Confronto tra tutti gli album della Star del Country Taylor Swift
L’anno prossimo Taylor Swift segnerà il grande traguardo dei 10 anni di carriera durante i quali non si è mai fermata, lavorando sodo giorno per giorno costruendosi l’impero che ha oggi. Ha rilasciato 5 album, tutti diversissimi ma uniti da un filo comune, dettato dalla voglia di unire al country vari generi musicali diversi.
Partiamo con l’album di debutto omonimo ”Taylor Swift” uscito nel 2006 dopo quasi 2 anni di lavorazione.
Il disco è composto da 11 tracce, 3 scritte interamente da Taylor e le rimanenti 8 con altri co-autori tra cui la principale Liz Rose, che era diventata il suo mentore. Per la produzione, Taylor ebbe molto coraggio ad affidarsi a un produttore completamente sconosciuto di nome Nathan Chapman con cui aveva lavorato in precedenza per delle demo, anziché con produttori country veterani: tra di loro si era creata una grande alchimia.
I testi affrontano le problematiche tipiche di un’adolescente durante il primo anno delle superiori: ambientarsi con nuovi compagni” The Outisde”, trovare la propria strada” A Place In This World”, innamorarsi ”Our Song” e avere delusioni d’amore ”Teardrops On My Guitar”, ”Should’ve Said No”.
Ma possiamo trovare anche testi che parlano di un amore immaginario ”Stay Beautiful”, o di un altro che è durato per tutta la vita ”Mary’s Song”, o ancora dei gravi disturbi alimentari ”Tied Together With A Smile” o di amicizie sbagliate ”Cold As You”
Già si denota il grande talento compositivo della ragazza: testi ben scritti con senso logico e narrativo, non c’è molta differenza tra le canzoni scritte solamente da lei e quelle co-scritte, la sua mano si vede chiaramente in quelle canzoni.
Questo rimane il suo lavoro con più influenze country e, a chi non è abituato al genere, può risultare piuttosto monotono, ma grazie alla brillante produzione di Nathan Chapman questo non accade per gli amanti di questo tipodi musica. E’ un bellissimo album di debutto, una sorta di antipasto.
2 anni dopo fu rilasciato ”Fearless”
un disco che la consacrò come stella americana nonché l’album con cui inizierà a farsi conoscere anche mondialmente. L’album è composto da 13 tracce: Taylor ne ha scritte da sola più della metà, alcune sempre con la mentore Liz Rose e troviamo anche collaborazioni con Colbie Caillat e John Rich. I testi sono scritti magnificamente con le bellissime metafore tipiche di Taylor, un salto di qualità maggiore rispetto al primo album.
Come temi, non si discosta molto dal predecessore: la maggior parte della canzoni parlano d’amore in tutte le sue forme, di certo si denota una crescita rispetto a ”Taylor Swift” , anche se il fairytale regna ancora sovrano in più delle metà del disco : ”Love Story”, ”The Way I Loved You” e ”White Horse” per citarne alcune.
Ovviamente non mancano canzoni che trattano di altre cose: ” Breathe”, la collaborazione con Colbie Caillat, parla di un’amicizia troncata senza un motivo preciso, ”The Best Day” è una dedica a sua madre, ” Fifteen” parla del primo anno di liceo e infine ”Change” si sofferma su quanto sia stato difficile farsi conoscere avendo firmato con una label indipendente.
Invece, a livello di sound, notiamo una piccola evoluzione: Taylor inizia la sua sperimentazione aggiungendo molte chitarre elettriche nei ritornelli e qualche canzone prettamente pop-rock come ”You’re Not Sorry” e ”Forever & Always”, un salto di qualità, a mio parere, rispetto all’album di debutto in cui le canzoni somigliavano alle classiche sonorità country. Da Fearless si inizia a sentire il suo sound, quel country-pop che la porterà a distinguersi dagli altri artisti country. Inoltre, Taylor è co-produttrice insieme a Nathan Chapman dell’intero album.
