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Pink protagonista, ecco i suoi migliori singoli da inizio carriera ad oggi!
La protagonista di oggi della nostra rubrica Pop History è una delle cantanti più celebri degli ultimi 20 anni, che con i suoi sette album, i suoi testi sempre significativi, la sua musica spesso anticonvenzionale rispetto alle tendenze del momento e il suo timbro di voce potente e inconfondibile è diventata una delle più acclamate popstar della nostra generazione.
Stiamo ovviamente parlando di Alecia Beth Moore, in arte Pink,
voce di grandissimi successi dello scorso decennio (e non solo) e vincitrice negli anni di numerosissimi premi ottenuti grazie ai suoi lavori discografici.
Il mondo della musica Pop ha appena goduto dell’uscita dell’ultimo disco Trustfall proprio in questi giorni.
Vogliamo ricordare le grandi hit di questa cantante, una ribelle del Pop
Don’t Let Me Get Me
Secondo estratto dal suo indiscusso capolavoro Missundaztood del 2001, Don’t Let Me Get Me è stato sicuramente il brano con cui Pink ha cominciato a mostrare il suo stile più ribelle e anticonvenzionale: in un energico mix tra Pop e Elettrorock (prodotto da Dallas Austin, celebre autore di grandi hit R&B negli anni ’90) la Moore sfodera un testo tutto centrato sulla non-accettazione di sé e sulla propria volontà di essere e vivere nel corpo di qualcun altro (messaggio parecchio anticonformista, se pensiamo che il 2002, anno del rilascio di questo singolo, sarà anche l’anno di Stripped della Aguilera e della sua Beautiful).
Nelle lyrics Pink cita inoltre il discografico L.A. Reid (che la vorrebbe spingere a modificarsi del tutto) e Britney Spears (mai “carina” quanto lei).
La canzone, nonostante non fosse stata apprezzata a pieno dalla critica per via del testo carico di “self-hating”, riuscì a conquistare il pubblico entrando nella top 10 di più di 15 Paesi e arrivando al disco d’oro in Australia e negli Stati Uniti.
Un grande classico da amare e riscoprire.
Stupid Girls
Dopo un’Era discografica non molto fortunata dal punto di vista commerciale con l’album Try This del 2003, Pink decise di puntare, per il nuovo lavoro discografico I’m Not Dead, su Stupid Girls, singolo in cui la cantante, continuando la strada della ribellione, spinge le donne a rifiutare le immagini sessiste proposte dai media e a intraprendere scelte di vita motivate, intelligenti e consapevoli.
Il messaggio affrontato dalle lyrics emerge anche nel videoclip, in cui Pink parodia le personalità di spicco della tv e della musica dello scorso decennio (tra cui Britney Spears, Paris Hilton, Lindsay Lohan, Mary Kate Olsen e Jessica Simpson).
Stupid Girls, brano dalle notevoli influenze R&B e dagli accenni Reggae, riuscì a far tornare Pink nelle top 20 di ben 20 Paesi in tutto il mondo e a arrivare al disco d’oro negli Stati Uniti, Giappone, Canada e Australia. Da questo momento in poi i singoli anticonformisti della Moore cominceranno ad essere notevolmente acclamati grazie ai suoi messaggi ispiratori e a diventare, l’uno dopo l’altro, dei grandissimi successi.
Blow Me (One Last Kiss)
Per promuovere il suo grande ritorno sulle scene a 4 anni dal suo ultimo album Funhouse (e a 2 da Greatest Hits… So Far!!!) Pink puntò le sue carte su Blow Me (One Last Kiss), una graffiatissima uptempo Power Pop accompagnata da numerose tastiere elettriche (marchio di fabbrica del produttore del brano Greg Kurstin) in cui l’artista canta della fine decisiva di un rapporto amoroso, giudicandola come liberatoria da un legame oppressivo e doloroso, come lo stesso video (diretto dal visionario Dave Meyers) dimostra: una relazione e degli ambienti costantemente in bianco e nero, rotti solo dal rosso deciso del vino e del cuore che esplode alla fine della clip, ispirata ai film del primo Novecento.
