Ripercorriamo la carriera di Beyoncé parlando dei suoi sei studio album, in attesa del settimo disco Renaissance.
L’artista su cui ci soffermiamo oggi è una delle più grandi icone del po’n’b odierno, e non solo. Parliamo di una personalità artistica completa, dotata di uno strumento vocale potente ed espressivo, di capacità da performer incredibili, e di un repertorio che segue due fili conduttori paralleli che hanno saputo rendere grande la sua carriera. Stiamo parlando di Beyoncé Knowles.
Fin dai tempi delle Destiny’s Child, Bey è sempre riuscita a focalizzare su di sé le attenzioni del pubblico, a conquistare tutti, a farsi amare sia da coloro che apprezzano il vero talento che da coloro che cercano qualcuno che possa risultare competitivo ed attrattivo anche a livello di immagine. Questo a permesso a Queen Bey di essere considerata da tutti sia un’artista che una performer, un risultato che in pochissimi possono vantare.
Come se non bastasse, grazie anche al fortunatissimo matrimonio con Jay Z, Beyoncé è una delle pochissime popstar della sua generazione (l’unica insieme a P!nk e Justin Timberlake) che non ha floppato con i suoi ultimi dischi, riuscendo a mantenere il suo nome sempre e comunque nei piani alti delle classifiche, quantomeno in quelle riguardanti gli album. Ma cosa avranno di speciale questi dischi per aver venduto tutti tanto?
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Dangerously In Love – 2003
Iniziamo dal primo album chiamato ‘‘Dangerously In Love’‘. Il disco è uscito nel 2003, dopo un anno di lavorazione in cui Beyoncé partecipa attivamente alla realizzazione dell’intero progetto, curando non solo i testi, ma anche la produzione, il mixaggio di alcune tracce.
La cantante sceglie personalmente i collaboratori facendo anche dei colloqui in giro per gli Stati Uniti e alla fine opta per una decina di persone tra cui Scott Storch, Missy Elliot, Sean Paul. Per potersi concentrare tranquillamente all’album, Beyoncé vive per alcuni mesi in un hotel a Miami, una situazione completamente nuova e diversa dai tempi con le Desntiny’s Child. Sono presenti 6 duetti: 2 con Jay Z, uno con Sean Paul, uno con Missy Elliot, uno con Luther Vandross e infine uno con Big Boi e Sleepy Brown. L’album è composto da 15 tracce: Beyoncé ne co-scrive 11.
Il tema principale di tutto l’album è l’amore in ogni sua forma: troviamo canzoni di amore felici ispirate al suo rapporto con Jay Z come ”Signs”, ” Crazy in Love’‘, ”Baby Boy” e ”Be With You”, altre di un amore fantasioso e sognatore come ”Dangerous In Love 2” e ”The Closer I Get To You, altre sensuali come ”Naughty Girl” che parla di una sola notte di passione e fine ” Me Myself And I”, che parla del ricominciare a vivere dopo una delusione d’amore. C’è solo una canzone che parla di un altro argomento, ed è ”Daddy”, una dedica a suo padre.
Il sound dell’album è un rnb classico in quasi tutto il lavoro, specialmente nelle mid-tempo come ” Yes”, ”Signs”, ”Be With You”, ‘The Closer I Get To You” e ” Me, Myself And I”. Le uptempo a volte presentano influenze da altri stili: abbiamo quelle arabiche in ”Naughty Girl” e ” Baby Boy”, e quest’ultimo brano ha anche venature raggae grazie alla presenza di Sean Paul.
La voce di Beyoncé è molto soft: la star non usa tutta la sua potenza vocale, ma si mantiene in uno stile più calmo, ma non necessariamente piatto data la sua grande sensibilità interpretativa.
B-Day – 2006
3 anni dopo l’arista rilascia ”B-Day’‘, un album che viene pubblicato proprio nel giorno del compleanno della cantante. Inizialmente, il disco doveva uscire nel 2004, ma è stato tuttavia rinviato per via di impegni presi già per la realizzazione di un nuovo album delle Destiny’s Child e per la partecipazione al film “Dreamgirls”.
