Un altro anno giunge al termine. Anche in questo 2015 su Rnbjunk.com abbiamo tentato nel modo migliore di dare una panoramica di tutte le notizie riguardanti la musica internazionale: dalle news al gossip, dalle classifiche alle recensioni. Anche qust’anno ne abbiamo viste di tutti i colori. La prima parte dell’anno è stata oggettivamente fiacca: poche novità, poca musica. La seconda parte de 2015 ha sicuramente visto tanti importanti come-back che hanno rivitalizzato l’annata.
Come avevo già fatto nel 2013 e nel 2014, anche quest’anno mi sono voluto prendere il compito di trovare i motivi per cui ricordare positivamente o negativamente l’anno musicale. Partiremo in questo post con i ricordi positivi. Ammetto che non è stato semplice in quanto il 2015 non ha offerto tanti spunti positivi quanto gli anni precedenti. Prima di cominciare con la top 10 ci tengo a dire che si tratta di una classifica inevitabilmente un po’ soggettiva ma che si basa su fatti del tutto oggettivi. Buona lettura!
10 Meghan Trainor resiste contro tutto e tutti: la cantante di “Dear Future Husband” aveva tutte le carte in regola per essere una perfetta one hit wonder. Nessuno avrebbe scommesso mezzo centesimo su di lei. Ad 11 mesi dalla release del suo album “Title”, va detto chiaramente però che la scommessa l’ha vinta lei. Nonostante il successo di coetanee Demi Lovato, Selena Gomez, Miley Cyrus e Ariana Grande, Meghan Trainor già con il primo album le ha letteralmente asfaltate. Piaccia o no. E lo ha fatto con un album, non rivoluzionario, non splendido ma che ha avuto un merito: quello di non far finta di essere un album straordinario. Infatti, da quando è diventata famosa, Meghan Trainor non ha fatto nulla per cercare di alzare le aspettative intorno al suo personaggio e questo suo atteggiamento minimal si è rivelato vincente per apparire più credibile agli occhi del pubblico.
9- 3 singoli che meritavano di più: anche quest’anno ho scelto di dedicare una posizione della classifica a 3 brani che avrebbero meritato un maggiore successo e popolarità rispetto a quanto hanno avuto. Come minimo comune denominatore le 3 canzoni hanno il fatto di non aver raggiunto la top 40 della classifica americana. La mia scelta, questa sì del tutto soggettiva, è ricaduta su: “Ship To Wreck” dei Florence & The Machine (peak alla 114 nella Bubbling Under Hot 100), “High By The Beach” di Lana Del Rey (#51) e “Writing’s On The Wall” (#71) di Sam Smith. Per quanto riguarda le prime due, è un peccato l’insuccesso dei brani perchè ha finito per pregiudicare anche il successo dei rispettivi album. Mentre per “Writing’s On The Wall” c’è un po’ meno da stupirsi perchè da sempre i singoli delle colonne sonore di James Bond finiscono per ottenere risultati peggiori rispetto a quanto meriterebbero: persino Adele con “Skyfall” dopo l’iniziale boom finì per calare abbastanza velocemente. Vi invitiamo a scrivere nei commenti i vostri 3 singoli che meritavano di più!
8 Lady Gaga prepara al meglio il terreno per il suo ritorno musicale: già nel 2014 Lady Gaga, grazie all’album con Tony Bennett, aveva intrapreso la strada per diventare una star conosciuta più per le sue doti artistiche più che per le tendenze eccentriche. Il rischio insito in “Cheek To Cheek”, vista anche la promozione limitata, era che rimanesse un album conosciuto solo agli appassionati di genere, così nel 2015 Gaga ha arginato anche questo rischio performando in tantissimi eventi per dimostrare il suo talento. A febbraio c’è stata l’importante performance ai Grammy con Tony seguita poi dalla straordinaria performance agli Oscar in un medley dei brani di “The Sound Of Music”.
Pensate che la prestigiosa rivista Time ha dichiarato che con la performance agli Oscar, “Lady Gaga ha segnato la svolta della sua carriera”. Ancora oggi su Youtube scrivendo Lady Gaga la cosa più cercata è la performance agli Oscar. Da non dimenticare la performance di “Imagine” ai Giochi Olimpici Europei, la scelta ha gettato qualche dubbio visto che Gaga non è europea. La sua performance però è stata anche questa volta di assoluto livello. E poi “Till It Happens To You”, il brano per il documentario contro la violenza sulle donne “The Hunting Ground”. Ci si poteva aspettare di più in classifica ma è chiaro che il fine della canzone sovrasta l’importanza delle vendite.
