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Ecco la recensione del nuovo disco in Francese di Celine Dion, Encore Un Soir.
Dopo un anno difficile per lei a livello privato, in cui sia suo marito che suo fratello hanno perso la vita a causa di un tumore, Céline Dion ha deciso di non interrompere la sua carriera neanche per un istante e di proseguire con il rilascio di un nuovo progetto discografico. Come chi la segue sa bene, la grande diva e vocalist canadese quando è diventata famosa anche al di fuori dei paesi francofoni ha comunque continuato a pubblicare musica in francese oltre che musica in inglese e così, a 3 anni da Loved Me Back to Life, ora è arrivato il momento per lei di tornare con un nuovo lavoro nella sua lingua madre.
Il nuovo progetto della diva si intitola Encore un soir, un titolo che nella sua situazione attuale assume già di per sé un’interpretazione molto poetica, che non può non attirare gli amanti dell’arte musicale. Céline sembra chiedere di poter avere almeno un’altra sera per poter trascorrere del tempo con suo marito e suo fratello, il che lascia presagire di trovarsi davanti ad un album ben ricco di sentimento ed emotività, oltre che di bel canto.
Del resto, stiamo parlando di una donna che nella sua carriera si è sempre distinta, oltre che per una bellissima voce, anche per un’intensità emotiva travolgente, che sa far commuovere e donare speranza, avvolgere in un velo di malinconia o ancora far sorridere con gioia. E’ con queste premesse che andiamo a scoprire il progetto, facendo dunque attenzione ad analizzare l’emotività di ogni singola traccia nonostante una lingua a cui non siamo poi molto affini.
Ecco la recensione di Encore un soir track-by-track:
PLUS QU’AILLEURS
L’album parte in modo raffinato con questa traccia scritta a quattro mani da Francis Cabrel e Serge Lama (per la prima volta assieme) e prodotta da Jacques Veneruso, fidato collaboratore della diva.
Céline ci presenta il suo nuovo progetto in francese con una down-tempo pop che fa l’effetto di una delicata carezza. La sua voce, carica di una dolcezza malinconica, è accompagnata da una chitarra acustica ed è spogliata da tutto il resto, superfluo quando ci troviamo dinnanzi ad uno strumento vocale del genere. Non pensate di trovare in Plus Qu’ailleurs la potenza del timbro dell’artista, ma piuttosto immaginatevi una poesia cantata in maniera intima, un’interpretazione tanto semplice quanto carica di emozione.
La mano dei due grandi compositori sopra citati ha dato vita ad uno dei più bei testi d’amore degli ultimi anni, che riesce ad andare oltre alle solite metafore usate in musica quando si tratta di parlare di questo sentimento. Céline canta poeticamente una canzone che è scritta a mo’ di poesia.
Nous seront chaque jours davantage
Les deux moitiés d’un même visage
Dans le tumulte du même cœur
Nous seront plus qu’amants
(Noi saremo ogni giorno di più le due metà di uno stesso viso, dentro I battiti dello stesso cuore, noi saremo più che amanti).
Non lasciatevi ingannare dallo stile della opening track, questa è solo una delle tante facce di un album che sorprende traccia dopo traccia.
L’ETOILE
l’appunto con cui abbiamo chiuso la descrizione della traccia precedente trova subito conferma con questa seconda canzone, composta da Grand Corps Malade e Florent Mothe, tra gli altri. A produrla, invece, Silvio Lisbonne.
Dimenticate per un attimo la pacatezza e l’intimità di Plus Qu’ailleurs e lasciatevi trasportare da questa up-tempo pop dalle sfumature folk. La prima strofa soft inganna, L’Etoile esplode infatti in un ritornello fresco e coinvolgente, avvolto in un mix di strumenti sui quali spicca l’acidità del violino.
Un ritmo energico che fa venire voglia di danzare, unito ad un’interpretazione calda e confortante, come se la voce di Céline volesse prenderci per mano e trasportarci tra le note di questa positiva creazione.
