Si è svolta il 18 Luglio allo Stadio San Siro di Milano, l’unica data italiana del THE FORMATION WORLD TOUR, il settimo tour mondiale della Regina dell’R&B Beyoncé, che si è esibita per la prima volta in uno stadio del nostro paese, aggiungendosi alla cerchia ristretta di donne che sono riuscite a raggiungere questo importante traguardo con eguale o minor successo, come Madonna, Laura Pausini e qualche giorno prima Rihanna.
Partito da Miami il 27 Aprile 2016, il tour si concluderà il prossimo 2 Ottobre a Nashville, Tennessee (USA), per un totale di 46 date nei principali stadi di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Irlanda, Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Italia, Francia, Danimarca, Svezia, Belgio e Spagna, tutte SOLD-OUT. Il 18 Febbraio 2016 il presidente della Live Nation Entertainment, la compagnia che si occupa di organizzare l’evento, annunciò che con le prevendite dei primi 16 concerti si era già raggiunta la cifra di oltre 1 milione di biglietti venduti, per un incasso che superava i 100 milioni di dollari, numeri incredibili che sommati a quelli ottenuti dalle altre date potrebbero valere a Beyoncé il record di “Tour più proficuo del 2016”, che comunque può già considerarsi un enorme successo, avendo superato ad oggi 137 milioni di dollari incassati. Il tour è atto a promuovere l’ultimo album di Queen B ‘Lemonade‘, anch’esso detentore di svariati record e tra i dischi più venduti al mondo quest’anno, supportato dai singoli ‘Formation’, ‘Sorry’ e ‘Hold Up’ e da un omonimo film che ha da poco ricevuto 4 nomination agli Emmy Awards, gli Oscar della TV americana.
Ovviamente anche noi di RnBJunk eravamo presenti a questo imperdibile appuntamento e la prima cosa che abbiamo notato è che, a differenza delle altre due occasioni in cui Beyoncé è stata nel nostro paese (‘The Beyoncé Experience’ – Milano 2007 / ‘The Mrs. Carter Show World Tour’ – Milano 2013), c’è stata una partecipazione di pubblico che non ha nulla da invidiare a quella che l’artista ha sempre ricevuto all’estero e che il FORMATION WORLD TOUR era percepito come un grande ed importante evento, si respirava fuori e dentro lo stadio una fortissima attesa di vederla, insomma, finalmente anche l’Italia si è resa conto che Beyoncé non è solo “quella di Crazy in Love“, ma una delle artiste più talentuose ed influenti dell’ultimo decennio. Meglio tardi che mai.
Ma entriamo nel vivo della recensione e analizziamo nel dettaglio tutti gli aspetti di questo fantastico show.
IL PALCO
Il palco era a dir poco mastodontico e completo delle migliori tecnologie audio-visive attualmente disponibili nel settore, garantite dal sistema internazionale di certificazione della qualità multimediale THX. Il nucleo del palco era un cubo LED rotante alto oltre 18 metri definito “monolito”, dal quale veniva trasmessa la “genesi” di ogni atto che componeva l’intero show con dei filmati in ultra HD, oltre ad essere la principale fonte di interazione con Beyoncé e le sue ballerine, in quanto, aprendosi dalla sua metà come una “megaporta”, dava loro la possibilità di entrare ed uscire dal suo interno e appendersi al soffitto per eseguire delle coreografie sospese in aria, oltre ad essere dotato di un impianto per fuochi d’artificio ed altri effetti scenografici. Un vero gioiellino tecnologico da milioni di dollari degno del nome di Beyoncé e di un concerto di questa portata. Altra componente importante di questo stage era la passerella-tapis roulant che permetteva a Beyoncé di raggiungere il centro dello stadio e cantare le canzoni più emozionanti della scaletta circondata dai suoi fan, collegata ad un secondo palco che aveva la capacità di produrre oltre 7.500 litri d’acqua, utilizzato per la suggestiva performance di ‘Freedom’.
I COSTUMI
I meravigliosi costumi di Beyoncé e del corpo di ballo sono stati creati appositamente per questo tour da svariati designer per conto delle case di alta moda DSQUARED, Balmain, Roberto Cavalli, Gucci e Givenchy. Potete vederli di seguito.
