Oramai nella carriera di molti cantanti nel bene o nel male, tra successi ed insuccessi, tra nuove leve e veterani c’è un disco che non può mancare e che ci fa sempre piacere ascoltare: il disco a tema natalizio.
Pochi sono quelli che non ne hanno ancora rilasciato uno; tuttavia proprio nessuno ha resistito alla tentazione di registrare almeno un brano natalizio; e quando dico nessuno intendo letteralmente.
Poteva quindi mancare un disco a tema nella ormai quasi trentennale carriera della “fatina del pop” Kylie Minogue? Ovvio che no.
Il disco in questione è il secondo della sua carriera in cui compare come produttore esecutivo, intitolato semplicemente “Kylie Christmas”, ed è stato rilasciato il 13 novembre in 2 versioni: una standard e una deluxe contente 3 tracce esclusive e un dvd. A fine mese, per i più appassionati, verrà rilasciata anche una deliziosa versione in vinile.
Pensando alla Minogue ci si aspettava la formula “disco-pop e tanti glitters”. In realtà ci ritroviamo di fronte ad un progetto un tantino più elaborato e raffinato, che ricorda in un certo senso il suo delizioso greatest hits acustico “The Abbey Road Sessions” (ultimo vero successone commerciale) in quanto il genere proposto e le modalità di registrazione sono in grandi linee le medesime: voce, un’orchestra e recording sessions per la quasi totalità in analogico.
Effettivamente pensandoci bene un disco di natale è, volenti o nolenti, in perfetta sintonia con la carriera di Kylie, e solo ora che si è concretizzato in molti si chiedono perché non lo abbia fatto prima.
Nonostante non sia l’idea più originale che potesse avere, è riuscita a ricevere attenzioni proprio perché la sua immagine su un disco di Natale ci sta eccome; poi conoscendo la classe ed il talento della Minogue non può che valere la pena dare “un orecchio” al progetto.
Ascoltiamo e commentiamo assieme questo nuovo disco traccia per traccia e scopriamo se sarà “un magico Natale”:
01. “It’s the Most Wonderful Time of the Year”: Il disco non poteva aprirsi con una traccia più adatta; cover del classico popolare delle feste, originariamente interpretato da Andy Williams e datato 1963, che ci prepara a quella che sarà un po’ l’atmosfera del disco, facendo da “intro”.
La melodia esplode immediatamente con un sound e una produzione pop volutamente retrò, in cui è proprio la voce della minuta cantante a fare da protagonista con la sua deliziosa timbrica e la sua accattivante pronuncia che la rende davvero irresistibile. E’ subito Natale ragazzi!
02. “Santa Claus is Coming to Town”: Seguendo quello che può essere definito un filo logico davvero azzeccato nella seconda traccia ci troviamo forse di fronte al duetto, nella visione comune, più interessante del disco; la fatina del pop si incontra virtualmente niente poco di meno che con Frank Sinatra, in un altro classico senza tempo delle feste natalizie.
Il ritmo è incalzante, la produzione impeccabile ma non pretenziosa premia la cantante che veste benissimo vocalmente il jazz d’altri tempi, amalgamandosi in maniera buona alla voce del suo accompagnatore (sebbene ci avrebbe fatto piacere trovare qualche “guizzo” in più” da parte di Kylie, che in alcuni punti risulta essere un po’ “schiacciata” da Sinatra).
Andare a metter mano su pezzi come questo è davvero pericoloso; questo si può definire veramente un brano senza tempo (la prima registrazione conosciuta risale al 1934 per voce di Harry Reser tuttavia non si sa se sia stata incisa precedentemente da qualche altro cantante), se precisiamo, volutamente ripetendoci, che l’ospite del brano è niente di meno che Frank Sinatra (che registrò i suoi versi nel 1948), si può dire che la cantante abbia fatta un lavoro di tutto rispetto.
03. “Winter Wonderland”: L’atmosfera cambia un po’ nella cover di un altro pezzo senza tempo sempre datato 1934 e di cui , anche in questo caso, non si conosce il primo vero interprete.
Il brano presenta tre elementi base nella strumentazione: trombe, piano e batteria; la voce di Kylie si fa più delicata e sensuale; nitida e ammiccante scivola si muove nella brevissima durata del brano di 1:50 secondi.
Un pezzo dal sapore acustico dato proprio dalla produzione scarna. Non male, ma troviamo che altri artisti che si siano cimentati su questo brano siano riusciti a far decisamente di meglio. Pur essendo eseguito bene, il pezzo non riesce a mantenere viva l’attenzione dell’ascoltatore già dopo alcuni secondi. Giusta la scelta di ridurre la durata di questa cover, non proprio riuscitissima da questo punto di vista.
