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Bad Bunny e Beyoncé nella top 3 dei migliori album del 2022 secondo la rivista Time
Cominciano a spuntare le prime classifiche che raccolgono i migliori album e canzoni del 2022. Il primo ad aprire le danze é il TIME, che ha selezionato i suoi 10 album preferiti di questo 2022 che volge al termine.
Un latino americano per la prima volta vince come miglior disco del 2022, stiamo parlando di Bad Bunny ed il suo disco di enorme successo globale “Un Verano Sin Ti”, dal quale sono stati estratti singoli di successo come “Moscow Mule” e “Titi Me Pregunto“. Non c’è Taylor Swift ma Beyoncé, che arriva alla numero 3 con il suo Renaissance, anche lei nelle radio con Cuff It, il secondo singolo. Chiude la top 10 l’artista Spagnola Rosalia con Motomami
10. Motomami, Rosalía
9. You Can’t Kill Me, 070 Shake
8. Mr. Morale & The Big Steppers, Kendrick Lamar
7. Big Time, Angel Olsen
6. Electricity, Ibibio Sound Machine
5. It’s Almost Dry, Pusha T
4. Chloe and the Next 20th Century, Father John Misty
3. Renaissance, Beyoncé
In vista dell’uscita di Renaissance, il suo settimo album in studio da solista, Beyoncé ha condiviso sui social media che si tratta di un progetto creativo nato dal bisogno di fuga, libertà ed esplorazione durante la pandemia.
Lo spirito di liberazione è onnipresente nell’album, una vera e propria celebrazione della musica dance e della sua storia black queer. Dal primo singolo estratto dall’album, “Break My Soul”, in cui Bey e Big Freedia ci esortano a “liberare il lavoro/ liberare il tempo”, alla dedica dell’album al suo defunto zio queer, Johnny, l’album è un omaggio ai pionieri queer neri di generi come la disco, il bounce, la house, la techno, il funk e il ballroom.
Sono pochi gli artisti che riescono a pubblicare un album in ritardo e a conquistare la “canzone dell’estate” insieme a tutte le piste da ballo, ma come ci dice in “Alien Superstar”, Beyoncé è e sarà per sempre quella ragazza.
2. 19 Masters, Saya Gray
L’album di debutto della cantautrice Gray, che vive a Toronto, non è un disco da stadio. È pieno di idee a metà, di vagabondaggi di chitarra, di registrazioni vocali slavate e di memo vocali vaganti.
Ma la strana moderazione e l’inquieta curiosità di Gray sono proprio il punto: nella sua struttura sparsa e arruffata, c’è qualcosa di avvincente da trovare dietro ogni angolo melodico, sia al secondo che al decimo ascolto.
In questo senso, l’album sembra un degno erede del capolavoro lo-fi Blonde di Frank Ocean. La Gray stratifica la sua voce graffiante su se stessa per costruire armonie mozzafiato, e i toni che estrae dalla chitarra e dal basso sono impeccabili.
1. Un Verano Sin Ti, Bad Bunny
Nessun altro album ha avuto un fascino universale (e, siamo onesti, un’adorazione) come Un Verano Sin Ti, il glorioso quarto album in studio da solista di Bad Bunny.
È un album che parla di crepacuore, sì, ma anche una vera e propria lettera d’amore alla sua terra natale, Porto Rico, e un tributo sonoro alla diaspora caraibica.
Guidato dagli stili musicali di El Caribe, che vanno dal reggaeton e dal dembow al merengue e alla cumbia, e rafforzato da elementi di dance hall e techno, Benito radica saldamente l’album nel profondo personale, estraendo le esperienze universali dell’amore, della perdita e del piacere supremo di essere vivi, per un progetto eccezionale che sfida i generi, è intergenerazionale e rivoluzionario.