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Cosa é una Sleeper Hit? Ecco 12 esempi per spiegare questo fenomeno musicale molto particolare!
Nella maggior parte dei casi, siamo abituati a vedere le canzoni brillare quando sono nuove, quando sono fresche di release e premiere radiofonica.
Le vediamo fare un determinato percorso nelle charts, arrivare ad un apice, e poi scendere, il tutto seguendo un percorso naturale, fisiologico, attraverso regole mai stabilite ufficialmente ma alle quali ogni pubblicazione musicale si adatta.
Tuttavia, esistono alcune canzoni che si mantengono lontane da ogni schema, brani che una volta rilasciati passano inosservati, non vengono calcolati da nessuno, ma che poi esplodono quando nessuno se lo aspetta, grazie ad una scintilla sempre diversa, che può avere una qualunque natura.
Esiste un termine tecnico per definire un brano che si comporta in questo modo.
Una hit che diventa tale dopo mesi o anni dalla release è infatti definita SLEEPER HIT,
con riferimento a quello che effettivamente è il suo comportamento: prima dorme (sleeper) e poi colpisce (hit).
In questo post vorrei analizzare 10 casi diversi tra di loro di brani che in un primo momento erano passati completamente inosservati, non erano stati calcolati da nessuno e spesso erano sfuggiti anche a noi amanti della musica, ma che poi si sono trasformati in grandissimi successi e sono spesso diventati perfino le hit più vendute dei loro interpreti.
Non sempre questi casi particolari sono serviti a lanciare (o rilanciare) del tutto delle carriere, è vero, ma restano comunque unici e particolari, e sono dunque interessanti da analizzare. Ciò vi farà capire come molto spesso il successo di una canzone non dipenda affatto dalla sua effettiva qualità, ma solo dal contorno che viene creato.
Summertime Sadness – Lana Del Rey
Per quanto “Born to Die” sia stato uno degli album di maggior successo degli ultimi 5 anni, Lana Del Rey neanche in quella Era discografica è stata fortissima coi singoli. Fortissimo solo il successo di “Video Games”, ma dopo questa hit ha conquistato un pubblico più interessato a comprare album che singoli, e così gli altri singoli estratti dal disco hanno ottenuto risultati piuttosto magri.
Tra questi brani troviamo anche “Summertime Sadness”, forse una delle più radiofoniche del progetto ma che sul momento non fu calcolata più di tanto dal pubblico interessato all’acquisto di singoli. Il pezzo è una mid tempo in pieno stile Del Rey, ma nonostante il testo sia dedicato alla sua migliore amica scomparsa, a dispetto del titolo il sound non deprime, ma si lascia ascoltare portando con sé una velata malinconia.
Nel 2012 il pezzo aveva a malapena sfiorato nelle classifiche, ma un anno dopo il DJ tedesco Cedric Gervais ebbe una straordinaria intuizione: un pezzo così, con un titolo del genere ed interpretato in quel modo, avrebbe potuto far ballare le discoteche di mezzo mondo se solo rivisitato completamente con un sound dance. E così, prima che l’estate finisse, l’artista sfrutto la classica ondata di malinconia di fine estate per realizzare questo suo progetto.
Immediatamente, il brano schizzò in vetta alle classifiche di vendita e radiofoniche di tutto il mondo e divenne uno dei più ballati dell’anno. Man mano che il remix si trasformava in un vero tormentone, anche la versione originale iniziava ad essere acquistata dalle masse, che hanno così trasformato in hit lo stesso brano che non avevano calcolato di striscio un anno prima.
Certo, per arrivare a questo si è dovuto snaturare completamente la canzone e far sì che in moltissimi ballassero inconsapevolmente su quella che era nata come un discorso funebre (in origine il testo del brano avrebbe dovuto essere il discorso di Lana per il funerale dell’amica), ma se il fine giustifica i mezzi possiamo ritenerci soddisfatti.
Hallelujah – Jeff Buckley
Un fenomeno che conosciamo molto bene è quello del successo postumo di un artista. Capita spessissimo che dopo la morte di un cantante i suoi numeri e la sua popolarità si facciano più corposi, un po’ sia perché è nella natura dell’uomo notare ciò che c’è di bello nelle persone solo dopo la loro morte, un po’ perché le case discografiche fanno di tutto per puntare i riflettori su un artista quando per forza di cose possono guadagnarci ancora di più.
