Madonna é tornata, ecco la nostra prima impressione sul nuovo album Madame X.
Madonna non é più quella delle hit da numero 1 nelle classifiche internazionali, ma rimane sempre una grande leggenda vivente, che ha rivoluzionato e plasmato la musica del Pop decade dopo decade.
Il suo ritorno 2019 si chiama Madame X, un album di cui si parla da mesi, attorniato da polemiche e pareri discordanti sui singoli rilasciati fino ad ora. Un album che farà discutere molto, detrattori ed estimatori, e sappiamo che Madonna é maestra assoluta di provocazione.
Madame X é follia, genio creativo, o semplicemente confusione e caos?
Questo é il quesito a cui ognuno di noi sarà chiamato a rispondere, e lo possiamo dire sin d’ora, o lo si amerà alla follia, o lo si odierà totalemente.
Niente approcci morbidi come capitò per “Rebel Heart”, la
musica di Madonna di questi tempi è inatesa, sconvolgente, bizzarra, totalmente libera da ogni schema.
L’abbiamo visto con alcuni dei singoli proposti da Madonna, come Medellin insieme a Maluma, dove per la prima volta l’abbiamo ascoltata su sonorità reggaeton-raffinate, o la reggae track insieme a Quavo intitolata Future, o ancora una Madonna quasi trap in Crave.
5 le proposte di Madonna prima dell’uscita del disco, e tutte e 5 una diversa dall’altra!
E se venerdì ascolterete l’album, vi accorgerete che non vi é assolutamente un filo conduttore nelle sonorità di questo disco, ma pezzi di culture e musica totalmente diverse tra di loro.
Sembra proprio la World Music ad aver ispirato Madonna in Madame X
in Batuka per esempio troviamo sonorità africane e capoverdiane, Killers Who Are Partying sentiamo invece le malinconiche melodie del fado portoghese, con un messaggio politico davvero forte riguardo alle ingiustizie del mondo.
Pianoforte e percussioni indiane accompagnano Extreme Occident, anch’essa una canzone di consapevolezza sociale. Si passa al funk brasiliano, ed alla leggerezza in Faz Gostoso in duetto con Anitta. Nell’altro duetto con Maluma Bitch I’m Loca si torna a ritmi del caribe, mescolati con beat sintetici, ed ad una spensieratezza perfetta per i club estivi…
Come Alive fonde un ritornello catchy, con strumenti indiani, mentre Crazy ha delle basi di fisarmonica.
I Don’t Search I Find é invece un chiaro richiamo alla Madonna dance-new age che avevamo potuto apprezzare nell’album Ray Of Light. Chiede poi perdono a Dio e chiede amore nella orchestrale Looking For Mercy.
I nostalgici della Madonna più uptempo invece avranno pane per i loro denti nella canzone chiaramente ispirata alla musica disco dance anni 70, God Control, che però dietro all’aria leggera nasconde anch’essa lezioni di vita.
Sicuramente uno degli album più “impegnati” di Madonna in assoluto, e sicuramente anche uno dei progetti più divisivi della sua carriera.
Si sente chiaramente la voglia di sperimentare ancora una volta, e si sente chiaramente che rispetto a MDNA e Rebel Heart, i rischi presi da Madonna questa volta sono stati decisamente maggiori.
Il verdetto per questo album?
Un disco da ascoltare più volte per riuscirlo ad interprete al meglio, e per questo motivo non vogliamo esprimerci ancora.
I gusti soggettivi giocano più che mai un ruolo importante.
Il disco é variegato, etnico e globale, ma anche caotico e disordinato. È politicamente impegnato come non succedeva da tempo, tuttavia può risultare vocalmente irritante. Può essere definito estroso e geniale, ma anche confusionario e disperato.
Lingue, generi, featuring, sperimentazioni, ne fanno un disco variegato, ma forse senza un filo logico a livello sonoro.
Se volessimo fare un paragone culinario, potremmo definirlo un piatto indiano, composto da varie spezie che portano l’ascoltatore ed il suo orecchio in un’orgia di sensazioni e sapori, ma che non risulta necessariamente digeribile a tutti.