04. “Christmas Wrapping”: Dopo una brevissima parentesi sensuale il ritmo torna ad essere più deciso nella cover del brano dei The Waitresses, che vede la collaborazione a mio parere più inusuale del disco: quella con Iggy Pop. La cantante gioca con la sua voce usandola principalmente su due registri e sposandosi benissimo con quella del suo “compagno di traccia”.
A rendere il pezzo forse il più riuscito è la produzione, che introduce furbescamente delle venature pop e EDM che vanno a braccetto con delle intromissioni rock, senza rinnegare o offuscare la melodia originale.
Il brano culmina nell’ irresistibile bridge e nella deliziosa risata della cantante con cui si chiude la parte vocale del brano. Merita nota l’azzeccassimo featuring che fa si che il pezzo riesca a non snaturarsi dalla versione originale, anch’essa con delle venature post-punk.
Insomma: nulla è lasciato al caso. Ci piace molto questo brano, forse sarebbe stato meglio che Kylie avesse sperimentato e puntato del tutto su sonorità di questo tipo, con rifacimenti pop dei classici di Natale. La bella cantane australiana invece ha optato per una strada più “tradizionale”, rimanendo quasi del tutto in ambito jazz. Peccato. Da lei ci saremmo aspettati un po’ più di brio.
05. “Only You”: L’atmosfera cambia del tutto con la collaborazione con James Corden nella cover del pezzo datato 1982 del duo Yazoo. Questa è la prima ballata del disco ed anche il primo singolo estratto dal progetto. Malinconia in questa traccia, una sorta di pausa più riflessiva e romantica all’interno del disco.
Anche qui troviamo una produzione davvero modesta ma efficace; voce e piano che danno al pezzo un sapore quasi live. Il brano perfetto per i momenti romantici. Le voci dei due interpreti stanno davvero bene assieme e riescono a creare un’atmosfera magica. La scelta come primo singolo è quantomeno discutibile. In realtà il brano più che natalizio sembra quasi estratto dalla colonna sonora di un film d’animazione Disney. Buon pezzo, ma ci tira abbastanza giù dopo il pieno di energie fatto con la traccia precedente.
06.“I’m Gonna Be Warm This Winter”: L’atmosfera ritorna a ravvivarsi nuovamente con questo pezzo che presenta delle sonorità molto “Grease”, date da una mescolanza di pop’n’roll con venature funk e jazz orchestrale. Il ritmo è incalzante; la voce della cantante in questo caso punta sulla sua timbrica piuttosto che sulle capacità tecniche. La produzione è quella originale di Connie Francis datata 1962. E’ un pezzo che non brilla, potremmo considerarlo un filler. Pare proprio che le idee comincino a scarseggiare.
Questo tipo di produzioni non sono nuove nella discografia della cantante australiana ma, forse per caso o forse no, sono sempre state utilizzate come b-sides anche nei suoi progetti più famosi.
Una canzoncina davvero deliziosa ma non una delle migliori del progetto, forse un po’ frettolosa e mal posizionata nella tracklist.
07. “Every Day’s Like Christmas”: Dopo ben 6 tracce arriva finalmente il primo brano inedito del progetto. Unico autore è Chris Martin, che partecipa anche nei cori in una produzione tipicamente Stargate
Si tratta di una mid-tempo deliziosamente elettronica che ricorda le più recenti produzioni della cantante nel suo album “Kiss Me Once”; la voce dell’ interprete è dolce, delicata e sentita.
Una produzione moderna che si discosta notevolmente dalle tracce precedenti. Brano che per essere un inedito non porta niente di nuovo nella discografia della cantante. Si lascia ascoltare molto bene. Ovviamente le analogie con lo stile dei Coldplay sono molteplici, perciò il pezzo suona come “già sentito” paradossalmente.
08.“Let It Snow”: Cover di Kylie del classico senza tempo datato 1942 interpretato da Vaughn Monroe, non nasce con questo progetto ma è un brano già rilasciato come singolo promozionale nel 2010 durante la promozione del suo album “Aprhodite”.
Va precisato che la produzione segue in tutto e per tutto quella della versione originale e che la cantante utilizza la sua “vocina” sexy e irresistibile su una base nuovamente dal gusto vintage, composta da flauti e archi. Abbiamo sottolineato che il pezzo non sia nato con questo progetto e lo si percepisce; anche la voce della cantante è utilizzata in maniera diversa, forse una rivisitazione e una nuova produzione avrebbero evitato questo piccolissimo inconveniente. Tuttavia dato che non siamo così pignoli, questa cover ci piace molto, è una canzone che tutti noi amiamo, e devo dire che Kylie riesce a farla sua in maniera riuscitissima.
