Eccoci al secondo (ed ultimo) appuntamento con la nostra “biografia celebrativa” dedicata a Lady Gaga in occasione del suo trentaduesimo compleanno, avvenuto lo scorso 28 Marzo.
Per chi se la fosse persa, nella prima parte abbiamo raccontato nel dettaglio la sua storia, dall’adolescenza agli esordi, dal debutto alla consacrazione mondiale, analizzando, singolo dopo singolo, le ere ‘The Fame’ e ‘The Fame Monster’.
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Ma cos’è successo dopo? Mettetevi comodi e ripercorrete con noi la carriera della più grande Diva del Pop di questa generazione.
Contenuti dell'articolo
11) ‘Born This Way’: Lady Gaga travolta dalle polemiche e la faida con Madonna
L’11 Febbraio 2011 viene pubblicato ‘Born This Way’, primo singolo estratto dal suo nuovo, omonimo album. Scritta da Lady Gaga, è stata prodotta col celebre producer messicano Fernando Garibay e darà il via al sodalizio artistico con l’americano DJ White Shadow, che da questo momento diventerà uno dei suoi principali collaboratori musicali.
Il brano è stato eseguito per la prima volta live due giorni dopo la sua pubblicazione ai Grammy Awards di quell’anno, con un performance in cui Gaga appare sul palco uscendo da un uovo gigante, creato appositamente dalla sua Haus of Gaga, che ha curato anche i particolari costumi.
Il testo è un inno all’amor proprio, all’accettarsi per quello che si è, indipendentemente dalla razza, dalla religione e dalla preferenza sessuale, in cui l’artista ribadisce l’importante concetto di uguaglianza e rispetto, temi sociali molto sensibili dei quali si è fatta spesso portavoce in passato.
Questo singolo la consacrerá definitivamente nell’immaginario collettivo come una delle esponenti più impegnate e riconosciute nella lotta a favore dei diritti della comunità LGBT, motivo per il quale il pezzo verrà in seguito scelto come colonna sonora dell’EuroPride di Roma quell’anno, dove Lady Gaga sarà madrina ufficiale e terrà un discorso che è rimasto nella storia del movimento gay.
Sin dalla sua uscita ‘Born This Way’ è stata al centro di accese polemiche, è stata infatti accusata di plagio da parte dei fan di Madonna, i quali sostengono che le tematiche affrontate nel brano, oltre a diverse parti del cantato e della melodia, siano molto simili a ‘Express Yourself’, popolare singolo del repertorio della Regina del Pop risalente al 1989. Gaga ha risposto a queste accuse dicendo che il testo e la melodia del pezzo non sono ispirati a quello della sua collega, ma che le sono “apparsi in sogno come una rivelazione divina”. Questa dichiarazione non ha fatto altro che inasprire i toni della polemica, sfociata poi in una vera e propria faida tra i fanclub delle due artiste, alimentando purtroppo un odio che persiste ancora oggi.
In effetti le somiglianze ci sono e risulta difficile credere che siano solo coincidenze. Questa accusa è avvalorata dal video di ‘Born This Way’, nei cui fotogrammi finali vediamo Lady Gaga interpretare, oltre a Michael Jackson, proprio Madonna, assumendone look e sembianze fisiche, per quello che dovrebbe essere un tributo, ma che, vista la situazione, a molti è parsa come una presa in giro.
Un video protagonista anche di altre polemiche, nella sua introduzione infatti Lady Gaga, raffigurata come “la Madre di una nuova razza umana”, presenta al mondo il suo “Manifesto”:
«Questo è il manifesto di Mother Monster. Un governo di alieni un giorno si riunì, una nascita di magnifiche e magiche proporzioni ebbe luogo. Ma la nascita non era finita, era infinita. Mentre Lei dava alla luce i suoi figli e la mitosi del futuro aveva inizio, si comprese che questo momento intimo della vita non è temporaneo, ma eterno. Così cominciò l’inizio di una nuova razza, una razza dentro la razza umana. Una razza che non genera pregiudizio, ma libertà senza limiti. Ma quello stesso giorno, mentre la Madre Eterna fluttuava sospesa, un’altra nascita più terrificante si stava verificando: la nascita del Male. E così lei stessa si divise in due, roteando in agonia fra due forze grandiose: il pendolo della scelta cominciò la sua danza. Sembra facile, voi immaginerete, gravitare subito verso il Bene. Ma lei si chiese: come posso proteggere qualcosa di così perfetto senza il Male?»
Oltre a questo “manifesto” alquanto ambiguo, il visual è ricco di messaggi subliminali e simbolismi e Gaga viene accusata, ancora una volta, di essere un membro della nota setta massonica degli Illuminati, così come avvenne anni prima con il video di ‘Paparazzi’.
Inoltre questo visual vede l’apprezzatissima partecipazione del modello canadese Rick Genest, detto anche “ZombieBoy”, che ha fatto la sua fortuna ricoprendo la maggior parte del suo corpo con dei tatuaggi che lo rendono simile ad uno zombie, appunto. Questa partecipazione calza a pennello con il significato della canzone, quello di essere sempre se stessi, ad ogni costo, anche se si va contro a ciò che la società ci impone.
Nonostante tutte le polemiche, ‘Born This Way’ è stato un grande successo commerciale:
- debutto americano direttamente alla #1 della Billboard HOT100 e #1 in altri 17 paesi
- Guinnes World Record per il “Singolo che ha venduto più velocemente nella storia di iTunes” (un milione di copie in cinque giorni)
- 19 dischi di platino (uno dei quali in Italia) e 3 dischi d’oro
- oltre 9 milioni 500 mila copie vendute mondialmente
- 2 MTV Video Music Awards per Best Female Video e Best Video with a Message e 3 MTV Europe Music Awards per Best Female, Best Video e Best Song
L’ottimo riscontro ha incoraggiato Lady Gaga a pubblicare su iTunes anche una riuscitissima versione remix intitolata ‘Born This Way Country Road Version’. Il ricavato delle vendite di questo remix verrà donato all’organizzazione GLSEN (Gay, Lesbian and Straight Education Network).