Il singolo, divenuto in breve tempo una grandissima hit, segnerà il fortunato percorso dell’album The Truth About Love (il suo maggior successo dai tempi di Missundaztood), conquistando la numero 5 della Billboard Hot 100 per tre settimane e arrivando al platino in molti Paesi, tra cui Italia e Stati Uniti. Ad oggi questa canzone rimane senz’altro la più bella di The Truth About Love (senza nulla togliere agli altri singoli e agli altri brani dell’album, tutti di ottima fattura) e la mia preferita della lunga carriera di Pink.
Just Like a Pill
Facciamo adesso un salto indietro al 2002, anno in cui, dopo l’enorme successo di Don’t Let Me Get Me, la Moore continua a puntare sempre sul Pop Rock (questa volta ancora più crudo, nonostante i tasti di un piano elettrico aggiungano piccole sfumature R&B al brano) con Just Like a Pill, rimasto senz’altro tra i pezzi più rappresentativi della cantante. Il testo, controverso quanto quello del singolo precedente, parla di una relazione dolorosa, che sta consumando l’artista quasi come una dipendenza da droghe (di cui la cantante ha abusato in passato) e il cui messaggio viene espresso al meglio dal video, in cui Pink (questa volta con i capelli neri) viene mostrata da una regia rapida e convulsa prima a terra, poi circondata da un gruppo di persone in una grande sala e infine in una corsa verso la luce esterna (probabile salvezza da un mondo di sofferenza).
Il brano, inutile dirlo, divenne un grandissimo successo in tutto il mondo, spingendosi fino in prima posizione in UK e nelle top 10 e top 20 di altri 16 Paesi, consacrando l’album Missundaztood come il maggior successo ottenuto nei suoi quasi 20 anni di attività e come il prototipo per eccellenza dello stile musicale/testuale di Pink.
Just Give Me a Reason (feat. Nate Ruess)
Facciamo nuovamente un salto in avanti al 2013, anno in cui, reduce dei successi già ottenuti dai primi due singoli di The Truth About Love, Pink continua la sua fortunata Era discografica con Just Give Me a Reason, suggestiva piano ballad cantata assieme a Nate Ruess, voce e leader dei Fun (allora divenuti popolarissimi grazie ai loro brani We Are Young, Some Nights e Carry On). Il connubio tra i due timbri, graffiato quello di Pink e profondo quello di Ruess, rende alla perfezione il dialogo sofferto tra due innamorati che, nonostante il dolore provato nella loro storia, provano ad amarsi ancora. La delicatezza del testo viene accentuata anche dall’atmosferico e simbolico video diretto da Diane Martel, vincitore di un VMA nel 2013 come miglior collaborazione.
La canzone si rivelò subito uno dei maggiori successi della carriera di Pink, arrivando alla numero 1 in quasi 20 Paesi (tra cui USA, Australia e Italia) e conquistando ovunque il multiplatino, confermandosi come il singolo di maggior successo del suo ultimo album in studio.
So What
Passiamo adesso a quella che possiamo considerare la break-up song di Pink, ossia So What, brano dalle forti influenze Elettrorock scritto assieme a Max Martin dedicato all’esperienza della separazione tra la cantante e il motociclista Carey Hart, che aveva sposato due anni prima. Con la grinta e il sarcasmo tipici del suo stile musicale e della sua immagine pubblica, Pink racconta quanto la rottura non possa scalfirla e che, nonostante il dolore provato, non si possa rialzare con le sue forze e con il suo carattere deciso, mostrato anche nell’ironico videoclip diretto da Dave Meyers.
So What, primo estratto dall’album Funhouse, risultò un successo stratosferico a livello di vendite, entrando nel 2008 nelle top 20 settimanali di 25 Paesi, ma anche nelle top 30 dei singoli più venduti di quell’anno (negli USA arrivò in ventiquattresima posizione), riconfermando ancora una volta l’amore che il grande pubblico ha sempre dimostrato per la musica di Pink.
U + Ur Hand
Dopo i grandi successi già ottenuti con i primi due singoli da I’m Not Dead, Pink decide di continuare la sua quarta Era discografica con U + Ur Hand, pezzo Power Pop dominato da forti chitarre elettriche e da liquidi sintetizzatori e prodotto da hitmaker quali Max Martin e Dr. Luke. Il testo, dominato da forti allusioni sessuali presenti già nel titolo, è un grande sfogo della cantante contro gli uomini che in passato hanno cercato di sedurla e abbordarla in discoteca, affermando di “non essere lì per il loro divertimento”. Le lyrics del brano sono, come per altri singoli di Pink, rafforzate da un ottimo video, diretto dal fidato Dave Meyers, in cui un immaginario libro di fiabe si apre sulle storie della cantante, che con grinta manda avanti le sue diverse vite.