C’è poi il capitolo “America Horror Story”. In questo caso Gaga aveva tanto da perdere visto che non nasce come attrice, eppure ne è uscita a testa alta portandosi a casa anche una nomination ai Golden Globes. Infine il suo anno si è chiuso con la vittoria del Billbaord Woman Of The Year, un premio immeritato per la tempistica (lo avrebbe dovuto vincere nel 2010) ma che ha contribuito a dare nuovo lustro alla cantante.
In definitiva forse Lady Gaga, tra tutti questi impegni, ha perso molto tempo per realizzare il suo nuovo album, ma sicuramente tutto ciò che ha fatto quest’anno le tornerà utile nel futuro.
7 Le soundtrack brillano: negli ultimi anni stanno tornando di moda ‘cose musicali’ risalenti a decenni fa. Si pensi solo ai vinili le cui vendite negli ultimi anni sono in ripresa nonostante appaiano oggettivamente fuori tempo massimo. A tornare alla ribalta negli ultimi tempi sono state anche le colonne sonore. Dopo i grandi successi degli anni scorsi (da Les Miserables a Frozen) nel 2015 3 colonne sonore hanno segnato l’annata:
– 50 Sfumature di Grigio: studiata nei minimi dettagli (come il film), la soundtrack di 50 sfumature di grigio ha fatto di tutto per non passare inosservata. Per farlo ha osato combinando un mix di brani inediti di cantanti dei giorni nostri come Ellie Goulding, Sia, The Weeknd insieme a nuove versioni di brani risalenti anche a decenni fa come “Witchcraft” di Frank Sinatra, “Beast Of Burden” dei Rolling Stones. Infine ciliegina sulla torta una star come Beyoncè con due brani del suo repertorio rivisitati (“Haunted” e “Crazy In Love”). L’insieme è sicuramente molto variegato ma nel complesso l’esperimento è riuscito.
–Furious 7: per la serie “più gente c’è meglio è” la soundtrack di Furious 7 accoglie veramente di tutto da Skylar Grey a David Guetta, da Nicki Jam a Iggy Azalea passando per Juicy J, Flo Rida e DJ Snake. L’insieme ha fatto la forza e così la soundtrack si è rivelata un successo a livello mondiale. Il merito però va riconosciuto soprattutto a “See You Again”, brano leader delle classifiche nella primavera del 2015. Rimane il dubbio che “See You Again” è stata forse sopravvalutata per via di un testo e di un video che rappresentavano un tributo per l’attore defunto Paul Walker. Quanti se la ricorderanno tra qualche anno?
–Empire: tra le 3 e quella che ha venduto meno, ma “Empire” ha la particolarità di essere una colonna sonora per una serie televisiva. Nonostante ciò è riuscita ad attirare grandi nomi come Timbaland, impegnato nella realizzazione della maggior parte dei pezzi, mentre tra i cantanti spiccano come Mary J Blige, Jennifer Hudson e Courtney Love. Lo sfizio più grande che si è tolto la soundtrack di Empire? Battere “Rebel Heart” di Madonna nella settimana di debutto.
6 Duetti Giovani-mostri sacri della musica: nel 2015 abbiamo assistito ad una serie innumerevole di duetti che hanno messo insieme artisti giovani insieme ad artisti che hanno fatto la storia della musica. L’evento musicale più importante dell’anno, i Grammy Awards, hanno lanciato questa tendenza con ben 4 duetti di questo tipo: il già citato duo Tony Bennett-Lady Gaga, e poi Mary J Blige con Sam Smith, Annie Lennox con Hozier ed anche Rihanna e Kanye West con Paul McCartney. Il sodalizio tra Paul McCartney e Kanye West ha riguardato anche ulteriori due brani (“Only One” e “All Day”).
Una delle protagoniste di questa tendenza è stata anche Taylor Swift, la quale ha suonato la chitarra per Madonna agli IHeart Radio Music Awards e inseguito ha duettato durante il suo tour con Mick Jagger e Steven Tyler, oltre che con la stessa Blige. Tornando a Madonna, la cantante ha dato spazio nel suo album “Rebel Heart” a giovani come Chance The Rapper e Nicki Minaj (quest’ultima era già al terzo duetto con Madge). Andando avanti nel corso dell’anno ricordiamo il duetto tra Ariana Grande e Andrea Bocelli in “E più ti penso”, citando Andrea Bocelli ricordiamo anche il suo duetto live con Rita Ora di poche settimane fa.
