Sono già passati dodici mesi dalla pubblicazione di un album che ha saputo mettere d’accordo pubblico e critica: “Pure Heroine” di Lorde. Per questa occasione ho deciso di proporvi la mia recensione dell’album ad un anno appunto dalla sua uscita. Prima però partiamo con una piccola contestualizzazione del personaggio.
Yelich O connor, in arte Lorde, è nata nel 1996 in Nuova Zelanda. Già da piccola inizia a cantare. La vera svolta arriva per lei nel 2009 a soli 13 anni. Dopo aver visto la sua performance in un concorso scolastico, il padre di un amico di Lorde manda i file audio di cover cantate dalla giovane Lorde a diverse etichette discografiche. Il talent scout Scott Maclachlan, per conto della Universal Music Group, la contatta e Lorde firma il suo primo contratto con una casa discografica. Inizia così a prendere lezioni di canto da un vocal coach della Universal ed intanto collabora con autori di brani per scrivere canzoni.
A fine 2011 conosce Joel Little, autore, produttore e cantante neozelandese. Intanto Yelich sceglie il suo nome d’arte: interessata da sempre all’aristocrazia e la nobiltà decide di chiamarsi Lord e di aggiungere una “e” finale per rendere il nome più femminile.
A novembre del 2012 Lorde pubblica attraverso il suo account Soundcloud l’ EP gratuito “The Love Club”. esso ottiene in breve tempo 60.000 downloads e così la Universal decide di metterlo in commercio. “The Love club” verrà pubbblicato digitalmente l’8 marzo e in seguito anche come CD fisico. Il successo è strepitoso soprattutto in Oceania: 7 volte platino in Australia e platino in Nuova Zelanda. nel giugno 2013 è stato poi pubblicato il suo secondo EP “Tennis court EP”. Intanto era già iniziato il cammino trionfale di “Royals”, culminato in autunno con la conquista della Billboard Hot 100, della UK singles chart, della Euro digital songs chart e della Australian singles chart.
Il successo del brano è stato infine premiato dall’accademia dei Grammy con l’ottenimento del premio come Song of the year e Best pop solo performance. “Royals” non poteva che aiutare il debut-album di Yelich intitolato “Pure Heroine” ad ottenere vendite di rilievo in tutti i continenti. Ad oggi l’album ha venduto ben 2.5000 copie, un ottimo risultato soprattutto considerando le caratteristiche poco commerciali del CD.
Lorde ha anche ricevuto l’incarico di curare la colonna sonora del film “Hunger Games, The Mockingjay PART 1” e proprio ieri è uscito il primo singolo cantato dalla stessa Lorde ed intitolato “Yellow flicker Beat”. Prima di iniziare la recensione mi sembra giusto ricordare un particolare non da poco: Lorde è riuscita a fare tutto questo senza aver ancora compiuto 18 anni.
1. Tennis Court: l’open-track dell’album presenta molte di quelle caratteristiche di Lorde che colpiscono (positivamente o negativamente) l’ascoltatore. Dal testo piuttosto inaspettato per una 16enne al modo stesso di cantare di Lorde passando per i particolari Background vocals. Nella specifica traccia il risultato è positivo soprattutto in quanto spinge l’ascoltatore a risentire il brano. Non siamo però ad uno dei migliori highlights dell’album.
2. 400 lux: la seconda traccia parte con il suono monotono e cupo di una sirena, quasi al limite del fastidioso. In seguito “400 lux” si presenta come un brano electro-pop dalle nel quale la cantante parla di amore, alcol e noia. Se si superano i primi ascolti in cui la focalizzazione tende a focalizzarsi sulla base si potrà anche comprendere il brano in tutte le sue sfumature. Non aveva nè le caratteristiche, nè le potenzialità per diventare singolo ma nonostante ciò “400 lux” è molto apprezzabile.
3. Royals: eccoci quindi alla traccia più famosa di Lorde, una canzone capace di dominare la Billboard hot 100 per ben 9 settimane. Il brano è una midtempo alternative-pop (non di certo rock come spesso viene catalogata) con elementi electro. L’elemento distintivo che se condo me ha reso questo brano un successo è l’atmosfera enigmatica resa ancora di più dalla voce della cantante. A completare questa ottima traccia ci sono delle strofe incalzanti e un ritornello particolarmente incisivo.
4. Ribs: introdotta da 45 secondi strumentali, “Ribs” è un brano pop con influenze dall’alternative, all’electro passando per la dubstep. La canzone ha un percorso in ascesa: sale la voce di Lorde nel corso del pezzo così come l’incidenza della base. Tutto questo però appare chiaro dopo molti ascolti del brano.
