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Il progetto chiede di modificare i palinsesti musicali per dare spazio agli esordienti e tutelare la tradizione. Al Bano: “Poca cosa: almeno sette su dieci“
Dopo il festival di Sanremo, la Lega ha chiesto di non affidare nuovamente la direzione artistica a Claudio Baglioni e di modificare i palinsesti musicali delle radio nazionali.
“Auspichiamo innanzitutto che la conduzione artistica del prossimo Sanremo non ricada per la terza volta su Claudio Baglioni – ha dichiarato nei giorni scorsi il deputato della Lega Paolo Tiramani, capogruppo vigilanza Rai – ma anche che il Festival diventi veramente la kermesse della musica italiana, un programma del popolo e non di una élite di artisti selezionati probabilmente da un ristrettissimo numero di persone“.
Indicazione seguita ora da una proposta di legge firmata e depositata a Montecitorio dal presidente della Commissione Trasporti della Camera Alessandro Morelli (Lega), il cui obiettivo è puntare sulla nostra musica, dare spazio agli esordienti e tutelare la nostra tradizione.
Le radio nazionali dovranno trasmettere più musica italiana. Un provvedimento che fissa una “quota” per tutte le emittenti: il 33%.
Ciò vuol dire che su tre canzoni trasmesse in radio una dovrà essere opera di autori e di artisti italiani e incisa e prodotta in Italia, distribuita in maniera omogenea durante le 24 ore di programmazione.
E di questo 33%, spiega il parlamentare,
“il 10% dovrà essere dedicato ai giovani autori e alle piccole case discografiche“.
Inoltre “la vigilanza sull’applicazione della presente legge è affidata all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”. Ente che, “a fronte della reiterata inosservanza delle disposizioni di cui alla presente legge, può in ultima distanza disporre la sospensione dell’attività radiofonica da un minimo di otto ad un massimo di trenta giorni”.
Il testo non è ancora stato assegnato anche perché, come spiega Morelli, “si spera di raccogliere il maggior numero di firme tra i gruppi“. “Il sostegno alla musica italiana – afferma – deve essere il più trasversale possibile“.
Una proposta che richiama altri esempi in Europa, come il sistema delle quote, già impiegato da molto tempo in Francia, dove dal 1994, con l’approvazione della legge Toubon sull’uso e la promozione della lingua francese in tutti i contesti, le radio transalpine sono obbligate a trasmettere musica francese per una quota pari almeno al 40% della programmazione giornaliera.
“Solo una canzone italiana su tre è poca cosa. Almeno sette su dieci!“.
Così Al Bano rilancia la proposta di legge della Lega, e anci va oltre: “Bisogna fare come in Francia dove le radio trasmettono il 75 per cento di musica nazionale e il 25 per cento di musica straniera. Occorre tutelare di più la nostra tradizione, come fanno gli altri Paesi“.
Secondo i dati riferiti da Morelli, attualmente nelle dieci emittenti radiofoniche più ascoltate in Italia la quota media di repertorio italiano è inferiore al 23%, con alcuni casi limite in cui tale quota è uguale o inferiore al 10%.