Un caso tra i più emblematici è quello di Jeff Buckley. Rockstar esplosa negli anni ’90, Jeff ha fatto in tempo a rilasciare un solo studio album: “Grace”, nel 1994. Un successo molto tiepido, come quello di tanti cantanti rock che si dedicano ad un pubblico di nicchia, e come quasi tutti loro ottenne un riscontro positivo solo presso il pubblico di genere, e soprattutto i singoli non fecero molto. Tra questi, in particolare, l’ultimo estratto “Hallelujah” (cantanta in origine da Leonard Cohen, cantata poi anche da Alexandra Burke) passò completamente inosservato.
Il brano era una ballad rock dal testo perfetto per una canzone gospel, dunque le possibilità di sfondare stavano a zero. Il discorso cambiò morto quando nel 1997, quando il cantante annegò mentre faceva un bagno in un fiume. Il suo divenne ovviamente un caso mediatico, fu eletto quasi a leggenda del rock, l’album vendette molto, e le celebrazioni iniziarono a protrarsi negli anni.
Quando nel 2007, per celebrare il decennio dalla sua scomparsa, la Columbia pubblicò il suo ultimo best of, il caso mediatico scoppiò di nuovo, e questa volta coinvolse anche una traccia. Sto ovviamente parlando di “Hallelujah”, la quale divenne una vera hit internazionale dopo aver dormito per ben 13 anni. Ad oggi il video ufficiale del pezzo ha totalizzato ben 60 milioni di views, un risultato incredibile per una ballad alternative rock rilasciata negli anni 90!
Just Dance – Lady GaGa
Continuiamo ora con un caso molto, molto diverso. Siamo nel 2008, e la Interscope ha trovato una nuova aspirante pop star di grande talento ed eccentrica quanto basta per farne un nuovo caso mondiale, per trasformarla in un uragano capace di rivoluzionare le classifiche e diventare la principale protagonista dello scenario musicale di quegli anni. Il suo nome era Stefani Joanne Angelina Germanotta, ma noi l’avremmo conosciuta di lì a poco come Lady GaGa.
Creato un progetto synthpop abbastanza forte per farla sfondare, la Insterscope dà a GaGa l’ok per avviare la sua carriera nel mese aprile, ma le danze non iniziano con “Poker Face” (che qui da noi si fece notare per prima). Il primo singolo rilasciato da GaGa è infatti “Just Dance”.
Up tempo pop dal sound catchy e sbarazzino, a mio avviso molto migliore rispetto a quello troppo martellante di “Poker Face”, Just Dance era una canzone pop fatta apposta per esplodere, con un testo leggero che si sofferma sui pensieri di una ragazza che partecipa ad una festa. Non è un capolavoro, ma è un brano perfetto per conquistare le classifiche, eppure per il momento passa completamente inosservato, come se nulla fosse avvenuto.
Il pezzo fu rilasciato nell’aprile 2008, pensate che raggiunse la 1 nella Hot 100 dopo ben 9 mesi, nel gennaio 2009. Cosa era avvenuto nel frattempo? Nel settembre 2008 era stata rilasciata “Poker Face” con annesso video, in cui Gaga proponeva un’immagine più aggressiva e definita.
Le radio probabilmente si resero conto dell’incredibile potenziale di questa artista, e spinsero in rotazione il pezzo più radiofonico, “Just Dance”, precedentemente snobbato. Anche la curiosità e l’interesse mediatico fu catturato sempre più da questa stella emergente. Just Dance al pubblico piacque molto e così riuscì a conquistare rapidamente tutto il successo che fino a quel momento gli era stato negato. Conseguentemente al grande successo di Just Dance, anche Poker Face ne beneficiò, trasformandosi nella seconda grandissima hit di Gaga.
Cheerleader – OMI
Siamo nel 2011. Nel musicbiz avviene uno di quei tanti debutti che passano praticamente inosservati, uno di quei debutti di cui non veniamo a sapere nulla in quanto nessun media parla dell’artista in questione. Sto parlando del jamaicano OMI, il quale tenta la strada del successo con una mid tempo dal gusto etnico e dalla base a tratti interessante, ma interpretata in modo troppo piatto perché possa sfondare.
Di avvenimenti del genere ce ne sono a bizzeffe tutti i giorni, e l’epilogo è quasi sempre lo stesso: la label concede un singolo di prova all’artista, ma poiché questo singolo ottiene zero visibilità non gli dà alcuna possibilità di continuare. In moltissimi hanno ricevuto questo trattamento, quasi nessuno ha avuto la possibilità di andare avanti, ma per lui c’è stato un colpo di fortuna.