09. “White December”: Il secondo inedito del progetto vede la stessa Minogue come autrice principale. La produzione presenta un mix di pop e rock mescolati ad elementi orchestrali; forse il pezzo in cui la cantante usa di più ed al massimo la sua voce.
Dopo una partenza un po’ atipica il pezzo prende la classica strada della canzone natalizia, forse perdendosi un po’ in una melodia che sa di “già sentito”; tuttavia è un brano natalizio e questo lo si può perdonare, anche perché pur non portando assolutamente nulla di nuovo è irresistibilmente catchy.
Effettivamente questo pezzo potrebbe essere tranquillamente la “All I Want For Christmas Is You” della cantante australiana, e a mio parere un buon singolo, che singolo non diverrà mai a causa della poca originalità. Avremmo preferito di gran lunga questo alla ballad con Corden.
10.“2000 Miles”. Cover del celebre brano dei The Pretenders datato 1983. Anche qui Kylie dà prova di sapere come utilizzare al meglio la sua voce.
La produzione non si discosta particolarmente da quella soft rock con elementi orchestrali del pezzo originale con l’unica differenza che qui la cantante ha voluto dare un’interpretazione ancora più delicata e praticamente acustica del pezzo, mettendo al primo posto la strumentazione orchestrale a discapito del sound più deciso dato dalla vena soft-rock del brano nella versione originale.
L’effetto è amplificato dai cori che accompagnano una Kylie estremamente attenta nel passare da un registro vocale all’altro nelle varie parti del pezzo e del breve bridge.
Curiosità: si dice che la cantante abbia chiesto ai suoi colleghi-amici quale fossero i loro pezzi natalizi preferiti e che questa cover le sia stata suggerita da Natalie Imbruglia che presentò una sua versione del pezzo nel 2008.
11. “Santa Baby”: Quando si pensa al Natale, questo classico è senz’altro uno dei primi a venirci in mente, tuttavia non siamo molto entusiasti della collocazione di questa cover all’interno del progetto.
Questa versione del classico jazz-natalizio originariamente interpretato da Eartha Kitt e Henri René nel 1953, è la stessa, medesima e identica versione che la Minogue propina ed infila in ogni sua release, purché avvenga tra i mesi di novembre e dicembre, esattamente da 15 anni, ovvero dal 2000, quando fece la sua prima apparizione come b-side nel singolo “Please Stay”.
Il pezzo è ben mixato non si discosta quasi per nulla dalla versione originale ed é ben posizionato nel disco; la voce di Kylie è sempre deliziosa ed ammiccante; come nella compagna di “a volte ritornano”, “Let It Snow”, ma il discorso resta sempre lo stesso: se proprio doveva esserci, una nuova versione non avrebbe certamente infastidito. È anche vero che è per giustizia nei confronti di questa traccia “nomade” prendere un senso e una “casa” nell’album natalizio della cantante; oltre che per evitare di ritrovarcela ancora in qualche futura release (chissà..).
Tuttavia, a parte considerazioni personali, il pezzo può essere promosso, nonostante quella sensazione un po’ di distacco data dal fatto che non nasce con questo disco.
12.”Christmas Isn’t Christmas ‘Til You Get Here”: Per il terzo inedito del progetto nella sua versione standard, troviamo ancora la cantante come autrice principale del pezzo.
In questo caso si tratta di un’allegra up-tempo natalizia non molto elaborata e forse un po’ troppo frettolosa nella produzione, che da a primo impatto l’idea di una teen-pop song; e forse è proprio questo il fine, giustificato dal fatto che la traccia comunque funziona benissimo in prossimità del termine del disco come una sorta di ultimo allegro saluto prima della chiusura.
Merita una osservazione la voce della cantante utilizzata davvero in maniera notevole nell’acuto finale. Si può parlare in questo caso di una filler track che comunque potrebbe avere un suo perché all’interno del disco, forse più per il testo che per le sonorità.
13.“Have Yourself a Merry Little Christmas”: Quale modo migliore di chiudere un disco natalizio se non con l’augurio di Natale più coverizzato della storia?
La produzione è ancora una volta volutamente poco pretenziosa, vedendo nuovamente come unici protagonisti uno stupendo coro di archi e la voce della cantante; un pezzo che sa deliziosamente di acustico in cui Kylie non ha paura di lasciarsi andare ed usare al massimo le potenzialità della sua voce.
La struttura e la melodia non potevano che restare praticamente quelle del pezzo originale, interpretato originariamente da Judy Garland nel 1944, ma poi reso famoso da Frank Sinatra che ne modificò parzialmente il testo. Un modo davvero bello di chiudere il disco per la Minogue, che ci delizia sussurrandoci ed augurandoci “Merry Christmas” proprio nella chiusura definitiva del pezzo.
