Dopo più di un anno di singoli usciti un po’ a caso senza una precisa direzione, Katy Perry ha finalmente rilasciato il suo quinto album in studio “Smile”.
La promozione dell’album è stata confusionaria, non solo per la pandemia da coronavirus ma anche per la gravidanza della Perry che ha dato alla luce pochi giorni fa la figlia Daisy Dove Bloom.
Il disco, appena uscito, non ha ricevuto critiche favorevoli, ricevendo un punteggio di 56/100 sul sito Metacritic (basato su 13 recensioni).
Gli album della Perry non hanno mai ricevuto particolari lodi dai critici, ma questo potrebbe sembrare l’ennesimo segnale di un flop annunciato per “Smile”.
Abbiamo quindi deciso di dare anche un nostro parere su questo controverso nuovo album della Perry…è davvero così pessimo? Scopriamolo con la nostra recensione track-by-track.
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NEVER REALLY OVER
Il disco si apre con questa stupenda traccia pop, uscita addirittura il 30 Maggio 2019 e subito amata dai fan della Perry. Si tratta di un pezzo ben scritto, sulla fine di una storia d’amore, e ottimamente prodotto dal dj Zedd.
Nonostante la sua qualità, il pezzo non ha sfondato come le precedenti hit di Katy, arrivando comunque a un buon piazzamento alla numero 15 della Billboard Hot 100. Si tratta di un’ottima traccia d’apertura per “Smile”, forse però fin troppo conosciuta ormai.
CRY ABOUT IT LATER
La seconda traccia sembra continuare il discorso iniziato con “Never Really Over”. Katy è stanca di soffrire e vuole solo divertirsi senza pensieri, fingendo di star bene finché non sarà vero.
Si tratta senza dubbio di un ottimo pezzo, ben fatto e nettamente superiore alla maggior parte dei singoli rilasciati. Ci chiediamo per quale motivo il team non abbia deciso di puntare su un brano con tali potenzialità prima che la Perry, ormai neomamma, fosse impossibilitata a promuoverlo.
TEARY EYES
La terza traccia “Teary Eyes” continua la triade delle lacrime con cui inizia questo album. Si tratta di un vero e proprio “cry on the dancefloor anthem“, pop-dance e catchy al punto giusto.
Katy ha spesso parlato di questo brano nelle interviste promozionali dicendo di non vedere l’ora che i suoi fan lo ascoltassero. Capiamo come mai la cantante ne sia orgogliosa: il brano funziona e non poco.
DAISIES
Scelta come vero e proprio lead single del progetto, la quarta traccia “Daisies” rallenta momentaneamente il ritmo dell’album. In questo brano, Katy riflette sulla difficile gavetta prima di raggiungere lo status di pop diva.
Si tratta sicuramente di un buon brano, con un bel testo ma una melodia non proprio originale. Il pezzo si è rivelato in generale troppo debole per trainare l’album, avendo il suo peak nella Billboard Hot 100 solo alla posizione 40.
RESILIENT
La quinta traccia “Resilient” è a tutti gli effetti una filler track. Il testo incita ad avere forza nelle situazioni più difficili, su una produzione carina ma senza particolari guizzi creativi.
Il brano scorre senza infamia e senza lode, rivelandosi forse più adatto allo status di bonus track.
NOT THE END OF THE WORLD
La situazione migliora con il brano successivo. “Not the End of the World” ricorda vagamente uno dei più grandi successi della Perry, l’amatissima “Dark Horse”. Le atmosfere e la struttura del brano sono effettivamente simili ma il pezzo non ha la stessa forza della hit del 2013.
Si tratta comunque di un buon brano, ben inserito nel disco, che incita ad avere coraggio nel rialzarsi nei periodi peggiori. Questo argomento è forse il filo conduttore dell’album: dopo la cocente delusione “Witness”, anche Katy ha deciso di cambiare prospettiva e vivere in modo meno competitivo e più positivo.