12) ‘Judas’: ancora polemiche, Lady Gaga accusata di blasfemia
Come se non le fossero bastate le polemiche ricevute dal singolo precedente, Lady Gaga rincara la dose con la potentissima ‘Judas’ che, prodotta col fedele RedOne è il secondo singolo estratto da ‘Born This Way’.
Già da quando divenne nota la tracklist dell’album tutti parlavano di questa traccia, che solo per il titolo aveva attirato attorno a sé parecchio disdegno ed il 15 Aprile 2011, quando venne pubblicata, la polemica si fece di interesse mondiale, a causa degli inequivocabili riferimenti religiosi in essa contenuti, venendo tacciata di blasfemia.
Nel testo infatti Lady Gaga confida di essere innamorata di Giuda, tanto da esserne succube, dipendente, nonostante ne riconosca l’entità malefica e che per lui sarebbe disposta a fare qualsiasi cosa, definendolo “un Re senza corona”. Oltre a queste controverse parole, la frase che ha generato più scandalo è «Gesù è la mia virtù, ma Giuda è il demone a cui mi aggrappo», affermazione che non è passata affatto inosservata e che ha scatenato un vero e proprio putiferio, in particolar modo tra i cattolici e gli esponenti della Chiesa.
E’ ovvio che il testo di questa canzone non è da prendere alla lettera: la figura di “Giuda” starebbe a rappresentare i “cattivi ragazzi” dei quali si è innamorata e che l’hanno tradita nel corso della sua vita, a discapito di quelli buoni, rappresentati nella figura di “Gesù”, che col senno di poi sarebbero stati la scelta giusta da fare.
In merito al testo Lady Gaga ha dichiarato:
«‘Judas’ è una metafora del perdono, del tradimento, racconta di come io cammini costantemente verso la luce nella mia vita, ma continui a scrutare il diavolo alle mie spalle. Credo che sia il buio ad illuminare la nostra esistenza e che sia lui a far risplendere di conseguenza la luce più grande che abbiamo dentro. Una volta qualcuno mi disse: “Se non sarai ombreggiata non rimarrai erta nella luce”, perciò il brano parla del lavare i piedi sia al bene che al male, di accettare e perdonare i demoni del tuo passato, di onorare il proprio lato oscuro per riemergere nella luce, per poter preparare la grandezza del tuo futuro. Sono davvero belle le metafore aggressive, quelle violente e cupe, piacciono anche ai miei fan. Per tutte queste ragioni ne ho scelta una così ardita, ma è pur sempre una metafora.»
Allo stesso tempo è innegabile che l’artista, utilizzando questa forma di comunicazione, voleva attirare un certo tipo di attenzioni e indurre il pubblico a riflettere anche sulla religione cattolica, questo sospetto ci viene confermato dal suo censuratissimo video, che per la prima volta la vede impegnata come regista.
In questo visual, uno dei più belli realizzati nella sua carriera, troviamo Norman Reedus (protagonista della celebre serie TV ‘The Walking Dead’) nel ruolo di Giuda, Gaga in quello di Maria Maddalena e l’attore sudamericano Rick Gonzalez nei panni di Gesù che, assieme a degli apostoli-biker mettono in scena una “Gerusalemme moderna”, nella quale sul finale vediamo Lady Gaga vittima di una lapidazione da parte degli stessi seguaci che lei ha così tanto amato, conseguenza delle scelte sbagliate che ritroviamo nel testo della canzone, ricollegandosi al suo significato.
Dopo un buon debutto in diversi mercati importanti (uno dei migliori è avvenuto proprio nel nostro paese, alla #3), il successo commerciale di ‘Judas’ è immeritatamente scemato, risultando inferiore rispetto agli altri singoli della sua discografia. Molto probabilmente le metafore religiose erano troppo sottili per il grande pubblico, che ha finito per fraintenderle e snobbare il singolo. Al contrario il video, nonostante le censure, ha ricevuto la Certificazione Vevo per aver abbondantemente superato le 100 milioni di visualizzazioni.
13) ‘The Edge of Glory’: Lady Gaga torna ad avere successo per la sua musica
Il 9 Maggio 2011 viene pubblicato quello che doveva essere solo un singolo promozionale, ma che, visto l’inaspettato successo ottenuto, sarebbe poi diventato il terzo singolo ufficiale estratto dall’album, stiamo parlando di ‘The Edge of Glory’, anch’essa prodotta con Fernando Garibay e DJ White Shadow.
Il testo della canzone è una riflessione sulla vita fatta da una persona che sta per morire e l’ispirazione è avvenuta in seguito alla scomparsa del nonno di Lady Gaga, al quale il brano è dedicato.
«Una delle mie canzoni preferite dell’album è ‘The Edge of Glory’. E’ un racconto piuttosto triste, l’ho scritta subito dopo la morte di mio nonno. Mia nonna era in piedi, davanti a mio nonno che moriva. In quel momento mi era sembrato che lui la stesse guardando, come a dirle “Sono un campione. Abbiamo vinto. Il nostro amore ci ha resi vincitori”. Sono stati sposati sessant’anni. Questa cosa mi ha fatto riflettere, ho pensato che il momento più glorioso della nostra vita è quando sai che è giunta l’ora di andare, che non hai più parole da dire. Ero al piano e nella stanza c’era anche mio padre, la canzone è uscita fuori da sola. Scoppiammo a piangere. È straordinariamente bella.»
Il sound e la melodia si rifanno palesemente al Pop/Rock anni 80 e nella base troviamo un assolo di sax interpretato da Clarence Clemons, noto collaboratore di Bruce Springsteen, scomparso anche lui poche settimane dopo.
Il video, diretto da Gaga e la sua Haus, vede la cantante interpretare il brano passeggiando per le strade di una New York notturna e deserta ed è stato giudicato negativamente dal pubblico che, abituato a ciò che Lady Gaga aveva proposto finora nei suoi visual, è rimasto spiazzato dalla sua semplicità. Al contrario, la critica ha elogiato proprio questo aspetto, apprezzando la citazione al video ‘Billie Jean’ di Michael Jackson.
Definita dalla critica “la miglior traccia dell’intero album”, ‘The Edge of Glory’ ha pian piano convinto anche il pubblico, che l’ha premiata facendola tornare alla #1 nella classifica USA, dove otterrà 3 dischi di platino, oltre ai 4 dischi di platino (uno dei quali in Italia) e 5 dischi d’oro nel resto del mondo.