U + Ur Hand si rivelò ancora una volta un grande successo, in modo particolare in Italia (dove il brano divenne colonna sonora di un noto spot) e negli Stati Uniti (diventando il singolo di maggior successo di I’m Not Dead). Un brano stupendo, che, nonostante le critiche (alquanto infondate) sulla sua volgarità e sui suoi contenuti espliciti, è ancora oggi uno dei più apprezzati dai fan di Pink.
Raise Your Glass
Per celebrare i suoi primi 10 anni di carriera Pink volle pubblicare un greatest hits contenente non solo i suoi grandi successi dal 2000 al 2010 (da There You Go fino all’allora ultimo singolo Glitter in The Air), ma anche due inediti, di cui il primo ad essere rilasciato fu Raise Your Glass, un brano Dance Rock che la Moore scrisse assieme ai due fidati collaboratori Max Martin e Shellback e che volle dedicare al suo pubblico, non sempre apprezzato dal mondo circostante, anticonvenzionale ma sempre forte e grintoso nella scelta consapevole delle proprie vite. A metà tra una canzone autocelebrativa e un pezzo carico di self-empowerment, Raise Your Glass riesce a trasmettere i suoi messaggi positivi anche grazie al suo video, in cui è rappresentato tutto quel mondo “sbagliato” che ha sempre seguito Pink e ha trovato con lei la forza di reagire alle critiche del mondo esterno.
Il brano si rivelò ancora una volta un grande successo mondiale, raggiungendo la top 20 di più di 20 Paesi in tutto il mondo e conquistando ovunque numerosi dischi d’oro (come in Italia) e di platino (come negli USA, in Australia e in Canada), riconfermando quanto i preziosi messaggi diffusi dalle canzoni di Pink vengano acclamati dal pubblico che la ama e la segue da sempre.
F**kin’ Perfect
Come secondo estratto dal suo greatest hits Pink scelse una delle canzoni più belle mai realizzate nella sua carriera, l’elettronica ballata da brividi F**kin’ Perfect, prodotta da Max Martin e Shellback. Nel testo la cantante invita quanti hanno affrontato grandi difficoltà, depressione, bullismo e non-accettazione ad andare avanti con le loro vite in quanto perfetti così come sono: messaggio meraviglioso, accompagnato da un video, diretto sempre da Meyers, in cui una storia dalle tinte forti di una ragazza incompresa e autolesionista si risolve con un bellissimo lieto fine (la vicinanza del suo grande amore e un legame affettuoso con la figlia da lui avuta).
La canzone riconfermò il grande successo di Greatest Hits… So Far!!!: in quasi tutti i Paesi si confermò un’ottima top 20 hit (arrivando fino in seconda posizione nella Billboard Hot 100) e conquistò diversi dischi d’oro e di platino, chiudendo al meglio l’Era discografica e segnando, nel pubblico della musica Pop, un momento davvero significativo grazie alle sue lyrics cariche di self-empowerment. Un brano che, a 7 anni di distanza dalla sua uscita, merita di essere riascoltato e riapprezzato.
Try
Facciamo un piccolo salto in avanti al 2012 ai giorni in cui l’attesissimo sesto album della Moore, The Truth About Love, viene rilasciato. Pochi giorni prima del disco Pink annuncia al pubblico il secondo singolo tratto dal suo ultimo lavoro, ossia Try, pezzo prodotto nuovamente, come il precedente Blow Me (One Last Kiss), da Greg Kurstin. Il brano si presenta come una melodica midtempo Synth Pop che nel suo energico testo racconta una storia d’amore che, nonostante oscilli tra alti e bassi, la cantante convince a continuare “alzandosi e continuando a tentare”, come anche la stessa clip di Try mostra attraverso le metafore delle danze e dei colori.
Il brano di Pink, inaspettatamente, bissò il successo del primo singolo dell’Era: Try arrivò praticamente ovunque in top 10 e facilmente fu certificato disco d’oro e di platino in diversi Paesi. The Truth About Love, dopo il primo singolo, non poteva davvero avere seguito migliore di questo.