5. Buzzcut season: questa traccia, come la precedente, è tutt’altro che immediata e necessita di numerosi ascolti. Personalmente la preferisco rispetto alla precedente. Un tocco molto convincente è dato dalla produzione della base, affidata anche qui a Joel Little. Può essere essere interessante soffermarsi sul testo “Gli uomini ai telegiornali, loro cercano di dirci che perderemo tutti, Ma è così facile intuirlo nella tristezza in cui viviamo, dove tutto è ottimo”.
6. Team: se mi fossi fermato a 10 ascolti di questo singolo, sarei qui a criticarlo in quanto anonimo e poco incisivo. Fortunatamente ho continuato ad ascoltarlo rendendomi conto di come questo brano sia una delle perle di “Pure Heroine”. “Team” può per certi versi essere considerata una canzone anomala: quando ma si è sentita la ripetizione di un verso per 15 volte all’interno di una strofa? Quando capita di sentire una 17enne cantare “Sono stanca di sentirmi dire di alzare le mani in alto”?. Eppure tutto funziona: la base ottima grazie agli handclap, il testo grazie alla sua originalità e la melodia grazie alla sua semplicità. Meritava più successo di quello che ha avuto.
7. Glory and gore: probabilmente “Glory and gore” può essere considerata la canzone strutturalmente e musicalmente più simile ad una classica hit pop. Non è un caso quindi che la traccia sia stata rilasciata come singolo. Sfortunatamente (e anche inspiegabilmente) il brano non ha ottenuto il minimo successo ed è un peccato perchè ha delle strofe convincenti ed un refrain tra i migliori dell’album. Anche qui il testo risulta piuttosto anomalo per una sedicenne: “adesso siamo nel ring e siamo venuti per vedere il sangue….. gloria e sangue vanno mano nella mano potreste provare a prenderci ma la vittoria è contagiosa noi facciamo gli eroi ma credo che stiamo davvero combattendo contro noi stessi maltrattiamo ne nostre menti così siamo pronti quando arriva il momento di uccidere “.
8. Still sane: il carattere alternativo di “Pure Heroine” può essere ricondotto alle basi dei brani minimali ma particolarmente ricercate e alle interpretazioni vocali ‘insolite’ della cantante. Entrambi questi elementi si ritrovano in “Still sane”, canzone che apre l’ultimo trio di brani e segna una discontinuità rispetto ai due brani precedenti, qui però il risultato non è all’altezza dei precedenti brani in quanto il brano risulta anonimo.
9: White teeth teens: “Non sono una ragazzina dai denti bianchi Ho provato a farne parte Ma non ce l’ho mai fatta Il modo in cui sono, il modo in cui sembrano è un’altra cosa”, canzone emblematica dello stile di Lorde, “White teeth teens” è semplice ma complessa allo stesso tempo, difficile da interpretare. Siamo sempre nel pop con influenze alternative ed electro, ma qui Lorde dà un’altra sfumatura a questo suo genere. al Molto belli i cori finali. Ascoltatela molte volte per comprenderla del tutto.
10. A world alone: la standard edition si conclude con il brano più lungo “A world alone”. Siamo davanti a una midtempo dal sapore più elettronico rispetto alle altre tracce del disco. Personalmente tra queste ultime 3 tracce è quella che preferisco. Neanche qui Lorde si risparmia in testi altisonanti “ So che non siamo eterni Siamo un disastro ferroviario in attesa di accadere Un giorno il sangue non scorrerà così volentieri”
il 13 dicembre 2013, con una decisione piuttosto insolita, è stata pubblicata la versione digitale deluxe dell’album ad appena due mesi e mezzo dalla versione standard. Essa contiene altre 6 tracce:
11. No better:la versione estesa si apre con “No better”, unico dei sei brani della deluxe a non far parte anche di uno dei primi due EP di Lorde. Siamo qui in un genere elettropop con diverse influenze. Personalmente ritengo un bel pezzo che poteva meritare di entrare nell’edizione base del CD. Interessante anche la struttura con due strofe e il ritornello ripetuto solo due volte. da citare il refrain “vai avanti fino in fondo divertiti, divertiti più che puoi questo ti porterà giù porta avanti la tua vita fai le tue cose e falle bene questo ti porterà giù”.
12: Bravado: entriamo adesso in un trittico di brani per certi versi diverso rispetto allo stile che ha caratterizzato la standard version dell’album. Forse non è un caso che tutte le 3 tracce erano contenute nel “The Loveclub EP”.”Bravado” è una canzone sinthpop. Non siamo di fronte ad un grande brano ma neanche uno da buttare via. Il testo si colloca nel tema auto-esaltazione, argomento (troppo?) ricorrente nell’album: Sto pensando alla gloria Lecco le mie labbra, getto indietro i capelli E mando un sorriso Tutta la storia è nuova di zecca Posso riprenderla da qui Ritroverò la mia spavalderia”.