14) ‘Yoü and I’: lo storico ex di Lady Gaga ed il suo alter-ego maschile Jo Calderone
Il 27 Luglio 2011 viene pubblicato ‘Yoü and I’, quarto singolo estratto da ‘Born This Way’, che ha positivamente stupito tutti per la sua struttura melodica, totalmente differente da qualsiasi cosa la cantante aveva proposto finora musicalmente parlando e per le sue forti influenze country, genere che nessuno si sarebbe mai aspettato da lei. Inizialmente questa pubblicazione non era prevista, la decisione è avvenuta dopo che Haley Reinhart, un concorrente del talent-show ‘American Idol’, ha cantato il pezzo nel programma TV, spingendo Gaga a farlo uscire come singolo ufficiale.
Il brano è ispirato dalla sua storia d’amore con Lüc Carl (ecco svelato il motivo della u tedesca nel titolo), che ha frequentato dal 2005 al 2010, anno in cui raggiunse la fama, motivo per il quale si lasciarono.
«Non avrei raggiunto il successo che ho ora senza di lui. Non ho mai amato veramente qualcuno come ho amato lui. Quella storia d’amore mi ha plasmata e mi ha tramutato in una combattente. Dopo che abbiamo rotto mi sono promessa che non avrei mai amato nessuno allo stesso modo e che gli avrei fatto rimpiangere il giorno in cui ha sospettato di me. E’ tornato tra le mie braccia diverse volte, perchè era amore. Però io non ci capisco molto d’amore… Penso che se avessi saputo tutto dell’amore non me la sarei cavata così bene nel fare musica. Perciò ho scritto questo brano dedicato a noi.»
In realtà ci sono sempre state voci, confermate da foto rubate dai paparazzi, secondo le quali i due non avrebbero mai smesso di vedersi, fino al fidanzamento di Gaga con l’attuale compagno, l’attore e modello statunitense Taylor Kinney, conosciuto proprio sul set del video di questa canzone, nel quale, incredibilmente, vestiva i panni di Lüc Carl.
Gran parte della forza di questo pezzo sta nel suo visual, diretto dalla sua storica coreografa Laurieann Gibson (già co-regista di ‘Judas’), nel quale Lady Gaga si impegna a ricreare la storia d’amore più importante della sua vita: il video infatti è girato nel Nebraska, stato che ha dato i natali all’ex fidanzato e l’abito da sposa che indossa in alcune scene è quello appartenuto a sua madre. E’ evidente che sia rimasta segnata da questo rapporto e che ci tenga particolarmente.
«Nel video ci sono io che ho camminato da New York al Nebraska per riprendermi quell’uomo. Sto viaggiando senza bagagli, sono sola, le mie caviglie stanno sanguinando e ho dell’erba sotto le scarpe. Indosso un abito di quelli che si indossano a New York e sto correndo veloce. La trama è piuttosto complessa e contorta e questo perchè l’amore non è da meno. I rapporti a volte non funzionano, per quanto entrambe le parti possano provarci, capita che c’è questa frontiera gigantesca tra te e la persona che ami. Il concetto del video è che quando sei lontano da qualcuno che vorresti vicino vivi una tortura.»
Il 28 Agosto 2011 Lady Gaga apre gli MTV Video Music Awards con una strabiliante performance di ‘Yoü and I’ che segnerà la sua carriera e rimarrà nella storia dello show, nella quale interpreta, con una capacità recitativa che ha dell’incredibile, il suo alter-ego maschile Jo Calderone, lasciando letteralmente a bocca aperta centinaia di milioni di telespettatori in tutto il mondo.
Insieme a ‘The Edge of Glory’, questo è stato definito “il miglior brano dell’album” dalla critica, facendole guadagnare una nomination ai Grammy Awards 2012 come Miglior Performance Pop Femminile. Non da meno è stato il suo successo commerciale (considerando che questo genere musicale solitamente ha successo solo in America): 3 dischi di platino negli USA, 2 dischi d’oro in Australia/Nuova Zelanda e TOP20 in altri otto paesi. Ad oggi il singolo ha venduto oltre 3 milioni di copie mondialmente.
15) ‘Marry the Night’: un (bel) passo falso in un era perfetta
Il 15 Novembre 2011 è stato pubblicato ‘Marry the Night’, quinto ed ultimo singolo estratto dall’album, scritto e prodotto con l’onnipresente Fernando Garibay.
Pur trovandoci di fronte ad una delle migliori tracce del disco, un’ottima produzione electro-pop con spiccate influenze techno-house e rock, la scelta di estrarla come singolo non è stata delle più felici: il pezzo è sí esplosivo e coinvolgente, ma allo stesso tempo troppo contaminato e ricercato per essere radiofonico e quindi di facile presa sul pubblico. Il suo destino commerciale è davvero triste: non riesce ad andare oltre la #29 della classifica USA (dove comunque ottiene un disco d’oro), raggiungendo la TOP20 solo in Canada, in Inghilterra (dove ottiene un disco d’argento) e in altri 4 paesi europei. Nonostante lo scarso riscontro di pubblico, il brano viene ben recensito dalla critica, che lo definisce “euforico” e viene paragonato alle produzioni del mitico DJ italiano Giorgio Moroder, del quale Gaga è sempre stata una grande fan.
L’ispirazione arriva dalla bellissima ‘Dance in the Dark’ (traccia contenuta nel precedente album ‘The Fame Monster’), della quale ‘Marry the Night’ è una sorta di continuazione e dall’amore per la sua città, New York.
Come successo per ‘Judas’, alla regia del bellissimo visual di ‘Marry the Night’, il più lungo che ha realizzato finora, troviamo proprio Lady Gaga, che ha così potuto creare un video autobiografico, raccontando la parte più sofferta della sua carriera in modo totalmente libero.
«So cosa il rifiuto provoca negli artisti che cercano di entrare nell’industria musicale. Ho firmato un contratto per poi essere cacciata dalla mia casa discografica, ma sono riuscita a firmare di nuovo. È attorno a questo che ruota la trama del video, vi parlo di qualcosa che non avevo ancora raccontato, vi parlo di uno dei giorni più brutti della mia vita.»
