L’industria discografica negli ultimi decenni ha subito drastici cambiamenti. Drastici cambiamenti che non hanno colpito l’industria solo a livello finanziario, ma che si sono ripercossi direttamente anche sugli artisti.
Con l’arrivo del web, della musica digitale, ed ora dello streaming, ci sono decisamente più opportunità di rendersi visibili come artisti, ma è altresì vero che la maggior parte dei BIG di nuova generazione, fatica davvero a sviluppare una carriera longeva e duratura.
Pochi nomi sono rimasti a galla, e pure questi nomi, da Beyoncé a Christina Aguilera, passando per Britney o Rihanna, difficilmente potranno eguagliare numeri e vendite di artiste della vecchia leva come Madonna, Mariah, o Janet Jackson.
Va da sé che le vendite degli album sono scese rovinosamente rispetto ai decenni precedenti, “costringendo” gli artisti a trovare nuove fonti di guadagno, optando per più tour, e tutta una serie di iniziative non direttamente collegate alla musica (cinema, gadgets, profumi, ecc.)
In questo quadro piuttosto desolante, ci sono alcune eccezioni, una in particolare! Si tratta dell’artista britannica Adele, che con il suo album “21” ha reso possibile l’impossibile, smerciando ben oltre i 30 milioni di copie in tutto il mondo, del suo disco rilasciato 4 anni fa. Cifre che hanno colto di sorpresa davvero tutti, e che in qualche modo risultano davvero inspiegabili.
Anche la label “XL Recordings”, etichetta indipendente Britannica, ha visto grazie al poderoso successo di Adele, una crescita davvero fuori dal comune, e sotto molti aspetti inaspettata.
Dietro l’angolo c’è il nuovo album “25”, un disco che solo con le prevendite è riuscito a piazzare approssimativamente 200 mila copie, e che molto probabilmente riuscirà a smerciare più di 1 milione già solo nella prima settimana di rilascio.
Il singolo “Hello”, diffuso da pochi giorni, toccherà secondo le previsioni di vendite la cifra assurda di 1 milione di copie vendute, solamente negli Stati Uniti.
Ma qual’è il vero segreto di questo successo incredibile, forse sproporzionato? Ce lo siamo chiesti e vogliamo provare a darci una risposta con dei punti chiave.
La Voce: chi bene conosce la musica, le vocalità, sa che abbiamo a che fare con una cantante molto brava. Ovviamente siamo assolutamente in chiaro sul fatto che, benché dotata di una voce incredibile, questo punto non è assolutamente tra i più importanti di questo enorme successo, almeno, non sotto l’aspetto prettamente tecnico. Adele ha una voce “magica”, capace di piacere a moltissime persone, e capace di trasmettere molte emozioni, ma siamo pienamente convinti del fatto che nel mondo vi siano cantanti ben più preparate e potenti. Qualcosa di mistico avviene quando questa ragazza canta le sue power ballads, riesce a coinvolgere veramente moltissimo, ed è una qualità assolutamente indispensabile per un’interprete, anche in un periodo dove il successo spesso piove anche su artisti vocalmente impreparati. Voce ottima, di buon livello, con una texture davvero amabile, ma non la migliore sul mercato!
L’immagine: nell’epoca delle Divas con fisici mozzafiato, e con uno staff di stilisti alle calcagna, sembra davvero impossibile che una “cicciona” britannica sia riuscita ad imporsi in maniera così prepotente sul mercato! Eppure questa immagine forse è anche una delle chiavi vincenti di Adele! È la ragazza che tutti potremmo conoscere, la collega di lavoro che mangia troppo, la compagna di classe divertente, la frociarola da portarsi in discoteca, la donna senza troppe pretese e che risulta simpatica (anche se forse non lo é). Insomma, Adele è una Diva adattata ai nostri tempi, con un’immagine assolutamente accessibile, e che sicuramente piace molto anche alle donne.
Adele è Bianca: suvvia, inutile nasconderci, ci sono delle grandi e grosse donne Black che potrebbero soffiar via Adele con una sola nota, eppure uno dei fenomeni più preoccupanti in atto nel mondo della musica è lo strapotere del “Blue Eyed Soul”. In poche parole stiamo parlando di tutti quegli artisti che fanno musica soul, o simil-soul, prendendo sonorità, utilizzo della voce, e storia musicale dalla cultura Black. In un mercato paradossalmente sempre più razzista, questo si tramuta in un vero el Dorado per artisti bianchi (dotati di buona vocalità) che si cimentano su canzoni lente, dalle classiche slowjam, passando alle power ballad, fino a lanciarsi su baby-making songs tipicamente appartenenti alla cultura della Black Music più profonda.