Proseguiamo con ” Speak Now”
album uscito nel 2010: è un concept album di 17 tracce, ognuna dedicata a una specifica persona(molte sono dedicate a John Mayer). La stessa Taylor descrivendo l’album disse che queste canzoni erano come delle lettere che non aveva mai avuto il coraggio di spedire.
La Swift ha composto tutte le tracce da sola dimostrando ampiamente il suo strabiliante talento compositivo, testi dettagliatissimi, lunghi e per niente ripetitivi e a differenza dei primi 2 album è lo storytelling a farne da padrone.
Nonostante Taylor abbia composto l’album durante la Fearless era, è incredibile come Speak Now sia totalmente l’opposto del precedente: la Swift cresce personalmente e la sua musica anche.
L’amore viene affrontato in maniera più matura, inizia a intravedersi la Taylor donna e non più adolescente e già la prima traccia ”Mine” è un assaggio. Certo, il fairytale non è scomparso del tutto, lo possiamo trovare ancora in ”Enchanted” e in parte in ”Last Kiss” dunque si tratta di un suo marchio di fabbrica ancora presente nel suo songwriting.
Non mancano di certo altri argomenti: troviamo una canzone contro il bullismo ” Mean”, una sul sapere perdonare ”Innocent”, ”Long Live” dedicata alla sua band e ai fan, ”Never Grow Up” che parla di come non si debba aver fretta di crescere.
Per quanto riguarda il sound, il country-pop è presente in meno della metà delle tracce, il pop-rock ha preso il sopravvento e questo bisogna riconoscerlo, perchè Speak Now viene classificato come country, ma sono poche le tracce prettamente country-pop: ”Mean”, ”Sparks Fly”, ”Ours” per esempio.
Canzoni come ”Enchanted”, ”Better Than Revenge”, ”Innocent”, ”The Story Of Us” e ”Haunted” non sono country, hanno forti chitarre elettriche, batterie, senza contare che nell’ultima è presente una maestosa orchestra.Taylor e il suo fedele co-produttore hanno svolto un lavoro magistrale, riuscendo a dare la giusta produzione a ogni traccia.
Speak Now è il mio album preferito di Taylor, ha tutto ciò che desidero in un disco(testi stupendi, sound diversi ma coesi), è incredibile come una quasi 20enne sia riuscita a creare dei testi e delle melodie così eccellenti. Se qualcuno avesse qualche dubbio su Taylor Swift, che ascoltasse quest’album per capire che tipo di artista è.
Se in Speak Now, Taylor mostrava il suo talento nel comporre canzoni nel quarto album
” Red’ uscito nel 2012′ mostra tutta la sua versatilità.
Nel bel mezzo della lavorazione, la cantautrice decise di chiamare cantanti/autori/produttori che stimava per mettersi alla prova: Max Martin, Dan Wilson, Ed Sheeran, Gary Lightbody(degli Snow Patrol) e Jeff Bhasker. Questi artisti si sono aggiunti all’immancabile Nathan Chapman che ha co-prodotto insieme a Taylor più della metà del disco.
Il disco ha 19 tracce,l’album più lungo di Taylor finora. 11 canzoni sono scritte da Taylor, il resto co-scritto con gli autori citati sopra.
I testi, come sempre, sono scritti egregiamente e mostrano ancora una crescita rispetto all’album precedente. Nonostante l’influenza dei nuovi co-autori, la mano di Taylor si vede chiaramente, loro sono dei semplici aiutanti, è lei che fa il lavoro maggiore.
In quanto ai temi, Red si discosta molto dai primi 3 lavori: l’amore è il tema principale in quasi tutto l’album e notiamo una sostanziale crescita rispetto ai 3 lavori precedenti. L’amore è cantato in una maniera ancora più adulta, la cantautrice inizia a fare riferimenti sessuali senza cadere nella volgarità, possiamo trovarli in ”State Of Grace”, ”Treacherous” e ”All Too Well”.
La maggior parte delle canzoni sono tristi dato che sono state ispirate da una cocente delusione amorosa, ma non mancano brani da hopeless romantic come ”Stay Stay Stay”. Ci sono solo 2 canzoni che parlano di altro e sono ”22” che parla dell’estate trascorsa con le sue amiche e ”The Lucky One” che affronta, invece, i lati negativi della fama.
