce superswaggy di Jennifer di alterna ai cori. Stupenda!
10) Moan: Okey okey, Jennifer Hudson in JHUD non aveva alcuna intenzione di interpretare le solite ballate, ma almeno un brano di questo tipo doveva proprio darcelo! Lo ha fatto a fine disco, con il brano numero 10 “Moan”. Un pezzone della madonna, dove si sente tutta al bellezza di questa voce incredibile, dove ritroviamo una Jennifer Hudson malinconica che canta meravigliosamente e con classe, senza però strafare e mostrare il “muscolo” a livello vocale. Divina, non abbiamo altre parole per descriverla. Ti senti completamente abbracciato dal calore. Non poteva congedarsi meglio…
JHUD ci mostra chiaramente un lato inedito di Jennifer Hudson, e ci mostra chiaramente quanto questa ragazza non abbia alcuna intenzione di prostituirsi ai trend musicali dei giorni nostri! Io lo trovo un progetto forse troppo magro di “tracklist” ma assolutamente valido nei suoi contenuti. Ogni brano ha un suo perché, ed ogni brano ha grande dignità.
La opening week di vendite negli Stati Uniti è stata veramente cattiva nei confronti di questo progetto, piazzamento solo alla numero 10 con 24 mila copie vendute, tipo che quando ho visto le cifre, mi è salita una gran rabbia! Ma oramai siamo abituati a vedere progetti di livello, fare una brutta fine, semplicemente perché studiati come “album” e non come collezioni di “hits” acchiappa classifiche.
Nessun rimprovero a Jennifer, che nel suo percorso artistico per ora mi è piaciuta moltissimo, e spero vivamente continui su questa strada. Una vera testimonianza di R&B, Soul, e Divismo di rara bellezza e levatura.
Per noi progetto promosso
R&B Junk Rating 8/10