Il testo ancora una volta è davvero sorprendente, sarà che non sono molte le canzoni in francese che approfondiamo solitamente, ma si nota un lavoro certosino dietro questi versi. Trasmette un bellissimo messaggio d’amore per la vita, una vita che va vissuta appieno senza rimorsi, perché ogni minuto è prezioso. Anche se non ha partecipato a nessuna delle stesure, è chiaro quanto la Dion senta le parole che canta, e non è difficile trovare dei continui riferimenti con la perdita del marito René.
Un soir sur le bord du chemin
Il y’avait une étoile
Je l’ai ramassé
Elle m’a souri au creux des mains
Comme si c’était normal
(Una sera sul ciglio della strada c’era una stella, l’ho raccolta e lei mi ha sorriso tra le mani..come se fosse normale).
MA FAILLE
proseguiamo con questo pezzo scritto e prodotto (tra gli altri) dal cantante algerino Zaho, che ritroveremo più avanti.
Ma Faille rappresenta la Céline Dion più conosciuta ed amata, quella delle ballad travolgenti che toccano anima e cuore attraverso la limpidezza di una voce che, ancora oggi, risulta essere una delle più preziose del panorama, per non dire LA voce.
Ci accompagnano in questo viaggio di emozioni un pianoforte ed una chitarra acustica, i quali aprono la strada all’interpretazione sublime ed intensa, a tratti rabbiosa, della cantante. Senza dubbio una delle tracce più belle del disco.
Altro meraviglioso testo d’amore, un amore così forte per cui vale la pena rischiare, lottare, scalare le montagne. Quel grande amore che ora Céline ha in cielo.
Si parfois nos âmes se rebellent
Et se perdent comme le chant des sirènes
Le jeu en vaut bien la chandelle
Car la vie n’a jamais été si belle
(Se qualche volta le nostre anime si ribellano e si perdono come il canto delle sirene, il gioco val bene la candela, perché la vita non è mai stata così bella).
ENCORE UN SOIR
eccoci alla title track, nonché lead single di questo album, scritta dal cantautore francese Jean-Jacques Goldman (con cui torna a lavorare dopo 12 anni), che ha anche contribuito alla produzione.
Céline non poteva che tornare con una trascinante power ballad delle sue, dalle atmosfere solenni ed eleganti. Sentiamo l’emozione nella sua voce e di conseguenza ci emozioniamo, rimanendo ancora, dopo anni e anni, rapiti dalla potenza vocale di questa donna. Che sussurri o che mostri al mondo la sua estensione, la Dion sa cosa vuol dire arrivare al cuore dell’ascoltatore, c’è poco da fare.
A proposito del testo molto significative sono le parole che Celine pronunciò a riguardo poco dopo l’uscita del brano: “Il ritornello comincia con la strofa – Ancora una sera, ancora un’ora, ancora una lacrima di felicità – Ho avuto il tempo di cantarla a René che era estasiato”. Penso che davanti all’amore, alla dignità e alla serenità contenuti in queste frasi ci sia poco da aggiungere.
Oh, c’est pas pour me plaindre, ça vous n’avez rien à craindre
La vie m’a tellement gâtée, j’ai plutôt du mal à l’éteindre
Ô mon Dieu, j’ai eu ma part
(Oh, non è per lamentarmi, per questo non avete nulla da temere, la vita mi ha dato tutto, ho difficoltà a spegnerla, Dio lo sa, ho avuto la mia parte).
JE NOUS VEUX
la quinta traccia nasce dalla penna di Nelson Minville e Marc Dupré e dalla sapiente produzione di Humberto Gatica, che in passato aveva collaborato con Céline come fonico della sua canzone più famosa, My Heart Will Go On.
Je Nous Veux è una toccante down-tempo ricca di emozione in cui la voce della diva è nuovamente supporta