L’album non ha un sound definito, non è coeso ed è stato criticato per questo, ma l’intento della cantante era quello di dare il sound in base alle emozioni che provava mentre scriveva il pezzo: per esempio la parte dubstep di ” I Knew You Were Trouble” è stata inserita dopo che Taylor disse a Max Martin di volere il caos dopo il ritornello.
C’è un po’ di tutto in Red: dal country-pop di ” Begin Again” Stay Stay Stay”, al pop di ”Starlight”, fino all’alternative/pop-rock di ”State Of Grace”, ”The Last Time”, ”Holy Ground” e ciò lo rende l’album più eclettico mai realizzato dalla Swift. Il disco ha saputo prendere le influenze dei collaboratori e cucirsele perfettamente addosso, dando prova che la voce di Tay, che in quest’album si sente in tutta la sua bellezza e sfumature, non si presta solo per il genere country.
Concludiamo con l’ultimo album ”1989”, un disco uscito nel 2014 che per Taylor rappresenta una sorta di rinascita sia personale che artistic
essendo il suo primo album completamente pop.
Il disco ha 16 tracce, per la prima volta è presente solo una sola canzone scritta interamente da lei( e l’unica prodotta da Nathan Chapman), 9 tracce co-scritte insieme a Max Martin e Shellback, 3 con Jack Antonoff, 2 con Ryan Tedder e una con Imogen Heap.
Molti hanno criticato i testi di quest’album, pure molti fan, ed è vero che non sono paragonabili ai precedenti che erano più dettagliati e meno ripetitivi, ma bisogna riconoscerle il merito di aver saputo lo stesso raccontare storie con senso logico e narrativo senza il dettagliato storytelling che la contraddistingue. Testi lunghi come ”Dear John” non si sono visti nel pop, no? Doveva adattarsi e l’ha saputo fare egregiamente, il suo stile è ampiamente visibile, ci sono ancora le sue bellissime metafore.
L’amore triste di Red cede il posto all’amore nostalgico di cui si sente la mancanza. Molte canzoni sono quasi il seguito di alcune di Red, per esempio ”All You Had To Do Was Stay” ha riferimenti di ”All Too Well’ e ‘ I Wish You Would’ di ”I Almost Do”. La Swift è cresciuta ancora e parla di questo sentimento nella totale consapevolezza di una donna adulta, di certo nei primi album non potevamo trovare l’amore descritto come in ”Wildest Dreams” e neppure come in ”Style” o ” This Love”.
Gli altri temi di cui parla sono: i media in ”Blank Space”, ‘‘Shake It Off’‘, ”I Know Places” e ”New Romantics”, la Grande Mela in ”Welcome To New York”, passando per il tradimento di un amico in ”Bad Blood” e l’appropriarsi della vita in ”Clean”
Date le critiche ricevute per la poca coesione di Red, Taylor decise di optare per un sound più coeso per 1989. L’obbiettivo di Taylor era quello di unire le sonorità pop anni 80 con quelle odierne, infatti troviamo sound con synths tipicamente usate negli anni 80 come in ”Welcome To New York”, ”Out Of The Woods” e ”I Wish You Would” e sound decisamente più attuali come ”Wonderland”, ”How You Get The Girl” e ”Blank Space”
Per molti sono sound banali, ma ci tengo a dire che non sono delle semplici basi messe a caso in sottofondo a un testo, ma sono state studiate apposta per il tipo di canzone, cosa che Taylor ha sempre fatto in tutti i suoi album.
Se si ascolta attentamente, si notano certi piccoli dettagli che rendono tali canzoni uniche nel loro genere: pensiamo al battito del suo cuore usato come beat in ”Wildest Dreams” o allo xilofono atto a simboleggiare la pioggia in ”Clean”. E’ pop, ma con il marchio ”Taylor Swift.
Inoltre sono presenti strumenti non tanto conosciuti come il mbra usato in ”Clean” o la funklucious guitar usata in ”Style”. C’è stato un grossissimo lavoro dietro da non sottovalutare.
