Il panorama musicale inglese si rivela ogni anno come uno dei più versatili e capaci di far risplendere star provenienti da generi diversi. Inotre, nonostante il grande successo di un talent come X Factor, tantissimi talenti riescono a diventare famosi seguendo altre strade. Tra questi c’è Sam Smith. Classe 1992, cugino di terzo grado di Lily Allen, Sam cresce a Londra dove partecipa a spettacoli teatrali/musicali, canta in band jazz e studia canto con la vocalist Joanna Eden.
Il salto di qualità arriva tra fine 2012 e inizio 2013, quando vengono pubblicati “Latch” e “La La La”, due brani in cui Sam Smith è un featured artist e che ritroviamo anche nella tracklist del CD. Forte di questi successi, Sam Smith viene premiato con il BBC Sound Of The Year 2014. La strada per la carriera da solista è spianata. A febbraio 2014 con l’uscita di “Money On My Mind” e soprattutto “Stay With Me”. Si è arrivati quindi al successo di “In The Lonely Hour”, album che ha venduto oltre 3 mln di copie pur non superando mai 330.000 copie in una sola settimana. Il 2014 trionfale di Sam si è concluso a dicembre con le 6 nominations ottenute ai Grammy Awards ed in particolare le 4 nominations nella categorie principali tanto che potrebbe ottenere uno storico poker questa domenica.
Il CD contiene 10 tracce nella standard edition e 14 nella deluxe. Per quanto riguarda i credits, Smith ha partecipato alla scrittura di tutti i brani collaborando con Eg White, Fraser T Smith, Steve Fitzmaurice, Jeff Lynne, autori e produttori che ‘gravitano’ più o meno sempre intorno ai nuovi talenti provenienti dal mondo UK. Ben 7 delle 10 tracce della standard edition durano meno di 3 minuti e mezzo. 4 sono persino sotto i 3 minuti.
1- Money On My Mind: si parte con quello che è diventato il secondo singolo di “In The Lonely Hour”, “Money On My Mind”. Si tratta di un inizio depistante rispetto a come si rivelerà l’album. Sintetizzatori, beat elettronico, caratterizzano una traccia che tiene nascosta la potente vocalità di Sam privilegiando il falsetto. Questa uptempo, diventata una hit in Inghilterra, ha conquistato in tanti con la sua immediatezza. Personalmente non stravedo per il pezzo in particolare per via del testo che tratta del concept già sentito e risentito (e velatamente ipocrita) di quei cantanti che dichiarano di non essere interessati ai soldi: “I Don’t have money on my mind”. Solo pochi anni fa una cantante britannica come Jessie J debuttava cantando “It’s not about the money, money money, we don’t need you money, money, money”….
2- Good Thing: si cambia registro e ci si avvicina alle tematiche e al sound più rappresentativo del Cd in “Good Thing” che però si rivela uno dei più brani più deboli del CD. Arrivano le chitarre, i violini, il pianoforte, tutti elementi chiave del Cd, ma in questa ballad non lasciano il segno se non per l’intermezzo di violini durante il bridge. Non incisiva neanche la voce di Sam.
3- Stay With Me: la conosciamo tutti. Con “Stay With Me” si raggiunge l’apoteosi del gospel in un brano pop. Un connubio spesso di difficile realizzazione ma che in questo caso risulta veramente ottimo, grazie alla splendida voce di Sam, all’ottimo utlizzo dei cori e ad una struttura completa anche nella sua brevità (meno di 3 minuti). Una menzione d’onore va fatta anche al duetto con Mary J. Blige. Io però vi posto la Darkchild Version del brano, è proprio questa versione ad essere candidata in “Best Song Of The Year” e in “Best Record Of The Year”. Non differisce molto dall’originale se non per una più accentuata influenza gospel data dai cori e gli hand claps e il suono dell’organo che attribuiscono al brano un atmosfera ancora più unica.
4-Leave Your Lover: con il quarto brano “Leave your Lover”, ascoltiamo un’altra sfaccettatura della voce di Smith. Si vira verso una piano-ballad in cui il cantante punta sulle note basse ed una interpretazione vocale che sembra ricordare la voce di un bambino, un effetto strano e suggestivo che può piacere o non piacere. Io non la considero uno degli highlights dell’album ma è comunque una buona traccia. Il testo rappresenta l’emblema dell’album: Fai le valigie e lascia tutto, tu non vedi quello che posso darti, Non posso far smettere il mio cuore di battere, Liberami dal mio terrore di mezzanotte, ti darò tutto me stesso Lascia il tuo amato, lascialo per me….Sono innamorato di te e tu non lo saprai mai, Ma se non posso averti passerò la mia vita da solo”.