Who Knew
Dopo il grande successo di Stupid Girls Pink per il secondo singolo di I’m Not Dead scelse un brano molto più melodico, romantico ma anche molto sofferto come la stupenda ballata Pop Rock Who Knew, prodotta dai principali collaboratori dell’album Max Martin e Dr. Luke. Brano dalla successione melodica molto simile a Since U Been Gone, primissimo singolo dell’ormai celebre Kelly Clarkson, Who Knew parla di una relazione finita male nella quale la cantante aveva riposto molte speranze e che, a diversi anni di distanza, viene riguardata con grande rimpianto. Il video della canzone, che vede Pink nelle vesti di narratrice esterna ai fatti, usa la metafora delle giostre per sottolineare quanto quell’amore così felice e pieno di vitalità sia destinato alla fine.
Who Knew, dal punto di vista commerciale, fu una buona hit, che riuscì a raddoppiare, in diversi casi, le vendite ottenute da Stupid Girls, raggiungendo le top 10 di UK, Australia e USA e il disco di platino negli ultimi due Paesi. Un brano intramontabile in perfetto stile anni 2000 che non merita assolutamente di essere dimenticato.
What About Us
Singolo trainante del suo ultimo disco Beautiful Trauma, “What About Us” ha ottenuto un successo planetario enorme, piazzandosi alla numero 1 in diverse classifiche mondiali. Ad oggi la ballata struggente di Pink, é stata certificata platino negli Stati Uniti, e fu un ritorno di voce e potenza vocale che nel 2017 la riportò sulle scene più forte che mai.
La scommessa non era facile, firmare un ritorno sulle scene di successo dopo tanti anni, ma il sound fresco, prodotto da Mac, e la grande voce di Pink, sono riusciti a centrare il bersaglio, rimanendo totalmente rilevanti nelle charts di due anni fa.
There You Go
Arriviamo finalmente al brano da cui tutto è cominciato, ossia dal primo estratto dell’album Can’t Take Me Home del 2000, la midtempo R&B There You Go, singolo che adesso, rispetto al repertorio di Pink, risulta davvero atipico. Molto simile a brani quali Bills, Bills, Bills delle Destiny’s Child o a No Scrubs delle TLC (con cui il primo singolo della Moore condivideva il produttore Kevin She’kspere Briggs), There You Go è un pezzo in cui Pink parla del rapporto che ha con una sua vecchia fiamma, a cui ormai non ha più niente da dire se non di “andarsene”, come il titolo della canzone suggerisce e come anche il video, molto vicino ai canoni estetici anni ’90, lascia intendere.
Il brano si rivelò nel 2000 un buon successo a livello di vendite: raggiunse alcuni risultati significativi in Australia, UK e USA (dove There You Go arrivò in settima posizione e alla 2 nella classifica Dance), riuscendo anche ad ottenere alcuni dischi d’oro e di platino. Anche se qui lo stile musicale non è ancora così inconfondibile come quello che Pink mostrerà da Missundaztood in poi, la grinta della sua immagine si fa sentire, e There You Go è un’ottima occasione per riscoprire gli esordi di una cantante che, fin dal primo singolo, aveva già delineato cosa sarebbe diventata in futuro.
Get The Party Started
Un altro singolo piuttosto atipico per la carriera di Pink è il primo estratto da Missundaztood, brano celebre e spesso ricordato come signature song della cantante. Stiamo parlando di Get The Party Started, brano House dalle lievi reminescenze UK Garage scritto e prodotto da Linda Perry (già cantante delle 4 Non Blondes, in seguito celebre produttrice di grandi hit quali Beautiful di Christina Aguilera e What You Waiting For? di Gwen Stefani). Se il testo e il video musicale presentano una Pink decisamente originale e sbarazzina rispetto al resto del suo repertorio, il beat è ancora più originale e interessante, tra tastiere ispirate alla New Wave anni ’80 e successioni ritmiche simili alla hit del 1990 Groove Is in The Heart dei Deee-lite.
Nonostante la canzone ci mise alcuni mesi per raggiungere il successo, si rivelò all’epoca la hit di maggior successo della carriera di Pink, arrivando ovunque in top 5 e conquistando ben 11 dischi d’oro in diversi Paesi (tra cui USA, UK e Francia). Un singolo sicuramente da ricordare insieme a There You Go, per riscoprire un po’ dei generi musicali che, nonostante Pink non affronti più, si sposano benissimo con il suo inconfondibile stile.
