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In attesa del nuovo album 2023 di Lana Del Rey, eccoci qui a scoprire alcune delle sue perle musicali nascoste
Sono tornato a scrivere qualche riga su un’altra artista che amo: Lana Del Rey.
Ammetto di essermi innamorato prima della sua immagine che della sua musica, ancora quando MTV passava la clip di “Video Games”, mi ha preso da subito, come quando per strada si incontra quella persona che fa girare la testa. Non so dire cos’abbia di speciale il suo aspetto per avermi colpito tanto, ma così sono andate le cose.
Immaginate che incredibile sorpresa scoprire che oltre alla bella ragazza del video, Lana è anche (e soprattutto) un personaggio incredibile, coerente e capace. Ha portato nel panorama di questi anni la musica di cui avevo bisogno e da allora ho sempre continuato a seguirla con grande interesse e sincera ammirazione. La sua voce è magnifica, il suo stile particolare la caratterizza e le sue canzoni portano una carica emotiva che difficilmente si trova nella musica di altri artisti.
Mi piacerebbe farvi leggere questo articolo proprio come l’ho pensato e scritto, ossia facendo partire la canzone per poi leggere ciò che ho scritto su di essa, nella speranza che amiate questi brani e che vi possano fare capire (o apprezzare ancora una volta) la grandezza e il talento di Lana Del Rey. Chissà che qualche suo detrattore non comprenda perché è tanto amata, magari continuando a portare avanti comunque la sua idea.
“Carmen” da Born To Die
Iniziamo dall’album più conosciuto di Lana, “Born To Die” (2012), con una canzone scritta dalla stessa assieme a Parker, con la meravigliosa produzione di Emile Haynie e Bhasker, si tratta di “Carmen”. Fu nizialmente scelta come singolo digitale, poi sostituita da “Blue Jeans” per il mercato internazionale.
Ne venne comunque rilasciato un bel video dallo stile che segue la scia della videografia di questa artista. La critica ha apprezzato molto il pezzo definendolo autobiografico, metaforico ed esaltandone l’intento morale.
“Carmen” è una canzone che sta davvero molto a cuore a Lana, in un’intervista disse trattarsi del brano che sentiva più vicino e più personale tra quelli del disco, tanto da affermare di non poterne parlare troppo. La cantante dà prova di possedere una grande interiorità, spesso tormentata e lo trasmette a chi l’ascolta.
Questo fa di lei una vera artista, Lana è così come la si vede, non è felice, e ne vuole parlare. Ci troviamo di fronte ad un’artista che probabilmente non ama i riflettori nonostante siano la sua vita e le cose non possano che andare avanti così.
Il testo è ricco di riferimenti e collegamenti che evidenziano le capacità e la cultura di Lana, è ambientato a Coney Island, tappa fondamentale nella sua carriera e la protagonista del brano soffre, come ne ha sofferto l’autrice in giovane età, di alcolismo.
La storia che ci racconta questa canzone mette la pelle d’oca: Carmen è una donna abituata a vivere nel lusso e nel fasto, ricchezze che fa proprie grazie alla sua vita immorale e vendendo se stessa. Non è felice di vivere così e non lo augura a nessuno perché conscia della sua interiorità vuota e della sua perenne solitudine, ma nessuno lo sa, nessuno capisce.
E’ una donna che non è abituata a vivere e non sa come farlo, ed è una donna consapevole, sa che la vita di alcol, droghe e prostituzione che conduce la farà sprofondare nella depressione fino alla morte, sta già morendo, ma, anche lei come Lana, non può cambiare.
Nonostante questo, Carmen inganna tutti, sorride come se fosse felice e tutti l’ammirano per la sua bellezza: è giovane, ha solo diciassette anni e non ha mai conosciuto l’innocenza. Di notte esce a festeggiare, quello stesso festeggiare è la condanna della sua vita.
“Put your red dress on, put your lipstick on
Sing your song, song, now, the camera’s on
And you’re alive again”
Quando i riflettori sono puntati su di lei Carmen torna ad affascinare e conquistare gli estranei che la amano e la pagano, torna così a vivere e dimentica tutti i suoi problemi.
“I Can Fly” da Big Eyes: Music From The Original Motion Picture
In questi anni abbiamo imparato a conoscere Lana anche per il suo impegno nella colonna sonora di diversi film, sicuramente conoscerete tutti “Young And Beautiful” tra le altre. Per questa rubrica abbiamo pensato di scegliere un pezzo che personalmente apprezzo moltissimo e che appartiene alla colonna sonora del film di Tim Burton “Big Eyes” (2014); non si tratta del brano omonimo, ma di “I Can Fly”, utilizzato per i titoli di coda. Inizialmente era stato scritto “Big Eyes” per questo ruolo, ma poi la si ritenne troppo triste per chiudere il film, fu così che Lana e Rick Nowels si misero a lavorare a quest’altra canzone dalle atmosfere meno cupe.