5- I’m Not The Only One: il quarto singolo di “In The Lonely Hour”, il secondo singolo in quanto a successo, è forse uno di quelli che abbandona le atmosfere blue-eyed-soul per dirigersi verso il pop. Claps in sottofondo, ritmiche serrate caratterizzano una midtempo che ha bisogno senz’altro di numerosi ascolti per conquistare l’ascolto. Una volta ‘compreso’ è difficile non apprezzare il brano. Il pregio principale del pezzo è non stancare anche dopo tanti, tanti ascolti.
6-I’ve Told You Know: la sesta traccia è una delle più sottovalutate del progetto. Si tratta di una ballad con tema un amore atteso e non corrisposto (refrain continuo dell’album) qui però la canzone valorizza al meglio sia l’estensione della sua voce che il suo falsetto. Ma è soprattutto l’interpretazione vocale accompagnata da una base di violini e chitarre che riesce a colpire l’ascoltatore.
7- Like I Can: il quinto singolo dell’album è sicuramente nella top 5 dei brani migliori. Come “I’m Not The Only One” è uno dei brani che strizza l’occhio al pop ma lo fa comunque puntando sulla vocalità del cantante che manifesta in questa traccia una delle migliori interpretazioni del CD, interpretazione che riesce a conferire al brano quel qualcosa in più che probabilmente non avrebbe se cantata da un altro..
8- Life Support: si scende di livello con “Life Support”, non siamo certamente di fronte ad una brutta traccia però non c’è dubbio che inizia a sentirsi un certo effetto ripetizione (chitarre, percussion e utilizzo del falsetto) ed un testo che inneggia sempre ad un amore ‘atteso’: “Sto solo aspettando la tua risposta, ho costruito questo letto per me e per te perchè tu vedrai che sono tuo e tu sarai il mio sostegno vitale, tu sei il mio sostegno vitale”
9- Not In That Way: l’effetto ripetizione raggiunge il suo apice negativo nella ballad “Not In That Way” che ha ben poco per farsi riconoscere sia per il sound che per il testo. Tra le 10 tracce è forse la più debole anche per la perfomance vocale poco incisiva del cantante, poteva essere confinata nella deluxe edition. “Not In That Way” e “la precedente “Life Support” sono i brani più penalizzati dalla breve durata che li fa letteralmente scivolare via senza colpo ferire.
10- Lay Me Down: eccoci al primo e ultimo singolo tratto dall’album. Primo perchè è stato estratto alla metà del febbraio 2013, ultimo perchè Sam ha registrato una nuova versione come singolo ufficiale, il cui video è stato pubblicato pochi giorni fa . E meno male che è stata ripubblicata. “Lay Me Down” è infatti quasi all’altezza dei singoli “Stay With Me” e “I’m Not The Only One”. Inoltre, accompagnata dal piano e da strumenti a corde, l’estensione vocale del cantante inglese risalta come non mai. Una ballad da brividi convincente dall’inizio alla fine che merita più di quanto ha finora raccolto.
11- Restart: si entra nella deluxe edition e la musica cambia, in “Restart” ci troviamo di fronte al ritorno dei sinths e di un ritmo decisamente più sereno dopo “il drammatico” finale della standard edition. Questa “Restart”, pur non essendo nulla di eccezionale, è un esperimento riuscito che dimostra come spesso la voce di un cantante può essere così versatile da poter fare tutto ciò che vuole.
12-Latch (acoustic): prendere una canzone electro-house e farne una versione acustica e un po’ come fare una cover di una canzone di 30 anni fa. L’effetto finale è diversissimo. E un po’ quello che succede con la versione acustica di “Latch”, precedentemente incisa con i Disclosure. Questa nuova veste rende giustizia alla voce di Sam che comunque brillava anche nella versione originale.
13- La La La: l’altra canzone che ha portato a conoscere al grande pubblico il nome di Sam Smith è “La La La” in collaborazione con il produttore Naughty Boy. Originariamente il produttore aveva intenzione di co-scrivere il pezzo e farlo incidere da Emeli Sandè, ma la cantante di “Next to Me” non poteva perchè impegnata in tour, così è subentrato Sam Smith. Si tratta di una uptempo che oggettivamente non mi pare nulla di eccezionale e di cui sinceramente non mi spiego il successo. Ci sono volute ben 8 persone (Naughty Boy, Sam smith e altri 6 autori) per scrivere versi come “Sto coprendo le orecchie come un bambino Quando le tue parole non significano niente, vado la la la ..Sto togliendo il volume quando si parla perchè se il mio cuore non può fermarlo, ho trovato un modo per bloccarlo e vado La la, la la la …”.