Ed è proprio grazie al suo ruolo nel film che la cantante si sente ispirata e per 2 settimane si chiude in studio insieme ai produttori per finire il progetto. B-day si differenzia molto dal primo album che era composto principalmente da mid-tempo: qui ci sono solo poche ballate e più uptempo. Sono ancora presenti dei duetti: 2 con Jay Z e uno con Shakira.
Il disco è formato da 16 canzoni: tutte sono co-scritte da Beyoncé, e due delle canzoni sono cover in cui Beyoncé ha cambiato un po’ il testo e arrangiamento. Il tema principale dell’album è il femminismo e il ”girl power”: come la stessa cantante dichiara, ad ispirarla è stato il personaggio da lei interpretato in “Dreamgirls” Deena Jones, la quale subiva abusi psicologici da suo marito. In trace come ” Suga Mama” , ”Upgrade You” e ”Kitty Kat” e ”Listen” si nota infatti una presa di posizione in questo senso.
Troviamo canzoni aggressive come ” Green Light”, in cui la cantante intima al suo ex di andare via (tematica simile a quella che riscontriamo in ”Irreplacable”, in una maniera più triste); abbiamo poi il caso di ”Ring The Alarm” e “Beautiful Liar”, che parlano di un triangolo amoroso: la prima si vociferava si riferisse ad una relazione tra Jay Z e Rihanna, mentre la seconda pone due donne contro un ex comune.
Altre canzoni sono: ‘Deja Vu’, che’ parla di un ex che non si riesce a dimenticare, ”Get Me Bodied” che si sofferma invece su serata tra donne e ”Freakum Dress”, in cui la cantante racconta di un abito che ha il potere di scatenare dei ricordi connessi ad un ben preciso momento vissuto con il proprio partner.
Il sound del disco si discosta completamente dal precedente: troviamo molti strumenti suonati dal vivo come trombe, sax, corni che caratterizzano l’aspetto dominante dell’album come la stessa Beyoncé ha voluto. In tracce come ”Freakum Dress, ”Upgrade You”, ”Green Light” e ”Deja Vu” troviamo anche un forte riff di basso.
Le tracce che che ricordano sound rnb del primo album sono ” Kitty Kat”, ”Beautiful Liar” (avente la stessa venatura medio-orientale di ”Baby Boy”) e le ballate ”Irreplaceble”, ”Still In Love”, ”Flaws and All” e ”Resentmenet”. Beyoncè inizia a tirare fuori di più la voce senza comunque strafare, cosa che sarà la sua prerogativa negli anni futuri.
I Am… Sasha Fierce – 2008
Due anni dopo Bey rilasciò il suo terzo album ”I Am… Sasha Fierce”, un lavoro che si compone di due dischi: la prima parte, I Am, è composta da ballate e mid-tempo che riflettono il lato sensibile e romantico della cantante, mentre la seconda “Shasha Fierce”, nome del suo alter-ego sul palco, presenta canzoni più ritmate.Inoltre, a differenza dei primi due, qui non troviamo nessun duetto, e questo per volere della stessa cantante.
Il progetto è formato da 20 tracce: sono tutte co-scritte da Beyoncé, metà con i produttori Babyface e Amanda Ghost e l’altra metà con Darkchild e Garrett. E’ presente anche una cover di “Honesty” di Billy Joel.
Il tema principale del disco è l’amore: la parte di I Am ha canzoni prevalentemente romantiche come ” Halo”, ” Smash Into You”, ”That’s You’re Beautiful”, altre incentrate sull’insicurezza dell’amore come ” Ave Maria” (che affronta anche altri temi come il sentirsi soli anche se si è in compagnia), ”Disappear”, ”Satellites” e ”Broken-hearted Girl”. Abbiamo infine ”If I Were A Boy”, canzone in cui la cantante parla dei doppi standard nei rapporti di coppia, di come l’uomo riesca quasi sempre ad avere la meglio su una donna, e ”Save The Hero” in cui si parla di una persona intrappolata dai suoi ritmi frenetici che chiede aiuto.