Al contrario del singolo, il video è un grande successo su YouTube e colleziona l’esorbitante cifra di oltre 5 milioni di visualizzazioni nelle prime 48 ore dalla sua pubblicazione.
16) ‘Born This Way’: l’album più sincero di Lady Gaga?
Il 23 Maggio 2011 è stato pubblicato ‘Born This Way’, il terzo album di Lady Gaga, dal quale sono stati estratti, oltre a quello omonimo, i singoli ‘Judas’, ‘The Edge of Glory’, ‘Yoü and I’ e ‘Marry the Night’ che, tra alti e bassi, hanno ottenuto un buon riscontro mondiale. Alla produzione del disco, oltre a Lady Gaga, i producer Fernando Garibay, DJ White Shadow e RedOne.
In questo disco Gaga mantiene la verve electro-dance dei due album precedenti che l’ha contraddistinta, portandola ad essere l’artista Pop più famosa e di successo dell’ultimo decennio in tutto il mondo, ma mostra fin dal primo singolo di aver raggiunto una certa maturità ed una certa consapevolezza artistica e di non volersi ripetere, proponendo solo la musica che sente di voler fare e non quella che ci si aspetta da lei, non temendo un eventuale flop. In questo LP infatti troviamo, per la prima volta, marcate influenze rock, che sfociano a volte addirittura nel metal: i suoni sono molto più organici, strumentali e meno digitali, computerizzati.
Anche i testi sono di gran lunga più autobiografici, personali, l’artista sembra voler ripercorrere le tappe più importanti, significative e profonde della sua vita e raccontarle ai fan, spogliandosi completamente di fronte a loro e mostrandosi in tutta la sua verità, motivo per il quale crediamo che ‘Born This Way’ sia l’album più sincero, sentito e viscerale di Lady Gaga.
«Mi diverte il fatto che la società abbia ridotto il concetto di libertà ad uno stereotipo. La gente pensa che essere liberi ed essere soddisfatti della propria identità sia semplicemente una cosa “alla moda”. Beh, riguardo al mio nuovo album non c’è nulla di “trendy”. Il rapporto che noi tutti condividiamo è ben più profondo di una parrucca o di un rossetto o di un abito di carne! Questo disco riguarda ciò che ci tiene svegli la notte e ci spaventa! E’ un trionfo di musica elettronica con grandi, epiche melodie metal e rock ‘n’ roll, con testi da inno nazionale. E li hanno scritti i miei fan, li hanno veramente scritti loro, perchè ogni sera, ad ogni concerto, è come se fossero dentro di me. Io non ho fatto altro che trasferire i loro pensieri e i loro sentimenti su carta. ‘Born This Way’ è tutto per loro, per i miei Little Monsters, dalla loro Mother Monster.»
Il disco è un gigantesco successo e rappresenta una conferma per il “personaggio mediatico di Lady Gaga”:
- #1 in 29 paesi
- 58 dischi di platino (uno dei quali in Italia) e 5 dischi d’oro
- oltre 8 milioni di copie vendute mondialmente
- 1 Billboard Music Award per Album of the Year
- nomination ai Grammy per Album of the Year
- undicesimo miglior album femminile di tutti i tempi secondo Rolling Stone
Oltre ai singoli ufficiali, il 16 Maggio 2011 venne pubblicato ‘Hair’, singolo promozionale che, per essere tale, ha ottenuto un notevole riscontro, raggiungendo la #5 negli USA e in Italia, paesi dove ebbe più successo e la TOP20 in Inghilterra, Irlanda, Francia, Spagna, Canada, Australia e Belgio.
Il brano parla del desiderio di Lady Gaga di essere libera, come i suoi capelli:
«Quando ero bambina i miei genitori mi dicevano sempre “Cambiati i vestiti, non puoi uscire conciata in quel modo!” e io mi sentivo incompresa, come se stessero soffocando la mia identità. I capelli invece erano la mia gloria, erano l’unica cosa che avrei potuto cambiare di me stessa ogni volta che volevo.»
Nella tracklist di quest’album ci sono tracce che non sono state estratte, ma che meritano di essere menzionate ed ascoltate. Ne abbiamo scelte due, ve le postiamo di seguito.
- ‘Sheiße’
Utilizzata dallo stilista francese Thierry Mugler durante la sua sfilata “Anatomy of Change”.
- ‘Bloody Mary’
Una delle tracce che preferisco dell’album. Surreale, mistica, misteriosa, gotica, cupa, suggestiva, trasuda sofferenza, mi avrebbe fatto davvero contento se l’avesse estratta come singolo.
17) ‘Applause’: il titubante inizio dell’era ‘ARTPOP’
Il 12 Agosto 2013 viene pubblicato ‘Applause’, scritto e prodotto da Lady Gaga con DJ White Shadow, è il primo singolo estratto dal nuovo, attesissimo album ‘ARTPOP’.
L’ispirazione arriva da un problema di salute: Gaga era in giro per il mondo con il suo ‘Born This Way Ball Tour’, che aveva in calendario molte più date della norma e richiedeva uno sforzo fisico notevole. Questo le causò una brutta infiammazione all’anca, molto probabilmente dovuta dalle ore impiegate tutti i giorni ad eseguire coreografie, sia durante gli show che durante le prove e dovendo affrontare un’operazione chirurgica, si trovò costretta ad annullare le 21 tappe rimanenti per la convalescenza. Questa situazione ebbe ripercussioni non solo a livello fisico, ma sopratutto psicologico: Gaga sentiva la mancanza di esibirsi sul suo palco e in particolar modo dei suoi fan. Fu così che nacque ‘Applause’, una dichiarazione d’amore nei confronti dei suoi “Little Monsters” e del suo lavoro, dove l’artista dichiara di “Vivere per gli applausi, per il modo in cui i suoi fan fanno il tifo e gridano per lei”.
Il 19 Agosto 2013 viene trasmesso per la prima volta il video sugli schermi di Times Square, per poi essere caricato sul suo canale Vevo. Diretto dai fotografi di moda olandesi Inez & Vinoodh, questo bellissimo visual vede una Gaga trasformista cambiare più di una decina di look, interpretando vari personaggi partoriti dal suo estro creativo e quindi “le molteplici facce di Lady Gaga”. Inoltre contiene citazioni ad opere d’arte di Botticelli ed Andy Warhol, ricollegandosi al concept dell’album, che ha l’ambizione di “portare l’arte nella cultura Pop”. Il video si rivela un grande successo, supera infatti le 10 milioni 500 mila visualizzazioni in meno di 24 ore.