In linea generale questi duetti si sono dimostrati tutti apprezzabili e il motivo è perchè non ci sono spudorate ragioni commerciali dietro di essi ma la reale volontà di collaborare tra artisti di diverse generazioni.
5 Nonostante tutto Rebel Heart: iniziata nel peggiore dei modi con una serie di tragici leak, il destino della Rebel Heart Era è stato fin da subito segnato. L’album è così diventato quello di minore successo di Madonna. Ma va dato alla regina del pop di aver salvato la faccia dimostrando di tenerci alla sua musica, cosa che negli ultimi anni non sempre aveva fatto. La regina del pop ha infatti intrapreso un tour promozionale nelle varie TV nazionali come se fosse una normale cantante in cerca di promozione.
Dall’alto della sua fama non aveva nessun motivo per cui farlo in quanto le vendite di questo album non cambiano nulla sulla sua carriera eccezionale, eppure Madge, in un momento di difficoltà, non si è tirata indietro ma si è impegnata fino in fondo per far conoscere il suo nuovo album. Dal punto di vista musicale poi è indubbio che “Rebel Heart” sia il migliore album di Madonna dai tempi di “Confessions On A Dance Floor”, un altro motivo per cui rammaricarsi di come, a causa dei leak, la Rebel Heart Era sia andata (…male).
4 Drake detta legge nel mondo Hip Hop: pubblicare due album a sorpresa e ulteriori singoli a parte nello stesso anno è del tutto anormale per un qualsiasi artista. Drake lo ha fatto e i risultati gli hanno dato ragione. Il suo album-mixtape “If You’re Reading This, It’s Too Late”, pubblicato a febbraio senza singoli e senza che nessuno sapesse della release, è diventato uno degli album più venduti in America quest’anno con oltre 1,1 mln di copie. Nella settimana di release, Drake ha avuto simultaneamente 14 singoli nella Hot 100, record battuto solo da Justin Bieber un mese fa.
Va inoltre ricordato che la versione fisica dell’album è uscita solamente ad aprile, due mesi dopo la release digitale. Il buon Drake ha poi pensato di far parlare con il video di “Energy” dove imita vari personaggi come Justin Bieber, Miley Cyrus, Obama. Non soddisfatto, l’MC canadese ha intrapreso uno scontro con Meek Mill pubblicando due nuovi brani “Charged Up” e “Back To Black” in risposta alle accuse di non scriversi i brani fatta appunto da Meek Mill. Inutile dire che è uscito vincitore anche da questa sfida.
Drake si sarebbe potuto fermare qui ma invece il meglio doveva ancora arrivare nella second parte dell’anno. Il 31 luglio è uscita “Hotline Bling”, brano che da diversi mesi è nella top 10 della Billboard Hot 100. Si tratta ormai di una della canzoni sue di maggior successo insieme a “Best I Ever Had”, “Over” e “Take Care” e “Hold On We’re Going Home”. A settembre è inoltre stato pubblicato, sempre a sopresa, il joint album con Future “What A Time to Be Alive”. Finora, il disco ha venduto quasi 500.000 copie ed inoltre ha regalato a Drake l’ennesima top 20 hit con “Jumpman”.
A 5 anni dall’inizio della sua carriera, riuscire a rafforzare il proprio successo non era per nulla scontato e sembra dimostrare come il Canadese sia destinato a rimanere uno dei punti fermi del rap americano nei prossimi anni.
3 Taylor Swift dimostra a tutti come si conduce una carriera di successo: dopo l’exploit di fine 2014, Taylor Swift non si è limitata a godersi il successo di “1989” ma si è costruita un altro anno da incorniciare. Se l’anno scorso aveva fatto il pieno di vendite in poche settimane, quest’anno ha puntato sulla costanza: i singoli “Style”, “Bad Blood” e “Wildest Dreams” sono arrivati ciascuno al momento giusto garantendo a Taylor il proseguimento della straordinaria 1989 Era senza che la sovraesposizione potesse danneggiarla. Inoltre come avevamo già analizzato.
Taylor Swift si è dimostrata capace anche di gestire al meglio il suo status di superstar impedendo di farsi gettare fango dai media a seguito di diversi episodi che l’hanno vista mediaticamente opposta ad altre star quali Katy Perry, Nicki Minaj o Miley Cyrus. Dritta per la sua strada, Taylor Swft ha portato avanti il 1989 World Tour che, oltre a rivelarsi il suo tour di maggiore successo, la consacra sempre più come star crossover, capace di duettare con cantanti di tutte le età e di tutti i generi musicali, aumentando così il suo appeal intergenerazionale che la porta ad essere amata tanto dai teenager asiatici quanto dagli adulti americani.