13. Million dollar bills: ascoltando queste tracce deluxe emergono le varie direzioni musicali prese da Lorde prima di scegliere lo stile di “Pure Heroine”. Qui siamo di fronte ad un uptempo molto ritmata, coinvolgente come poche tracce nell’album ed in cui ha molta rilevanza la base nel complesso del brano. Assolutamente promossa, se non è entrata nella edizione base del disco forse è proprio a causa di questo stile poco assimilabile ai brani della standard (e anche perchè troppo breve).
14.The love club: anche la title track del primo ‘EP della cantante si presenta molto distante dallo stile per cui Lorde si è fatta conoscere in questi 12 mesi. L’atmosfera è scanzonata, rilassata come mai nell’album. Nonostante ciò però questa diversità non si traduce in un brano di qualità, la traccia appare infatti tra le più deboli ed anonime dell’intero progetto.
15. Biting down: si ritorna ad un sound più “lordiano” con la 15esima traccia “Biting Down”. Atmosfere cupe e i background vocals con la ripetizione di “It feels better biting down”fanno da padroni d questo brano . Un effetto carino ma che alla lunga rende il brano monotono. Forse questa traccia insieme a qualche altro autore/produttore sarebbe potuta essere resa migliore.
16.Swingin Party: l’ultima traccia è l’unica a non essere stata scritta da Lorde o Joel Little, il testo è stata infatti composto da Paul Wasterberg. La canzone scivola via senza far rumore. La performance vocale della cantante non cattura l’ascoltatore come in altri brani Sarebbe stato meglio rendere il brano una sorta interludio e chiudere con qualcos’altro.
Lorde è alternativa. A 16 anni racconta in una maniera originale dei giovani di oggi e dei temi a loro vicini. Non dice quello che i giovani vogliono farsi sentire ma anzi parla dei loro problemi e dei loro drammi. Grazie a questo punto di vista diverso, la cantante ha guadagnato il favore di un pubblico adulto desideroso di sentire una giovane che non scrive pensando se i temi di cui parla sono o no adatti ad una radio ma esprime le ansie e inquietudini di una generazione.
Dal punto di vista musicale “Pure Heroine” ha tanti elementi lodevoli ma anche una debolezza. Tra i punti di forza spicca l’interpretazione vocale dei brani difficilmente accostabile ad altre cantanti (c’è chi ha fatto il nome di Lana del Rey….per me hanno ben poco in comune). Ci sono poi i background vocals, utilizzati quasi sempre ottimamente, rendono i brani ancora più caratteristici. E poi ci sono i testi, autentici, forse stralunati ma comunque specchio di ciò che è Lorde. Se i precedenti fattori potranno tornare nei prossimi album, quest’ultimo no. I testi nascono dall’esperienza di un’adolescente normale che viveva in Nuova Zelanda. I futuri LP di Lorde saranno influenzati dal successo, la fama e le esperienze in giro per il mondo e chissà cos’altro. Da questo punto di vista “Pure Heroine” è irreplicabile.
La debolezza consiste nel fatto che ben 15 canzoni sono scritte e prodotte da 2 persone (Lorde e Joel Little), il che porta in alcuni a casi al sentire tornare ritmi, melodie. Il rischio monotonia è sempre dietro l’angolo soprattutto se si ascoltano 7- 8 canzoni una dietro l’altra. Alcuni brani poi non presentano tratti distintivi e risulta difficili ricordarseli. Per il prossimo album Lorde dovrà puntare principalmente ad una maggiore diversibilità dei brani ( e quindi dei loro autori e produttori). Nella valutazione verrebbe voglia da considerare il fatto che Lorde aveva solo 16 anni durante la composizione dell’album, ma non è il caso di farlo: lei stessa vuole essere trattata come un’artista normale.
Valutazione: 7.5/10
Sembra assurdo dirlo ma per Lorde il difficile viene adesso. Questo perchè nel 2015, a soli 18 anni, dovrà cercare di riconfermarsi. Non potrà ripetersi (pena la monotonia) ma non potrà neanche ‘commercializzarsi’, pena la perdita di tutte quelle caratteristiche distintive che la caratterizzano. Dovrà trovare un difficile equilibrio tra il ripetersi ed il rinnovarsi. Non sarà facile ma se c’è una giovane che può avere queste capacità, quella è proprio Lorde.