Qualche mese fa il DJ tedesco Felix Jahn ha ben pensato di mettere le mani su questo pezzo e di rivoluzionarne completamente il beat, di trasformarlo in una up tempo dal gusto estivo, caraibico, in un pezzo dal sound irresistibile e sul quale la performance vocale di OMI non sembrava più nemmeno così piatta, insomma un prodotto perfetto per essere mandato alle radio di tutto il mondo e per scalare le classifiche.
Ed effettivamente, le cose sono andate proprio come previsto: “Cheerleader” è stato uno dei principali tormentoni dell’estate a livello mondiale, gareggiando testa a testa con “Lean On”. Ciò ha tra l’altro dato ad OMI la possibilità di pubblicare un altro singolo intitolato “Hoola Hop” e di annunciare il suo primo album, tuttavia ad oggi lui sembra uno dei tanti one hit wonder…
Habits (Stay High) – Tove Lo
Un caso molto simile al precedente (ma decisamente più fortunato) è quello di Tove Lo. Proveniente anche lei da un mercato musicale minoritario (nel suo caso la Svezia), Tove Lo è già attiva da un po’ nel mondo della musica quando, nel 2013, rilascia “Habits”, un brano fino a quel momento destinato al solo mercato svedese ma che non riesce minimamente a farsi notare.
La cantante, tuttavia, non viene abbandonata dalla sua label: la Universal, a differenza della stragrande maggioranza delle case discografiche, sa rendersi conto di quando un’artista ha talento, e così lascia che il duo di produttori Hippie Sabotage metta le mani su questo pezzo e lo trasformi in una vera club banger che possa spaccare le classifiche di mezzo mondo.
Anche questa volta, l’esperimento riesce. Il remix di “Habits” si trasforma subito in una hit molto forte in tutta Europa ed in Oceania, rendendo immediatamente il nome di Tove Lo famoso. Poiché nessuno si aspettava un riscontro così ampio, la label aveva escluso da questa release il mercato più importante e rischioso al mondo: gli Stati Uniti, il che limitava parecchio gli effettivi guadagni che Tove e la Universal potevano ricavare da questa hit.
Quando il successo era già ampio, Habits viene rilasciata con il titolo di “Habits (Stay High)” anche in USA. Poiché qui la dance era già calata rispetto al mercato internazionale, il brano viene rilasciato (titolo a parte) nella sua versione originale, e questa si rivela una scelta più che saggia: il pezzo raggiunge la no.3 nella Billboard Hot 100 rendendo Tove la seconda miglior hitmaker svedese di sempre in territorio americano. A differenza di OMI, lei ha già dimostrato di non essere una one hit wonder grazie a “Talking Body”.
All of Me – John Legend
Questo fenomeno tuttavia non capita sempre e solo ai nuovi arrivati. Un caso tra i più emblematici che abbiamo avuto negli ultimi anni è quello di un cantante R&B che ha già avuto il suo periodo di gloria nel decennio scorso, ma che dopo un calo avvenuto negli anni di crisi del genere è riuscito ad ottenere la sua hit più forte proprio quando nessuno se lo aspettava. Sto parlando di John Legend.
Quando nel 2013 John rilascia il suo quinto album “Love in the Future”, la situazione è davvero critica. Le vendite inizialmente sono più basse che mai, e questo nonostante la qualità del disco sia davvero ottima. Nessuno sembra più interessato a John, tant’è che neanche la release di una power ballad emotiva come poche serve a molto inizialmente.
“All of Me” viene infatti estratta forse in un periodo non proprio ottimo per le ballad (ad agosto, piena estate), e ciò fa si che il pezzo passi ancora più inosservato di quanto sarebbe potuto avvenire qualche mese prima o dopo.
Tuttavia una manna dal cielo arriva per aiutare John. L’artista ottiene una nomination ai Grammy nella categoria Best R&B Album, il che gli dà la possibilità di esibirsi nella serata. Ora siamo in pieno inverno, ed il pubblico accoglie estasiato una performance così emozionante ed una canzone del genere. E così, in men che non si dica, John ritorna al top come non lo è mai stato: raggiunge la no.1 in classifiche dove non lo aveva mai fatto (compresa la Billboard Hot 100) e si ritrova tra le mani il terzo singolo più venduto del 2014. Mica male per uno che era dato per spacciato.
Call Me Maybe – Carly Rae Jepsen
Un altro caso di sleeper hit che ha fatto parlare di sé negli ultimi anni è quello di Carly Rae Jepsen. In realtà la gente parla di lei più per il suo essere l’emblema delle meteore, è vero, tuttavia possiamo parlane anche in questo ambito. Forse non tutti lo sanno, ma Carly non ha debuttato nel musicbiz nel 2012. La cantante ha infatti rilasciato il suo primo album “Tug of War” nel 2008, senza sortire alcun effetto.
