Classe 1982, Veronica Scopelliti, in arte Noemi, segna il suo debutto nel mondo della musica che conta nel 2009, con la sua partecipazione alla seconda edizione di “The X Factor Italia“, rivelandosi a lungo termine la cantante più di successo di quella edizione (qualcuno di voi ricorda Matteo Beccucci, il vincitore?).
Nel giro di qualche anno, grazie al suo timbro graffiante, potente e capace di emozionare l’ascoltatore, la rossa Noemi riesce a crearsi un repertorio musicale fatto di piccoli grandi classici, da “Sono Solo Parole” a “Vuoto a Perdere“, e a collaborare con personaggi di grandissimo rilievo del panorama musicale italiano, come Vasco Rossi, Fabrizio Moro, Gaetano Curreri, Fiorella Mannoia e molti altri, riuscendo a togliersi completamente di dosso quell’etichetta da “ex talent” che le stava decisamente stretta.
Lo scorso 12 Febbraio è stato pubblicato il quarto album della cantante romana, intitolato “Cuore D’Artista“, rilasciato in concomitanza con la sua partecipazione alla 66esima edizione del Festival di Sanremo (con la splendida “La Borsa Di Una Donna“) e a due anni di distanza dal tanto audace (per il mercato discografico italiano) quanto riuscito “Made in London“.
Dopo la parentesi londinese, fatta di grande attenzione data alla timbrica e alla produzione dei brani, Noemi torna alla musica cantautorale italiana con un progetto dal sapore d’altri tempi, che deve molto all’album precedente (del resto in “Tutto L’Oro Del Mondo”, canzone di “Made In London”, ci aveva promesso: “è solo l’inizio…“) ma se ne distacca anche, continuando quel processo di evoluzione artistica al quale la leonessa non si è mai sottratta.
Anche per questo progetto la cantante si è avvalsa di grandi nomi della musica italiana; troviamo, infatti, tra gli autori Giuliano Sangiorgi dei Negramaro (“Fammi Respirare dai Tuoi Occhi“), Ivano Fossati (“Idealista!“, uptempo che contiene l’incipit che dà il titolo al disco), Marco Masini (“La Borsa di Una Donna“) e Gaetano Curreri, amico della cantante e leader degli Stadio (“Devi essere Forte” e “Devi soltanto esistere“).
Ognuna delle nove canzoni che compongono il disco mostra sfumature ed angolazioni diverse della cantante, mentre la voce graffiante della cantante è il costante filo conduttore dell’intero disco.
Ecco a voi la recensione track-by-track dell’intero progetto.
1) La Borsa Di Una Donna
Ad aprire il disco troviamo “La Borsa Di Una Donna”, canzone scritta da Marco Masini con la quale Noemi ha partecipato alla 66esima edizione del Festival di Sanremo. Si tratta di una splendida ballad in continuo crescendo che manca di un vero e proprio ritornello: è presente solamente una porzione di testo che si ripete due volte.
La magnifica voce di Noemi riesce a portare letteralmente in vita il testo, molto profondo ed introspettivo che descrive, con grande sensibilità e senza cadere in facili cliché, le fragilità e i punti di forza del genere femminile. Ritratta tramite il microcosmo di oggetti contenuti nella sua borsa, la donna, che cerca ancora il senso del suo ” ricordare e progettare / scordandoti di vivere adesso”, è finalmente serena e auto consapevole dopo “anni spesi per ritrovare / le cose che qualcuno è riuscito a smarrire / la voglia di sorridere, di perdonare / la debolezza di essere ancora / come ti vogliono gli altri”.
“La borsa di una donna” è una valida canzone dal sapore retrò (che non vuol dire vecchio) che riporta in mente i grandi classici della musica leggera italiana ed ha bisogno di più ascolti per essere apprezzata fino in fondo. Forse proprio per questo, nonostante non possiamo non apprezzare la volontà di Noemi di portare all’Ariston una canzone di tale classe e contenuto, era preferibile partecipare a Sanremo con qualche altro brano del disco, magari più immediato.