E siamo giunti alla fine di questo lungo viaggio di un’artista eclettica che ha sempre saputo come reinventarsi senza perdere la sua essenza artistica. C’è chi preferisce un album all’altro, o un genere all’altro, ma è una cosa è certa: è raro trovare una discografia così solida senza difetti, almeno a mio parere. Concludiamo il post con un sondaggio.
Tu hai una opinione, io ne ho un’altra. Sia, non ha fatto un solo album come molti credono (non sto dicendo che tu conosca solo l’ultimo). E credo che in 15 anni di carriera abbia dimostrato abbastanza. Adele non deve dimostrare niente: lo sta gia facendo con la sua musica ed é comunque entrata a far parte della storia, che piaccia o no.
Se vuoi, per farla finita, ti dico che mi piace, altrimenti ti prego di rispettare il mio modo di pensare. Io lo sto facendo e rispetto il fatto che per te Taylor Swift sia una grande. Ma non posso che avere una opionione diversa dalla tua.
Sam ed Edward sono come Taylor 2 cantautori che sanno fare alla grande il loro lavoro.. The Weekend ha ancora tanto da dimostrare, Sia ed Adele idem.. ti rammento che a differenza di queste ultime Taylor ha scritto tantissime canzoni da sola tra cui un intero album! Se questo non è avere qualità..
Sam Smith? Ed Sheeran? The Weeknd? Sia? Adele? Ma anche Meghan Trainor rimanendo nello stile pop. Ariana Grande non la calcolo minimamente perche ha solo una gran bella voce. Non trasmette niente e soprattutto live non si puo vedere, soprattutto quando CERCA di ballare.
Per carità! Però non dire che lei non ha qualità rispetto a chi c’è in giro, chi poi? Ariana e simili? Sacrilegio
Esatto. É un mío pensiero. Tutti dovrebbero esperimere il suo pensiero di fatto. Io ripeto che secondo il mio punto di vista il suo miglior album è Fearless. Non posso dirti una cosa diversa… Mi fa piacere sapere che tu la pensi diversamente da me, ma non posso pensar come te. Sono gusti….
LOL per la prima frase!
Per la seconda, Taylor non ha album peggiori.
Per la terza, è un tuo pensiero, ma dovresti ascoltare Speak Now e Red CON PIù ATTENZIONE
Se parliamo di qualità per quest’artista si può dire che non ne ha rispetto a quello che c’è in giro. Dentro della sua discografia vedo che ci sono album megliori e album peggiori. Quello che ho menzionato lo vedo superiore alla media dei suoi CD.
Dopo un’attenta riflessione, ho deciso di votare per Speak Now, per quanto io adori anche Fearless; è l’album che mi ha fatta innamorare di lei.
Principalmente è per i testi lunghi e dettagliati, come quelli di Dear John, Last Kiss e Long Live.
Trovo che sia con questo album che Taylor dà sfoggio alle sue capacità compositive.
Poi c’è il fattore musicale. Speak Now comincia a distaccarsi quasi completamente dal country, e acquista delle sonorità più pop ma senza cadere nel commerciale, come ben si nota in Better Than Revenge, The Story Of Us o Haunted. Ma non per questo è meno coeso, anzi!
In conclusione, per quanto io sia affezionata a Fearless (testi come The Way I Loved You, Change, Breathe e The Best Day sono fantastici), trovo che Speak Now sia un vero e proprio gioiello.
Premetto che non ho mai ascoltato il primo. Ho votato per speak now! Non avevo mai avuto il tempo di ascoltarlo, poi grazie alla scassapalle di Veronica (con affetto) mi sono deciso ad ascoltarlo. Devo dire che sono stato ben felice di farlo, album bellissimo, sotto molti punti di vista. La cosa che mi ha colpito di più è il fatto che lo abbia scritto tutto sola, incredibile! Bravissima Veronica.
<3
gnegne 😛 brava l’amica mia <3
Sono veramente poche le canzoni di Taylor che mi piacciono, ma nonostante questo la apprezzo come artista.