Dopo un debutto folk, la cantante in un primo momento aveva intensione di ritornare in scena con un disco totalmente improntato su questo tipo di musica, tuttavia all’ultimo lei e la sua label hanno deciso di trasformare completamente il sound di alcune tracce. Tra queste canzoni troviamo anche una certa “Call Me Maybe”, traccia che da folk fu trasformata in uno dei più grandi esempi di smash hit teen pop.
Il pezzo in realtà non fu pubblicato nel 2012, anno del boom di Carly, ma era stato edito già a settembre 2011, senza riuscire tuttavia a farsi notare minimamente nelle classifiche. A quel punto il suo manager Scooter decise di utilizzare tutto il suo potere per lanciare questo singolo creando un progetto che coinvolgesse un sacco di star più amate dai più giovani: Justin Bieber, Ashley Tisdale, e tanti altri.
Il video realizzato da questi artisti riuscì presto a diventare virale, tutti iniziavano a guardarlo e condividerlo, e così il brano è subito esploso nelle classifiche di tutto il mondo, diventando in assoluto il più grande tormentone estivo del 2012 ed una grandissima hit di cui nessuno, nel bene e nel male, si è ancora dimenticato. Passato l’effetto del video di lancio, il successo è restato costante grazie sia all’appetibilità del brano che ad un videoclip (quello ufficiale) davvero bello e simpatico. Peccato che poi Carly si sia dovuta accontentare solo di un’altra hit e del modesto successo di “I Really Like You”…
Let Me Love You – Ne-Yo
Sono molti gli artisti che nelle loro carriere hanno ottenuto vari alti e bassi, e sicuramente Ne-Yo è uno di questi. O meglio, finché ha fatto solo ed esclusivamente R&B il successo non gli è mai mancato, ma da quando ha iniziato ad ammiccare un po’ troppo al pop il suo fan base originario lo ha letteralmente abbandonato, e da allora riesce ad avere delle hit solo quando ottiene il favore delle radio.
In particolare, la sua “RED” Era era iniziata con i peggiori auspici. Il pubblico urban non aveva accettato il suo ritorno al suo genere originario avvenuto con “Lazy Love”, ed il brano si era dunque rivelato un flop dalle proporzioni a dir poco immense. Allora, Ne-Yo pensò bene di tornare al pubblico pop proponendo “Let Me Love You”, un brano omonimo della celeberrima hit da lui scritta per Mario ma completamente diverso da tale canzone.
Inutile girarci intorno: “Let Me Love You”, nonostante il bellissimo testo che presenta, è semplicemente una delle tante canzoni dance rilasciate nel 2012, e come sempre avviene quando si eccede con un tipo di musica il pubblico inizialmente la bocciò. L’unica eccezione fu il pubblico inglese, da sempre un vero feudo per il Ne-Yo pop, ma nel resto del mondo nel momento della release le cose andarono davvero malissimo.
Poi, verso gennaio 2013, per ragioni davvero inspiegabili le radio iniziarono a passare con insistenza il brano, una canzone che fino a quel momento era passata completamente inosservata. Mentre il fenomeno della dance iniziava a calare, “Let Me Love You” aveva decisamente più possibilità di sfondare, e difatti così fu: no.6 nella Billboard Hot 100 e piazzamenti ottimi in tutti i principali mercati fioccarono subito per il pezzo, ad oggi l’ultima hit pop da solista di Ne-Yo.
Say Something – A Great Big World feat Christina Aguilera
Abbiamo parlato prima di come spesso i debuttanti non abbiano proprio modo di farsi notare dal grande pubblico, di come siano privi di alcun mezzo per arrivare alle masse. Questo sembrava essere il destino anche degli A Great Big World, un duo dall’incredibile talento che è entrato a far parte del mondo della musica nel 2013.
Nel settembre di quell’anno, dopo alcuni tentativi falliti, il gruppo rilascia “Say Something”, una ballad intima, toccante e commovente che sul momento non riesce tuttavia a colpire, ad essere notata da qualcuno. Proprio quando i ragazzi stavano per gettare la spugna, un angelo è arrivato in loro soccorso ed ha deciso di fare tutto ciò che era in suo potere per regalare loro il successo che si meritavano: sto parlando di Christina Aguilera.
Ascoltata per caso questa magnifica canzone, Xtina si rese conto del suo potenziale e, senza perdere tempo, contattò gli artisti e realizzò con loro un remix del pezzo in cui la struttura originale non viene minimamente toccata, ed in cui la Diva fa semplicemente da seconda voce. Nel giorno esatto della release gli unici entusiasti di ciò erano i fan di Christina, ma quando dopo qualche giorno gli artisti si esibirono a The Voice con questo brano le carte in tavola mutarono totalmente.