2) Fammi Respirare Dai Tuoi Occhi
La seconda traccia di questo “Cuore D’Artista” è intitolata “Fammi Respirare Dai Tuoi Occhi” ed è stata scritta da un grande cantante ed autore del panorama italiano, Giuliano Sangiorgi, leader e voce dei Negramaro.
Siamo di fronte ad una midtempo che mescola sapientemente le sonorità rock della band salentina ad elementi electro, con un risultato davvero potente e di grande impatto. Nel testo la leonessa attraverso l’associazione occhi-respiro-colore-grigio parla della necessità che abbiamo molte volte di affidarci alla persona amata nei momenti piu bui per vedere (o, meglio, respirare) attraverso i suoi occhi (“Fammi respirare dai tuoi occhi / l’ossigeno dei giorni che tu vedi colorati / anche quando dai miei occhi perdo fiato e sono grigi / riesci sempre a darmi aria, basta solo che mi guardi“). Anche in questo caso, l’interpretazione maestosa della cantante riesce a dare vita ad un pezzo già di per sé molto bello.
Caratterizzata nei ritornelli da una produzione quasi sincopata in contrasto con l’interpretazione a tratti nostalgica di Noemi, questa “Fammi Respirare Dai Tuoi Occhi” risulta essere uno dei passaggi migliori del disco, che merita sicuramente di essere estratto per l’estate e che avrebbe fatto un figurone anche al Festival.
3) Amen
La terza traccia, “Amen”, con la chitarra presente nei versi iniziali, ricorda vagamente la hit dello scorso anno cantata dalla stessa Noemi e Fedez, “L’Amore Eternit” (le due canzoni condividono un’autrice, Federica Abbate).
Si tratta di una mid-tempo pop rock ricca di percussioni e di grande impatto, impostata come una sorta di preghiera moderna. Partendo da un flusso di coscienza (o autocoscienza) sui momenti più difficili del passato, quando per i troppi colpi della vita (e per i “troppi sogni andati a put*ane“) il cuore aveva smesso di battere, l’anima aveva sanguinato troppo ed era stanca di camminare e i suoi occhi erano coperti di fango, la cantante realizza che “siamo tutti figli della stessa terra e siamo in guerra” (triste verità oggi valida più che mai).
Questa “Amen” deve molto al disco precedente per la particolare attenzione data agli arrangiamenti e alla produzione; anche in questo caso, si tratta di un brano molto potente che potrebbe rivelarsi una grande soddisfazione per Noemi se rilasciato come singolo (sperando che non finisca nel dimenticatoio come era accaduto ad “Acciaio” di “Made In London”).
4) Devi Essere Forte
La traccia n°4, “Devi essere forte”, è strettamente collegata al brano precedente, come sottolinea il fatto che le introduzioni delle due canzoni siano molto simili.
La donna che in “Amen” parlava in prima persona di ciò che ha dovuto passare per diventare la donna che è adesso, ora si rivolge direttamente all’ascoltatore affermando che “devi essere forte / non è vero che devi ridere sempre (…) e devi essere cielo / e non è vero che esiste solo il sereno“.
La voce calda e profonda della cantante, che invita il suo interlocutore a vivere appieno la vita senza paura di visitare “mondi sconosciuti, e dentro il nettare di quei mondi il futuro”, si sposa con una base cupa a cavallo tra rock ed electro, quasi scarna e minimale nei versi che esplode nei ritornelli e nella parte finale.
Un pezzo di grande intensità e contenuto, che riesce ad unire le sonorità internazionali di “Made In London” alla tradizione musicale italiana, nonché uno dei brani migliori del album.
5) Idealista!
La quinta traccia è intitolata “Idealista!” e, oltre a contenere il verso che da il nome all’intero progetto, porta una firma molto importante: quella di Ivano Fossati, mostro sacro della musica italiana.