Il 25 Agosto Lady Gaga apre gli MTV Video Music Awards 2013 con una piacevolissima performance di ‘Applause’ in cui, ispirandosi al video, ripercorre le tappe salienti della sua carriera, esibendosi con i look che l’hanno resa iconica e anche questa volta cita il quadro “La Nascita di Venere” di Botticelli, indossando il famoso bikini con le conchiglie.
Il brano venne accolto negativamente dalla critica, che lo definì “talmente semplice da risultare banale, perdibile, una ripetizione di sé stessa, troppo simile alle atmosfere di ‘The Fame’ (il suo primo album)”. Inoltre il messaggio che Gaga voleva esprimere venne frainteso e fu accusata di peccare di presunzione nel testo, che venne definito “un’auto-esaltazione”.
In un primo momento anche il pubblico lo accolse tiepidamente (anche perchè il singolo uscì in concomitanza con ‘Roar’ di Katy Perry che, al contrario, ebbe un boom fin da subito), non ci fu infatti l’exploit che ci si aspettava, visto l’hype che si era generato attorno a questo ritorno, ma sopratutto considerato il peso di un nome come quello di Lady Gaga. Ci mise qualche settimana ad ingranare e questo avvenne grazie ad un ottimo airplay nelle radio, che salvarono il destino del pezzo: ‘Applause’ diventa il singolo di Lady Gaga più passato dalle radio statunitensi. A questo punto possiamo considerarlo un successo: 11 dischi di platino (uno dei quali in Italia), 4 dischi d’oro e 1 disco d’argento, con 6 milioni di copie vendute mondialmente.
18) ‘Do What U Want’: un successo inaspettato
Il 21 Ottobre 2013 viene pubblicato ‘Do What U Want’, cantato in coppia con il celebre artista R&B R. Kelly, secondo singolo estratto dall’album.
Il brano è una sublime produzione pop con spiccate influenze R&B e contaminazioni anni 80, che coinvolge e convince fin dal primo ascolto. Nel testo Lady Gaga si rivolge a chi critica il suo aspetto fisico: «Scrivi quello che vuoi, dí quello che vuoi su di me e se te lo stai chiedendo, sappi che non mi sento in colpa. Tu non puoi avere il mio cuore, tu non puoi usare la mia mente. Tu non puoi fermare la mia voce, perchè tu non possiedi la mia vita, ma fai quel che vuoi col mio corpo.»
Ha fatto scalpore la copertina del singolo, opera del fotografo e regista statunitense Terry Richardson, che ritrae in primo piano il fondoschiena di Gaga, provocazione rivolta proprio a chi l’ha criticata.
In realtà questo sarebbe dovuto essere un singolo promozionale, in quanto la scelta di Gaga per quello ufficiale era ricaduta su ‘Venus’ (che venne pubblicata quattro giorni dopo), ma visto l’inaspettato successo di vendite che nel frattempo ‘Do What U Want’ stava ottenendo, si è deciso di promuoverlo e non si poteva fare scelta più azzeccata:
- #1 nella classifica iTunes di 83 paesi (tra i quali anche il nostro)
- 2 dischi di platino (uno dei quali in Italia) e 6 dischi d’oro
- diciasettesimo posto nella classifica delle “100 migliori canzoni del 2013” secondo Rolling Stone
Il brano ha fatto inoltre riconciliare la cantante con la critica: “Un pezzo elettronico intelligentemente moderato da farlo sembrare una canzone d’amore. Lady Gaga è tornata in gran forma.”
Il video di ‘Do What U Want’, dopo svariati ritardi e posticipi, non è mai stato pubblicato e attorno ad esso aleggia un mistero che ancora oggi non è stato svelato completamente: tutto quello che sappiamo è che fu diretto da Terry Richardson e che mostra R. Kelly nei panni di un dottore e Lady Gaga in quelli della sua paziente, mentre il corpo di ballo è vestito da infermiere sexy.
La questione venne frettolosamente liquidata da entrambi i cantanti, che si limitarono a dichiarare che il video non sarebbe più uscito per timore di possibili polemiche, visto le tematiche a sfondo sessuale facilmente fraintendibili in esso contenute. Motivazione non accettabile, la pubblicazione di un video era d’obbligo, visto il successo ottenuto dal singolo. Segno della pessima gestione dell’intera era da parte sia di Lady Gaga che dei suoi collaboratori, che con questo tipo di superficialità dimostrata hanno contribuito in maniera importante allo scarso successo commerciale dell’album.
Qualche mese dopo, grazie al sito americano di gossip TMZ.com, riusciamo a vedere 34 secondi del tanto richiesto visual.
L’1 Gennaio 2014 Lady Gaga è ospite del talent-show The Voice USA, dove si esibisce con ‘Do What U Want’ sostituendo R. Kelly con uno dei storici giudici del programma, nonchè Icona del Pop mondiale, la bravissima Christina Aguilera, cogliendo tutti di sorpresa (anche perchè quattro anni prima l’Aguilera fu stupidamente accusata di “copiare” Lady Gaga in seguito all’uscita del suo singolo ‘Not Myself Tonight’).
Le due propongono una bellissima performance, che riceve talmente tanti riscontri positivi da spingere Gaga a pubblicarla come remix ufficiale su iTunes, remix che non solo raggiunge un successo di vendite pari a quello dell’originale, ma che riceve ancor più consensi da parte di pubblico e critica.
19) ‘G.U.Y.’ chiude l’era ‘ARTPOP’
L’8 Aprile 2014 viene pubblicato ‘G.U.Y.’, prodotto con il DJ russo-tedesco Zedd, il terzo ed ultimo singolo estratto da ‘ARTPOP’.