“Say Something” approdò in tutte le radio statunitensi. Col tempo il suo successo intensificò, e riuscì a piazzare 4 milioni di copie negli Stati Uniti ed arrampicarsi fino alla no.4 della Billboard Hot 100, arrivando ad un livello di fama allucinante negli States. Col tempo pian piano anche gli altri mercati si inchinarono a questo capolavoro, e così anche chi malignava circa il successo del pezzo circoscritto agli USA dovette arrendersi dinanzi al trasformarsi di questa canzone in una hit mondiale.
Il pezzo è stato anche insignito del “Best Collaboration” ai Grammy Awards.
Chris Brown – Loyal
L’ultima Era discografica di Chris Brown non era partita nel migliore dei modi. Il cantante aveva rilasciato due singoli di qualità, Fine China e Don’t Think They Know feat. Aaliyah, ed una uptempo urban con Nicki Minaj. Nonostante la promozione, i singoli non ebbero impatto sulle charts. A questo si aggiunsero i problemi personali dell’interprete, che finì in rehab e poi in carcere, e la release del nuovo disco fu rimandata per oltre un anno e mezzo.
Proprio mentre Chris si trovava in carcere, si optò per la release di un nuovo singolo, molto diverso da ciò che era stato rilasciato in precedenza, una traccia senza pretese ed abbastanza leggera, ma destinata a diventare dopo alcuni mesi una grandissima hit per il cantante (oltre un milione di copie vendute in USA, gold in UK ed Australia).
Loyal fu una bomba inaspettata, prodotta da Nic Nac, la canzone ebbe un impatto tale da influenzare altri interpreti a proporre brani di questo tipo. Il video attualmente rimane il più visto in assoluto di Chris Brown, con oltre 380 milioni di visualizzazioni. Il brano venne rilasciato su iTunes il 19 novembre 2013 dapprima in due versioni, East Coast e West Coast, entrambe con il feat. di Lil Wayne e con l’apporto di French Montana o Too $hort.
Chris era impossibilitato a promuovere il pezzo, che come c’era da aspettarsi non ruggì nelle charts appena rilasciato, ma passò piuttosto in sordina. Eppure, pian piano la canzone riuscì a conquistare le radio urban americane. Quando il pezzo cominciò a scalare la chart urban (dove raggiunse la prima posizione), Tyga registrò il suo verso e la nuova versione venne rilasciata su iTunes accompagnata dal video, che fu premierato il 21 marzo 2014. Dopo ben 5 mesi dalla release, il pezzo entrò in top 10 nella Billboard Hot 100.
Io non avevo ancora capito le potenzialità di questa canzone, l’ho amata così tanto che ho detto io di farla uscire come singolo e vedere cosa sarebbe accaduto ”, ha detto Chris a Music Choice.
Lizzo – Juice / Truth Hurts
Negli Stati Uniti Lizzo é arrivata in top 10 con “Truth Hurts”, pensate che il brano fu rilasciato ufficialmente nel 2017, ed oggi siamo a luglio 2019! Ma anche “Juice” sta salendo nelle charts americane, dopo che in Europa aveva già segnato il suo percorso, diventando una vera e propria hit. Chissà che questa non possa essere pure una sleeper hit?
Miley Cyrus – Mother’s Daughter
Passato quasi inosservato il suo EP “She Is Coming”, ma dopo il lancio del video di “Mother’s Daughter” il progetto ha ripreso vita, e la canzone in questione, sembra davvero avere tutte le carte per diventare una hit di questa nuova estate 2019!
Lady Gaga – Bloody Mary
“Bloody Mary” è una canzone di Lady Gaga tratta dal suo secondo album in studio, “Born This Way”. Il testo della canzone fa riferimento all’iconografia religiosa, tra cui la Vergine Maria, ed esplora i temi della devozione, dell’amore e del dolore. La canzone è stata accolta positivamente dalla critica, che ne ha lodato la produzione atmosferica e la voce potente. È stata interpretata come un tributo alla scoperta di sé e alla crescita spirituale ed è considerata uno dei brani di punta di “Born This Way”.
Il brano non é stato estratto come singolo, ma grazie alla colonna sonora di Mercoledì su Netflix ed il conseguente video balletto virale su TikTok nel 2023, ad anni di distanza, il brano é entrato nella Hot 100, continuando a macinare successo e streaming.