DELUXE:
14. “Oh Santa!”: Questa traccia, che vede la Minogue come autrice, è il quarto inedito del progetto, che secondo noi meritava l’inclusione nella standard version del disco.
La voce ammiccante e sensuale della cantante è accompagnata da una produzione caratterizzata da trombe e da un irresistibile contrabbasso che dà il via e chiude la canzone.
Una traccia che avrebbe avuto certamente più senso di una “Santa Baby” all’interno del progetto base, anche perché la struttura nel complesso è identica, ma sarebbe stato qualcosa di nuovo, nato col progetto e che non avrebbe creato nessun punto di rottura o di disappunto tra i fan della Minogue.
15.“100 Degrees”: Il quinto inedito del progetto, oltre che secondo singolo da esso, vede ancora la cantante come autrice principale e la meno famosa sorellina Dannii come ospite.
La produzione è impeccabile e le voci delle due sorelle vanno mano nella mano, il brano parte con un cantato in cui irrompe improvvisamente un basso che prende un ritmo crescente fino ad esplodere in una miscela disco-funk anni ’70.
Forse tra le tracce relegate nella sola versione deluxe quella che più meritava per qualità un posto nella versione base del disco. Il brano ha tutto il potenziale per essere un singolo in pieno “Minogue style”, infatti nonostante sia stato tagliato fuori dal progetto base entrerà in rotazione radiofonica dal prossimo 27 novembre. Giustizia fu.
16. “Cried Out Christmas”: Sesto inedito del progetto, ancora una volta vediamo il nome della cantante tra gli autori; la traccia ci fa riassaporare le atmosfere da “ballo della scuola anni ‘50” con una produzione pop-soft rock molto semplice ma con una Kylie che sa come compensare con la sua voce.
Tra le tre bonus tracks quella meno d’effetto, la cui funzione è meramente quella di chiudere per una seconda volta il disco.
La versione deluxe inoltre contiene un dvd, che include video backstage delle tracce “It’s the Most Wonderful Time of the Year”; “2000 Miles”; “Christmas Isn’t Christmas ‘Til You Get Here”; “100 Degrees”; “I’m Gonna Be Warm This Winter” e “Oh Santa”.
Video davvero godibili anche se creati con Retrica forse a causa di un budget ristretto, o volutamente semplici.
In fondo è proprio la semplicità una caratteristica di questo disco.
I punti forti del disco sono la capacità della cantante di usare la sua voce al massimo delle sua potenzialità nonostante come sappiamo ella non abbia una notevolissima estensione vocale; Kylie gioca bene le sue carte, soprattutto quella della timbrica che funziona benissimo anche in veste acustica, per la cronaca la Minogue sa cantare.
La produzione è buona e le canzoni sono volutamente collocate in un determinato modo, azzeccato nella quasi totalità dei casi.
Inutile dirlo, nonostante le classifiche ultimamente non la premino spesso, non si può negare che Kylie piaccia alla maggior parte del suo pubblico come personaggio, non è volgare e non ama strafare pur di apparire, la consapevolezza delle sue potenzialità ma anche dei suoi limiti rendono i suoi dischi (in generale) davvero buoni e spesso ingiustamente sottovalutati.
I punti deboli del disco sono la presenza di qualche traccia inadeguata, filler di cui avremmo fatto volentieri a meno, e il fatto che quello che è stato inizialmente presentato come un album “discotecaro” di Natale sia stato poi trasformato in un progetto dal sound tradizionale, che di originale ha ben poco.
Inoltre due delle tracce relegate come bonus tracks avrebbero potuto facilmente trovare spazio e più senso all’interno della tracklist della versione base del progetto.
E’ un disco che parte bene ma che si perde un po’ per strada, con qualche picco più alto. Come detto nell’analisi del brano in collaborazione con Iggy Pop, forse avremmo preferito che Kylie fosse partita da basi completamente diverse, portando un po’ di brio e freschezza nel rispolverare vecchi classici natalizi, che ci piace sempre riascoltare durante le feste, ma che ci avrebbe fatto ancor più piacere poter apprezzare in una veste del tutto nuova. E badate bene, non stiamo dicendo che li vorremmo in vesti discotecare.
Questo non è un progetto che ci sentiamo comunque di condannare: Kylie canta bene, usa bene la voce, le cover sono eseguite bene. Davvero, non le si può contestare nulla se guardiamo questo, ma questo qua non è il miglior disco di Natale di sempre, e noi ci saremmo aspettati qualcosina di più.
– Grazie a Corrado Pinna
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