Infine Taylor Swift ha mostrato ancora una volta di avere le idee chiare sul futuro della musica con la scelta di appoggiare Apple Music, il servizio straming a pagamento della Apple in aperta opposizione a Spotify.
2 The Weeknd fa BOOM: se c’è un uomo che rappresenta la riscossa dell’RnB di quest’anno, egli è sicuramente The Weeknd. Il cantante proveniente da Toronto ha dominato le varie charts d’America inanellando successi uno dietro l’altro. Da “Earned It” a “The Hills” passando per “Can’t Feel My Face”, The Weeknd è da 44 settimane consecutive nella top 10 della Billboard Hot 100.
Inoltre con l’arrivo di “In The NIght” potrebbe portare avanti ancora per un po’ la permanenza. I risultati del cantante canadese appaiono ancora più sensazionali se si considera che non è un debuttante ma è già al terzo album. In passato, infatti, poche volte è capitato che un cantante già conosciuto ottenesse un tale boom a distanza di qualche anno dal suo debutto nel musicbiz.
Merito indubbiamente di una gestione pianificata della Beauty Behind The Madness Era: prima con la scelta di affiancare il suo nome a quello di una pellicola di successo come 50 Sfumature di Grigio grazie al singolo “Earned It” e poi con la scelta di farsi affiancare nell’album da due cantanti come Ed Sheeran e Lana Del Rey. Non sono certo due nomi a caso, Ed e Lana sono due cantanti apprezzati dalla critica ed il cui pubblico tende ad acquistare gli album cosa che probabilmente ha favorito anche The Weeknd. Infine anche con i singoli ufficiali è apprezzabile come si sia creato un equilibrio tra ‘commercialate’ alla “Can’t Feel My Face” (dietro cui c’è la vecchia volpe di Max Martin) e brani decisamente più rischiosi come “The Hills”, il cui successo era tutt’altro che garantito.
1 Adele OLTRE ogni aspettativa: probabilmente scegliere Adele in cima ai motivi per ricordare positivamente è banale. D’altra parte però sarebbe stato ipocrita relegarla ad una posizione minore. Infatti Adele merita questa prima posizione ma non perchè il suo ritorno è stato un grande successo. Questo era ovvio. Adele lo merita perchè è andata oltre ogni ragionevole aspettativa. Al di là delle vendite, ci sono altri fattori in cui Adele è andata oltre ciò che potevamo aspettarci:
-Streaming: mentre nella “21” Era i video hanno avuto un importanza molto limitata (ne sono stati pubblicati appena 2) in questo caso la scelta di pubblicare il video di “Hello” in contemporanea con il singolo si è rivelata una tattica vincente capace di far conoscere immediatamente a tutti il brano, le 800 mln di visualizzazioni fin qui ottenute parlano chiaro in proposito. Ma si può fare questo discorso anche per il video live di “When We Were Young” ha già oltre 50 mln di visualizzazioni tanto che non è detto che venga rilasciato un nuovo video apposito per il singolo.
-Impatto mediatico: “Hello” ha generato immediatamente un impatto mediatico fortissimo e sicuramente inaspettato. Sul web imperversano in ogni dove meme, dubsmash, video parodia che riprendono il brano. Un tale fenomeno non ci era stato durante la “21” Era, e non lo vedevamo da “Happy” di Pharrell.
– Mettersi in gioco in prima persona: Adele poteva tranquillamente accontentarsi di una-due performance per poi tornare a navigare nella sua piscina di milioni di dollari, ma invece ha preferito metterci la faccia nelle interviste, la voce nelle performance e se vogliamo anche il fisico visto come è dimagrita negli ultimi tempi. Il risultato è stato quello di apparire come una signora normale che canta come lei stessa si è definita. Adele è riuscita ad essere apprezzata anche come persona da chi prima la conosceva solo per la sua voce.
In definitiva Adele merita di essere celebrata perchè, dopo aver dormito sugli allori per qualche anno, è tornata sul serio con la volontà (velata apparentemente) di ottenere il massimo possibile così da trasformare “25” in un altro grande successo della sua carriera e non nell’inizio della sua fine.
Eccoci qua, ovviamente tutti voi lettori potrete condividere o non condividere le scelte e le posizioni di questa classifica per cui vi invitiamo a farcelo sapere nei commenti! L’appuntamento è per il 30 dicembre quando arriverà il post sui “10 motivi per cui ricordare negativamente il 2015 musicale”……tra esibizioni shock, come-back falliti e assurdi beef ci sarà tanto da dire!