L’uptempo, caratterizzata dalla forte presenza chitarre dal sapore ispanico-italiano, è una sorta di manifesto di questa era discografica, e, forse, il pezzo con la personalità più forte dell’intero disco. Con un testo spigliato e senza peli sulla lingua (merito dell’autore), Noemi esegue una sorta un resoconto della sua vita (“lascia il passato / sono storie di fantasmi ormai“), delle sue visioni sul modo (“a questo mondo se lavori e ti dai da fare / come un pazzo lo so, stai fedele come un / cane intanto a quelli non glie ne frega un cazzo di te“) e delle sue ideologie (“non ho bisogno di parole complicate / i passi dei poeti consumano i tappeti a casa mia“), riuscendo comunque ad rimanere sicura di sé, spigliata e leggera.
Grazie ad una produzione fresca e ad un testo divertente e pieno di carattere, questo brano potrebbe essere un valido singolo per la primavera/estate, magari accompagnato da un video altrettanto divertente.
6) I Love You
“I Love You”,la traccia n°6 del disco, come si può intuire dal titolo, è incentrata sul sentimento amoroso, finora quasi del tutto assente nel disco.
Ci troviamo difronte ad una raffinata midtempo R&B, che ricorda molto la Noemi degli esordi (“Briciole” e “Vertigini”, soprattutto), con il quale la cantante rallenta i ritmi sostenuti e diversifica le sonorità esplorate finora nel disco. Il testo, composto dalla stessa Noemi assieme a Cheope, affronta il tema dell’amore rivendicando, però, la sua indipendenza all’interno del rapporto (“Cercando il modo / di stare in volo / soltanto se capisci cosa intendo, / non è poi tanto che pretendo / quello che vuoi anche tu“).
Una delle canzoni più “calde” del disco, che necessita di più di un ascolto per essere compresa fino in fondo, e che sicuramente sarà molto apprezzata soprattutto da chi la segue dagli esordi.
7) Mentre Aspetto Che Ritorni
La settima traccia del disco è intitolata “Mentre Aspetto Che Ritorni”.
Si tratta di una midtempo pop con elementi presi in prestito al rock e all’electo, che riprende il tema dell’amore dalla canzone precedente. In questo brano, l’amore viene visto come un viaggio (“siamo due passeggeri di un treno e c’è gente che sale“), nella quale la cantante aspetta il ritorno del suo amato, per il quale imparerà “parole belle quasi da far male“.
La midtempo è caratterizzata da giusto equilibrio tra la tradizione italiana e sonorità pop moderne, e, grazie sopratutto all’interpretazione della cantante, risulta un piacevole e intenso momento dell’album.
8) Devi Soltanto Esistere
La traccia n°8, dal titolo “Devi Soltanto Esistere”, è una potente e coinvolgente uptempo dai toni pop-rock che mostra il lato più ironico della cantante romana.
Anche questo brano riprende la tematica amorosa, concludendo così la “trilogia” che comprende anche le due tracce precedenti, ma lo fa in maniera molto divertente e insolita: troviamo infatti una Noemi molto sicura di sé che, tra metafore bibliche (“se mi spezzi mi moltiplico“) e meteorologiche (“poi nell’inverno, io sarò l’inferno / tutta di fiamme io ti scalderò), si presenta come una risoluta Wonder Woman per il suo amato, al quale spetta solamente il compito di “esistere / il resto più non conta“.
Il brano, grazie all’attitudine dell’interprete e ad un testo molto dinamico e ironico, ricorda i primi lavori da solista di J-Ax ed è uno dei momenti più catchy e radiofonici dell’album, e, pertanto, potrebbe essere un buon singolo in futuro.
9) Veronica Guarda Il Mare
Chiude l’album l’intensa “Veronica Guarda Il Mare”, la canzone più personale e intima di tutto il disco (non a caso nel titolo è presente il vero nome della cantante).
La ballad pop con contaminazioni di R&B è costruita principalmente attorno a chitarra e piano, e nasce a partire dalla visione sconfinata dall’oceano che avvia in Noemi un flusso di coscienza degno dei migliori romanzi di Joyce.