Questa tendenza è stata cavalcata da Adele, ma non solo, possiamo citare tanti altri artisti bianchi che hanno ottenuto successo con sonorità tradizionalmente Black: Sam Smith, Justin Timberlake, Christina Aguilera, Robin Thicke.
Ci troveremo davvero di fronte a numeri del genere se Adele fosse una fiera donna afro-americana? Penso che ognuno di noi sappia la risposta…
La viralità fuori controllo: Il connubio web/industria musicale, ha avuto tanti svantaggi, ma per le labels e gli artisti ci sono anche dei punti su cui fare leva: la grande accessibilità da parte dell’utente, e la messa in atto di una strategia virale! “21” è un album che con le sue gambe è risultato un progetto di successo, ma è riuscito a raggiungere delle vendite da record solamente grazie ad un tamtam mediatico incredibile. Recensioni positive, ed ogni record veniva segnalato da tutto il mondo del web, in un crescendo di chiacchiere intorno al progetto, fino a spingerlo con dei passaparola virali a diventare l’album più venduto del decennio.
La fetta di mercato: Riuscite ad immaginare un teen-ager afroamericano di Atlanta, Georgia, con in mano un disco di Taylor Swift? Ed una donna over 50 della Boston bene con un disco di Rihanna? Oppure, un religioso uomo dello Utah impazzito per le ultime creazioni di Lady Gaga?
Tutto molto improbabile, No?
Ora, tramutate i nomi di queste popstar, e sostituiteli con quello di Adele! Di certo vi risulterà meno “improbabile”, ed è questo uno dei punti cruciali di questo successo.
Adele piace a tutti, ha un target che colpisce ogni fascia di età, dalla ragazzina con delusioni d’amore giapponese, alla signora Londinese di 55 anni. Adele è bianca si, ma fa musica che può piacere anche ad altre razze, non ha colore. Adele ha un’immagine politicamente corretta, riservata, non coperta da scandali, e come detto prima “accessibile”. Niente fronzoli ed eccessi nella sua immagine come la Gaga, niente nudità e scandali come Rihanna, niente pelle color caffé latte come Beyoncé, niente strimpelli troppo “americani” come la Swift….
Se dovessimo quantificare la fetta di mercato di questa donna, in pratica…, converrebbe servirgliela tutta… o quasi…
La musica ed i testi: non è tempo di romanticismo nel mondo della musica, e non è tempo di malinconia o tristezza. Il modo in cui Adele però ha cantato questi sentimenti, ha fatto scattare un meccanismo di immedesimazione di massa con l’album “21”. Le sue paturnie sono diventate le paturnie di tantissime persone, e proprio andando controcorrente, e raccontandosi in maniera trasparente ed autentica, questa donna è riuscita a diventare il simbolo di una generazione. Dal primo singolo del nuovo album sembrerebbe che il filone sia lo stesso, e di certo visto l’exploit del suo predecessore, avrà potuto contare sul miglior materiale, le migliori musiche dei produttori, con uno studio approfondito dei testi, che ovviamente sappiamo, sono sempre co-scritti da lei stessa.
La rivincita e la rinascita della Union Jack: i decenni ’80-’90 hanno segnato un vero e proprio dominio della musica a stelle e strisce, ultimamente si è assistito ad un vero e proprio arresto creativo nella musica statunitense, una transizione storica che ha favorito gli artisti della vecchia Gran Bretagna. Più creativi, più “di classe”, i buoni e vecchi inglesi sono tornati a ruggire come ai tempi dei Beatles i Rolling Stones o David Bowie. Oggi giorno non fanno fatica a trovare riscontro internazionale anche oltre atlantico personaggi come questa grande e grossa Adele, Sam Smith, Emeli Sandé, o le giovani Little Mix. La Gran Bretagna negli ultimi anni è riuscita a tornare ad imporsi come importante coltivazione di buona musica…
Davvero un fenomeno interessante, che ha dell’incredibile, e sul quale abbiamo voluto porci delle domande, e darci delle risposte!
Chissà se siete d’accordo anche voi con i punti che abbiamo elencato, e se ne avete degli altri…
Diteci cosa ne pensate, commentate… ed ovviamente condividete sui social se vi è piaciuto il contenuto (condivisione rappresenta un gesto d’amore nei confronti del nostro lavoro!)