Complimenti per l’articolo 😉
Articolo veramente ben fatto! Quando ho letto la parte sulla coesione musicale (ne avevamo parlato proprio qui, dello xilofono in clean etc) avrei dovuto capirlo subito che l’avevi scritto tu l’articolo ahahah
Complimenti ancora :3
@disqus_x8zxX4Eq0A:disqus
Migliore Speak Now
Peggiore 1989
Non hai mai visto Avril allora XD
Bellissimo articolo, brava Veronica!
Per me i suoi miglior album sono gli ultimi, Red e 1989. Sono i più adatti a me per quanto riguarda il sound (che per me è davvero importantissimo in un brano), come anche i testi che spesso riesca ad adattare alle mie vicissitudini (Wildest Dreams e I Knew You Were Trouble). Inoltre in questi album ci sono le canzoni di Taylor Che presferisco: We Are Never Ever Getting Back Together, Bad Blood, Out Of The Woods e le due migliori in assoluto, Wildest Dreams e I Knew You Were Trouble (che sono tra le canzoni più importanti per me).
Complimenti a Veronica per l’articolo, come sempre eccellente.
Personalmente ho votato per Speak Now, album che trovo MERAVIGLIOSO, per testi e produzioni. Taylor in questo album ha mostrato tutto il suo immenso potenziale come autrice, ed inoltre è l’album che mi ha fatto innamorare di lei e della sua musica. Naturalmente apprezzo tanto anche gli altri album, Red su tutti, in cui è riuscita a fondere più generi senza stonare.
In poche parole, nonostante tutte le critiche, a mio parere Taylor è tra le migliori in circolazione.
Brava Veronica 🙂
Speak now è un ottimo album ma è innegabile che 1989 sia sceso di qualità di molto, sul tenere il palco giuro che non te lo dico con cattiveria lol ma è tra le star con meno presenza scenica che abbia mai visto XD
Prima lo criticano e poi lo votano LOL
Concordo! Comunque vedo che 1989 regna anche in questa classifica. Infondo c’era da aspettarselo 🙂
Non che Fearless sia così originale XD
Neanche a me dà fastidio la poca coesione di Red, anzi.. Il fatto che ogni sound sia legato al testo e alle emozioni che Taylor provava mentre scriveva è ciò che rende Red il capolavoro che è!
Il mio capolavoro <3
Certo tutti criticano 1989, poi è in testa LOL @Umbe@umberto_olivo:disqus
Non sono 2-3 canzoni.(a parte in Red e l’ho pure detto). Le ho volute citare TUTTE onde evitare commenti del genere! Su dai, perchè non lo volete accettare una volta per tutte?? Vi costa fatica? Speak Now e 1989 sono gli album in cui ci sono più canzoni che parlano d’altro giusto per sottolinearlo.. Ma poi anche se non ce ne fossero?
L’amore è un sentimento che provoca emozioni DIVERSE, tutte le canzoni amorose di Taylor sono diversissime, anche quelle dedicata a una sola persona che siano felici e tristi! Per John Mayer ha scritto Sparks Fly e Ours che sono diverissime, così come Dear John e The Story of Us.. Per Joe Jonas Forever & Always e Last Kiss che proprio sono come il giorno e la notte.. Dove sta la monotonia?
E sfatiamo sto mito che non sa tenere il palco, perchè pure quando faceva country metà concerto non suonava gli strumenti, ma chissà come mai nessuno diceva nulla…
La mia chart personale RED>1989>Fearless>Speak Now… il primo non mi pronuncio perchè non l’ho mai ascoltato e mi ispira poco
Articolo ottimo!! Complimenti Veronica! Ho votato Red (preferito in assoluto) e Speak Now. Seppur diversi trovo che siano gli album in cui le qualità di Taylor spicchino maggiormente in quanto sono influenzati in parte dal country in parte e in parte da altri generi (pop, rock), e per me Taylor eccelle quando combina il country con altri generi. Sicuramente Red non è coeso a livello di sound ma nessuna canzona ‘stona’ all’interno dell’album ed il livello qualitativo dei brani è molto alto.