Scoraggiata dalle scarse vendite dell’album, che non hanno raggiunto neanche lontanamente i risultati che ci si aspettava, Lady Gaga sceglie quindi di chiudere questa sfortunata era con soli tre singoli, ma lo fa in grande stile: ‘G.U.Y.’ non avrà un video, bensí un cortometraggio della durata di quasi 12 minuti diviso in tre sezioni e nelle prime due verranno inserite anche la title-track ‘ARTPOP’ e ‘Venus’ (che molto probabilmente sarebbero state estratte, se l’album avesse avuto vendite soddisfacenti), in un visual che prenderà il titolo di ‘G.U.Y. – An ARTPOP Film’ e sarà considerato come “un regalo da parte di Lady Gaga per i fan” che hanno continuato a seguirla nonostante tutto.
Ambientato nella bellissima e suggestiva cornice dell’Hearst Castle in California, il video è una metafora di quello che è successo in questa caotica e confusionaria era, nel quale Lady Gaga cerca di dare al pubblico la sua versione dei fatti in merito allo scarso successo del suo ultimo album.
- Nella prima sezione del video, dedicata al brano ‘ARTPOP’, la Diva, raffigurata come una fenice trafitta da una freccia, denuncia la “fame di soldi” che fa da padrone nell’industria discografica, paragonandola ad una caccia dove si tende sempre più a dare importanza alla quantità e quindi agli incassi prodotti dagli artisti e sempre meno alla qualità e quindi al talento di quest’ultimi, che sono poi gli unici a rimanerne feriti e quindi a pagarne le conseguenze, mentre i discografici non fanno altro che azzuffarsi per cercare di fare ancora più soldi.
- Nella seconda sezione, dedicata a ‘Venus’, Lady Gaga, ferita quasi a morte, viene presa in salvo da degli uomini incappucciati e portata in un “Olimpo musicale”, dove delle figure felici e danzanti eseguono su di lei una sorta di “battesimo spirituale” in una piscina, risvegliando la sua vera essenza. Una volta tornata alla sua “realtà artistica”, Lady Gaga e queste figure positive hanno come unico interesse quello di cantare, ballare e godersi la musica.
- Nella terza sezione, dedicata a ‘G.U.Y.’, Gaga mette in chiaro di essere consapevole di chi sia realmente e di cosa voglia davvero nella sua vita, mentre con l’aiuto di un popolare YouTuber risveglia dalle loro tombe importanti ed influenti personaggi della cultura Pop come Gesù, Gandhi e Michael Jackson, che nel corso della loro vita hanno dovuto attraversare situazioni simili a quella che lei sta vivendo adesso e che proprio per questo sono rimasti così grandi nell’immaginario collettivo di tutti. Infine l’artista, aiutata dai suoi cloni ( i fan? ), mette in atto la sua vendetta nei confronti dell’industria discografica, ribadendo loro il concetto che il potere del “personaggio Lady Gaga” ormai è troppo forte per essere messo in discussione e che fin quando lei sarà guidata dalla passione, dall’amore e da sentimenti positivi, riuscirà a rialzarsi. Molti degli abiti indossati in questa sezione sono di Versace, casa di moda per la quale Gaga era testimonial in quel periodo.
I risultati commerciali di questo singolo sono praticamente inesistenti, ma grazie al suo video, ha rappresentato comunque qualcosa di positivo per lei e per i suoi fan.
20) ‘ARTPOP’: un album incompreso?
Il 6 Novembre 2013 è stato pubblicato ‘ARTPOP’, l’attesissimo quarto album di Lady Gaga, dal quale sono stati estratti i singoli ‘Applause’, ‘Do What U Want’ e ‘G.U.Y.’ che, complessivamente, non hanno ottenuto riscontri paragonabili ai singoli del passato della cantante. Alla produzione, oltre a Gaga, DJ White Shadow, Zedd e RedOne.
La copertina è creata dallo scultore statunitense Jeff Koons e raffigura Lady Gaga completamente nuda con un’enorme palla blu a coprirle le parti intime e sullo sfondo ritagli del quadro “La Nascita di Venere” di Botticelli, alternate ad immagini in bianco e nero della scultura “Apollo e Dafne” dell’artista Gian Lorenzo Bernini. L’artwork ha ricevuto il premio come Miglior album cover del 2013 dalla stazione radio inglese Capital FM.
La sua pubblicazione fu anticipata dalla ARTPOP app, applicazione per smartphone che combinando musica, arte, moda e tecnologia è nata appositamente per la promozione del disco. Altre iniziative intraprese per la promozione dell’album furono:
- la partecipazione all’iTunes Festival di Londra il 1° Settembre 2013, dove Lady Gaga si esibì per la prima volta con sette brani tratti dal nuovo album
- l’artRAVE, un evento organizzato il giorno dell’uscita del disco, trasmesso in tutto il mondo su Vevo, dove oltre ad un vero e proprio concerto per presentare le tracce di ‘ARTPOP’, ci fu l’esposizione delle opere di Jeff Koons (creatore della copertina dell’album e della scultura di Lady Gaga), Inez & Vindooh (registi del video di ‘Applause’) e dell’artista serba Marina Abramovich, che insieme ai primi due ha ispirato Gaga durante il processo creativo dell’album.
Questo disco aveva un’ambizione forse troppo grande che, molto probabilmente, ha giocato un ruolo fondamentale nel suo scarso successo commerciale. Lady Gaga ha dichiarato più volte che con questo album voleva “portare l’arte nella cultura Pop” e che sarebbe stato “il disco del millennio”, affermazioni un po’ troppo presuntuose, che hanno fatto storcere il naso sia agli addetti ai lavori che al pubblico, collocando il disco sotto un’aura negativa ancor prima della sua uscita. E’ indubbio che queste esternazioni fossero dettate dall’euforia e dall’orgoglio che Gaga provava nei confronti della sua nuova creatura, ma quando sei un personaggio così esposto e seguito devi stare molto attento a quello che dici, perchè vieni preso alla lettera. Difatti, dopo queste dichiarazioni, l’attesa per ‘ARTPOP’, che già era altissima, si fece di proporzioni bibliche, non si parlava d’altro e tutti attendevano con ansia di poter ascoltare “l’album che avrebbe riscritto la storia della musica Pop” e che doveva essere così stupefacente.
‘ARTPOP’ è indubbiamente un buon album ed è davvero un peccato che non sia stato compreso e non abbia ottenuto il successo che meritava, ma di certo non era “il disco del millennio” e per questo ha deluso le aspettative di pubblico e critica, che l’ha ascoltato tenendo a mente quelle affermazioni, non riuscendo di conseguenza ad apprezzarlo con obiettività.