14- Make It To me: proprio quando sembrava aver preso un’altra strada, si ritorna invece nel lungo filone di ballad-romantiche di cui già abbonda il CD. Accompagnato come dagli irrinuciabili archi, percussioni e in aggiunta da qualche background vocals, Sam canta “Sei la ragazza che è stata destinata a me, Una sconosciuta distante, che io completerò So che sei là fuori, siamo fatti per stare insieme Allora continua a guardare in alto, devi farcela per me. Un modo coerente per chiudere questo valido album.
Terminato l’ascolto (dopo diverse volte) di “In The Lonely Hour” sorge un dubbio. Il talento di Sam è sfruttato a dovere in questo LP? Probabilmente no. Come spesso può accadere ai debut-album, ci si focalizza troppo su un certo genere di brani componendo un CD potenzialmente ripetitivo in cui spiccano grandi canzoni che oscurano il resto. Si è scelta quindi la strada più facile per far esaltare la voce di Sam accettando implicitamente i pregi e i difetti che ne sarebbero derivati.
Come primo album di un 22enne, si può dire che che il CD è ampiamente promosso. Per il futuro però ci si deve attendere di più, da uno che può sicuramente fare (molto) di più.
Rnbjunk Rating: 7.5/10
Sono aperte le votazioni per la classifica settimanale degli utentidi Rnbjunk; bisogna stilare una top 10 di singoli (stranieri, italiani, ufficiali e/o promozionali) non pubblicati più di 5 mesi fa; la classifica può contenere massimo 2 per canzoni per artista; l’email a cui mandare i voti è sempre classificautenti@hotmail.com; le votazioni sono aperte fino a OGGI, NON PIU’ LUNEDI’, ore 00.00.
Non credo, non è che non ne venga mai su uno di bravo eh.. Se poi tu ascolti solo e sempre George Michael.. Io volevo mi citassi qualcuno in linea coi tempi.
Arriva il George Michael di oggi (neanche dei tempi d’oro) col raffreddore e lo spazza via.
4 è il migliore da tutti i punti di vista. Produttivamente, vocalmente, musicalmente, creativamente. Sarei ipocrita se ne facessi una questione di gusti: è obiettivamente il migliore. Poi certo, se si ama il pop all’acqua di rose si preferisce IASF.
Scusatemi ma è una lagna questo giovanotto per me. Concordo con chi dice che sia sopravvalutato, perchè lo è. A parte che la voce non mi fa impazzire, tenta di avvicinarsi alle vocalità tipiche della musica black, ma a me non piace proprio come canta. Voce a tratti stridula e fastidiosa e le canzoni sono da latte alle ginocchia.
Esistono voci maschili di gran lunga migliori e per me sono quelle di Robbie Williams, Craig David e Ed Sheeran per esempio, ma quella di Robbie su tutte assolutamente.
Amerei un duetto tra Robbie e la mia Iggy ora che ci penso :’)
Sopravvalutato vocalmente? HAHAHAHAHAHAHAHA
Dimmene uno bravo quanto lui (o più)!
Latch electro house no, assolutamente.
Latch è un tipico brano deep house.
Infatti, ma questo dillo a I am Sasha Fierce e non a ”Beyoncè” 😀
Già la penso come te, a me di Beyoncé è piaciuto molto I Am Sasha Fierce anche se si dice che 4 sia il suo album migliore
Not in that way io la trovo molto bella come traccia! Anche più di altre che sono diventati singoli!
Sono d’accordo sulla effetto ripetizione ogni tanto del cd.. Ma alla fine ogni traccia ha il suo perché.
Un bell’album ma può arrivare a qualcosa di ancora più bello e ben fatto in futuro.
Oddio, ha la mia età AHAHAH
Comunque, io ho conosciuto Sam grazie a Taylor che l’ha portato come ospite a una data allO2 di Londra, però Money On My Mind non mi ha mai attratta, poi è arrivata Stay With Me e qualcosa è cambiato.. Finchè non ho sentito Not The Only One che adoro e il video poi è stupendo(con un eccellente recitazione di Dianna Agron). E anche Lay Me Down mi ha colpito tanto, però devo ascoltare bene anche le altre
..E concordo che alcuni brani durano poco, quasi come se non riesci a goderli fino in fondo, adoro le canzoni lunghe dettagliate da 5 min e passa, per altri saranno noiose, ma per me sono pura emozione!
