La Luna ha sempre affascinato tutti. Misteriosa e lontana, è stato l’ideale punto di arrivo di molti, fin da quando si è bambini. Nel suo ultimo album “Satellite Flight: The Journey to Mother Moon”, Kid Cudi cerca di entrare in contatto con la parte oscura di sé, la sua solitudine e la sua emarginazione. E’ questo che rappresenta il viaggio sulla Luna per lui. Mescudi non ha fatto ritorno su quel satellite per scappare dalla realtà che non vorrebbe vivere, ma per ritrovarsi. La Luna è, insomma, la nuova prospettiva, la prospettiva magica che ha avuto da bambino e che cerca di ritrovare ora.
Stilisticamente, non definirei l’atmosfera dell’album cupa. Le tonalità basse che ascoltiamo favoriscono il senso di meditazione e contemplazione in cui ci conduce l’autore. Non si tratta neanche di un album rap vero e proprio, ma l’artista non ha tradito il suo stile.
Il viaggio di Kid Cudi è un viaggio che, per lo stesso album, non è stato semplice. Ad aprile 2013, Kid Cudi lascia la G.O.O.D. Music, rimanendo comunque in ottimi rapporti con tutta la G.O.O.D. Family (lo ritroviamo, infatti, in tour con Big Sean e nell’ultimo album di Kanye West, “Yeezus”). Con l’annuncio del nuovo e ultimo capitolo della trilogia “Man on the Moon”, il cantante di Cleveland annuncia un Ep, trasformatosi infine in album, che avrebbe fatto da ponte tra il precedente album “Indicud” e il nuovo “Man on the Moon III”. Non a caso, infatti, l’ultima traccia di “Indicud” si intitola “The Flight Of The Moon Man” e il suo finale serve da preludio a questo album ed alla traccia iniziale, “Destination: Mother Moon”.
L’album è stata una piacevole sorpresa. Kid Cudi ci ha tenuti sulle spine, dicendo che ci avrebbe dato un preavviso minimo per l’uscita di “Satellite Flight: The Journey to Mother Moon”. Lo spiacevole rischio di leak (che ha colpito il precedente “Indicud”) è stato, così, evitato e abbiamo potuto godere meglio l’album. Nella versione digitale, ci sono 10 tracce, di cui 4 solo musicate. Sarà pubblicata anche una versione fisica dell’album, che conterrà altre tracce e (probabilmente) l’atteso remix di “Day ’n’ Nite”, pregustato nel mixtape del 2008, “A Kid Named Cudi”.
Essendo un album estremamente introspettivo e personale, le produzioni sono tutte di Kid Cudi. Solo in tre tracce si affianca l’amico Dot da Genius. Iniziamo, dunque, il viaggio nelle tracce e nei testi di questo album.
2. “Going to the Ceremony“. Kid Cudi è approdato sulla Luna e canta del senso di smarrimento che prova. Le tonalità della traccia sono estremamente basse e la chitarra che guida la traccia esalta il disagio del cantante, che beve per non pensare al suo senso di smarrimento. Ma la forza di questa chitarra e batteria che crescono ci introducono anche alla reazione che il cantante inizia dal secondo verso. Allacciate le cinture, il viaggio introspettivo è iniziato, “ci stiamo andando, tutto questo sta accadendo“.
3. “Satellite Flight“. Anche se ci sono persone che non vogliono il bene nostro e del cantante, a noi questo non deve importarci. Canta nel secondo verso Mescudi: “Forza, non essere timido. Abbassa la guardia e lasciati trasportare, fai ciò che vuoi, qualunque cosa tu scelga. Ti dico che non potremmo perdere. Hai visto la Terra da questa prospettiva? Scommetto di no”. Quello che serve, quindi, è vedere tutto da un’altra prospettiva e non farsi scoraggiare.
5. “Balmain Jeans” con Raphael Saadiq. La Luna stavolta è all’interno del cuore di Kid Cudi. Sembra aver trovato la ragazza giusta ma analizza sé stesso per capire questo volto sconosciuto dell’amore. Troppo breve la parte cantata di Raphael Saadiq. Il suo maggior contributo lo ascoltiamo nell’accompagnamento con la chitarra a Kid Cudi.
6. “Too Bad I Have to Destroy You Now“. Altra tracia contro chi gli vuole male. Stavolta oggetto delle critiche di Mescudi sono i blogger e i critici musicali, che non apprezzano il suo stile musicale. Beh, evidentemente neanche quest’album è per loro!
7. “Internal Bleeding“. Un nuovo viaggio all’interno di sé. Kid Cudi ha passato fasi negative nella sua vita, “le ha provate tutte”, tra droghe e alcool e sta lasciando che le sue emozioni fuoriescano. Adesso non si scoraggia più, “al diavolo tutte i più vuoti anfratti [dell’anima], non li temo. Sono qui, il guerriero. Eccomi, il guerriero”.
10. “Troubled Boy“. Con la traccia di prima, Kid Cudi fa “Ritorno sulla Terra”. Ma questi ha appena sperimentato sulla propria pelle che il suo ritorno non è stato come si aspettava. “Sembra che nessuno voglia il ragazzo con problemi“, anzi la gente dice “lascia perdere il ragazzo con i problemi“. Il brano si interrompe all’improvviso. Come riprenderà il prossimo capitolo?
Un’ultima riflessione. Da sempre Kid Cudi ha lasciato che ogni traccia parlasse di una parte di sé, di una delle facce della sua vita. Quest’album non fa eccezione, come avrete letto. Se non verranno rilasciati video o singoli poco importerà, così come poco importerà che ci siano tracce più o meno radio-friendly. Quest’album è un viaggio in sé stessi ed una riflessione sul proprio essere e sul proprio passato. Non sarà stato facile pubblicare ciò, e questo merita una grandissima ammirazione. Se tra queste 10 tracce cercate la hit dell’anno, mi spiace dirvi che non è in questo genere di album che dovrete cercare.
R&B Junk Rating: 9/10