Anche la parte di Sasha Fierce ha canzoni romantiche come ” Sweet Dreams” ed ” Hello” (quest’ultima parla di come Jay Z abbia conquistato il cuore di Beyoncé dal primo momento) e presenta perfino un brano sulle insicurezze dell’amore (” Scared Of Lonley”). Per il resto abbiamo però temi completamente diversi, e li riscontriamo in: “Radio”, che parla delle canzoni preferite di Bee in gioventù, ” Diva”, classica canzone sul girl power che ricorda molte tracce del disco precedente e infine ”Single Ladies”, che parla della fine di una relazione e della voglia di trovare un uomo migliore del precedente.
Il sound del disco si differenzia molto dai precedenti album, senza comunque perdere lo stile di Beyoncé, grazie alla presenza di molti strumenti a corde come chitarre di ogni tipo che hanno conferito a molte tracce un tocco soft-rock come ” Smash Into You”, ”That’s You’re Beautiful” e ”Ave Maria”. C’è molto piano in quasi tutte le tracce. Lo stile classico della cantante lo si sente in ” Why Don’t You Love Me”, ”Single Ladies’‘, ”Diva” e ” Videophone”. La star poi azzarda abbastanza sperimentando un po’ di dance-pop in ”Sweet Dreams” e ”Radio”.
4 – 2011
In questo disco, la cantante mostra la sua versatilità vocale e interpretativa, dà il meglio di sé nelle ballate e le rende molto più emozionanti di quelli dei primi lavori. Io personalmente sono diventata fan grazie a questo disco: il primo singolo mi aveva letteralmente rapita, era qualcosa che non mi sarei mai aspettata da Beyoncè e mi ha sorpresa. Per un po’ di tempo, ho pensato che quest’album fosse il suo peggiore, ma ora come ora mi devo ricredere: anche se ci sono 2-3 canzoni che non mi vanno a genio in Sasha Fierce, la parte di I Am compensa tutto.
Di solito l’album della maturità artistica è il terzo, ma per Bey questo ruolo va affidato al quarto disco, un brano che la cantante ha intitolato semplicemente “4”, essendo questo il suo numero fortunato.
Per questo disco, la cantante si prese un anno sabbatico per poter viaggiare da turista e scoprire nuove culture da cui potersi ispirarsi. E’ dunque un album molto importante per lei, anche perché per esso la popstar fa due passi molto importanti: licenzia suo padre come manager e ”uccide” l’alter-ego Sasha Fierce che l’aveva accompagnata per ormai ben 8 anni ormai. Era arrivato il tempo per mostrare tutta la sua essenza come artista.
In questo disco Bey collabora con i suoi produttori di fiducia come Babyface, Stewart, Nash e con alcuni nuovi tra cui spicca Jeff Bashker. L’obbiettivo del disco era quello di portare un po’ di organicità alla musica ispirandosi a dei grandi dell’rnb e soul degli anni 80 come Micheal Jackson e Stevie Wonder.
L’album è composto da 15 canzoni, tutte co-scritte da lei eccetto una scritta completamente da Diane Warren. Il tema principale è l’amore devoto verso suo marito, e quasi tutto l’album è dedicato a lui: ”1+1”, ” Love On Top’‘, ”Countdown”, ”Rather Die Young”, ”End Of Time, ”Dance For You” e ”I Miss You” .
Non possono mancare brani su ex amori come ” Best Thing I Never Had” e ”I Care”, mentre gli altri temi li troviamo in ” Run The World”, che è la sua tipica canzone sul girl power e femminismo, in ” Schoolin Life”, in cui la cantante impartisce lezioni di vita su quello che ha imparato crescendo e infine ” I Was Here”, canzone ispirata all’11 settembre parla del segno che una persona qualunque vuole lasciare al mondo.
Il sound dell’album si discosta molto dai precedenti, anche se ci sono alcune similitudini con B-day in quanto all’utilizzo di trombe e sax. La sperimentazione si trova prevalentemente nelle ballate e mid-tempo: alcune hanno una forte chitarra predominante come in ”1+1” e ”I Care”mentre ” I Miss You” e ”Start Over” hanno dei sintetizzatori, ” Rather Die Young” ha un vibe anni 60 stile doo-woop e per finire ” I Was Here” è dominata dal piano e dallo xiilofono, con qualche riff di chitarra.