Sober
Torniamo adesso ad un brano molto più vicino alle corde di Pink, per quanto riguarda sia l’aspetto musicale che quello testuale. Stiamo parlando di Sober, suggestiva e malinconica ballad Power Pop prodotta, inaspettatamente, da un grande nome della musica R&B/Hip Hop quale Danja (già dietro capolavori del genere quali Future Sex/Love Sounds di Timberlake e Blackout della Spears), che aggiunge alla base dei leggeri tocchi di sintetizzatore. Il testo, anch’esso molto malinconico, parla di una donna che cerca di ritrovare se stessa al di là delle sue cattive abitudini, e viene espresso alla perfezione dall’oscuro videoclip, diretto da Jonas Akerlund.
Anche il secondo singolo di Funhouse si rivelò un discreto successo: raggiunse la top 10 in diversi Paesi (tra cui UK, USA, Germania e Australia) e ben 2 dischi di platino sempre negli Stati Uniti e in Australia. Sober è il brano perfetto per riscoprire una nuova versione di Pink, molto più sofferta e malinconica.
Just Like Fire
Prima di concludere il nostro articolo ricordiamo ancora altri due brani celebri del repertorio di Pink. Il primo di questi è Just Like Fire, un brano Pop Rock dalle profonde influenze Elettropop e Hip Hop prodotto da Max Martin, Shellback e Oscar Holter (dietro brani quali Run Away with Me di Carly Rae Jepsen e True Disaster di Tove Lo) per la colonna sonora di Alice attraverso lo specchio, sequel del noto live-action Disney burtoniano uscito lo scorso anno. Con un testo che cerca di raccontare le emozioni provate dalla protagonista della pellicola, Pink sfodera una delle sue migliori interpretazioni vocali nel brano, nominato anche ai Grammy Awards come miglior brano tratto da una colonna sonora.
Anche Just Like Fire ebe un ottimo riscontro da parte del pubblico: dopo un buon debutto nelle top 50 mondiali, il brano salì fino a toccare, in diversi Paesi, le prime 10 posizioni (in Australia arrivò alla numero 1, negli States si fermò ad un’ottima decima posizione) e a conquistare diversi dischi di platino. Ancora una volta Pink ha sfoderato una grande perla dal suo cilindro (che, tra l’altro, nel video del brano indossa impersonando il Cappellaio Matto).
Family Portrait
Chiudiamo il nostro articolo di oggi con uno dei pezzi storici e più rappresentativi di Pink, ossia Family Portrait, ballata R&B da pelle d’oca realizzata dalla cantante assieme a Scott Storch in cui la Moore ha voluto descrivere uno dei momenti più forti e sofferti della sua vita, quello del divorzio dei genitori, raccontato dagli occhi di se stessa da bambina, che spera ancora di vivere una vita come quella che si vede nel loro patinato ritratto di famiglia. Il video diretto da Sophie Muller spiega ancora meglio il suo desiderio di aver voluto una famiglia felice (impersonato da una Pink bambina che è desiderosa di attenzioni da quella adulta e che alla fine della clip viene portata all’interno del ritratto finzionale assieme a genitori e fratelli).
Il brano, nonostante si rivelò un successo minore rispetto ai precedenti, riuscì a diventare una delle canzoni più rappresentative e motivazionali della carriera di Pink: nonostante la cantante stessa abbia confessato di aver avuto delle difficoltà ad ascoltare Family Portrait senza commuoversi, parecchi sono stati i genitori divorziati che le hanno scritto per ringraziarla, nel corso degli anni, dell’aiuto dato ai loro bambini con questa canzone. Non possiamo che ringraziare anche noi Pink per averci dato una toccante ballata che ancora oggi riascoltiamo e amiamo sempre di più.
Beautiful Trauma
Title Track e secondo estratto di Pink dal suo disco di appena due anni fa, “Beautiful Trauma” fa tornare in video la Pink più dissacrante ed ironica. Un ritorno insomma a quella Pink che si prende in giro, e prende in giro. Quella di Stupid Girls per intenderci.
Midtempo con elementi rock elettrici baciati in chiave Pop, Beautiful Trauma é stato un successo per Pink, anche se meno brillante di altri pezzi indimenticabili del passato.
Trustfall
Il brano fa da secondo singolo all’ultimo album di Pink uscito nel 2023. La cantante torna più forte che mai con questa canzone davvero intensa dal sound moderno e contemporaneo.