LA SCALETTA
La corposissima scaletta di questo concerto ha ripercorso in maniera più che soddisfacente la sua ventennale carriera con oltre 30 brani, per ben 2 ore e 20 minuti di puro spettacolo diviso in 5 atti:
ATTO 1
- Intro
- Formation
- Sorry
- Irreplaceable (acapella)
- Bow Down (Tom Ford mash up)
- Run the World (Girls)
ATTO 2
- Superpower (interlude)
- Mine
- Baby Boy
- Hold Up
- Countdown
- Me, Myself and I
- Runnin’ (Lose It All)
- All Night
ATTO 3
- 6 Inch (interlude)
- Don’t Hurt Yourself
- Ring the Alarm (Lost Yo Mind / Independent Women mash up)
- Diva
- Flawless Remix / Feeling Myself
- Yoncé
- Drunk In Love
- Rocket
- Partition
ATTO 4
- Hip Hop Star / Freakum Dress
- Daddy Lessons
- Love On Top (acapella)
- 1+1
ATTO 5
- The Beautiful Ones / Purple Rain (Prince tribute)
- Crazy in Love Remix (interlude) / Crazy in Love / Bootylicious
- Naughty Girl
- Party
- Freedom
- Survivor
- End of Time (Grown Woman mash up)
- Halo
- Schoolin’ Life (outro)
Sinceramente ci troviamo un po’ in difficoltà a recensire questo concerto, perchè non riusciamo a trovare neanche un minimo difetto, l’unica cosa che possiamo dire è che Beyoncé è stata letteralmente impeccabile per tutta la serata, mettendo in scena uno spettacolo che pochissimi artisti sono stati in grado di proporre nella storia della musica. Enorme potenza e controllo vocale, coreografie, scenografie, effetti speciali e costumi che hanno lasciato tutti letteralmente a bocca aperta, una presenza scenica, un coinvolgimento emotivo, un’interazione col pubblico ed un’umiltà che solo chi è davvero grande può avere… Il paragone potrà sembrare azzardato, ma finito lo show ci è venuto in mente un certo Michael Jackson…
Per quanto ci riguarda, i momenti più coinvolgenti, emozionanti e divertenti sono stati sicuramente l’apertura dello show e quindi la performance di ‘Formation’, primo singolo estratto dall’ultimo album ‘Lemonade’, pezzo ormai diventato un cult del suo repertorio, ma che alla sua pubblicazione venne accolto aspramente da pubblico e critica e che rappresentò un vero e proprio flop per Beyoncé, che venne stupidamente accusata di razzismo nei confronti dei bianchi (quando l’intenzione del brano è denunciare esattamente il contrario), in quanto il video e sopratutto la famosa performance al SuperBowl 2016, secondo i sostenitori della polemica, conterrebbero associazioni all’organizzazione rivoluzionaria afroamericana degli anni 70 “Black Panthers”. Il brano raggiunse faticosamente la #1 della classifica USA solo 3 mesi dopo la sua pubblicazione, spinto dall’uscita a sorpresa dell’album, che spostò l’attenzione dalle critiche, ribaltando la sua situazione commerciale negativa. Citando la frase finale della canzone “La miglior vendetta sono i tuoi soldi” e direi che, visto la reazione del pubblico a questa esibizione d’apertura, Beyoncé ha avuto la sua rivincita.
Quello di ‘Formation’ è un pò lo stesso destino di ‘Run the World (Girls)’, altro momento significativo della serata, un vero e proprio inno femminista diventato cult nel corso degli anni, ma che fu un fallimento quando venne pubblicata nel 2011, in questo caso non a causa di polemiche, ma di scarso supporto radiofonico e di una promozione del singolo da parte di Beyoncé e della sua casa discografica praticamente inesistente. Coinvolto tutto lo stadio, unito insieme alla sua beniamina nel difendere i diritti delle donne con questa spumeggiante e scatenata performance.
Non si può dire lo stesso di brani come ‘Flawless’, ‘Partition’ e ‘Crazy in Love’, che al contrario ottennero da subito un successo planetario, contribuendo a fare di Beyoncé la global superstar che è oggi e che sono stati tra i momenti più divertenti, danzerecci e sexy della serata.
Quelle di ‘Daddy Lessons’, ‘Love On Top’ e ‘Halo’ sono state indubbiamente le esibizioni che hanno coinvolto e che hanno maggiormente emozionato il pubblico e la stessa Beyoncé, che si è commossa diverse volte durante l’esecuzione di queste canzoni sulla passerella, circondata dai suoi fan. Splendide melodie, bellissime parole, la sua voce potente e profonda, il coro di tutto lo stadio accompagnato dalle luci dei telefoni… pura magia.
Menzione speciale per la suggestiva performance di ‘Freedom’, secondo noi la migliore dell’intero show, senza ombra di dubbio quella scenograficamente più stupefacente, eseguita da Beyoncé e le sue ballerine a piedi nudi, sul secondo palco, in un tripudio di schizzi d’acqua e capelli bagnati, un’esplosione di energia visiva ed emotiva.
Al link che segue potete vedere l’intero concerto di Milano, o andarvi a cercare le esibizioni che vi abbiamo raccontato.
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Molte però le grandi hits del suo repertorio che non state incluse nella set-list, mancanze che rappresentano l’unica nota dolente di un tour comunque perfetto. Ne segnaliamo qualcuna di seguito:
- Deja Vu
- Beautiful Liar
- Check On It
- Listen
- Single Ladies
- If I Were a Boy
- Sweet Dreams
- Why Don’t You Love Me
- Broken-Hearted Girl
- I Was Here
- XO
- Pretty Hurts
- Blow
- Haunted
- 7/11
Siamo arrivati alla conclusione della nostra recensione del FORMATION WORLD TOUR di Beyoncé a Milano.
Siamo convinti di non esagerare nell’affermare che questo è stato uno dei migliori concerti ai quali abbiamo mai assistito e che ci siamo trovati di fronte ad una delle artiste più grandi e complete che la musica ci abbia donato, a nostro parere, la miglior performer donna della scena moderna. Voce, ballo, spettacolo, arte, moda, messaggi socialmente impegnati, emozione, umiltà, Queen B ha superato le nostre aspettative già altissime, ha superato se stessa, stupendoci e lasciandoci increduli ancora una volta.
E’ proprio il caso di dirlo: Who run the world? B E Y O N C E’ .