Lana, oltre ad essere la principale autrice del brano, si cala egregiamente nella parte interpretativa. La sua voce riesce ad esprimere benissimo la sensazione di libertà che Margaret, la pittrice protagonista del film, prova nel momento in cui finalmente esce dalla prigionia espressiva e dall’identità negata a cui l’aveva relegata il marito fino ad allora.
Il testo ci racconta le emozioni che si provano una volta che si assume coscienza di essere stati usati e finalmente si ritrova la propria libertà.
Chi parla rimprovera il marito d’averla tenuta chiusa in una gabbia e di averla usata, probabilmente di non averla nemmeno mai amata, ma soltanto sfruttata per trarre dei profitti. In questo senso cadono le certezze del passato e c’è una malinconica delusione per essere stati stupidi così a lungo. Ora però è il momento di spiccare il volo con le proprie ali, di tornare ad essere liberi e di potercela fare senza l’aiuto di nessuno. L’artista può cercare di fare emergere se stessa senza filtri e caricare su di sè oneri e onori.
“I can fly,You had me caged up,Like a bird in mid-summer,
You saw me waiting,I was crazy, on fire,Waiting to fly,
I can fly.”
Con questi primi versi Lana spiega il motivo che ha portato l’artista a cadere in gabbia: lei era pronta per emergere, prendere il volo, e scalpitava per riuscirci. L’uomo che la rinchiuse lo aveva capito e riuscì a ingannarla per servirsene. E’ accaduto perché allora lei non aveva i mezzi per capire, da ora non sarà più così.
“Hit And Run” unreleased track
Forse pochi sanno che quando si parla di Lana una parola chiave è “unreleased”, proprio così, in giro per il web c’è materiale per mettere su almeno cinque, sei album suppongo. La cosa interessante quanto fastidiosa è che non è musica da buttare via, anzi ci sono canzoni veramente molto belle. Con questa terza tappa voglio invitarvi a fare qualche ricerca e chissà che non scopriate qualche altra unreleased degna di tutto rispetto (vi assicuro che ce ne sono!).
Dato che c’ero ho colto la palla al balzo ed ho scelto un pezzo che potesse mostrarvi un lato assolutamente diverso di Lana, qualcosa di cui nei suoi album ufficiali non c’è nemmeno l’ombra.
Mi sono letteralmente fissato con questo pezzo dal primo ascolto, si tratta di un brano pop ipnotico in cui la voce di Lana calza a pennello col ritmo della canzone, qualcosa che ci avvicina più ai remixes delle sue canzoni che alle album tracks vere e proprie (da segnalare che ne esiste anche una versione più lenta reperibile online).
Il testo è stato scritto dalla stessa Lana, mentre del produttore non si sa nulla. La traccia risale probabilmente al 2010, in ogni caso sono certo che un pezzo del genere potrebbe fare ancora oggi ottimi numeri in classifica, è veramente bellissima!
Il testo a primo ascolto appare più leggero rispetto a buona parte della discografia di Lana, ma è tutt’altro che scontato, infatti ancora una volta Lana riesce a raccontare una storia interessante e a sollecitare l’attenzione su un tema che riguarda la fama.
La canzone parla di una giovane ragazza di periferia che incontra un “gran signore” che le offre la bella vita, il successo. Lei ne rimane incantata e lo guarda con occhi adoranti. Dopo le prime strofe a prendere parola è l’uomo che cerca di convincere la ragazza a lasciarsi coinvolgere per salire alla ribalta assieme in quel mondo di fama e denaro.
“You know this world is mean,
Nothing’s for free,
It’s money and technology,
Together we’d be deadly.”
Ecco la critica al mondo della fama e al business musicale. Attraverso questi versi Lana dice che nel music business niente è “gratis”, è un mondo che funziona con soldi e tecnologia, questo starebbe a significare che molti cantanti pagano per le proprie canzoni ed usano mezzi tecnologici per far apparire migliori se stessi e la loro musica.
“Pretty When You Cry” da Ultraviolence
Salto in avanti fino al 2014 con “Pretty When You Cry”, brano contenuto in “Ultraviolence”. Si tratta di un album che ho veramente consumato. C’è chi dice sia peggiore di “Born To Die”, ma non credo proprio sia così, semplicemente ci si sposta da qualcosa di più commerciale (anche se il commerciale a cui siamo abituati oggi in “Born To Die” non esiste proprio) a qualcos’altro che ha ben poco da spartire con le radio, ma che trova grande accoglimento in chi ama questo genere, qualcosa di più serrato, “meno per tutti”.
“Ultraviolence” dimostra non solo il talento, ma anche il coraggio di una grande artista che pubblica la SUA musica, non quella che gli altri vogliono da lei e io mi auguro con tutto il cuore che continui a mantenere fede alla sua identità di artista che può e deve evolversi, ma non svendersi.