Comunque a me Sam piace, ha una voce calda e profonda, ma preferisco Ed per perchè è più vicino al ‘mio mondo’, ma auguro il meglio a Sam e che si porti a casa tutti i Grammy!
Non avevo idea che fosse di classe ’92 o tantomeno che fosse imparentato con Lily Allen.
Io la mia su di lui e sul suo disco l’ ho già detta altre volte… Ha senza dubbio una gran voce ed è indubbiamente un ragazzo talentuoso, questo non credo lo possa dubitare nessuno.
Inoltre io lo considero, tanto sul piano delle capacità quanto su quello dei riscontri commerciali, il vero debuttante del 2014, titolo che spero gli venga riconosciuto domani ai Grammys con il premio “Best New Artist”.
Tuttavia la sua musica non mi ha mai preso. Nonostante la sua voce, nonostante sappia che ha partecipato alla scrittura dei suoi testi (cosa che per me è molto importante)… Non riesce a trasmettermi qualcosa che vada l’ oltre il constatare la sua bella voce, con una sua canzone.
Il disco l’ ho ascoltato una volta un po’ di sfuggita ma comunque tutto per intero e mi è scivolato addosso… C’ era qualche bella traccia, ma per il resto non mi ha lasciato nulla.
Magari prossimamente gli darò un altro ascolto, però raramente mi ricredo in questi casi, è più probabile che lo faccia quando qualcosa proprio non mi piace.
Quindi io penso che lui meriti tutto quello che sta ottenenedo, ma per il suo talento in sè e non per la sua musica (pensiero personalissimo ovviamente). Spero di potermi ricredere in futuro.
Aggiungo: solo a me è venuto un colpo quando ho scoperto che era il featured di La La La?
Quasi al livello di SWM e IMTOO Lay Me Down?
Per me è stupenda, la migliore del disco per quanto mi riguarda.
Comunque i io sono in guerra con Sam fino alla fine dei Grammy, perché Ariana deve vincere il premio per l’album(so che è una battaglia persa non consideratemi LOL).
Lui è vocalmente sopravvalutatissimo e dubito che possegga vera creatività musicale
Pensa che per me “BEYONCE” è il peggior album di Beyoncé, gli do a malapena un 5.5. La candidatura ai Grammy non è affatto una garanzia d’alta qualità.
Non potrei essere più d’accordo con la recensione di La La La. L’ho sempre trovata una canzonetta stupida e irritante, forse la traccia che ho sopportato meno in assoluto in questi anni.
A me il disco è piaciuto ma il problema di questo disco (esattamente come 21di adele) è che è un disco troppo ripetitivo basta ascoltare una canzone per sentire tutto l album , troppo presente l’etichetta ? Manca forse un pò di coraggio
Pensa che su Metacritic arriva appena a 62 punti critica e 6.7 punti utenti.
oooooooook
Stavo attribuendo aggettivi a quel figlio di papà iper pompato e super-sopravvalutato di Sam Smith
mi chiedi pure il perchè LOL
mi spieghi il senso del tuo commento?
Perchè?
ti prego…ti stai trasformando in un troll anche tu lol
Figlio di papà ( la frase cugino di terzo grado di Lily Allen dice tutto), gonfiato, patetico, scontato, noioso, monotono, montato, falso, finto…..
Io il suo album non lo ho ancora ascoltato, ma mi sembra poco dare un 7.5 ad un album che è stato nominato come Album Of The Year
Un po’ martoriato qua e là dove non lo meritava troppo, soprattutto quando arrivi a parlare di “La La La” trovo la critica veramente eccessiva, io la reputo una canzone tra le più belle in assoluto nel bacino delle hit degli ultimi anni, posso capire che il testo sia apparentemente semplice e “facile”, ma tutt’altro che stupido e banale, quindi perché criticarlo? La sensazione di ripetitività in questo album, sono sincero, non l’ho avvertita, piuttosto segue un certo filo senza distaccarsene quasi mai, per questo lo definirei un progetto coeso più che ripetitivo. 7,5/10 potrebbe anche essere il voto giusto (anche se secondo me l’8 lo meritava abbondantemente), però non se a 1989 viene dato 8/10.
Not in that way è la canzone più bella del disco con un testo semplice e malinconico. Per il resto sono d’accordo con la recensione.