Se il pubblico si è “limitato” a snobbare il disco e non acquistarlo, la critica ed i media ci sono andati giù pesante, attuando una vera e propria “propaganda al massacro” che ha senza dubbio avuto un peso importante nel fallimento commerciale di ‘ARTPOP’ e che, nonostante tutto, né l’album né Lady Gaga si meritavano:
- “La cantante suona lontana, assente. I brani sono orecchiabili, ma triti e ritriti. Non lascia il segno, è evidente che non ha più niente da dire.”
- “Nel suo genere è di qualità, ma è specifico per i fan di Lady Gaga e non per ascoltatori estranei al suo mondo.”
- “C’è sicuramente del buon pop in ARTPOP, ma la parte ‘arte’ è piuttosto difficile da trovare.”
- “Favolosità e temerarietà sono innegabilmente spietate, ma questo non vuol dire che il disco sia automaticamente sorprendente.”
- “Concettualmente, formalmente e contenutisticamente è confusionario e per quanto la procedura di fare un album provandole tutte è generalmente coraggiosa e in un certo senso sorprendente, questo perde colpi quando le canzoni in esso contenute non sono sufficientemente buone per giustificare la sua confusione.”
I risultati commerciali di ‘ARTPOP’ sono davvero scarsi e deludenti, se li compariamo con quelli da capogiro raggiunti dai suoi album precedenti: #1 in 7 paesi, 11 dischi d’oro e 5 dischi di platino. Nel 2013 vende quella che per una come Lady Gaga è una cifra a dir poco imbarazzante: 2 milioni 300 mila copie. L’unica soddisfazione in termini di vendite ottenuta da quest’album arriva dal Giappone, paese dove ha avuto un grandissimo successo, aggiudicandosi anche un Japan Gold Disc Award per il Miglior Album Internazionale.
Oltre ai tre singoli ufficiali, dal disco vennero estratti tre singoli promozionali:
- ‘Aura’
Colonna sonora del film ‘Machete Kills’ diretto da Robert Rodriguez (pupillo di Quentin Tarantino), nel quale Lady Gaga recita per la primissima volta, anche se in un ruolo secondario.
- ‘Venus’
Stralunata, pazza, frizzante, divertente, rispecchia a pieno lo spirito dell’album. Scelta inizialmente da Gaga come secondo singolo ufficiale (cosa che mi avrebbe reso molto felice), venne poi sostituita da ‘Do What U Want’.
- ‘Dope’
Struggente e potentissima ballad, dove Gaga confessa di esser stata dipendente dalle droghe, un po’ per alleviare il dolore fisico, un po’ quello psicologico, durante la convalescenza dopo l’intervento chirurgico all’anca.
Questi singoli promozionali, insieme alle tracce che vi segnaliamo di seguito, provano quanto ‘ARTPOP’ sia stato incompreso e sottovalutato.
- ‘Donatella’
Indubbiamente kitsch, ma spassosissima dedica alla stilista Donatella Versace, alla quale Gaga è legata da una forte amicizia.
- ‘Gypsy’
Per quanto mi riguarda, il miglior brano dell’album, con un testo che mette i brividi. Sono convinto che se fosse stata estratta come singolo avrebbe avuto un gran successo. Straordinariamente bella.
21) ‘Cheek to Cheek’: la rinascita di Lady Gaga
Lady Gaga ed il crooner americano Tony Bennett collaborarono per la prima volta nel 2011, nel brano ‘The Lady is a Tramp’ (incluso nell’album ‘Duets II’), che ebbe un buon riscontro di pubblico e critica.
In seguito a questa fortunata collaborazione, Gaga, vista la situazione non proprio rosea della sua carriera (dopo il flop della sua ultima fatica discografica ‘ARTPOP’), propone al cantante swing di incidere un intero album insieme per rilanciare la sua immagine. Il 19 Settembre 2014 viene pubblicato ‘Cheek to Cheek’, disco contenente 11 classici jazz rivisitati dai due interpreti. Dal progetto vengono estratti due singoli ufficiali ed uno promozionale:
- ‘Anything Goes’
- ‘I Can’t Give You Anything But Love’
- ‘It Don’t Mean a Thing (If I Ain’t Got That Swing)’
Il disco funziona, riceve solo ottime recensioni da parte della critica e raggiunge dei risultati di vendita più che soddisfacenti (visto il genere poco commerciale), vince un Grammy nella categoria Best Pop Traditional Vocal Album e dá il via ad un tour che li vedrà impegnati in 36 tappe, 28 americane e 8 europee (una delle quali anche in Italia, all’Umbria Jazz Festival 2015), tutte sold-out.
Di seguito la sublime performance di Lady Gaga del celebre brano ‘Bang Bang (My Baby Shot Me Down)’ di Cher, in una tappa del ‘Cheek to Cheek LIVE!’.
La strategia adottata da Gaga si è rivelata quindi intelligente: questa collaborazione ha fatto sí che la sua immagine ed il suo personaggio tornassero vincenti agli occhi del pubblico ed ha inoltre mostrato al mondo un’artista che prima non conoscevano, capace di avere successo anche se privata di tutti i “fronzoli” e gli eccessi del personaggio Lady Gaga, ma solo ed esclusivamente attraverso il suo (enorme) talento.
22) American Horror Story Hotel: il (premiato) debutto da attrice di Lady Gaga
Il 25 Febbraio 2015, con un inaspettato video sui suoi canali social, Lady Gaga annuncia il suo debutto da attrice nel quinto capitolo della seguitissima serie antologica ‘American Horror Story: Hotel’, creata dal genio creativo di Ryan Murphy (da sempre fan di Gaga) e Brad Falchuk, già creatori di serie TV cult come ‘Nip/Tuck’ e ‘Glee’.
Nello show, che verrà trasmesso dal 7 Ottobre dello stesso anno sul canale americano FX, Gaga interpreta il ruolo (che le calza a pennello) de “La Contessa”, donna lussuriosa ed assetata di sangue, proprietaria del macabro Hotel Cortez, dove convivono svariati personaggi poco raccomandabili e si susseguono una serie di sinistri e terrificanti eventi.