“Pretty When You Cry” è frutto della collaborazione di Lana e del suo chitarrista Blake Stranathan. E’ interessante che oltre a co-scrivere il testo, la cantante compare come primo nome tra i produttori del pezzo. Ancora più interessante è che la registrazione è stata letteralmente improvvisata: Stranathan suonava e Lana ha cantato spontaneamente l’intera canzone una sola volta. In seguito ha affermato di non volerci più mettere mano, non le interessava di risolvere eventuali problemi, la canzone doveva uscire nel disco esattamente come era stata registrata e pensata in quell’occasione.
A motivare questa scelta Lana disse che soltanto conoscendo il background del brano si può capire perché sia stata registrata in quel modo e debba rimanere tale.
Questa scelta ci permette di avvertire una Lana vulnerabile, con la voce quasi rotta dai sentimenti e dalla malinconia, che ci trasmette una carica emozionale che rende grande l’intero disco.
Il testo è molto toccante e porta alla luce la visione pessimistica che Lana ha della vita e delle sofferenze che essa causa. Tratta della storia tra un uomo che fa costantemente del male alla sua ragazza che continua ad amarlo intensamente. Lana cerca di trovare una giustificazione per il comportamento del suo amato, dice allora di essere più bella e graziosa agli occhi di lui, quando è in lacrime.
“All those special times,
I spent with you, my love,
It don’t mean shit compared to all your drugs.But I don’t really mind;
I’ve got much more than that.
Like my memories, I don’t need that. “
In questi versi la voce di Lana è soffocata dal dolore per questa relazione, il suo uomo è dipendente da droghe ed esse hanno preso il posto che lei occupava nel suo cuore.
Canta di credere che i ricordi e i bei momenti le daranno la forza per portare avanti questo rapporto, nonostante tutto il male che le dipendenze dell’uomo che ama le stanno causando. Così non può lasciarlo, anche se lui ha tradito tutte le sue aspettative per questa storia d’amore.
“Bel Air” da Paradise
Concludiamo questo viaggio tornando indietro di qualche anno, era il 2012 quando Lana pubblicava l’EP “Paradise”, incluso anche nella ri-edizione di “Born To Die”, e lo facciamo con un brano magnifico, si tratta di una delle mie canzoni preferite in assoluto: “Bel Air”. Il testo è stato scritto da Lana con Dan Heath che ne cura la produzione.
Venne rilasciata una clip ufficiale per la canzone, facente parte del mini-film “Tropico”, in cui Lana rappresenta Eva. Nel video di “Bel Air”, Eva e Adamo, purificati, tornano ad avere accesso al Paradiso. Atmosfere oniriche, paesaggi poco definiti e luci soffuse la fanno da padrone e rendono possibile l’emergere del misticismo che questo brano porta con sè.
A mio modo di vedere la traccia mette in luce quelle qualità che portano le persone ad apprezzare la musica di Lana Del Rey. Tonalità dolci, malinconiche e avvolgenti: un mix che sprigiona un carico emotivo molto forte che coinvolge l’ascoltatore trascinandolo in questa dimensione contemporaneamente lontana e vicina alla realtà e ai nostri sentimenti. Quando ascolto Lana ho la testa altrove, eppure non posso fare a meno di pensare e rimuginare.
Non è facile districarsi in questo testo così ricco di riferimenti e allusioni; Lana narra dell’amore per un uomo puro, etereo, quasi divino. Ella è conscia di avere peccato e tradito, ma sa che attraverso l’incontro con lui potrà recuperare la sua innocenza e tornare a realizzare l’amore puro.
“Don’t be afraid of me, don’t be ashamed.
Walking away from my soft resurrection.
Idol of roses, iconic soul. I know your name.
Lead me to war with your brilliant direction. “
In questi versi Lana canta all’uomo che ama di non avere paura, di non vergognarsi di lei perché non lo tradirà più ora che ha lavato i suoi peccati. Gli chiede di condurla alla guerra per l’amore, secondo lei, l’uomo che ama ne ha il pieno controllo, così potranno salire insieme.
Con questo video si è concluso questo breve iter nella musica di Lana Del Rey. Ogni tanto accade di leggere commenti non proprio positivi nei suoi confronti, io credo soltanto che se la si disprezza è perché non viene capita o perché non si cerca ciò che lei ci offre.
L’elevata esposizione mediatica, insolita per un genere come il suo, spesso ha portato le persone ad esprimere un giudizio superficiale su un genere musicale che non può e non deve essere confrontato col mondo mainstream.
Ora non ci resta che aspettare il suo prossimo lavoro, “Honeymoon”, io sono davvero molto impaziente e curioso!
Grazie per aver letto l’articolo e, ancora una volta, mi auguro di leggere i vostri commenti.
– Pubblicato da Mialich (si ringrazia xoxo per il prezioso contributo) –