SMILE
Arriviamo alla title track e dobbiamo essere sinceri: nonostante l’ottimo testo, c’è qualcosa in questo brano che semplicemente non funziona.
Apprezziamo la voglia di Katy di raccontare come abbia affrontato un periodo buio della sua carriera, ma dubitiamo che il messaggio arrivi con una produzione così generica e a tratti fastidiosa.
CHAMPAGNE PROBLEMS
Non c’è dubbio che il principale trend musicale del 2020 sia il ritorno della disco music, abbracciato pienamente soprattutto da Dua Lipa con il suo ottimo progetto “Future Nostalgia”. Katy si era già avventurata nel genere durante l’era “Prism” (“Walking on Air”) e ritorna a farlo in questo nuovo album.
“Champagne Problems” è un bel brano pop catchy e spensierato, con contaminazioni disco. Dedicata al marito Orlando Bloom, la canzone parla della felicità di rifugiarsi in un nuovo amore che possa durare tutta la vita.
TUCKED
La nona traccia “Tucked” riporta più di ogni altra alle atmosfere scanzonate della “Teenage Dream” era, a partire dai riff di chitarra fino alla melodia allegra e spensierata. Anche qui si parla di amore, vissuto come fuga dalla realtà.
Si tratta di un buon brano pop, forse un po’ troppo safe dal punto di vista delle sonorità ma in perfetto stile Perry.
HARLEYS IN HAWAII
Pubblicato ad Ottobre 2019, “Harleys in Hawaii” è stato il terzo estratto da questo progetto quando era ancora in fase di realizzazione.
Prodotta anche da Charlie Puth, la traccia è più soft e raffinata nelle sonorità senza perdere in fatto di orecchiabilità. Si tratta sicuramente di un brano che cresce con gli ascolti e si rivela davvero di ottima fattura.
ONLY LOVE
La penultima traccia “Only Love” sorprende per la sua dolcezza ed eleganza. È un brano pop veramente ben fatto e ben cantato, scritto quasi sotto forma di confessione in cui Katy si augura di lasciarsi alle spalle un mondo fatto d’odio e vedere solo amore.
Ottima la scelta di inserire questo pezzo nella parte finale dell’album, perché ne riassume in maniera incantevole il messaggio principale.
WHAT MAKES A WOMAN
La standard edition dell’album si chiude con la dolcissima “What Makes a Woman”, tematicamente staccata dalle tracce precedenti. Su atmosfere più country e folk, Katy parla dell’impossibilità di descrivere esattamente cosa renda una donna tale.
Ottime l’interpretazione vocale e la scrittura, per un brano rilasciato come ultimo estratto promozionale a pochi giorni dal termine della gravidanza e dall’uscita dell’album.
La deluxe edition del disco contiene le già conosciute e per niente memorabili “Small Talk” e “Never Worn White”, mentre la Target Edition ha in più la meritevole “High on Your Supply” (scritta insieme a Ryan Tedder) in cui Katy critica la rincorsa degli stereotipi da social network su atmosfere prettamente pop.
Tirando le somme, dobbiamo ammettere che “Smile” non è assolutamente un progetto pessimo.
È in realtà un buon album pop in pieno stile Perry, che mescola senza particolare innovazione atmosfere già proposte negli album “Prism” e “Teenage Dream”.
La scelta dei singoli promozionali, “Never Really Over” a parte, è stata per lo più sbagliata commercialmente. Le canzoni più forti del progetto (“Cry About it Later” e “Teary Eyes” su tutte) non sono state estratte e non potranno per il momento più essere promosse dalla neomamma Katy.
Ci dispiace in realtà che questo progetto, in cui Katy racconta come ha superato un momento difficile della sua vita, sia stato penalizzato sul nascere da una gestione confusionaria.
Bisogna però notare che non ci sono particolari innovazioni e “Smile” non aggiunge molto alla discografia della cantante che speriamo torni tra qualche anno con un progetto meno sfortunato.