La sua partecipazione è un successo: convince, appassiona e stupisce tutti, tanto da aggiudicarsi un Golden Globe come Miglior Attrice in una serie televisiva. Incoraggiata da questo importantissimo riconoscimento (ottenuto, tra l’altro, alla sua prima, vera prova da attrice), Gaga ha recentemente confermato la sua partecipazione anche nella prossima stagione.
23) ‘Til It Happens to You’: un brano socialmente impegnato (e con una scioccante rivelazione)
Il 18 Settembre 2015 viene pubblicata ‘Til It Happens to You’, toccante colonna sonora del docu-film The Hunting Ground, che parla dell’attuale tema degli abusi sessuali subiti dalle donne nei campus universitari americani. Di forte impatto emotivo lo slogan che accompagna il lungometraggio:
“Una donna su cinque verrà aggredita sessualmente quest’anno nei campus universitari americani, a meno che non cambi qualcosa.”
Il brano è scritto e prodotto con la nota compositrice statunitense Diane Warren ed in seguito alla sua pubblicazione Lady Gaga fece una scioccante rivelazione, quella di aver subito lei stessa un abuso sessuale all’età di 19 anni, motivo per il quale ha deciso di prendere parte a questo progetto, sentendosi coinvolta in prima persona dalle tematiche affrontate, con l’intenzione di spronare le vittime di stupro a denunciare i loro aggressori e di sensibilizzare il pubblico sulla questione.
La ballad è un crescendo di emozioni, caratterizzata da una base classica ed orchestrale, fatta di archi, violini e pianoforte e questi sentimenti vengono amplificati dal testo, dove Gaga dice: «Tu mi dici che andrà meglio col tempo. Tu dici che mi rimetterò in sesto, che starò bene. Ma dimmi, tu che diavolo ne sai? Come diavolo puoi saperlo? Finché non succede a te, tu non sai come ci si sente.»
Per non spostare l’attenzione dall’argomento, Gaga decide di non apparire nel video, che sarà così montato con delle (agghiaccianti) scene di stupro.
Acclamato da pubblico e critica, il brano riceve una nomination ai Grammy e una agli Oscar per la Miglior Colonna Sonora.
24) Partecipazioni ad importanti eventi recenti
Nell’ultimo capitolo della nostra biografia di Lady Gaga rivedremo insieme alcuni importanti eventi recenti ai quali l’artista ha partecipato e dove si è resa assoluta protagonista.
- Il 6 Dicembre 2015 Lady Gaga viene invitata all’evento organizzato dall’Academy dei Grammy “Sinatra 100”, per celebrare i 100 anni che l’Icona dello swing e del jazz Frank Sinatra avrebbe compiuto se fosse ancora in vita. In questo tributo Lady Gaga propone un classico del genere, la celeberrima ‘New York, New York’, ricevendo una standing ovation.
- L’11 dicembre 2015 la bibbia musicale americana Billboard consegna a Lady Gaga l’onorificenza del titolo di Woman of the year durante l’evento “Billboard’s Women in Music”, cerimonia nella quale sono state premiate personalità femminili che nella loro carriera si sono particolarmente distinte nel sociale attraverso la musica.
Davvero emozionante il discorso di accettazione tenuto da Lady Gaga:
«Devo ringraziare anche chi non ha creduto in me, probabilmente sono stati più di quelli che l’hanno fatto. Voi avete acceso questo fuoco dentro che mi ha resa così forte ed io non vedevo l’ora di provarvi che vi sbagliavate. Perché non sarò capace di fare molte cose, ma so scrivere canzoni e so cantare.»
- Il 22 febbario 2015 Lady Gaga è ospite d’onore alla cerimonia degli Oscar, invitata dall’Academy per rendere omaggio alla leggendaria e pluripremiata attrice e cantante inglese Julie Andrews, protagonista di film e musical che hanno fatto la storia del cinema e della cultura Pop, come ‘Mary Poppins’ e ‘Tutti Insieme Appassionatamente’. Il meraviglioso e riuscitissimo tributo è un grande successo: Lady Gaga riceve un’altra standing ovation.
- Il 12 giugno 2015 Lady Gaga si è recata a Baku, in Azerbaigian, dove ha proposto un’emozionante esibizione del brano ‘Imagine’ di John Lennon, in occasione della cerimonia d’apertura della prima edizione dei Giochi Olimpici Europei.
- Il 7 Febbraio 2016 viene affidato a Lady Gaga l’onore di cantare l’inno nazionale americano durante l’apertura della cinquantesima edizione del Superbowl, la manifestazione sportiva più seguita negli Stati Uniti. L’esibizione è stata il momento più visto dell’intero evento, con un totale di 110 milioni 200 mila telespettatori, diventando l’inno nazionale più visto di sempre nella storia del Superbowl.
- Il 15 Febbraio 2016 l’Academy dei Grammy invita ancora una volta Lady Gaga ad occuparsi di un importante tributo, quello all’Icona del Pop mondiale David Bowie (per il quale l’artista ha sempre espresso profonda stima e ammirazione e al quale si è ispirata più volte nel corso della sua carriera), da poco scomparso. L’esibizione, creata dalla cantante in collaborazione con la multinazionale informatica Intel, che si è occupata degli effetti visivi, ha ricevuto riscontri entusiasti da parte di pubblico e critica, ma non è piaciuta al figlio di Bowie, che con un tweet si è espresso negativamente sia sul tributo che su Gaga.
– FINE –
Siamo arrivati al termine di questa nostra “biografia celebrativa” di Lady Gaga in occasione del suo trentesimo compleanno. Abbiamo ripercorso insieme, nel dettaglio, tutte le tappe della sua carriera, analizzando i suoi incredibili successi, ma anche i suoi fallimenti, in un viaggio che ci ha coinvolto ed emozionato e ci ha fatto capire di avere a che fare con una indiscutibile Icona della musica e dello spettacolo, dotata di una grandissima voce, oltre ad un rarissimo, enorme talento come compositrice, molto probabilmente la più grande entertainer dell’ultimo decennio.
Così come in tantissimi avete fatto con il volume precedente (se ve lo siete persi, trovate il link all’inizio dell’articolo), commentate e condividete anche questo volume 2, fateci sapere cosa ne pensate!