L’articolo è stupendo, davvero ben fatto.
Ammetto di aver ascoltato solo parzialmente la discografia di Taylor (solo gli ultimi tre album) e il mio preferito è Red, amo quest album, l ho ascolto tutt ora con molto piacere. Il testo di Red(canzone) è qualcosa di meraviglioso.
quelli che preferisco sono Red e 1989. Però come qualità sono migliori i primi,Fearless e Speak Now
Fidati, anch’io dicevo così e poi ho scoperto teardrops on my guitar, you belong with me, back to december e ti lasci andare anche agli altri 4 album!! Senza contare che io l’ho conosciuta e amata grazie al fatto che usavano love story per una pubblicità e il ritornello mi si era sedimentato nel cervello al punto che me la sono andata a cercare, poi mi sono scaricato red e da lì tutti gli album a ritroso! Uno più bello dell’altro!!!
gran bell articolo. oh finalmente il caro vecchio r&b junk che vi rende onore e giustizia senza tutto quel trash e quegli argomenti che non c’entrano con la musica . un Articolo con la A maiuscola , riguardo al voto degli album non sapevo quale votare tra red e 1989 quindi li ho votati tutti e due 😉
Red mi sa tanto da pubblicità di merendine.
Fearless é il migliore in qualità. Gli ultimi 2 hanno singoli molto forti, probabilmente più forti dei 3 album precedenti ma scarseggiano di originalità. Per me il migliore rimane il secondo.
Io ho iniziato a seguirla solo un anno fa, quando uscì Blank Space, per cui uscii pazzo. Da lì mi sono piaciuti tutti i singoli che ha estratto (anche se come ho sempre detto avrei preferito che avesse estratto Bad Blood senza l’ausilio di Kendrick Lamar). Poi in estate ho scaricato l’album ed è stato subito amore, lo trovo anche io molto coeso, ma non capirò mai la scelta di inserire Wonderland e New Romantics nella Deluxe Edition (sto ancora aspettando che vengano estratti come singoli). This Love penso sia una delle più belle dell’album, non azzardo della sua intera discografia perché non conosco i suoi album precedenti e le relative tracce. Credo che non ascolterò mai i primi tre album dal momento che i generi contenuti non fanno proprio per me, e mi spiego così anche il motivo per cui la snobbavo prima. Ma Red mi incuriosisce e lo ascolterò
Speak Now e Fearless restano i suoi album migliori… I “peggiori” sono a parimerito 1989 e il primo, ma peggiori è un parolone
Fearless <3 senza ombra di dubbio
Troppo brava!!! Io ho votato per 1989 nonostante mi piacciano tutti un sacco però ho votato per l’ ultimo album proprio perchè è riuscita a superarsi ancora e a migliorarsi!!
Mi risulta difficilissimo dire quale sia il mio preferito visto che lei mi piace un sacco, pertanto dico 1989, Speak Now e Red!!!!
E, in parte, Fearless, adoro You belong with me!
Io voto per Speak Now (anche se adoro tantissimo pure Red). u.u
Prima di 1989 sicuramente meritava come artista , per quanto un po ripetitiva con i sound e coi testi ( 2, 3 canzoni su 15, 16 non è che fanno la differenza lol) era sicuramente una ottima song writers , si vede che c’era un gran lavoro dietro ai suoi album, ma con 1989 si è rovinata del tutto…
Che facesse qualche canzone pop come in Red va benissimo ma fare un’intero album così proprio no , non è il suo genere , non sa tenere il palco con questo genere , la sua voce viene sminuita tantissimo con questo genere ed anche i testi che sono il suo forte vengono appunto sminuiti con questo genere…
L’album stesso non dico che sia brutto però è innegabile che alcune tracce siano banalissime ( Shake it off,Blank space,Welcome to new york,All You Had to Do Was Stay , How you get the girl) poi sopratutto le ballad sono comunque di qualità però è scesa di molto rispetto ai primi album!
Io voto Fearless con cui l’ho conosciuta. Per me “Love story” è la sua miglior canzone. Mentre Red lo reputo il suo disco peggiore.