E in questo disco, Beyoncé tira fuori tutta la sua voce senza comunque perderne il controllo e dimenticare il suo obiettivo di comunicare. E’ per questo che troviamo canzoni in cui ci si mantiene su un tono vocale basso, coerente con il tipo di messaggio che si vuole comunicare. Questo è il mio album preferito e me ne sono innamorata per il motivo descritto sopra: ho sentito una Beyoncé più ‘nuda’, più vera, reale come mai successo prima.
Beyoncé – 2013
Passano due anni e Bey sorprende tutti in un freddo giorno di dicembre rilasciando su Itunes il suo album omonimo’” Beyoncé”, prima unicamente disponibile in quella piattaforma, poi distribuito nei negozi. A differenza dei precedenti album, Beyoncé ha un vibe più dark ed è il più sperimentale: il disco mixa infatti l’rnb con l’electro-pop e per raggiungere tale sound si affida a produttori nuovi tra i quali spicca Boots.
Un’altra sostanziale diversità la riscontriamo nel concept del disco, che è un visual album: tutte le canzoni hanno un relativo video che rispecchia le emozioni cantate dal testo, questo perchP per Beyoncé la musica si vede, non si sente solamente.
I duetti ritornano a essere una parte importante, tant’è che ne troviamo 4: uno con Jay Z, uno con Drake, un altro con Frank Ocean e infine uno con la scrittrice Chimimanda Ngozi Adichie. La’lbum è composto da 13 canzoni, e questa volta Beyoncé compare nei credit come autrice in tutte le tracce
Se negli album precedenti era l’amore romantico il tema principale, in questo ciò che predomina è il sesso, come la stessa Beyoncé disse nel dietro le quinte dell’album: nei primi anni della sua carriera non si è mai spinta oltre per non turbare i fan più piccoli, mentre ora che sono cresciuti con lei ha deciso di manifestare tutta la sua libertà. Per questo, le tracce sono più esplicite rispetto a ciò che eravamo abituati con i primi album: ”Drunk On Love”, ” Partition”, ” Blow”, ”Rocket” e ”Haunted” sono gli esempi principali.
Ovviamente, non mancano canzoni che parlano delle sue insicurezze della vita e dell’amore come ”Mine” e ”Jealous”, altre che parlano della forza dell’amore come ”XO” e ”Superpower”. Abbiamo poi ”Pretty Hurts” che parla dei doppi standard riguardanti la bellezza femminile, ”Flaweless”che tratta di femminismo, ”Heaven” che parla di una persona cara che non c’è più e”Blue” dedicata a sua figlia. Da citare anche i due intro: ”Ghost” che parla del mondo della musica, di come Beyoncé sia mai stanca della solita promozione, ”Yoncè” parla di una serata in un club.
Il sound di questo disco si discosta moltissimo dal precedente lavoro, è praticamente il suo opposto. Ci sono pochi strumenti suonati dal vivo che troviamo a sprazzi in tracce come ”Blow” e ”Rocket” per la chitarra e in altre come ” Heaven”, ”Mine”, ”Haunted” e ”Blue” per il piano. La vera differenza sta nel fatto che qui l’rnb si mischia con l’electro-pop, con un risultato per niente banale e molto sperimentale come era accaduto finora.
Sono dunque i sintetizzatori e programmi di vario tipo a farla da padrone in quasi tutto l’album, e lo si sente chiaramente in tracce come ” Ghost/Haunted”, ”No Angel”, ”Jealous” e ”Mine”. Per smozare un po’, troviamo tracce pop come ”Pretty Hurts”, ” XO” e ”Rocket”, l’unica che assomiglia allo stile di 4.
Anche a livello vocale il disco si differenzia molto da 4: qua Beyoncé non usa la sua potenza vocale, ma utilizza la parte più bassa e grave della sua voce per dare più sensualità ad alcuni brani e più emotività agli altri, mostrando ancora di più la sua innata sensibilità interpretativa. Si tratta di un esperimento riuscitissimo: questa sfumatura del suo timbro è magnifica.
Lemonade – 2016
Rilasciato ancora una volta con la formula “a sorpresa”, “Lemonade” é il sesto album di Beyoncé. Qui potete leggere la recensione track by track del disco.