La donna, che fino a questo punto si era dimostrata forte e sicura di sé, qui rivela tutta la sua complessità e fragilità (“lei non sa bene cosa fare / o dove andare / e se ha ancora voglia di rischiare“), arrivando poi ad interrogarsi sulla caducità dei sentimenti e dei rapporti interpersonali (“se ogni ricordo poi svanisce / non si può dare tutto e poi / ricominciare ogni volta daccapo” o, ancora, “se ogni lavoro lui svanisce / non si può dare tutto mai / ma non puoi neanche fare finta / tu di essere qualcun’altro“). In questo panorama, però, da vera donna, Noemi non ha intenzione di desistere (“la sera scende / e lei non si arrenderà / no non si arrenderà / perché lei adesso…“).
Come va completata la frase “lei adesso…“? Dopo un attento ascolto dell’intero disco, è possibile concludere questa frase in vari modi: lei adesso… è pronta, è serena, è completa, è in pace con se stessa, ha capito, si conosce, si accetta, giusto per dirne qualcuna, ma probabilmente proprio questo non voler essere etichettata è la chiave necessaria per comprendere questa fase artistica dell’interprete.
Con assoluta certezza invece, possiamo dire che Noemi è riuscita con grande naturalezza a coniugare produzioni assolutamente non scontate e di grande respiro internazionale a testi mai banali e molto profondi (una rarità ultimamente per il panorama della canzone italiana nazional-popolare); il tutto esaltato dalla meravigliosa voce e interpretazione della cantante.
Questo “Cuore D’Artista“, in conclusione, è un album veramente ben fatto e curato, sincero e passionale, che riesce ad essere graffiante ma al tempo stesso introspettivo, nel quale emergono con grande forza non solo le straordinarie capacità interpretative della cantante, ma anche le consapevolezze di una donna che, con i suoi 34 anni, è in pace con sé stessa, con il mondo e nelle relazioni, amorose e non.
Con questo disco, Noemi, ha realizzato un piccolo grande capolavoro, forse il più equilibrato della sua carriera, e ha dimostrato definitivamente, se ancora ce ne fosse stato bisogno, di essere una delle migliori di questa nuova generazione di interpreti e cantanti.
Sono d’accordo sul piccolo grande capolavoro! Dalla produzione, ai testi, arrangiamenti…tutto, questo è un album che merita tantissimo! Non ascolto altro nelle ultime settimane! Merita davvero più di tutti!
purtroppo il pubblico e le radio non la premiano, lei merita veramante tanto!
Purtroppo si, sono lontani i tempi di Vuoto A Perdere (per me un classico ormai, si ricorderà per sempre) e Sono Solo Parole. La qualità però è sempre alta, il che non mi fa capire perché venga così snobbata. Intanto alla 1 da noi c’è una canzone di dubbia qualità! 😀
D’accordissimo sulla recensione! “Cuore D’artista” è un’album che merita e per essere apprezzato necessita di più ascolti. Spero che recensite anche l’album di Dolcenera! 😀
Non l’ho ancora ascoltato il disco, ma sono sicuro che sia ottimo. Noemi é una delle mie artiste italiane preferite, proprio per la sua voce e per le sue produzioni mai banali. Ho ascoltato la borsa di una donna e l’ho trovata molto bella, ma forse le manca quel qualcosa in più per fartela ascoltare di nuovo. Amen é magnifica!! Ricorda un po lo stile inglese e con il testo e la melodia potrebbe diventare seriamente un singolo boom! Sperando comunque che non la dimentichi nel disco come ha fatto con acciaio, che era magnifica e avrebbe potute darle la possibilità di avere un’ altra hit nelle mani. L’unico problema é che sembra che con gli ultimi due dischi la gente non la apprezzi molto, non ha venduto come i precedenti singoli e dischi. Bagnati dal sole era un pezzo fantastico, ma le vendite non sono state altissime. La borsa di una donna é già quasi sparita da itunes. Io spero che estragga un singolo che diventi una hit di quelle che senti sempre alla radio, forza noemi!